12 febbraio 2009    

La Marina italiana onora i caduti del Terremoto del 1908 (di Cristina Cortese)


Due giorni intensi, di ricordi, di commozione, ma anche di religioso silenzio dedicati alle vittime del terremoto del 1908. La Marina militare ha voluto rendere omaggio alle due popolazioni di Reggio e Messina, organizzando più momenti che, da un capo all’altro dello Stretto, hanno visto protagoniste le due Marine e le due città. Il cacciatorpediniere della Marina Militare Italiana ''Andra Doria''Oggi come ieri: la condivisione di una delle pagine più dolorose della storia cementata dal sacrificio diventa memoria che non potrà essere mai cancellata. Ed è un anello in più in quella collana iniziative con cui si è tornati indietro di cent’anni, a quella fatica data del 28 dicembre che ha cambiato il corso della storia. Il primo momento reggino è stato il concerto della Banda musicale della Marina militare e della Banda della flotta russa che si è tenuto nel Duomo: la serie di brani suggestiva è stata aperta dall’Inno di Mameli e dalla Marcia opera 99 di Prokofiev  proprio per ricordare che è stata la flotta russa tra le prime a prestare  i soccorsi. “C’è un feeling particolare”, ha sottolineato, in un Duomo suggestivo, il comandante militare marittimo autonomo in Sicilia, ammiraglio di divisione Andrea Toscano, sottolineando “il valore della comunione e come quella tragedia sia stata palestra di addestramento per la Marina sempre più, oggi, supporto attivo alle popolazioni che vivono tragedie”.

Dalla Cattedrale al fascino della “Andrea Doria”, che ha ormeggiato al Porto, costituendo motivo di attrazione e di curiosità fino ad arrivare al Cimitero di Condera dove il Ministro della Difesa, Ignazio La Russa ha reso onore alle vittime del terremoto. E’ stata una cerimonia semplice che si è consumata in pochi minuti: giusto il tempo per il Ministro di percorrere il lungo androne per porre ai piedi del Sacrario una corona d’alloro, portando nel cuore le parole della lapide alle quali, poco prima, aveva dato una commossa lettura.  Infine, in quel “grazie” che La Russa ha rivolto più volte al picchetto d’onore, volgendo lo sguardo indietro, c’è il senso profondo dell’uomo di Stato.

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