24 giugno 2008    

La proposta del dono (di Giuseppe Pennisi*)


Il Prof. Giuseppe Pennisi già Ordinario di Letteratura Latina all'Università ''La Sapeinza'' e ''Roma Tre''Antichissimo è l’uso di abbellire i Templi e le pubbliche Case con quadri esaltanti le meraviglie degli Dei, l’estasi dei Santi e le gesta degli eroi, che il desiderio dell’uomo di fermare in immagini i fatti, e i sogni e le illusioni, è uno dei momenti dell’Essere, nella differenza dalle pietre, e vita microbica e animale, alla coscienza. Il salto esistenziale (‘salto ontologico’, Giovanni Paolo Il) avvenne, quando l’uomo si staccò dagli altri viventi o – se crediamo nell’eternità del Dio delle creature o degli enti (Severino) - un altro esistente-uomo emerse nella trama del Tempo e dello Spazio, e cercò nella Luce un percorso di senso alla sua vita e lo trovò (e crede), in Dio o negli Spiriti Magni - emanazione di Dio? -. Così risplendettero i frontoni dei Naòi della Grecia e Magna Grecia, le pitture degli antichi Templi Italici, e gli affreschi delle alate Cattedrali, e i fatti, i miti e i riti, e le imprese, i sogni e i fantasmi vissero nuovamente nei figli, nelle gentes e nelle Nazioni, e rappresentarono e dissero nell’eternità dell’arte, nelle figure e nella poesia, la memoria dei padri.
I quadri La Fata Morgana di Maurizio Carnevali, San Francesco che attraversa lo Stretto di Messina di Andrea Valere, ‘Ncuddòmula cu cori di Stellario A. Baccellieri, strettamente uniti nel contesto storico, ideale e narrativo, vogliono essere un ‘trittico’ in tre Tempi d’un unico libro: il cammino della Calabria dai fantasmi della leggenda, al miracolo dei Santi, all’espressione della fede, dunque un tema evolutivo dall’immaginario-fantastico, all’ideale-mistico, al concreto-reale: ‘Dal mito alla Fede’. Collocati nel Palazzo del Consiglio Regionale, appartengono al popolo della Calabria, e a tutti. Il titolo del percorso, i contenuti, l’esecuzione artistica indicano la ricerca e l’interpretazione dei segni arcaici, dei mitologemi, delle testimonianze - mitistoriche, storiche e religiose della nostra antica Terra.

Il particolare del bastone di San Francesco da Paola nel dipinto di Andrea ValereIl ‘Trittico’, colmo di memorie, risonante di miti - ma il mito è ‘quel nulla ch’è il tutto’ (Pessoa): la Stella dormiente della Storia? - soffuso di mistica simbologia, traboccante d’ansia del divino è ‘La proposta dei dono’ del Consiglio ai Calabresi e al Mondo.
La sapienza coloristica della esecuzione, la Luce, la trasparenza, le mani, le masse, gli sfondi; la tensione, la passione, la grammatica dei segni - corrispondenti di parole [Lèvi-Strauss e Cadamer) -; la coerenza del progetto tematico, nella disposizione delle opere, nello svolgimento dei contenuti e nella dislocazione e snodo dei soggetti, vuol ricordare ai Calabresi il paradigma della loro Storia, il volto, l’anima, l’identità, I miti, i fatti e i riti, nella dialettica passato-presente e nei frammenti-segmenti e linee spezzettate e pur continue (Engels, Auerbach), sono i testimoni d’un percorso; le leggende, i miracoli, gli eventi visti (o intravisti), sono il vero dell’incidenza della Storia (Vico, Gramsci e Croce). La proposta vuol additare e suggerire al popolo, pur nella drammaticità del viaggio e le vicende dei secoli bui - di assoggettamento straniero e dominio e barbarie e martirio dell’homo peregrìnans (Sant’Agostino) -, la grandiosità delle sue origini, la generosità della sua, indole e a gentilezza dei suoi gesti, l’intensità d’amore della vita e di Dio, innata come il linguaggio (Chomsky in altro modo), la sete di Giustizia dei Calabresi d’ogni Tempo, l’amore del Bello, l’operosità. È una presentazione e ripresa verticale dei soggetti e degli eventi, che unisce la Calabria da Nord (il Santo) a Sud (la Madonna e la Fata), e orizzontale dei tini, nella connotazione e la continuità senza soluzioni della sua ascesa verso la Libertà con la coscienza e la Fede e la Democrazia. È la presenza d’un disegno, di Dio e degli uomini, contro ogni manifestazione di barbarie, violenza e stupidità - quella antica della caduta e rinascita e passione, e quella nuova e ingombrante, che da anni la agita e affatica e corrode e consuma -. È il messaggio. La Fata-Maga, nel suo abbraccio coinvolgente, che col vento del Nord abbatterà l’arroganza, la prepotenza e la violenza, per portare al Castello promesso della Pace; il Santo uomo di Fede, di miracoli, di Giustizia e di Gloria, che con la sua mano, sul suo manto guiderà i Calabresi verso i luoghi della Speranza; la Vergine Santa, il viso splendente e puro nel contorno dei due Santi e degli Angeli sullo sfondo del Mare con la folla degli uomini anelanti (i quali nei due epicentri narrativi ìssano sul collo la Vara, che riprende innovandolo il modulo della sacra rappresentazione), che condurrà tutta la Calabria sul suo azzurro manto di Luce verso la festa degli Esseri, sono il Trittico’.
Poetava Emily Dickinson che, quando il Creato (Creation’) è impotente ad aiutarci, ci è accanto la Preghiera. Ella non dubitava della immane forza dell’Amore, l’Amore senza timpani o lingue, che plasma e smuove e riplasma le Montagne (San Paolo). L’Amore legge del Mondo (Mancuso). Noi Calabresi, uomini dell’etica del Cuore e della Ragione delle Istituzioni, speriamo e crediamo nell’aiuto appassionato, nell’Amore dei tigli del Creato, nella vicinanza sublime della Preghiera e nella presenza incommensurabile del Creatore.


* Già Ordinario di Letteratura Latina presso l’Università “La Sapienza” e “Roma Tre”
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