28 luglio 2005    

Bova a Calabria: “Vedo la Regione come un sistema a rete”







“Una regione fondata su un sistema ‘a rete’, con diversi centri di decisione e di attuazione delle scelte, non appannerà il ruolo del Consiglio, ma anzi ne esalterà la centralità”. Il presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Bova risponde a “Calabria” e, in cinque pagine, intervistato da Gianfranco Manfredi, parla della Regione che cambia e delle nuove regole che presiedono la massima Assise calabrese.

Accanto al Consiglio - spiega Bova - opereranno una serie di organismi che, in maniera coordinata e coesa, concorreranno a definire un progetto complessivo di sviluppo della regione. Leggi ed atti amministrativi di qualità saranno i coprotagonisti di questo processo di rinnovamento, capace di inverare in Calabria crescita sostenibile e diritti dei cittadini.

Il direttore della rivista “Calabria” traccia l’identikit del neopresidente che ha lanciato la sfida di costruire un sistema locale aperto e competitivo e che spinge sulla necessità di semplificare - anche attraverso il ricorso ai testi unici e alla delegificazione - il sistema normativo regionale.

Un’intervista vivace e a tutto campo, una sorta di consuntivo dell’entusiasmante e travagliata stagione costituente, che traccia anche le linee future di un processo di modernizzazione ormai inarrestabile.

Quello di consigliere regionale è un altro mestiere che cambia. Saranno diversi anche i modi e i tempi di lavoro?

“Cambierà per tutti - risponde il presidente -: dovremo reimpararlo il mestiere. Paradossalmente, forse è più difficile per chi c’è da tempo in Consiglio regionale perchè, abituato ad un altro modo di procedere, dovrà riconvertirsi”.

Concludendo, Bova auspica una Regione nella quale nessuno sia lasciato in un angolo, nessuno rimanga escluso. “Noi siamo stati e siamo esseri viventi, figli di generazioni  - ricorda - che hanno vissuto in una terra che da sempre trema, da sempre frana, ma gli uomini e le donne di questa terra, testardamente, ricostruiscono, riprendono, si rimboccano le maniche. In fondo, per andare avanti ai calabresi si richiede una sola cosa: essere conseguenti alla loro storia e alla loro cultura di fondo che è quella di misurarsi con partite difficili, che sembrano impossibili e poi averne ragione”.      

Nella sezione dedicata alla politica regionale di questo numero, ampio spazio è dedicato ai resoconti delle più recenti sedute consiliari con una scheda approfondita sul nuovo Regolamento interno e un “primo piano” sui nuovi organismi istituzionali entrati in scena.

Segue il nuovo organigramma del Consiglio, coi profili biografici dei vertici delle Commissioni e degli organismi consiliari.

Ricca e variegata anche la sezione attualità, con in risalto gli esperimenti che si stanno conducendo negli istituti di pena calabresi, da Cosenza a Laureana, da Vibo a Lamezia,  per attuare quel principio sancito dalla Costituzione, secondo il quale la pena deve tendere alla rieducazione del condannato. Come spiega  Paolo Quattrone, provveditore regionale, si sta lavorando su due fronti: da un lato si punta al coinvolgimento dei detenuti in attività di studio e lavoro; dall’altra, si opera sul versante del restauro e dell’adeguamento delle strutture edilizie.

C’è poi, una vera e propria finestra “sull’estremo Oriente”, grazie al successo in Cina dell’architetto cosentino, Mario Occhiuto, chiamato a progettare un’intera città-satellite di Pechino, un centro urbano di circa ottantamila abitanti.

Di notevole interesse anche le pagine dedicate ai trasporti con un servizio sulle nuove prospettive dei collegamenti ferroviari nell’area centrale della regione e un articolo di finanza del professor Piluso su “finanza creativa di Regioni ed enti locali”.

Per ultimo ma, non ultima, la “cover story”: in copertina c’è infatti Sonia Serazzi, giovane scrittrice di San Vito allo Jonio, che con il libro “Non c’è niente a Simbari Crichi”, rappresenta un autentico caso letterario, ben oltre gli ambiti calabresi.



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