24 giugno 2008    

Calabria tra Mito e Fede (di Luisa Lombardo)


Da agorà della politica a spazio d’arte e cultura, Palazzo Campanella apre le sue porte ai cittadini per un prestigioso evento di musica e pittura. Un particolare del dipinto di Carnevali sulla Fata Morgana
“Dal mito alla fede” - questo il titolo dell’iniziativa - richiama i tratti di una comunità le sue radici, le tradizioni intrise di leggenda, religiosità popolare e fiducia incondizionata nella Provvidenza. Ma accenna anche al percorso attraverso cui si è snodato l’evento del 20 giugno scorso, con la scopertura dei tre quadri che abbelliscono i saloni di rappresentanza della sede del Consiglio regionale: “La Fata Morgana” di Maurizio Carnevali, “San Francesco di Paola che attraversa lo Stretto” di Andrea Valere e “Ncuddamula cu cori”, di Stellario Baccellieri; i primi due sistemati nel salone dell’accoglienza del Palazzo; l’ultimo, nel ‘transatlantico’.
Giornata di festa, dunque, a Palazzo Campanella, alla presenza di autorità civili, militari e religiose. A suggello dell’iniziativa, un concerto di musica classica che ha visto protagonista, nell’auditorium “Nicola Calipari”, l’orchestra sinfonica del Conservatorio Cilea diretta dal Maestro Nino Sorgonà.  
Grande esibizione del violinista Giuliano Fontanella e dell’Orchestra (20 elementi in tutto fra docenti dell’Istituto ed allievi dei corsi superiori) che hanno eseguito “Le quattro stagioni” di Vivaldi per violino, archi e cembalo e due fuori programma, la colonna sonora de “La vita è bella” di Nicola Piovani e “Oblivion” di Astor Piazzolla.
E’ anche attraverso questi percorsi che i palazzi del potere aprono davvero le porte ai cittadini, divenendo momenti di sintesi della storia e della cultura locale.
Prima identificato, anche per le sue linee architettoniche, con l’appellativo di Astronave,  “per lungo tempo - ha detto il presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Bova - il Palazzo sembrò ai calabresi, un ‘non luogo’, uno spazio  fuori dal contesto, distinto dalla comunità e distante dal territorio su cui si erge”.
E’ l’avvio del coinvolgimento della comunità  nella scelta dell’intitolazione da dare al Palazzo – dice il presidente del Consiglio -  a segnare una stagione nuova. “Oggi, ha proseguito Giuseppe Bova – intendiamo porre un ulteriore e speriamo decisivo tassello atto a rafforzare i legami – divenuti oramai più saldi e più profondi - tra l’Istituzione, che l’edificio incarna e proietta nel territorio e la comunità calabrese tutta”.
Foto ricordo del Presidente Bova con il Gruppo dei Portatori della VaraE’ stata affidata al professor Giuseppe Pennisi, già ordinario di Letteratura Latina alle Università “La Sapienza” e “Roma Tre”, la prolusione dell’iniziativa dedicata alla cultura nel quadro di un comune impegno.  
Pennisi ha richiamato “l’antico uso di rendere belli i Templi e le pubbliche case perché le gesta dei padri potessero continuare a vivere nei figli. Noi qui, oggi, – ha detto – rappresentiamo coloro che ci hanno preceduto nella loro grandezza”.
E non sono mancati momenti di colore con i portatori della Vara che, alla scopertura del quadro di Baccellieri, hanno gridato “Oggi e sempre: Viva Maria”, l’inno che scandisce le ‘stazioni’ della processione con i fedeli che portano a spalla il dipinto della Madonna della Consolazione, un rito, questo, che si ripete ininterrottamente dal 1636. Una tela, (quella firmata dal ‘pittore del Caffè Greco’ di Via Condotti), capace di rappresentare quella straordinaria forza di braccia che sospinge la Sacra Effige verso la Basilica dell’Eremo con sullo sfondo gli impareggiabili colori dello Stretto al tramonto, ma anche tutta la tensione spirituale di un’intera città verso la sua protettrice.

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