5 marzo 2008    

Lanucara (Comm. P.O.): «Sosteniamo l'accesso delle donne nelle Istituzioni»


“In occasione delle prossime elezioni, la Commissione pari opportunità del Consiglio regionale della Calabria rivolge un pressanteLa presidente della Commissione regionale per le Pari opportunità Antonia Lanucara invito ai Partiti politici affinché rimuovano le rigidità che ostacolano, o comunque rendono difficile, l’accesso delle donne nelle Istituzioni". Così la presidente della Commissione regionale per le Pari Opportunità, Antonia Lanucara che auspica che "nelle liste vengano inserite, in postazione adeguata, sia le donne che, seppur mai incluse nei vari livelli istituzionali, si sono comunque spese senza alcun risparmio nel sociale, nel sindacato, nella vita civile, in una battaglia di cuore e di mente alimentata soltanto dalla passione politica, sia quelle donne che già da diverse legislature hanno rappresentato concretamente le esigenze della vita reale, combattendo a favore della legalità e dell’etica, senza cedere a compromessi e dunque a sostegno della qualità della vita.
Le donne - continua Antonia Lanucara - non chiedono una divisione di poteri, chiedono condivisione di responsabilità: e stavolta, di responsabilità pubbliche, non più soltanto private.
Le donne non sono una minoranza da tutelare: costituiscono una maggioranza da valorizzare, per rendere compiuto il processo democratico.
Le donne avvertono forte l’urgenza di una riforma politica, culturale, con cui si possa affermare il punto di vista di genere. E di questa riforma - conclude la presidente della Commissione regionale per le Pari Opportunità - i partiti devono essere convinti assertori, se sono espressione della volontà generale. Se il dato di genere continuerà a risultare ancora assente dall’universo politico, la disaffezione delle donne nei riguardi della politica aumenterà: Per dirla con Hans Kelsen, ‘a lungo andare, chi è condannato a non esercitare nessuna influenza, ovvero a non sentirsi rappresentato, rinuncerà a partecipare alla formazione della volontà generale, togliendo alla maggioranza, con ciò, il suo carattere stesso di maggioranza’.
Ciò, se accadesse, ridurrebbe drammaticamente il valore democratico di ogni azione politica. E tale evento, in questa delicatissima fase storica, è tutt’altro che auspicabile".

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