20 marzo 2009    

L’area metropolitana: uno squarcio sul futuro (di Giuseppe Bova*)


Il presidente del Consiglio regionale Giuseppe Bova


E tanto grande la novità che deriva dall’approvazione degli emendamenti  che riconoscono a Reggio lo status di Città metropolitana, che quasi non ci si riesce a credere. Eppure è vero. Certo, hanno pesato tante felici coincidenze e soprattutto la circostanza che la città, con in testa la politica, ha fatto di questo obiettivo una sfida comune. Lo sottolineo: questo è stato il fattore decisivo. E lo sarà ancora di più per il futuro. Come dire, continuiamo così. Ma ora godiamoci il momento. Di tempo ne è passato dai primi di maggio del 2003. Stava per essere discusso in Consiglio regionale il nuovo Statuto e, prima di presentare l'emendamento sulla Città metropolitana, chiamai il Sindaco. Scopelliti fu d'accordo ma in aula passò solo il principio. Nel maggio 2004 depositai il progetto di legge sulla Città metropolitana dello Stretto. Dopo, una miriade di iniziative. Proprio nell'estate di quell'anno partecipai, assieme al direttore della Gazzetta del Sud, ad un dibattito su questo argomento nell'ambito della Festa del Lavoro della CGIL. L'on. Calarco ebbe a dirmi di continuare su quella . strada, aggiungendo che per lui l'area metropolitana veniva prima del ponte sullo Stretto. Anzi, ponte o non ponte, l'area metropolitana bisognava farla nascere lo stesso. E ora? A caldo ho già dichiarato che tutti i saperi, le professioni, le capacità di fare avrebbero tratto grande beneficio dall'area metropolitana. Proprio queste energie debbono diventare immediatamente attive e riflettere su come dar vita ad un siffatto progetto. E' questa la grande sfida. L'idea, quasi una premonizione, ci aveva portato alla fine dell'estate scorsa a sostenere e patrocinare il VII Laboratorio Internazionale di Architettura, organizzato dal Dastec e dal Dottorato di ricerca in Progettazione Architettonica Urbana dell'Università Mediterranea. Il tema era proprio questo, “Reggio e Messina: l'area dello Stretto”. Uno dei momenti di quell'iniziativa è stato il monologo teatrale di Alessandro Preziosi intitolato "II ponte". Gli interrogativi del protagonista a favore o contro il collegamento stabile tra Calabria e Sicilia erano davvero tanti. Ma la chiave di tutto consisteva nel respingere la concezione di un Sud fermo e fatalista, assumendo l'audacia come l'atteggiamento giusto per fronteggiare le difficoltà. Questo è lo spirito necessario per misurarsi con la nuova sfida che ci aspetta: così il futuro, malgrado siano tante e grevi le ombre del presente, davvero non potrà farci paura.


* Presidente del Consiglio regionale
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