28 luglio 2005    

Prima seduta della Commissione “Riforme”




Con la nomina di un relatore per ognuna delle sei proposte di legge della Giunta regionale all’esame della quinta Commissione permanente “Riforme e decentramento”, l’organismo consiliare, presieduto da Salvatore Magarò (Sdi),On Salvatore Magarò ha chiuso i propri lavori. Lo stesso Magarò, nell’aggiornare la seduta (la prima della ottava legislatura) a data che verrà stabilita dall’Ufficio di Presidenza, ha accolto la necessità, lanciata dal consigliere Antonio Acri (Ds) - e richiamata più volte nel corso della discussione - “di una riflessione complessiva sullo Statuto e sulle modifiche per meglio definire una eventuale proposta complessiva”.
Al tempo stesso, il presidente  Magarò, si è offerto quale relatore della proposta di modifica statutaria della Giunta regionale che prevede nel primo comma dell’articolo uno “la formale ripulsa della mafia da parte della Regione” e nel secondo comma “l’istituzione della figura dei sottosegretari alla Presidenza della Giunta regionale, in numero non superiore a tre, che coadiuvano il Presidente nella funzione di indirizzo politico, con status giuridico ed economico equiparato a quello di assessore, eccetto il diritto di voto nella Giunta”.
La proposta, inserita al terzo punto all’ordine del giorno, dopo le comunicazioni del presidente e la programmazione generale dei lavori, era supportata dalla richiesta di priorità in base all’ex articolo 68 del regolamento interno. L’idea dell’opportunità di nominare un relatore del provvedimento della Giunta era stata avanzata dal consigliere Antonio Borrello (Popolari-Udeur). 
Sono stati diversi i contributi che hanno arricchito il terreno di discussione e di confronto: Acri, Borrello, Chieffallo, Nucera, Feraudo, Naccari, Vilasi, Occhiuto, Fedele, Giamborino e Pizzini.
Roberto Occhiuto (Udc), presentatore di due emendamenti alla proposta di Giunta, ha affermato “l’opportunità di stralciare dal progetto di legge la parte riguardante i sottosegretari, approvando, invece, tra le modifiche statutarie, solo il primo comma dell’articolo 1 che prevede il ripudio della mafia: “Sarebbe questa un’occasione- ha detto Occhiuto- per promuovere un grande dibattito in Consiglio regionale, incentrandolo sul rapporto tra istituzione e cultura della legalità”. Per Giamborino (Margherita) “è necessario creare una corsia preferenziale per mettere in condizione il presidente della Giunta di avvalersi di queste figure professionali che ricoprono settori strategici della Calabria”.  
La seduta d’insediamento è stata aperta dai saluti del presidente Magarò, che ha espresso “l’auspicio e la necessità di un confronto sinergico con tutti i commissari nel raggiungimento di determinazioni e di obiettivi rilevanti affinché la Regione possa essere protagonista di un processo costruttivo di riforma”.
Per il vice presidente, Antonio Pizzini (Fi), l’espressione ‘ripudio della mafia’, compresa nel primo comma dell’articolo uno, “è vacua e di effetto solo propagandistico, appartenendo alle coscienze e non alla legge il rifiuto di questa distorsione della società” “Nessuno può immaginare- ha aggiunto Pizzini- che esistano cittadini calabresi di ogni ceto, cultura e colore politico che non rifiutino le organizzazioni criminose, per cui una statuizione nella massima legge della Regione ha il solo effetto di dichiarare l’ovvio ed il superfluo. Per questo, mi sono fatto promotore di un emendamento in cui ‘la Regione ripudia la disoccupazione e le differenze di trattamento nei confronti di tutti i calabresi’, oppure, in subordine, a voler dichiarare valori e non necessità, ho proposto il seguente emendamento ‘La Regione si fonda sui valori cristiano dell’intera comunità calabrese’.
Riguardo, poi,  la nomina dei sottosegretari alla Presidenza, Pizzini, nel chiedere l’annullamento della proposta che modifica il comma 1 dell’articolo 34 dello Statuto, ha giudicato “la modifica paradossale”. “Delle due, l’una- ha spiegato l’esponente di centrodestra- o la nuova maggioranza politica della Regione ha trovato un ente dissestato, come molti proclami avvertono, e quindi i costi dei posti aggiuntivi di governo non possono essere sostenuti, o ciò non è vero, per cui in linea di principio l’enorme allargamento di posti di potere di prima fascia è possibile. Ritengo in proposito che nessun dissesto sia stato individuato, ma nel contempo che nessun allargamento sia possibile, in quanto non corrisponde agli interessi dei calabresi ma solo ad una spietata logica di lottizzazione dell’attuale maggioranza politica, che non ha mai avuto pari nel passato”.                

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