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8 gennaio 2009
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Tentare di superare l’isolamento (di Michele Trematerra*)
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L’augurio di un buon 2009 coincide quest’anno, vista la condizione della regione e le scadenze che ci attendono, con l’augurio alla Calabria di riuscire a compiere le scelte che occorrono per rilanciare lo sviluppo e l’occupazione. In quest’ultima parte della legislatura regionale, la politica deve tentare di essere il più produttiva possibile e aiutare la Calabria a superare la condizione d’isolamento aggravatasi negli ultimi anni”. Noi del’Udc ribadiamo un importante concetto: la soluzione dei problemi calabresi, a un anno dal voto alla Regione, non è una questione esclusivamente di formule. Avvertiamo, come formazione politica, in questa particolare congiuntura, un vantaggio dovuto al fatto che, proprio vivendo l’Udc una condizione politica transitoria, possiamo forse meglio di altri guardare con maggiore attenzione alle questioni aperte che più interessano i calabresi. Se la politica smette di mettersi le mani davanti agli occhi, possiamo vedere che la Calabria, ultima in Europa per prodotto pro-capite e non in grado di garantire ai suoi giovani nessuna prospettiva, ha assolutamente bisogno che problemi così sentiti e di antica data siano affrontati con la determinazione necessaria e risolti. Se la crisi economica in atto produrrà scompensi nel Paese, in Calabria, se non si prenderà atto della sua condizione straordinariamente critica, produrrà molti danni. Dovrebbe essere a tutti chiaro, ormai, che di fronte a uno sviluppo neanche abbozzato, al lavoro che non c’è, alle gravi questioni dell’ambiente e della criminalità organizzata, le risposte per la Calabria non possono che essere straordinarie. Diciamocelo con schiettezza: nessuna forza politica da sola potrà mai affrontare, vista anche la difficoltà di comunicazione con i poteri pubblici e privati nazionali, il disastro calabrese. Pertanto, dopo aver visto i fallimenti collezionati dalle precedenti esperienze di governo regionale, nessuno può ragionevolmente pensare di affrontare un’altra legislatura regionale, senza prima avere individuato le soluzioni possibili per ridare ossigeno alle politiche per lo sviluppo. E’, infatti, del tutto evidente che le problematiche cui al momento il centrosinistra non è riuscito a dare risposta, esigono una rinnovata considerazione e una più compatta e forte azione politica di riforma. Ciò implica oltre a una piena consapevolezza dei problemi che ereditiamo, anche una valutazione politica che non si deve fermare alle formule che oggi conosciamo. L’Udc invita tutti a mettere al centro dell’impegno la Calabria, e quindi a partire dalle esigenze del territorio per determinare sia il programma che le alleanze. Occorre, senza perdere altro tempo, lavorare, nell’interesse della Calabria, su due traiettorie: la scelta dei migliori politici di cui oggi la Calabria dispone, che vogliano impegnarsi a restituire alla politica un primato che ha perduto, specie nella sanità, dove c’è da ricostruire non solo il bilancio ma l’intero sistema non più sostenibile; la stesura di un programma di dieci punti da realizzare nella prima parte della legislatura e attraverso cui restituire alla Calabria nel Paese dignità ed autorevolezza. L’auspicio è, ora che il tempo stringe, che si incomincino a fare le scelte coraggiose che sappiamo essere necessarie. Punto decisivo di ogni nuova impostazione dovrà senz’altro essere il merito, quale metro di raffronto per ogni politica economica, sociale e culturale. Lungo una prospettiva di questo tipo, l’Udc è disponibile a fare la sua parte e a favorire le soluzioni che servono alla Calabria ed ai calabresi. L’obiettivo, fin da subito, è iniziare a dare alle parole della politica un senso coincidente con le parole dei cittadini. Altrimenti, se la politica, ancora una volta, si chiude nella sua torre d’avorio, ubbidendo a schemi nazionali non sufficienti a comprendere le peculiarità della nostra realtà e senza ascoltare la voce dei calabresi, di sicuro il futuro della Calabria sarà pregiudicato.
* Presidente Gruppo Udc |
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