16 dicembre 2008    

Guerriero (Ps): «Calabria poco attenta verso gli immigrati»


“Proprio da una regione d’emigranti com’è stata la Calabria, ci si attenderebbe  un’attenzione speciale  verso gli immigrati.  Invece assistiamo al loro  abbandono e ci si accorge di questa umanità dolente  solo quanto le contraddizioni esplodono come nel caso di Rosarno”.Il consigliere regionale del Partito Socialista Giuseppe Guerriero

E’ l’opinione del consigliere regionale (Ps) Giuseppe Guerriero, componente l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, che aggiunge: “Duole constatare l’assenza grave dei servizi sociali della Calabria dinanzi a un fenomeno che, per la sua complessità, importanza e carica umana, esigerebbe un’attenzione straordinaria che, evidentemente, allo stato  è solo nelle parole”

“Eppure - sottolinea Guerriero -  il disagio degli immigrati che vivono in Calabria dovrebbe destare attenzione,  sia  per le indubbie  implicazioni umanitarie sia  perché il Sud continua ad ingoiare nei meandri oscuri della sua economia quote apprezzabili di lavoratori stranieri che sfuggono ad ogni controllo”.

Ancora Guerriero: “In una regione socialmente  debole come la nostra, proprio  l’assessorato ai Servizi sociali, di concerto con chi gestisce le politiche del lavoro e dell’immigrazione,  dovrebbe avere le antenne vigili e gli occhi spalancati, agendo preventivamente sul disagio e tentando, con l’aiuto delle rappresentanze sociali e delle associazioni di volontariato,  di incanalare i bisogni degli immigrati in spazi trasparenti e ben controllati. Invece ci si lamenta solo quando i fatti esplodono. Quando i fatti, nella loro crudezza, evidenziano la  distanza siderale che  vi è, specie nelle Istituzioni, tra il dire e il fare. Tra il dire di avere grande rispetto per chi, spinto dalla povertà, giunge persino nell’Italia del Sud e la capacità  di attrezzare una rete efficiente di risposte di primo livello per fronteggiare le esigenze degli immigrati che, come nel caso di  Rosarno e di tante altre realtà calabresi, seguitando ad essere degli  invisibili  per lo Stato e per le Istituzioni regionali”.

Conclude Guerriero: “Quanto accaduto a Rosarno non è eccezionale, perché in altre aree della regione i conflitti sono sottotraccia, perciò deve  indurci ad andare oltre la recriminazione e la promessa di impegno e smuovere le inerzie pubbliche  in questo campo  esposto alle infiltrazioni della criminalità. Sarebbe pertanto urgente conoscere da parte dell’assessorato ai Servizi sociali, magari nella prossima seduta del Consiglio regionale,  la mappa del fenomeno in Calabria, comprendere dove sono i punti di criticità, capire i bisogni e lo stato d’integrazione cui si è finora giunti. Proprio una visione riformista  della società deve spingerci a fare più attenzione agli ultimi, imparando dalle tante forme di volontariato che, per fortuna, sono presenti e spesso si sostituiscono eroicamente  all’intervento pubblico”


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