9 settembre 2008    

Presentato a Scilla ''Il grande inganno'' (di Luisa Lombardo)


La copertina del volume di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso“Questo libro nasce dalle domande che i ragazzi mi rivolgono nelle scuole”: è così che il magistrato Nicola Gratteri parla de “Il grande inganno”, il suo nuovo saggio sulla mafia pensato proprio per le giovani generazioni.
Presentato a Scilla, nella suggestiva cornice del Castello Ruffo, il volume edito da Pellegrini condensa i passaggi centrali di “Fratelli di Sangue” e raccoglie 15 testi di autori calabresi sul tema.
Nel proporre agevoli percorsi di lettura, l’opera si pone nel panorama di studi del settore, quale testo di riferimento e voce autorevole. Copiosa è, infatti, la letteratura fiorita intorno al tema dell’educazione alla legalità.
Firmato da Nicola Gratteri, sostituto procuratore presso la DDA di Reggio Calabria e da Antonio Nicaso, giornalista italo-canadese, il volume mira a costruire nei giovani una coscienza civile contro un fenomeno sempre più devastante sul piano economico, politico e culturale. Un fenomeno che altera i meccanismi di funzionamento dell’economia, minando le fondamenta della stessa convivenza civile. Antonio Nicaso, coautore, con il magistrato Nicola Gratteri del libro ''Il grande inganno''Nessuna democrazia, infatti, può reggersi, svilupparsi e crescere realmente sulla violenza generata dall’illegalità e dalla criminalità.
Per i due autori, allora, la parola d’ordine nel contrasto ai fenomeni criminali è educazione alla legalità. I ricorrenti episodi di bullismo e teppismo nelle scuole sono solo il campanello d’allarme di una società in difficoltà dove le regole vengono sempre più evase perchè non percepite nel loro intrinseco valore.
La lotta alla criminalità va dispiegata quindi in due direzioni: “si tratta, per un verso, di combattere la struttura criminale devastante della ‘ndrangheta’ con gli strumenti legali che una società democratica ha a disposizione, per altro verso di sottrarre ad essa i consensi”.
Per questa via, bisognerà coltivare in ognuno il senso di appartenenza alla comunità, rafforzando il ruolo e la credibilità delle Istituzioni. Solo così il cittadino continuerà a riconoscere nello Stato quel ruolo di supremazia e di autorevolezza da cui discende il rispetto delle regole poste e che è uno dei capisaldi della sovranità popolare.

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