20 marzo 2009    

Frutto di una proficua sinergia (di Cristina Cortese)


Adesso si può dire: l’Area Metropolitana dello Stretto non è più utopia. Le Commissioni congiunte del Bilancio e Finanze della Camera, presiedute rispettivamente da Giorgetti (Lega) Conte (Pdl), approvano l’articolo 22.8 del disegno di legge sul federalismo che inserisce Reggio tra le dieci città metropolitane. L’emendamento Bocchino dà il via libera all’importante riconoscimento che vede tutte le forze politiche, a parte l’Idv, sintonizzarsi sulla necessità di valorizzare l’intera Area dello Stretto in sinergia con Messina città metropolitana. Manca solo il sì definitivo della Camera e poi del Senato, ma, a questo punto, i giochi sembrano davvero fatti. Cronaca di una giornata, giovedì 12 marzo, destinata a passare alla storia; che registra la presentazione di due emendamenti, uno del Partito democratico (prima firmataria l’on. Maria Grazia Laganà) e l’altro del vice capogruppo vicario della Camera del Pdl, Italo Bocchino con le firme tra gli altri, di Nucara, Versace, Corsaro, Angela Napoli fino all’esame dell’emendamento Bocchino, inglobando   anche   quello, valutato “simile”, dell'on. Maria Grazia Laganà.

La città metropolitana è un ente amministrativo previsto dall'articolo 114 della nostra Costituzione (dopo la riforma dell'Ordinamento del 2001 e la modifica del Titolo V della Costituzione). Nei fatti, è il concetto internazionale di metropoli. Così, Reggio si appresta a diventare la decima città italiana metropolitana, dopo Roma, Milano, Torino, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari e Napoli; una serie che comprende le aree metropolitane riconosciute dalle regioni a statuto speciale: Cagliari, Catania, Messina, Palermo, Sassari e Trieste.

Ma in questa formula c’è molto di più; c’è quel valore aggiunto che, sul filo della commozione e memoria, unisce Reggio e Messina, ancora a braccetto, insieme, nella buona e nella cattiva sorte, proprio come successe nel tragico terremoto del 28 dicembre 1908. Oggi come ieri, dunque; e nulla può essere più suggestivo di un percorso che da quella solidarietà che ha smosso un mondo intero e che è stata al centro delle iniziative promosse in occasione del centenario adesso si sposta su un terreno di crescita e di sviluppo dell’area. Piazza Garibaldi a Reggio Calabria

Ma come si giunge a questo risultato? Fondamentale la sinergia istituzionale tra il primo cittadino di Reggio Calabria, Giuseppe Scopelliti ed il presidente del Consiglio regionale Giuseppe Bova. Da postazioni diverse, i due rappresentati hanno espresso la stessa voce; mai un attimo di sosta su questa battaglia che è apparsa da sempre una battaglia per la città e per la comunità fino a rilanciarla, con più forza, nel momento più propizio: quale migliore occasione, infatti, della grande disputa sul trasferimento dei Bronzi Riace alla Maddalena, per rivendicare le vere priorità di un territorio? E le mosse sono state perfette: il sindaco Giuseppe Scopelliti anche, appunto, su suggerimento di Giuseppe Bova, chiede ufficialmente al ministro Sandro Bondi di sostenere la città di Reggio impegnata ad ottenere l’atteso riconoscimento. E così, di ritorno nella città dello Stretto, Scopelliti, in una conferenza stampa con Bova, parla di percorso ormai avviato che concretizza in una nuova tappa romana sfociata nell’emendamento del vice capogruppo vicario Italo Bocchino del PDL. E se oggi si raccolgono i frutti, è giusto ricordare i tentativi fatti nel passato. Il primo si deve ai senatori Nino Calarco (Messina) e Nello Vincelli (Reggio) promotori di una risoluzione con la quale chiedono un finanziamento per l’edilizia popolare per le città metropolitane. Dagli anni ottanta, con un fiorire di iniziative politiche, culturali, sindacali ai tempi recenti con un tavolo interistituzionale tra i presidenti delle due Province (Ricevuto e Morabito) e i due sindaci (Buzzanca

e Scopelliti): i riflettori restano accesi sull’Area Metropolitana. Ma la svolta è dietro l’angolo: la volontà di Berlusconi di portare i Bronzi di Riace alla Maddalena è una occasione troppo ghiotta per non rimettere sul tavolo del Governo l’Area Metropolitana dello Stretto.  

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