18 novembre 2008    

Pacenza (Pd): «Strutture, tecnologie e risorse umane per la 'nuova' sanità».


“Ritengo che il Consiglio regionale, nella sua interezza, pur senza annullare le ovvie differenze esistenti fra maggioranza e minoranza, sia in grado di svolgere una funzione positiva. La delicatezza della situazione è tale da poter comportare risvolti non soltanto in merito all’esito di una esperienza di governo, ma su quanto avverrà nei prossimi anni nella regione e ciò comporta la necessità dell’assunzione di una responsabilità collettiva. Inoltre, il fatto che la fase attuale sia condizionata tanto dallo svolgersi di un dibattito nazionale relativo a nuovi compiti dell’ente regione, quanto dall’imminenza di una consultazione elettorale, complica il dibattito politico.Il consigliere regionale del Pd Franco Pacenza
Quella odierna è sicuramente una discussione parziale – della quale, comunque, ringrazio il Presidente Loiero – che, comunque, comporta la possibilità per ognuno di dare un proprio contributo.
Le responsabilità vanno ricercate nei fatti compiuti nei decenni passati e il settore sanitario – uno dei primi ad essere posto sotto la responsabilità regionale – è stato per anni governato in base agli istituti della spesa storica e del ripiano. Proprio tale modo di procedere ha portato ad un deficit di programmazione ed alla mancanza di un’opera di governo del settore che non aveva regole equilibrate.
Per anni, l’approvazione di ogni legge finanziaria regionale è stata caratterizzata da un gran numero di articoli riferiti al settore sanitario, un modo di procedere, quello che difficilmente può definirsi attività di pianificazione. Oggi si è arrivati al dunque, di chiudere una vicenda e di aprire un nuovo capitolo, il consigliere Galati si è augurato che le attività dei governi nazionale e regionale non siano tali da sostituirsi alle competenze dell’Aula in quanto ciò si risolverebbe in una iattura quale quella registrata con l’attivazione dell’istituto del Commissariamento per i rifiuti.
Occorre, invece, mettere in moto un’idea di sistema sanitario e mi auguro, a tale proposito, che la discussione che si farà verta sui criteri e sulle regole da adottare al fine di fare un passo in avanti verso la costruzione di una sanità di qualità. L’attuale scenario è caratterizzato da alti tassi di ospedalizzazione, di ospedali pubblici e privati e di migrazione sanitaria che interessa sempre più anche patologie non gravi. Ciò  altro non è che una spia della crescita della sfiducia da parte dei cittadini verso il settore sanitario regionale. In questi anni sono state fatte alcune cose: l’istituzione della Stazione unica appaltante, l’approvazione della legge in merito all’accreditamento; se si troverà la forza e si avrà la capacità di governare il sistema, si avrà anche la possibilità di instaurare una dialettica positiva con il governo nazionale. A tale scopo, è necessario pensare ad un piano di rientro che si intrecci con la programmazione sanitaria ed andare al superamento di alcuni limiti, ripensando, ad esempio, ad un diverso tipo di rapporto fra la sanità e l’Università; occorre, avviare una grande stagione puntando sui tre importanti fattori della sanità: strutture; tecnologie e risorse umane, quindi, effettuare dei tagli non soltanto allo scopo di ridurre i costi ma per reinvestire in vista di un miglioramento dell’offerta, intraprendendo una strada che porti alla delineazione di un percorso da dare al sistema sanitario ed atto ad avviare una nuova stagione per la sanità calabrese”.

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