17 novembre 2008    

A Franco Abruzzo il Premio ''Vita da cronista'' 2008


Bella cerimonia lo scorso 8 novembre al Circolo della Stampa di Milano, in occasione della consegna del “Premio Guido Vergani 2008” ai cronisti, che si sono messi particolarmente  in luce. L’assegnazione dei premi - organizzati dall’Unione cronisti lombardi di cui è presidente Rosy Brandi - è stata fatta da una Giuria presieduta da Ferruccio De Bortoli, direttore de “Il Sole 24 Ore”.  La Giuria ha assegnato anche il riconoscimento  “Vita da cronista” a due veterani della professione, Franco Abruzzo, nato a Cosenza nel 1939 e giunto a Milano all'età di 23 anni, e Ettore Mo, con queste motivazioni:
Franco Abruzzo con il Cardinale Tettamanzi Arcivescovo di MilanoFRANCO ABRUZZO      
Le sue e-mail arrivano come un fiume in piena, a ogni ora del giorno e anche della notte, suscitando ora approvazioni ora arrabbiature, comunque, tenendo sempre caldi i motori del dibattito sul mondo del giornalismo. Che lo si voglia o no, le sue informazioni on line per i giornalisti lombardi sono un sollecito a non disinteressarsi di una professione bellissima eppure sempre più controversa. Ma Franco Abruzzo è stato soprattutto un cronista. In un'epoca in cui le notizie si trovavano scarpinando e senza l'incubo di violare la privacy di nessuno i suoi articoli erano costruiti con la stessa dovizia di particolari e lo stesso puntiglio che i colleghi più giovani hanno conosciuto attraverso la lunga presidenza dell'Ordine e poi con l'inesauribile vis polemica dei messaggi come "difensore civico dei giornalisti".
ETTORE MO
“caro Mo, lei sa tenere la penna in mano”, gli comunicò Piero Ottone dopo
aver letto alcuni suoi “raccontini”: Ettore Mo era appena sbarcato da una nave della marina mercantile britannica dove lavorava come steward. Prima era stato sguattero a Parigi, barista nelle Isole della Manica, bibliotecario ad Amburgo, insegnante di francese a Madrid, infermiere a Londra. L’ingresso nel giornalismo fu però meno avventuroso. “Per dieci anni ero il milite ignoto del Corriere della Sera: mi firmavano  pezzi raramente. Poi mi hanno buttato nell’acqua ... “. Era un mare in tempesta: la rivoluzione dei pasdaran di Khomeini, a Teheran. Ettore Mo ha girato il mondo, ovunque ci fosse una guerra, una catastrofe, una storia bella o brutta da raccontare.

Ha intervistato i grandi della Terra ma ha dato la voce anche ai piccoli, scrivendo indimenticabili pagine di cronaca densa di umanità. Un grande inviato, ma soprattutto, un cronista onesto, umile e con le scarpe rotte. Avvertenza: per sentirvi a vostro agio, quando si parla con lui è meglio chiedergli dove non è stato. Anche se domani potrebbe essere già in viaggio per andarci.

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