18 settembre 2008    

Borrello (Misto): «Sulla scuola solo sofismi»


“Siamo giunti alle espressioni svolazzanti del tipo: prospettive sincroniche,  ossessioni comparative,  fallacie narrative.  Davvero qualcuno crede che l’azione del Governo  ai danni della scuola calabrese   potrà essere respinta cosi?   Invece di occuparci dei problemi della scuola  con la  concretezza che il caso richiede, la  pazienza necessaria  e il puntiglio giusto, siamo scivolati nella retorica”.
Il vice presidente del Consiglio regionale Antonio Borrello E’ quanto sostiene il vicepresidente del Consiglio regionale Antonio Borrello,  secondo cui “Le scuole calabresi chiedono, nella valutazione dell’ampio ventaglio di questioni sollevate, concretezza e azioni,  ma  l’assessore al ramo della Regione risponde con un mucchio di sofismi.  Insomma, il classico scaricabarile”.
“La gravità - aggiunge Borrello -  è che sotto il vestito non c’è  niente.    Mi riferisco  alle frasi scritte e pronunciate  dal Vicepresidente della Giunta che è anche, cosi almeno sembra, assessore alla Pubblica istruzione. Il quale, intervenendo  all’apertura dell’anno scolastico,  anziché fare il punto sui rischi di chiusura per moltissime scuole dei piccoli comuni, sulla deficitaria edilizia scolastica e, più in generale,   sull’assenza di relazione fra la scuola e il mondo del lavoro, proponendo   soluzioni, idee-forti e percorsi legislativi e amministrativi, si  è lanciato in  un’analisi prolissa per cui tutti sono responsabili e nessuno lo è”.
 Incalza Borrello: “Non si può essere osservatori distaccati  quando, da tempo, si occupano ruoli politici di primo piano, anche se l’ investitura viene dall’alto e non dal consenso elettorale. In questa funzione,  i Comuni le cui scuole sono a rischio, gli alunni e i genitori degli stessi, i professori compresi quelli di sostegno, pretendono, da chi rappresenta il Governo della Regione,  non auguri generici a fare bene,  ma indicazioni dettagliate su come sia possibile costruire una scuola migliore, dignitosa ed efficiente”.
Conclude il Vicepresidente del Consiglio: “ I calabresi non hanno bisogno di sentirsi dire ‘che  essere ultimi nella scuola  è peggio che essere ultimi per reddito’,  perché, se cosi fosse,  avremmo ridotto  un importante  incarico di  governo a un ruolo del tutto inconcludente”.

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