6 marzo 2008    

8 Marzo. Lanucara (Comm.P.O.):«Il bilancio sulle politiche femminili resta negativo»


“L’8 marzo arriva anche quest’anno, con la sua carica di attenzione ed interesse verso il pianeta femminile. Eppure - dopo anni di battaglie e rivendicazioni per i diritti delle donne –  le statistiche a tutt’oggi, offrono dati poco confortanti quanto attestano che, ogni minuto, una donna muore per gravidanza e parto, in tutto, 500 mila ogni anno. Ed ancora, ogni minuto, 20 donne restano gravemente menomate o disabili per le complicanze legate alla gravidanza e al parto. Ancora più sconvolgente poi è constatare che la prima causa di morte, nel mondo come in Europa, sono, ancor prima delle neoplasie, le percosse inflitte dai maschi. Dati, questi, che l’8 marzo riporta ancora con più forza all’attenzione di tutti. Per quello che ci riguarda, l’obiettivo che come donne calabresi dobbiamo raggiungere, così come prevede l’agenda di Lisbona, è di abbattere la disoccupazione femminile, la più alta d’Europa, innalzando la soglia occupazionale al 70%, entro il 2010. Le donne del Mezzogiorno non s’iscrivono più alle liste di collocamento, indice inequivocabile del grado di sfiducia che nutrono verso lo Stato. Una riunione della Commissione regionale per le Pari OpportunitàPer queste ragioni, fin dal suo insediamento, la Commissione di parità ha incentrato la sua attività politico-isituzionale, in sinergia tra maggioranza e minoranza, sulla disoccupazione endemica, la carenza di servizi, la volontà di soppiantare quella cultura neutra maschile secondo cui la cultura di un genere può prevaricare l’altra. La strategia adottata dalla Commissione è quella di un confronto costruttivo con le Istituzioni. A tutt’oggi, stiamo lavorando nella direzione di rendere operativo nel suo insieme il Piano straordinario per l’occupazione femminile, nel più breve tempo possibile, anche attraverso l’impiego dei fondi europei. Un piano che – lo ricordiamo – ha ricevuto unanimità di consensi in Italia come in Europa e che prevede una ricaduta occupazionale di oltre 4.000 posti di lavoro, frutto dell’iniziativa imprenditoriale femminile. Per questo, abbiamo sollecitato l’assessore alla programmazione comunitaria Maiolo affinché venga data una risposta amministrativa al Piano. Le donne sono il capitale umano per realizzare l’auspicata competitività del Mezzogiorno e rappresentano lo strumento per realizzare l’uguaglianza attraverso la valorizzazione delle risorse umane. Questo è l’impegno prioritario della Commissione che sta lavorando ad un tavolo regionale per la conciliazione dei tempi di lavoro degli uomini e delle donne. A questo tavolo bisognerà portare le doglianze e le esigenze ancora insoddisfatte delle donne: la mancata realizzazione di asili nido e di micronidi aziendali, previsti dalla finanziaria. 
Ma la Commissione si è mossa anche in altre direzioni: abbiamo inviato all’Assessore regionale alla Sanità, Vincenzo Spaziante, una richiesta d’incontro per conoscere le condizioni di accoglienza, di privacy e dei servizi offerti alle donne nei reparti ospedalieri di ginecologia ed ostetricia, e nei consultori. Attendiamo il riscontro. Ci siamo rivolti anche al Presidente della terza Commissione, Pietro Giamborino per entrare nel merito di argomenti, secondo noi, ancora scarsamente attenzionati, come la medicina di genere per la prevenzione delle malattie: dunque, attuazione  in tutte le sue parti della legge 194, endometriosi, statistica sanitaria di genere, papilloma virus, farmaco RU486 in tutti gli ospedali.
Perché, l’8 marzo non resti solo una giornata dedicata ad un confronto tra donne sulle tematiche del loro genere ma si realizzi pienamente l’auspicata rivoluzione culturale che renda finalmente giustizia alle donne, occorre ribadire che la pari dignità non appartiene ad un unico genere. Fondamentale, è lo sforzo chiesto alla politica su questo piano come verso i temi della disponibilità dell’acqua per correggere la cattiva distribuzione attraverso l’attivazione di una task force. Infine, la Commissione auspica per le donne immigrate la costruzione di un’anagrafe sociale, di un albo nel quale le stesse possano iscriversi e che tuteli i loro diritti. Il messaggio alle donne giovani è un messaggio di sorellanza indispensabile come quello di fratellanza contenuto nell’inno nazionale: vogliamo collaborare con le giovani donne ben consapevoli che da sole e con la loro breve esperienza, non potranno affermare i diritti in un mondo di cultura neutra maschile”.

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