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20 settembre 2005
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Perché la marcia ad Assisi ci riguarda (di Bruno Censore*)
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“La Calabria rappresenta oggi, come nel passato, una terra di dialogo ed un modello positivo di incontro tra diverse culture che può essere esportato nel resto dell’Italia ed in tutta Europa a rafforzamento dell’idea di pace e di integrazione tra le civiltà. La partecipazione alla marcia dell’11 settembre scorso rinnova il nostro impegno istituzionale a lavorare a favore della pace ma vuole anche mettere in risalto il principio fondamentale insito in tutta la popolazione calabrese, che la convivenza pacifica e la tolleranza tra i popoli di diversa cultura è cosa possibile. Basta scorrere gli avvenimenti degli ultimi decenni per scoprire come in Calabria la convivenza tra noi occidentali e le popolazione di area musulmana è stata sempre basata su ragioni di rispetto e di civiltà. Nella nostra regione, il dialogo con il mondo musulmano, e specie con le popolazioni maghrebine, è cominciato già parecchi anni prima che il fenomeno dello spostamento di immigrati provenienti dall’Algeria, dalla Tunisia e dal Marocco fosse balzato nelle cronache delle pagine dei giornali; per tutti questi anni, abbiamo saputo procedere in direzione di una importante integrazione, che non abbiamo inteso nei termini di una assimilazione, tanto che anche in alcuni piccoli Comuni della nostra regione si sono insediate intere famiglie musulmane e si sono registrati matrimoni misti che non hanno affatto destato sentimenti di contrarietà. Voglio inoltre sottolineare che in Calabria è ospitata la più grande comunità di senegalesi esistente in Italia e che anche con loro, il dialogo è stato impostato su presupposti di una apertura culturale ed intellettuale vera e sincera.
E’ chiaro che il riscatto dell’immagine della nostra terra si avrà allorquando tutti insieme avremo contribuito ad allontanare definitivamente il pesante fardello della criminalità organizzata; gli atti intimidatori cui è stato oggetto nei giorni scorsi il Presidente Agazio Loiero non possono, e non devono, rallentare il cammino verso una legalità diffusa e verso la legalità intesa come cultura del nostro popolo. Dobbiamo far uso di quella “marcia in più”, come ricordava il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nel corso della sua visita a Vibo Valentia, che può derivare dall’impegno di tutti a “fare di più”, e soprattutto dal progresso della regione e dell’intera nazione.
Il nostro obiettivo prioritario sarà, comunque, la pace tra i popoli e la pace sociale nei popoli. Personalmente, credo che non ci potevano essere condizioni migliori per esprimere la nostra adesione alla marcia per la pace e portare così un alto esempio di convivenza pacifica”. Censore ha poi concluso: “Penso che il terrorismo non può essere combattuto con i sistemi militari ma con un dialogo negoziale costruttivo e sereno”.
* Consigliere regionale Ds |
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