20 ottobre 2008    

Fortugno: l’esempio di un politico perbene (di Filippo Diano)


Sono già passati tre anni  dalla tragica scomparsa del Vicepresidente del Consiglio regionale, on. Franco Fortugno. Tre anni da quel 16 ottobre 2005, una data che contrassegna il barbaro attacco alla massima istituzione regionale, alla Calabria, all’Uomo Fortugno ed alla sua famiglia. Tre anni, per certi versi,Il Presidente Bova nell'Aula consiliare intitolata a Francesco Fortugno. convulsi, impegnativi per il Consiglio regionale, trovatosi, dopo quella morte inaspettata e feroce, sotto la lente di ingrandimento dei grandi mass media nazionali che hanno spesso, inopinatamente e con qualche superficialità, letto la vicenda politica regionale come una sorta di malaffare indistinto e generalizzato. Un vero e proprio torchio mediatico generalizzato che ha dato della Calabria un’immagine di regione irredimibile e persa per la democrazia. In questo efficace e negativo battage, anche la tragedia di Franco Fortugno sembrava scivolare, quasi decadere, e forse in maniera “incoraggiata” a livello di opinione pubblica, come uno dei tanti episodi che hanno coinvolto i soliti “politici meridionali”. Che non potesse essere così, però, lo chiarirono ben presto le indagini delle forze di polizia e della magistratura: Franco Fortugno cade sicuramente per mano mafiosa, anche se rimangono legittimi dubbi e lati oscuri sul complesso della vicenda. Il vice presidente del Consiglio regionale Francesco Fortugno, ucciso a Locri il 16 Ottobre 2005
Ai democratici ed alla brava gente della sua terra, Egli ha lasciato in eredità non solo la sua proverbiale bonomia. Franco Fortugno ha offerto anche la sua forte testimonianza di impegno politico per aiutare a cambiare le cose, soprattutto nel settore in cui operava, la sanità. I suoi modi tranquilli e riguardosi non ne offuscavano mai la passione civile e politica che lo portavano a ingaggiare battaglie con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita della gente comune, di quelle persone che spesso lo fermavano per strada ed alle quali mai negava parola, per riferirgli di sofferenze, privazioni o ingiustizie. Qualcosa è maturato da quel terribile pomeriggio a Palazzo Nieddu – dai ragazzi di Locri, alle forti prese di posizione della Curia vescovile – e la Calabria che sembrava ripiegarsi nell’oblio, ha invece trovato la forza di riprendere il proprio cammino, valorizzando i suoi migliori giovani, mettendo a loro disposizione opportunità concrete per incrementare ed affinare le loro conoscenze, per legarli a questa nostra terra affinché poi immettano nuova linfa di sapere nei circuiti dell’economia e della pubblica amministrazione. E la scommessa dei ‘voucher’ si iscrive dunque a pieno titolo nella risposta politica sollecitata dagli interrogativi della morte violenta del Vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, una sorta di rilancio contro la rassegnazione, l’immutabilità delle cose, una strada nuova su cui vogliamo invece muoverci tutti assieme, cittadini ed istituzioni, per smantellare il paradigma mafioso qualunquista e corruttivo.  

 segnala pagina ad un amico
 CHIUDI