29 luglio 2008    

Franklin Vircillo:«Impresa e iniziativa, fanno la differenza»


Onorevole Bova, Onorevole Loiero, membri degli enti governativi della Regione, dell’Italia ed europei, rappresentanti degli atenei calabresi, studenti, signori genitori, e cittadini della Calabria!

Desidero ringraziare il Presidente del Consiglio Regionale, l’On. Giuseppe Bova, ed il Presidente della Regione, l’On. Agazio Loiero, per avermi invitata ad intervenire alla cerimonia di premiazione che suggella e celebra i traguardi accademici raggiunti da questi studenti, insieme all’impegno prodotto dalla regione Calabria per alimentare il loro talento. Sono profondamente onorata di essere con voi oggi e sono anche consapevole delle responsabilità che mi sono assunta accettando di pronunciare questo  discorso. La prof.ssa Carmela Franklin Vircillo riceve una targa ricordo dal Presidente Giuseppe Bova
Mi congratulo con voi, giovani laureati, per questo importante traguardo, frutto di una combinazione di fattori che comprende, in primo luogo, la vostra intelligenza, il vostro impegno e lo zelo nel vostro studio, ma anche l’affetto ed il sostegno che le vostre famiglie ed i vostri amici vi hanno dato.
Oggi soprattutto voglio sottolineare quanto sia importante anche felicitarsi e ringraziare a vostro nome la comunità che vi ha aiutato ad arrivare qui: le vostre famiglie che hanno contribuito al vostro successo durante tutto il vostro percorso di vita sacrificandosi, non solo economicamente; i vostri insegnanti che vi hanno guidato nei vostri progressi intellettuali ed accademici e non solo nelle università qui rappresentate ma sin dall’inizio, da quel primissimo giorno in cui per la prima volta avete varcato la soglia della scuola elementare; voglio anche congratularmi e ringraziare a vostro nome le amministrazioni regionali e nazionali, e le comunità locali che hanno creato e sviluppato questo programma per inserirvi nel mondo del lavoro e per mettere il vostro talento al servizio della collettività di questo paese.
Oggi vi parlo non solo come studiosa ed insegnante della Columbia University - che è una prestigiosa università americana - e come direttore dell’Accademia Americana a Roma - la maggiore, la più ricca e la più importante accademia straniera presente sul territorio italiano, e certamente la massima istituzione culturale americana fuori dagli Stati Uniti - oggi dunque, in questo giorno in particolare, in questa settimana e da questo specifico luogo, vi parlo dalla vantaggiosa posizione di una donna la cui vita è stata segnata profondamente dal fatto di essere nata in Calabria, e di aver ricevuto qui la propria prima formazione. Anch’io sono una meridionale che “non ha accettato di sedersi sui posti in fondo all’autobus”, che ha osato aspirare e che ha ottenuto il successo - magari suscitando la sorpresa di un famoso politico italiano che di recente si è preso gioco di noi presso la stampa; e come calabrese ho avuto un successo notevole nella mia carriera: ho insegnato ad un’intera generazione di studenti fuori dalla mia regione d’origine, lavorando in alcuni dei college e delle università più esigenti e selettive degli Stati Uniti, e poi naturalmente nell’ambito italiano nel quale opera l’Accademia Americana.
Le chiassose dichiarazioni pregiudiziali espresse da un Ministro del Governo Italiano contro gli insegnanti meridionali, dichiarazioni che la scorsa settimana sono state pubblicate senza che il governo sentisse la necessità di condannarle, mi feriscono tanto quanto feriscono voi. È stato interessante per me notare che la stampa nazionale italiana abbia dedicato così tanto inchiostro all’insulto del Ministro nei confronti dell’inno nazionale e di ciò che rappresenta. Al contrario, molta meno attenzione è stata data all’offesa maggiore, ossia quella che si basa sul pregiudizio comune che considera i meridionali inferiori alle popolazioni del nord della penisola.
Il pregiudizio è un atteggiamento insidioso che denigra non solo coloro contro i quali è rivolto, ma che danneggia anche e forse di più coloro che si arrogano il diritto di esercitano, proprio perché ne svela l’ignoranza e l’irrazionalità. In contrasto con le affermazioni del ministro basate sulla sua ignoranza, permettetemi di dire sulla Calabria qualcosa fondata sulla mia stessa esperienza.
Un'altra immagine dell'Auditorium ''CalipariCosa hanno significato per me le mie prime esperienze di vita in Calabria? Mi hanno dato, come prima cosa, un senso di appartenenza ad una società che ha saputo rimanere stabile nonostante l’esperienza dell’emigrazione - una società solidamente radicata alla sua cultura antica, con un forte senso del dovere verso la famiglia e verso la comunità. In Calabria ho anche ricevuto una preparazione eccellente in alcune materie grazie al percorso didattico tradizionale permeato di contenuti umanistici, di studi di latino e greco, di letteratura e di storia, ed anche di matematica.
Forse la lezione più importante che ho imparato in Calabria è stata, per me che ero una ragazza con un grande desiderio di andare bene a scuola, la consapevolezza del valore del lavoro duro e della ricompensa che ne deriva.
Il limite maggiore della mia formazione nel meridione d’Italia è rappresentato dal fatto che il Sud non mi ha insegnato ad assumere rischi o ad essere intraprendente. Questo l’ho dovuto imparare in America, dove lo spirito individualistico, il senso di responsabilità piuttosto personale che collettivo e il desiderio di intraprendenza sono molto incoraggiati e considerati come ingredienti necessari per raggiungere il successo.
E la mia vita in Calabria, poi in America ed ora di nuovo a Roma mi porta oggi a suggerirvi che, proprio assumendovi queste nuove responsabilità, prenderete in considerazione gli elementi necessari per mettere a frutto tutto il vostro talento e le capacità di lavorare sodo, qualità per le quali siete ricompensati qui oggi, e che tuttavia non saranno sufficienti per avere successo nel mondo del lavoro. Il talento che viene tenuto nascosto sotto terra - come il singolo talento dato al servo nel Vangelo di Matteo -, al quale non è stata data la possibilità di crescere e di fruttificare è in definitiva sterile e non ha valore alcuno per la società. Il  talento investito invece ha la possibilità di moltiplicarsi. L’investimento comporta dei rischi e dunque la possibilità di fallimento: ma il fallimento non è una sconfitta ma piuttosto un evento dal quale imparare ad essere più tenaci e determinati per riuscire al secondo o al terzo tentativo.
L’iniziativa del Consiglio Regionale della Calabria di offrire questa opportunità è importante per molte ragioni, ma ne vorrei evidenziare in particolare due. La prima, perché riconosce i traguardi raggiunti solo in base al merito ed al duro lavoro, senza riferirsi ad altre circostanze. I 500 “superlaureati” calabresi, grazie all’iniziativa del Consiglio Regionale, avranno una chance per provare a restare nella loro terra, mettendo a profitto il proprio valore senza essere costretti ad emigrare. So bene che non si tratta di un intervento risolutivo, ma senz’altro rappresenta un’ azione concreta da parte della politica che davvero decide di investire sul futuro, tentando di arginare la cosiddetta fuga di cervelli, dei giovani, laureati col massimo dei voti.
L’iniziativa della Regione è importante anche perché rappresenta un’innovazione, una responsabilità assunta proprio con la volontà di investire su di voi, scommettendo che questo investimento porterà buoni frutti in futuro. Come fare perché questo avvenga? Solo facendo la vostra parte, impegnandovi in questa impresa: se lavorerete duro (e sappiamo che sapete farlo) e se eserciterete il vostro talento, la vostra immaginazione e la vostra creatività, migliorando voi stessi, la vostra posizione nella società, e - cosa ancora più importante -  migliorando le condizioni della vostra comunità. Impresa e iniziativa, e la volontà di assumersi rischi seguendo la pista meno battuta: sono queste le qualità che faranno la differenza tra una bella testa e una persona capace di “cambiare le cose”. Hanno fatto la differenza nell’Italia del passato, pensiamo al Rinascimento e all’impero romano, pensiamo al Risorgimento.
E penso anche oggi all’istituzione che ho l’onore di servire come direttore, la cui ambizione è quella di rappresentare il meglio della cultura umanistica americana e delle belle arti negli Stati Uniti. È un’istituzione che si basa esclusivamente sul riconoscimento del merito e sulla promessa di raggiungere traguardi sempre maggiori. Investe enormi risorse per dare la possibilità ai nostri borsisti di sviluppare i propri progetti creativi e di ricerca, attraverso il confronto diretto e la conversazione spirituale con i monumenti e con le risorse di Roma, sia quelle antiche sia le moderne.
Con la sua stessa storia, l’Accademia rappresenta lo spirito di intraprendenza e di investimento americano. Il suo fondatore, Charles Follen McKim, era ancora un giovane architetto quando decise con un gruppo di colleghi di fondare l’Accademia nel 1894 e di assumersi i rischi di un investimento considerevole tanto in termini finanziari quanto di energie intellettuali. In realtà era proprio una impresa rischiosa: erano Parigi e Londra, e non Roma, le città che sembravano essere legate ai grandi ideali americani di democrazia e uguaglianza. Ma Charles Follen McKim ed i fondatori dell’American Academy in Rome presero su di sé il rischio di affermare che le radici più profonde dei valori americani si trovano a Roma, e che il luogo più importante per la trasformazione dei giovani Americani è in Italia, quella del sud e quella del nord, la antica e la moderna, la passata e la presente: accettarono allora il rischio di costruire un’Accademia esclusivamente con fondi provenienti da donazioni di privati cittadini americani che hanno creduto che il modo migliore per migliorare il futuro fosse di investire nei giovani talenti. E per oltre un secolo l’Accademia Americana ha prosperato credendo in queste tre cose: il talento, il duro lavoro e la disponibilità ad assumersi dei rischi. Oggi la regione Calabria dà a voi questa stessa opportunità.
Mi rivolgo dunque a voi oggi, con questo mio insolito bagaglio che combina Calabria ed America, a voi che vi preparate ad accettare queste nuove responsabilità. Per rammentarvi che la vostra esperienza sarà determinata principalmente dalle vostre azioni, da ciò che vi portate dietro nello svolgere i vostri compiti, dall’impegno che mettete nel vostro approccio al lavoro, dalla vostra apertura mentale, dalla volontà di lavorare duro, dalla gioia con cui vi avvicinate al vostro lavoro e infine dalle amicizie che sarete inclini a coltivare. E magari vi divertirete pure!
Voi stessi vi renderete conto del valore di questa esperienza, non solo per voi direttamente ma per tutti coloro che lavoreranno con voi. Avete l’opportunità di rendere questi prossimi due anni alcuni tra i momenti più importanti della vostra vita.
E’ stato un onore per me avervi incontrato oggi ed è per me motivo d’orgoglio conoscervi. Spero davvero che avremo modo di incontrarci ancora negli anni a venire.
Grazie e buona fortuna! 

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