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24 giugno 2008
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Dal Mito alla Fede (di Giuseppe Bova*)
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In principio era il caos. La vicenda legata alla realizzazione del palazzo che ospita il Consiglio regionale della Calabria, infatti, ha segnato per oltre vent’anni la storia recente della Regione. A testimonianza del senso di estraneità e di lontananza con cui “il Palazzo” era percepito dai cittadini, l’edificio fu subito ribattezzato “l’Astronave” e le caratteristiche architettoniche che lo contraddistinguono agevolarono il diffondersi di questo appellativo. “Il Palazzo”, per lungo tempo, sembrò ai calabresi un “non luogo”, uno spazio fuori dal contesto, distinto dalla comunità e distante dal territorio su cui si erge. L’obiettivo che ci siamo posti in questi anni è stato quindi di riportare “l’Astronave” sulla terra, di ristabilire un contatto tra “il Palazzo” ed i cittadini della Calabria. L’avvio di un coinvolgimento pieno della comunità è nato attraverso il percorso che ha condotto all’intitolazione dell’edificio, per come voluta dai calabresi, a Tommaso Campanella: un richiamo forte a una straordinaria personalità di questa terra che aveva un fortissimo senso di sé e che fu, per questo, uno dei protagonisti principali del circuito culturale del suo tempo. “Il Palazzo”, per questa via, è divenuto parte di un processo democratico che ha rappresentato l’espressione più autentica di una volontà manifestata dai calabresi. Oggi intendiamo porre un ulteriore e speriamo decisivo tassello atto a rafforzare ancora di più i legami - divenuti oramai più saldi e più profondi - tra l’Istituzione, che l’edificio incarna e proietta nel territorio, e la comunità calabrese tutta. Si collocano, infatti, all’interno del Palazzo tre dipinti, espressione di altrettante ispirazioni ideali: dal Mito della Fata Morgana, che lega a sé due terre bagnate dalla stesso mare — il mare di Scilla e Cariddi, il mare di Ulisse e della maga Circe - alla Fede, che si materializza nella figura di San Francesco di Paola, patrono della Calabria, e nella straordinaria devozione di un’intera comunità alla Madonna della Consolazione, trasfigurata nella fatica che segna i volti dei portatori della Vara. La comunità calabrese, le comuni radici cristiane che la fondano ed i valori che essa esprime, trovano così un posto fondamentale nel cuore dell’istituzione regionale, che diviene essa stessa custode e interprete di quel patrimonio culturale che nelle tre tele è rappresentato ed esaltato. Tutto questo ci consente cosi di proiettarci ancora più saldi nel tempo presente, rafforzando i legami che ci avvolgono e ci tengono assieme in un’unica comunità e, nel contempo, di rivolgerci alle giovani generazioni declinando al futuro un messaggio di fiducia e di speranza.
* Presidente Consiglio regionale Calabria |
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