13 gennaio 2009    

Terremoto, Bova: «Dalla tragedia alla speranza»


Con la pubblicazione di un libro e l’allestimento di una mostra video-fotografica,  a palazzo Tommaso Campanella, il Consiglio regionale della Calabria ha voluto ricordare il centenario dello sconvolgente sisma che, all’alba del 28 dicembre 1908, rase al suolo le città di Reggio e Messina, uccidendo centinaia di Il Presidente del Consiglio regionale Giuseppe Bovamigliaia di persone. Nella sala “Federica Monteleone” della sede dell’Assemblea legislativa calabrese si è consumato un momento significativo: il taglio del nastro della grande esposizione, che ha consentito di vedere materiale inedito e di notevole interesse culturale e storiografico. Si tratta di immagini d’epoca, fotografie, atti ed un documentario video che forniscono una testimonianza di straordinario valore sui catastrofici eventi naturali che quasi annichilirono le comunità delle due sponde dello Stretto.
Altro passaggio qualificante è il volume “Reggio 1908, dal disastro alla rinascita”, patrocinato dal Consiglio regionale ed il cui titolo dà il nome all’intera iniziativa. L’autore dell’opera è il prof. Agazio Trombetta, uno fra i più illustri storici della maggiore città calabrese. Con il libro, realizzato dalla casa editrice “AlfaGi”, s’intende proporre non soltanto un ricordo della drammaticità di quei giorni del dicembre di cento anni fa, ma soprattutto sottolineare l’operosità e il coraggio delle popolazioni locali.
“I semi della tragedia fecero germogliare l’audacia della speranza e la tenacia della ricostruzione- dichiara il presidente Bova-. D’altronde, i calabresi hanno imparato nei secoli a coltivare la determinazione ed il coraggio di contrapporre la vita alla morte, la rinascita alla distruzione, senza cadere nell’inganno dei riflessi e delle false illusioni ordite dalla Fata Morgana. Oggi le difficoltà della Calabria sono ben diverse. Ma è nostro compito impegnarci al massimo, ognuno per la parte di propria competenza, al fine di rimuovere gli ostacoli sia di ordine economico e sociale, sia legati alla pervasiva presenza della malapianta criminale, che impediscono il pieno sviluppo della nostra terra. Solo così potremo dire veramente di aver proseguito nell’opera di ricostruzione avviata cento anni fa da quelle comunità di reggini e di calabresi che dinanzi alla tragedia ed al cataclisma non si sono piegate e non hanno rinunciato”.

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