29 giugno 2009    

Nicolò (Fi): ''Nomina Luzzo, simbolo degrado e incoerenzza della politica''


“La nomina del prof. Gianfranco Luzzo nel Comitato per il piano di rientro del debito della sanità è la prova, se ce ne fosse bisogno, del livello di degrado e di incoerenza della politica perseguiti dal presidente della Giunta regionale”.Il consigliere regionale di Forza Italia

E’ quanto afferma il consigliere regionale di FI-PDL, Alessandro Nicolò, che evidenzia “come Il Presidente Loiero si sia  spinto oltre le virtuali ‘colonne d’Ercole’ del buon senso politico, inducendo persino esponenti del suo partito a forme di dura protesta. E’ d’obbligo domandarsi, a questo punto, quale obiettivo si voglia raggiungere da parte del Governatore Loiero con simili comportamenti politico-amministrativi improntati da  discutibili florentinismi in cui annegano  le coerenze politiche di ciascuno. Ma com’è possibile - prosegue  Nicolò -  riportare in un organismo strategico qual è il Comitato coloro i quali, fino ad ieri, erano sul banco degli accusati per avere fatto parte della Giunta Chiaravalloti, rea, secondo Loiero, di avere affogato la sanità calabrese nel gorgo del debito senza fondo?  Certamente il Giano bifronte Luzzo-Loiero, in  concorso con gli altri specialisti a caccia del debito sanitario, crediamo, sapranno restituire certezza ai numeri, finora ballerini!

L’opposizione del centrodestra saprà valutare attentamente e reagire a tutela dei calabresi rispetto a quanto si va preparando da qui ai prossimi mesi.

La Calabria ha bisogno di liberarsi da questa limacciosità politica, da taluni trasversalismi di convenienza sottoscritti da inconfessabili accordi di sottogoverno che costringono nella palude e nella inanità questa terra che invece ha bisogno di correre, di promuovere le sue risorse, svestendosi di quegli atavici condizionamenti che gruppi di potere fine a se stessi ed a tutela dei loro interessi ostacolano”.

“La politica calabrese - conclude Nicolò -  mai come oggi, richiede onestà intellettuale, coerenti comportamenti, nonché  chiarezza di scelte di campo, non già per puro schieramento ideologico, ma per discriminanti programmatiche, per modi di governare veramente alternativi, altrimenti si resta inchiodati al palo, perdendo le occasioni di modernità e di sviluppo di una regione in cui non in un solo comparto, ma nell’intero sistema produttivo e dei servizi vi è il pericolo  d’ implosione, con il rischio che venga messo in ginocchio l’intero sistema economico calabrese”.

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