11 febbraio 2009    

Nucera (Cpd): «Opportuna una rivisitazione dello Statuto»


"E’ opportuno che si proceda immediatamente ad una rivisitazione dello Statuto per quanto riguarda quegli istituti su cui la Corte Costituzionale si è espressa nel merito. Sfrondare tutte le parti dello Statuto che prevedono elefantiache strutture burocratiche estremamente costose,  e che gravano pesantemente nelle casse regionali. Il capogruppo regionale di Calabria Popolare Democratica Giovanni NuceraQuesto sarebbe anche un segnale di efficienza e trasparenza della spesa pubblica. Sono decisamente contrario all’istituzione di qualsiasi sottocommissione che possa portare soluzioni preconfenzionate, magari anche sottintesi accordi che offuscherebbero la libertà di espressione e di mandato che ogni consigliere detiene. Ogni singola norma dello Statuto deve nascere nella collaborazione, nel confronto e nella partecipazione dei consiglieri, ove ognuno coscientemente, scevro da pregiudizi e tatticismi, possa liberamente esprimere la propria opinione. Il terzo aspetto che voglio sottolineare afferisce alla legge regionale; sicuramente, il più delicato e, certamente, il più importante, in un momento di crisi della rappresentanza dei partiti per la selezione  della classe dirigente della Calabria. Gli eletti devono essere scelti dal popolo in tutti i consessi elettivi. Non possono esistere personaggi ‘unti dal signore’ in nome di pseudoesperienze che, come dimostra la storia della Calabria, ad oggi dopo 20 anni, nessuna grande novità, hanno saputo offrire. In una democrazia degna di questo nome, è il popolo elettore a dover scegliere chi lo governerà. Nella crisi generale dei partiti e nell’ormai inarrestabile processo verso il bipartitismo, non ci possono essere titubanze o timidi tentativi di ammiccamento verso quanti propugnano il perseverare di posizioni di rendita che creano solo confusione e tensioni nella gestione dei processi politici ed amministrativi. Ho sempre avuto rispetto delle minoranze ma, mai come in questo momento di grave crisi e di caduta di valori e tensioni morali, ritengo che la semplificazione delle rappresentanze di parte nelle Istituzioni, debba coniugarsi sempre più con un bipolarismo maturo ed efficiente. Pertanto, la sintesi di blocchi contrapposti che si confrontano nella dialettica politica, è la risposta più nobile che si possa offrire, sia a chi è chiamato a governare sia a chi è chiamato ad effettuare l’azione di controllo e di stimolo. Insisto - così come ho fatto in occasione della precedente riforma della legge elettorale - per una soglia di sbarramento al 6 per cento. Credo che questo limite possa davvero rappresentare un reale momento di maturità, non solo per quanti pensano che la Regione sia una fortezza da espugnare con l’accordo di ‘quattro amici che si ritrovano al bar Sport’ per creare turbative negli accordi elettorali, ma anche per quanti, utilizzando gli strumenti della democrazia, pensano di poter creare liste ‘fai da te’, solo per lucrare posizioni di comodo”.


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