25 marzo 2008    

Pizzini (Fi): «Arssa. Si stava meglio prima».-


“Le recenti vicende dell’ARSSA mi fanno venire in mente la desolante vecchia domanda ‘si stava meglio quando si stava peggio?’ L’Arssa, già Esac, già Opera Sila, è stato un ente che ha cambiato il destino e l’arretratezza dell’agricoltura calabrese, valorizzando terre incolte ed attribuendo a tantissimi agricoltori almeno l’indispensabile per vivere senza bisogno di emigrare. Il consigliere regionale di Forza Italia Antonio PizziniHa potenziato le colture agricole e valorizzato, attraverso i Centri di ricerca e sperimentazione, i nostri prodotti. Poi, si è abbattuta la scure irrazionale del centrosinistra, che ha posto in liquidazione l’Arssa, ottenendo fino ad oggi il solo risultato di aver messo in libera uscita i suoi dipendenti, che non sanno ancora dove e come devono transitare presso altri enti e se potranno incassare un giorno il proprio TFS. Per il momento, entro appena nel merito della delibera di Giunta n. 159 del 21 febbraio scorso, con la quale si prende atto che, in parole povere, il Commissario liquidatore non solo non ha fatto granché ma che è necessario affidare molti incarichi esterni professionalizzati poiché all’interno non c’è nessuno in grado di portare avanti la liquidazione dell’ente.

Ci dobbiamo quindi attendere, probabilmente sotto le prossime elezioni, che vengano disposti in tempi brevi ben remunerati nuovi incarichi. La cosa più grave è che il Commissario liquidatore non ha fino ad oggi nemmeno avviato le necessarie e preliminari concertazioni con le Province ed i Comuni, e tanto meno lo ha fatto con le OO.SS. per quanto riguarda l’esodo incentivato del personale. Ha stabilito autonomamente che l’esodo termina nel 2010, mentre il personale, sia di ruolo che precario, non ne conosce i termini concreti, tanto è che la Segreteria CGIL-FP ha predisposto un documento con il quale chiede innanzi tutto la revoca della delibera 159. Non parliamo inoltre dei contenziosi in atto del personale e dei beni immobili di proprietà, per l’interminabile elenco mai affrontato seriamente fino ad oggi. Il mandato commissariale scade peraltro nel prossimo mese di giugno, mentre colui che è preposto a tale funzione si trastulla in inequivocabili inerzie. Tutto si poteva immaginare, tranne che una gloriosa istituzione quale l’Arssa venisse così brutalmente trattata”.

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