13 gennaio 2009    

Il Consiglio regionale della Calabria tra i più produttivi


"CorrierEconomia", l’inserto economico del Corriere della Sera, sull’edizione di questa settimana ha pubblicato una serie di dati riguardanti i consigli regionali italiani.Palazzo ''Campanella'' a Reggio, sede del Consiglio regionale della Calabria.

Emerge che quella calabrese è una delle Assemblee legislative regionali  più produttive d’Italia. Per averne riscontro basta scorrere la tabella riferita al lavoro svolto in aula nell’anno 2008. Il dato più evidente è quello del numero di leggi approvate. In Calabria ne sono state licenziate 46: si tratta del numero più alto in assoluto tra quelli pubblicati da “CorrierEconomia”.


Tra le regioni del Sud,  seguono la Puglia con 45 leggi, la Basilicata con 33, la Sicilia con 26 e la Campania con 20. Secondo il prestigioso inserto economico, la Calabria si posiziona “ai livelli delle più efficienti Regioni del Nord”. Gli altri elementi indicati da via Solferino confermano che le “locomotive padane” e altre realtà indicate come virtuose hanno fatto meno di noi: 38 leggi in Lombardia, 33 in Piemonte, 27 in Toscana. I consiglieri regionali di Veneto e Umbria hanno prodotto meno della metà dei loro colleghi calabresi: rispettivamente 22 e 19 leggi, mentre l’Abruzzo – dove la consiliatura si è traumaticamente interrotta per le note vicende giudiziarie – ha varato appena 17 leggi.

I provvedimenti che hanno ottenuto il via libera a Palazzo Campanella non sono fumo negli occhi o semplici “manifesti”. «Tutte le leggi, a differenza del passato, hanno completa copertura finanziaria», ha spiegato in un’intervista al periodico il presidente Giuseppe Bova, che sottolinea anche la qualità del lavoro svolto:  «Abbiamo varato una legge a tutela del diritto alla casa e di sostegno alle politiche abitative, con i collegati programmi di edilizia residenziale. Sono stati fatti partire nuovi strumenti di lotta alla criminalità organizzata, con la normativa antiracket e antiusura. Si è proceduto con la riorganizzazione del sistema delle comunità montane, ora più snello ed economico. Abbiamo istituito il garante della salute. E’ stata, infine, costituita una “società in house” del Consiglio regionale, stabilizzando i precari e riducendo le spese». 

Quanto poi ai costi di funzionamento, la Calabria dimostra estremo rigore e coerenza con quanto più volte sostenuto. Pur Il Presidente del Consiglio regionale Giuseppe Bovaavendo  il Consiglio sede a Reggio e la Giunta a Catanzaro, la politica di contrazione della spesa attuata dal presidente Bova ha consentito di ottenere un risultato concreto e visibilissimo. L’assemblea calabrese costa 72 milioni di euro, oltre ai 3 milioni annui per i voucher destinati ai superlaureati. Il dato è pressoché identico a quello della Lombardia, in cui però non esistono spese di gestione, manutenzione della sede, assicurazioni varie, nonché stipendi ed oneri previdenziali e fiscali per 170 dipendenti. Il Consiglio regionale della Campania, rispetto all’omologo organo della nostra regione, sborsa ben 15 milioni di euro in più all’anno. L’Assemblea siciliana, addirittura, costa più del doppio: oltre 160 milioni di euro.

«Dal 2004, anno in cui i consiglieri erano 40 e non 50 come oggi, il bilancio del Consiglio regionale si è attestato sull’1 per cento del bilancio generale della Regione. Da allora i consuntivi dell’Assemblea sono allineati sulla spesa di 75 milioni di euro – ha proseguito il presidente Bova -. Ma le spese sono sensibilmente diminuite. Siamo infatti riusciti a mantenere stabile il costo del Consiglio regionale, malgrado i notevoli oneri aggiuntivi che ci siamo dovuti sobbarcare: l’aumento del numero dei consiglieri; il processo, tutt’ora in corso, di attivazione di una serie di nuovi strumenti ed organismi istituzionali, quali la Consulta Statutaria, il Crel e il Consiglio delle Autonomie; il finanziamento, attraverso un sostanzioso taglio ai costi della politica, di stage biennali retribuiti per 500 laureati particolarmente meritevoli; l’accantonamento delle somme necessarie per l’entrata a regime dei 170 nuovi dipendenti che verranno assunti quest’anno attraverso un concorso super-trasparente. Malgrado tutto – ha concluso l’on. Bova - nel 2008 costeremo 72 milioni di euro, oltre ai 3 milioni per i superlaureati». 



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