7 aprile 2008    

Confermata la fiducia dei cittadini europei nella politica di coesione (di Luisa Lombardo)


Qual è la percezione della politica regionale europea nei cittadini dell’Unione?
Alla domanda ha cercato di rispondere una recente indagine di Eurobarometro che ha toccato i 27 Stati membri, nell’ambito della consultazione pubblica avviata dal commissario responsabile per la politica regionale, Danuta Hubner. L'Assemblea del Parlamento europeo
Legati dalla bandiera con la corona a stelle dorate simbolo di solidarietà ed armonia tra i popoli d’Europa, i cittadini dell’Unione si esprimono positivamente sull’azione della politica regionale europea.
Se più di un terzo del Bilancio europeo è destinato alla politica regionale, ‘istruzione’, ‘salute’, ‘infrastrutture sociali’ e ‘tutela dell’ambiente’ sono i settori nei quali gli europei vorrebbero concentrare gli investimenti Ue. Il sostegno – secondo loro - dovrebbe rivolgersi soprattutto ai comparti della formazione professionale e delle piccole imprese. Diffusa anche l’idea di una politica regionale sempre più ambiziosa che affronti con decisione le nuove sfide del nostro tempo come i mutamenti climatici, gli effetti della globalizzazione e il cambiamento demografico. Proprio in queste direzioni bisognerà attrezzarsi per rispondere alle aspettative più sentite. Ma, la parola d’ordine resta “maggiore trasparenza”. Per la Commissione, “gli Stati membri devono continuare ad informare meglio i cittadini sull'esistenza delle migliaia di progetti finanziati di cui essi beneficiano grazie all'investimento europeo. La regolamentazione comunitaria sui Fondi per il periodo 2007-2013, per la prima volta,  fa obbligo, agli Stati membri di pubblicare l'insieme delle liste di progetti cofinanziati dall'Unione, gli importi ricevuti e i beneficiari”.
Ma vediamo più nel dettaglio, l’esito dello studio. Nel complesso, i cittadini dell’Unione, sono  consapevoli dei vantaggi procurati dalla politica regionale nella loro città o nella loro regione. Questa consapevolezza è maggiore nei 12 nuovi Stati membri (60%) rispetto ai vecchi Paesi dell’Unione (47%).
Il grado di sensibilizzazione dei cittadini Ue rispetto alla politica regionale, è maggiore in Slovenia (66%), Lituania (65%), Austria (64%) e Irlanda (64%), mentre appare poco elevato in Bulgaria (35%), Cipro (35%) e Paesi Bassi (30%).
La Germania, la Francia e il Regno Unito si situano al di sotto della media comunitaria.
Tra gli intervistati, solo una persona su cinque ha risposto che “la politica regionale non reca vantaggi alla sua regione”. Sempre secondo la ricerca, gli euroscettici sugli effetti della politica di coesione, sono per lo più cittadini francesi, olandesi, bulgari e sloveni.
La Lituania e l’Irlanda “sono invece esempi di Paesi i cui cittadini riconoscono quasi all’unanimità l’impatto positivo del sostegno europeo”.
Sul fronte della solidarietà verso i Paesi più arretrati, i cittadini dell’Unione ritengono che “si debba continuare a sostenere le regioni più povere d'Europa per aiutarle a rimontare il loro ritardo. Resta comunque necessaria un’azione di sostegno verso l'insieme delle regioni d'Europa”.
Giudizi lusinghieri arrivano poi sul metodo di gestione dei Fondi fondato principio del ‘partenariato’ con l’82% degli europei che plaudono al coinvolgimento della società civile nella selezione dei progetti, e cioè a quella ‘governance’ "a più livelli" che è all'origine della politica di coesione.
 

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