4 giugno 2009    

La Calabria nel Rapporto Svimez (di Luisa Lombardo)


“Una Calabria in movimento ma in difficile transizione che dà segnali di cambiamento ma non riesce a farsi sistema”. E’ la fotografia della nostra regione nel primo rapporto Svimez sull'economia e la societa' in Calabria. Il rapporto, presentato nei giorni scorsi, è “l’attestato di una collaborazione tecnico-economica tra l’Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno ed una delle Regioni meridionali che più di altre ha bisogno di interventi strategici ed innovativi” - ha commentato il presidente Svimez, Nino Novacco. Il simbolo dell'Italia federale

La ricerca parla di una regione con forti gap strutturali ma che comunque ha intrapreso un percorso virtuoso di cambiamento. Insomma un’immagine in chiaroscuro, dove, positivi sono i segnali nella formazione giovanile e nell'internazionalizzazione delle imprese, mentre alto è il rischio di povertà nella vasta area legata all'agricoltura.In Calabria convivono tassi di scolarizzazione tra i piu' alti del Paese e una forte emigrazione verso il Nord. Un contesto in cui nemmeno le aree di eccellenza come Gioia Tauro riescono a fare da traino al contesto regionale. Il Pil per abitante e' a 16.794 euro al 55% di quello del centronord (30.278 euro), mentre il Pil calabrese rimane inferiore alla media delle regioni del Mezzogiorno (17.582 euro).

L'agricoltura mantiene sempre un fortissimo peso nell’economia complessiva della regione mentre il tessuto industriale continua ad essere fragile. In Calabria, infatti, il tasso di industrializzazione risulta essere ancora il più basso del Sud con 20 addetti su 1.000 abitanti e con un valore aggiunto del 18,3% rispetto a oltre il 30% della media nazionale; grandissimo, il peso dei servizi soprattutto pubblici: valore aggiunto pari a 32% contro il 17,6% del centro Nord. Ancora pochi gli addetti al terziario sviluppato: 19,3% nell'informatica e meno del 4% nelle attività finanziarie.

Ma veniamo ai dati che riguardano più da vicino i nuclei familiari: oltre il 19% delle famiglie calabresi ha percepito meno di mille euro al mese contro il 7,3% del Centro Nord, e il 4,1% addirittura meno di 500 euro a fronte dell'1,4% del centro nord. A pesare sul bilancio già magro delle famiglie, l'alto numero di familiari a carico: quasi il 20% dei nuclei calabresi ha due persone a carico e oltre il 20% almeno uno. Un dato questo, strettamente connesso a quello della disoccupazione, che in Calabria registra evidenti picchi. Nella nostra regione, infatti, c'e' il maggior numero di famiglie con uno o due disoccupati (23%). Il rischio-povertà per i laureati calabresi risulta essere il doppio rispetto a quelli del Centro nord. I poveri che vivono nella regione sono 741 mila, un terzo della popolazione e il rischio povertà riguarda per il 27,5% i lavoratori dipendenti (contro il 4,6% del centro nord) e il 37,6 degli autonomi.

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