7 aprile 2008    

La relazione sulla legge del vice presidente Borrello


La proposta all'esame dell'Assemblea, è la sintesi unificante di 3 progetti di legge sulla riorganizzazione turistica calabrese presentati rispettivamente dalla Giunta regionale, dal sottoscritto e dal Gruppo DS; di contro la lodevole iniziativa del collega Acri di accorpare in un testo unico l'intera legislazione vigente su diversi settori, a partire dal turismo non può trovare accoglimento in questa sede in quanto riferita, per ciò che attiene al riordino turistico, ad alcune leggi di cui si prevede l'abrogazione.Il Consiglio regionale nel corso di una riunione
Il lavoro ha privilegiato l'esigenza di raggruppare in un solo testo idee e proposte che, seppur diversamente articolate, presentano omogeneità negli obiettivi da perseguire nel convincimento che, nel complesso scenario economico della Regione, il comparto turistico, assumendo rilievo di primaria importanza, necessitasse di un impianto legislativo in grado di modernizzare una legislazione antiquata, quasi mai efficace, oggi ormai inidonea a supportare strategicamente un settore da innovare profondamente.
La vecchia filosofia della legge 28 marzo 1985, n. 13 secondo la quale tutti e 409 comuni della Calabria erano da considerare a vocazione turistica ha impedito, nei fatti, una politica che privilegiasse le eccellenze attraverso un'azione integrata in grado di far diventare protagonisti gli attori locali , dalle istituzioni al sistema delle imprese, alle forze sociali dentro un quadro di seria ed incisiva programmazione regionale.
Il sistema turistico calabrese sin qui è vissuto prevalentemente sulla intraprendenza degli imprenditori privati, sulla lungimiranza degli stessi e sulla tenacia nel voler perseguire l'obiettivo di un prodotto turistico di qualità. Siamo da tempo di fronte ad un settore che, essendo il risultato terminale di complessi processi economico-culturali, privilegia l'elemento di aggregazione tra soggetti pubblici e privati quale espressione diretta di un'azione capace di coniugare la valorizzazione del territorio con la capacità di gestione e di promozione. Da qui la necessità della riorganizzazione del comparto "turismo" secondo un modello moderno, agile, snello, in stretta coesistenza e collaborazione tra pubblico e privato, mettendo in rete, a sistema, tutti gli attori della filiera pur mantenendo il coordinamento regionale delle attività strategiche quali la programmazione triennale, la promozione delle risorse, l'analisi dei mercati, il supporto tecnico operativo nelle strategie di marketing, la realizzazione di campagne di comunicazione, la promozione commerciale del prodotto turistico.
Obiettivi che passano attraverso la organizzazione del Sistema Turistico Locale quale strumento indispensabile per una programmazione partecipata in funzione del potenziamento della competitività turistica di aree, frutto della interazione sinergica tra le risorse turistiche primarie (culturali, ambientali, artificiali), le infrastrutture che ne garantiscono la fruibilità e il sistema delle imprese che erogano servizi di interesse turistico. Solo attraverso una seria programmazione degli interventi più funzionali al superamento delle disfunzioni del sistema è possibile realizzare la valorizzazione delle vocazioni territoriali.
Il modello organizzativo proposto concretizza sostanzialmente due aspetti fondamentali:
1) l'esaltazione della dimensione territoriale dell'offerta turistica;
2) l'integrazione della responsabilità tra le diverse componenti del sistema non solo in sede di elaborazione progettuale, ma anche in sede gestionale.Una spiaggia calabrese
E' evidente che per coniugare al meglio le complesse attività è indispensabile la individuazione del profilo giuridico da attribuire ai Sistemi Turistici Locali (STL), che viene rassegnato alle decisioni del livello locale.
Si coglie, così, l’opportunità di ridisegnare la mappa del territorio turistico partendo dal concetto di prodotto che non può non assumere a riferimento aree caratterizzate da preesistenze consolidate che mirano ad assurgere al rango di ambiti elettivi.
Il Capo I (articoli 1 e 2) definisce principi,finalità e funzioni, riconoscendo il ruolo strategico del settore e assicurando sostegno alle diverse tipologie e forme, da quello balneare a quello montano, e ciò al fine di incidere profondamente sulla destagionalizzazione delle attività
Il Capo Il (articoli 3-15) si occupa della programmazione di competenza regionale che a partire dal Piano di sviluppo a valenza almeno triennale, basato essenzialmente sui piani proposti dai Sistemi Turistici Locali (STL), contenente il potenziamento di servizi e infrastrutture, le previsioni complessive di spesa, i criteri di riparto tra i Sistemi Turistici Locali (STL) chiamati, a loro volta, ad assicurare il cofinanziamento anche rispetto alle spese di funzionamento.
I Sistemi Turistici Locali in possesso di particolari requisiti, da individuarsi con atto regolamentare da parte della Giunta regionale, possono fregiarsi mediante concessione d'uso, del marchio regionale di qualità, di proprietà della Regione, che si istituisce con l'articolo 10, denominato "Turismo che vuoi, Calabria che trovi" quale strumento premiale in presenza di reti di servizi pubblici e privati omogenei, coordinati, complementari e non sovrapponibili. L'esigenza di assicurare, oltre che il raccordo e il monitoraggio delle attività dei Sistemi Turistici Locali (STL), un organico ed efficace coordinamento delle iniziative finalizzate alla valorizzazione e funzionalità del sistema, in uno con la partecipazione dei diversi apparati istituzionali alla programmazione regionale, è compito del "Comitato Istituzionale" per le politiche turistiche, presieduto dall'Assessore regionale al ramo, dagli omologhi provinciali e delle Città capoluogo, dai Presidenti degli Enti Parco, dall'Associazione degli Industriali, adeguatamente supportato dal Sistema informativo. Scopo fondamentale della "Carta dei diritti del Turista" è mettere a conoscenza i principali diritti di chi sceglie la Calabria quale meta della propria vacanza mettendo a disposizione un valido strumento dì informazione a tutela dei propri interessi in caso di disservizi, carenze o omissioni nelle prestazioni dei vari servizi, oltre che di conoscenza delle norme nazionali e regionali di settore.
LAnche la montagna rappresenta per la Calabria un settore di forte richiamo turistico'articolo 15 istituzionalizza la tipologia dell'Albergo Diffuso che nel panorama turistico si sta affermando in maniera significativa, trattandosi di struttura localizzata nei centri storici che viene incontro a due esigenze importanti: una, quella di soddisfare la domanda di chi è interessato a soggiornare in un contesto urbano di pregio, l'altra quella di riqualificare un patrimonio edilizio a rilevante valenza storico-culturale.
Il Capo III (articoli 16-19) è dedicato alla programmazione provinciale che assume particolare significato non solo perché si decentrano competenze e funzioni, ma anche perché si attribuisce la pianificazione e la gestione di una serie di attività di primaria importanza che vanno dalla informazione, all'accoglienza e all'assistenza al turista.
Compiti esercitati attraverso gli Uffici di Informazione (IAT), le Pro-Loco, perni fondamentali di un'azione promozionale e gestionale capace dì rivitalizzare strumenti importanti che sin qui non hanno espresso per intero le loro potenzialità.
Il Capo IV (articoli 20-33) rivisita e amplifica l'attività delle Agenzie di Viaggio, che subiscono un'articolazione più impegnativa nei confronti dell'utenza attraverso la individuazione di regole più stringenti in funzione di servizi da erogare con efficienza e puntualità.
Il capo V (articoli 34-41) disciplina la categoria delle professioni turistiche soggette alla regolamentazione provinciale in ordine agli esami di abilitazione, alle tariffe da applicare, ai corsi di aggiornamento e riqualificazione, alla sospensione e revoca delle licenze di esercizio, alle sanzioni pecuniarie per violazione delle norme. Un quadro sistematico, quindi, in grado di far funzionare l'organizzazione pubblica, in accordo e sintonia con le Autonomie Locali e il sistema delle imprese di settore.
Sono abrogate, infine, diverse leggi non più attuali o, comunque, superate dalla presente proposta.

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