28 luglio 2005    

Commissione antimafia: “Un’inchiesta sulla sanità”







“In questa missione democratica di alto profilo e pregnanza sociale, la Commissione contro il fenomeno mafioso intende svolgere pienamente il proprio compito e le funzioni per la quale è stata istituita dall’Assemblea legislativa regionale, senza se e senza ma. Responsabilmente, ma soprattutto col coinvolgimento della società civile calabrese”.

Ha esordito con queste parole, il presidente della Commissione regionale controGIUSEPPE GUERRIERO la mafia, Pino Guerriero, indicando, nel corso dell’insediamento della Commissione, delle piste di lavoro ispirate alla salvaguardia del concetto di trasparenza amministrativa “in particolare modo nella sanità”. Guerriero ha   proposto: “Un’indagine serrata, meticolosa e in profondità nel mondo della sanità.  L’azione, del resto - ha chiarito - avrà anche il vantaggio di supportare l’iniziativa di innovazione e discontinuità con i metodi del passato che la Giunta regionale ha programmato d’intraprendere ”.  

“L’insediamento della Commissione regionale antimafia - ha spiegato il presidente  Guerrirero -  se, in un certo senso, suscita aspettative particolari nell’opinione pubblica, vista la quotidiana minaccia alla nostra democrazia regionale, dall’altra carica noi Legislatori regionali di compiti gravosi. E’ infatti pacifico che, purtroppo, nessuna prospettiva di sviluppo economico e sociale è possibile  se la mafia non sarà arginata”.

Dopo aver rivolto  un saluto particolare “alle forze che quotidianamente, nella nostra regione, sono impegnate nella lotta al crimine organizzato; a tutti i caduti per difendere le Istituzioni democratiche dall’inquietante e sempre più dirompente presenza della mafia; alla Procura Nazionale, alla Direzione nazionale, distrettuale ed investigativa antimafia, nonché alla Commissione parlamentare “, il presidente Guerriero ha sostenuto che “La  Commissione, io personalmente, l’Ufficio di Presidenza ed i membri tutti, valutiamo con estremo interesse e concordiamo sull’ipotesi di modifica statutaria affinché la lotta alla mafia sia, in una regione a democrazia debole come la nostra, centrale, fondamentale e indispensabile obiettivo per ogni politica e per ogni progetto di sviluppo economico e sociale.  In questo senso non crediamo sia rituale l’introduzione nello Statuto del concetto di ripudio della mafia, ma sostanziale e concreto”.

A proposito del concetto di trasparenza amministrativa, Guerriero ha sostenuto che “la trasparenza degli atti pubblici è  propedeutica per la realizzazione di una buona democrazia. Sappiamo che la sanità assorbe gran parte del bilancio regionale e che però i cittadini si  lamentano del funzionamento delle strutture sanitarie. A me pare un eccellente campo di lavoro per la Commissione riavviare, attraverso l’ascolto di chi nella sanità ha compiti direttivi e per i quali riceve laute indennità,  la penetrazione in uno dei settori più esposti a possibili infiltrazioni, corruttele o illeciti in senso lato, considerato che spesso le procedure utilizzate per la spesa non sono cristalline e che spesso la esternalizzazione dei servizi, gli appalti e quant’altro subiscono perturbazioni di cui noi, a mio avviso, in quanto legislatori regionali, dobbiamo avere completa e puntuale contezza. Noi dobbiamo mandare - ha puntualizzato il Presidente della Commissione regionale antimafia -  un messaggio chiaro soprattutto alla stragrande maggioranza degli operatori sanitari onesti e laboriosi: il rispetto del principio di legalità non soltanto è consigliabile per ovvi motivi ma è anche vincente, moderno ed europeo”.

Dopo l’introduzione del presidente Guerriero, nel corso dell’insediamento della Commissione regionale antimafia, è intervenuto il consigliere regionale Pietro  Giamborino (Margherita).

Riepilogando la vicenda che lo ha visto protagonista di cronache, “del tutto destituite del benché minimo fondamento” e dopo aver asserito il suo “pieno rispetto delle Istituzioni e la totale distanza da ogni fenomeno mafioso” nonché la sua “inequivocabile vocazione democratica, cattolica ed antimafiosa”, Giamborino ha sostenuto: “Sono disponibile ad autosospendermi dalla Commissione, se soltanto uno dei componenti ponesse  persino un problema di opportunità”. I componenti della Commissione, all’unanimità,  hanno espresso  “solidarietà personale ed umana  a Giamborino”. Il presidente Guerriero ha, in conclusione, “apprezzato il gesto del collega, che dimostra un grande senso delle Istituzioni. La Commissione, ha unanimemente solidarizzato con Giamborino, anche perché - ha aggiunto Guerriero - non è un tribunale e per ciò che ci concerne andrà avanti, a pieno titolo, nei propri lavori. Qualsiasi decisione di autosospensione apparterrebbe all’on. Giamborino”.    

Alla seduta d’insediamento hanno preso parte il vicepresidente ed il segretario della Commisione, rispettivamente        Dionisio  Gallo ed Antonio Acri  ed i  consiglieri Bruno  Censore, Demetrio Naccari Carlizzi, Pietro Giamborino,  Maurizio Feraudo, Giovanni Nucera, Luigi  Fedele e Alberto  Sarra.

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