5 marzo 2008    

Cosa hanno detto maggioranza ed opposizione


"La nostra uscita dalla maggioranza coincide solo temporalmente con le vicende giudiziarie poiché il nostro è un giudizio squisitamente politico ed è esteso all'operato dell'intera maggioranza". Lo ha detto il capogruppo del Prc nel Consiglio regionale, Damiano Guagliardi, aprendo il dibattito sul futuro della legislatura. "In Calabria - ha aggiunto Guagliardi - sta avvenendo uno Il capogruppo regionale di Rifondazione Comunista Damiano Guagliardiscontro di potere di cui non si intravedono perfettamente i contorni: da una parte il vecchio sistema di potere, anche massonico, insediatosi nella pubblica amministrazione, nella magistratura e nella sanità, e dall'altro, i poteri emergenti nuovi, con la mafia che tenta di entrare in politica Il consigliere regionale del Gruppo Misto Sergio Abramodirettamente, ed il segmento di politica che tenta di gestire le ingenti risorse comunitarie. In questa democrazia malata, quale quella calabrese, l'unico presidio che può difendere la Calabria è la piena legittimazione del Consiglio regionale. Per questo siamo contro lo scioglimento del Consiglio regionale, che potrebbe trasformarsi in un salto nel buio. Chiediamo però l'assunzione di alcuni provvedimenti importanti: chi diventa consigliere regionale, per esempio, e mantiene interessi diretti in attività private o concessionarie della Regione deve dichiararsi incompatibile con la carica; definire, infine, lo stato del presidenzialismo, essendo questo un aborto istituzionale, e quindi, varare una legge elettorale più rappresentativa delle istanze politiche e dei cittadini e meno legata alle sorti della figura presidenziale". Sergio Abramo, del gruppo Misto, ha detto che "l'opposizione non è mai intervenuta in Consiglio sulle vicende giudiziarie. Capisco lo stato di smarrimento del presidente Loiero, ma questo non può farci tacere sul fatto che questa maggioranza non abbia mai prodotto un piano di sviluppo per questa regione, malgrado le ampie disponibilità sempre offerte dalla minoranza sui temi fondamentali della Calabria. Questa seduta è fatta solo di belle parole che non porteranno a nulla". Francesco Galati, del Nuovo Psi, ha reclamato le dimissioni del presidente della Giunta regionale "non per ragioni giudiziarie, ma per il mancato sviluppo e per il lavoro che non c'é. Se davvero vuole dare un senso al suo messaggio - ha detto Galati - il presidente Loiero, con le sue dimissioni, consenta alla Calabria di aprire una pagina nuova".Il capogruppo del Nuovo Psi Francesco Galati
"La proposta di Minniti é una risposta al dilemma che lo stesso presidente Loiero ha posto stasera al dibattito del Consiglio regionale: proseguire o meno questa esperienza". E' quanto ha detto il capogruppo del PD, Nicola Adamo intervenendo al dibattito sul futuro della legislatura. "La proposta che il Partito Democratico avanza allo stesso presidente della Regione, ai gruppi consiliari di maggioranza ed anche a quelli di opposizione - ha aggiunto Adamo - è un atto di responsabilità e di distensione. Responsabilità, perché è una indicazione alternativa a quanti, per ragioni strumentali o di propaganda politica avrebbero voluto l'immediato scioglimento del Consiglio regionale. Infatti, sarebbe una vera e propria avventura se oggi si dovesse interrompere traumaticamente la legislatura senza creare le premesse per una condizione di normalità democratica nella nostra regione. Si sarebbe potuto determinare un vuoto che potrebbe essere riempito dal prevalere delle forze peggiori che operano nella palude della illegalità in una società sempre più fragile e dipendente". Per Adamo "indicare il tempo di un anno, e quindi la scadenza di votare nel 2009, consente di portare a compimento riforme strutturali che Il capogruppo regionale PD Nicola Adamopotranno permettere a qualsiasi governo scelto dai calabresi, sia di destra che di sinistra, di lavorare in una condizione di più efficace agibilità democratica e di proseguire nel solco di un nuovo inizio della storia del regionalismo calabrese. Il tempo di affrontare le emergenze prioritarie (sanità, rifiuti, programmazione comunitaria, gestione appalti) e quelle istituzionali (Statuto, legge elettorale, codice etico per le candidature) è ragionevole e consente di sciogliere nodi strutturali di una crisi di gravi dimensioni che investe prima di tutto il sistema istituzionale calabrese". "Il dibattito che è seguito alla proposta di Minniti - ha proseguito il capogruppo del PD - ha avuto per questo il merito di dinamizzare il confronto politico-istituzionale e tirarlo fuori dalle secche della ritualità e della sterile propaganda. Mettiamo, dunque, questa proposta a disposizione delle forze del Consiglio regionale e di tutte le forze sociali e democratiche perché non si abbassi la tensione politica e culturale al fine di fronteggiare la crisi calabrese anche con una maggiore consapevolezza e presa di coscienza generalizzate. Finora, anche da questa Aula, siamo andati avanti nella routine e nella ordinarietà. Bisogna guardare in faccia quella realtà che via via è venuta emergendo dal giorno dopo del delitto Fortugno". "Il tema di un 'Consiglio regionale di indagati' che si agita come argomento di permanente delegittimazione istituzionale - ha sostenuto Adamo - è divenuto, malgrado il riconoscimento della autonomia della iniziava della magistratura, o l'approvazione di un rigoroso codice etico, prevalente sui temi della responsabilità istituzionale rispetto alle questioni dello sviluppo, della crescita e della democrazia calabrese. Insomma, sarebbe stato sbagliato se Loiero e tutti noi avessimo continuato come se nulla fosse. Grazie alla proposta del Pd, già da stasera nel dibattito in corso in questa Aula, registriamo significative novità politiche a cominciare dal fatto che le stesse forze di opposizione hanno abbandonato la linea propagandistica del tanto peggio tanto meglio. Ora si passi ad una coerente azione amministrativa e legislativa. In fondo, la vera sfida che sottintende la proposta di Minniti è quella di mettere al centro della nostra azione gli interessi generali di una Calabria che vuole cambiare e riprendere fiducia".
Domenico Tallini Il consigliere regionale Udeur Domenico Tallini(Udeur), nel suo intervento, ha "espresso la sua solidarietà umana e politica al consigliere Pasquale Tripodi", ed ha criticato le dichiarazioni successive al suo arresto del presidente Loiero e di Mastella. "Pur apprezzando l'onestà dell'intervento del Presidente della Giunta - ha aggiunto Tallini - devo dire che Loiero è stato incapace di arginare la burocrazia che rappresenta il vero dramma per la regione ed altrettanto incapace di difendere nelle sedi opportune l'Istituzione dagli attacchi dei mass media". Secondo Tallini, inoltre, "le richieste di scioglimento del Consiglio porterebbero, se accolte, a conseguenze disastrose". Il consigliere dell'Udeur ha espresso, comunque, la sua fiducia a Loiero, dicendosi "certo che, attraverso uno scatto di orgoglio, continuerà a lavorare nell'interesse dell'intera Il vice presidente del Consiglio regionale Antonio Borrelloregione". Il vicepresidente del Consiglio regionale, Antonio Borrello, ha detto che "abbiamo la responsabilità di rappresentare la Calabria che pulsa e che ha sostanza, sangue e odori, volti reali e fatica, insoddisfazione e anche soddisfazione per ciò che fa. E' in atto il tentativo, artificiale ed antidemocratico, di costruire una immagine della Calabria posticcia, fasulla, preda di un giustizialismo truculento e premoderno, strumentalizzata da poteri occulti o palesi, governata dalla demagogia dell'antipolitica, che intenderebbe sovrapporsi alla Calabria reale e quindi alle sua istituzioni democratiche. Abbiamo dignità a sufficienza per essere culturalmente e intellettualmente ben al di sopra delle mistificazioni e dell'ironia a buon mercato di chi ritiene che il motore che spinge i nostri sentimenti sia quello di una meschina e squallida conservazione del posto. Siamo invece convinti - ha concluso Borrello - che questo Consiglio regionale possiede la capacità, l'intelligenza e l'autorevolezza per adempiere al compito affidato". Secondo Francesco Talarico, dell'Udc, "il consiglio regionale di oggi assume un significato fondamentale per la continuazione della legislatura, che non può e non deve esaurirsi nella ritualità delle posizioni di facciata. Ogni forza politica di maggioranza e di opposizione deve parlare il linguaggio della chiarezza, e assumersi fino in fondo le proprie responsabilità, nell'esercizio delle funzioni istituzionali e di Il consigliere regionale Udc Francesco Talaricorappresentanza, che esercitiamo ricordo a tutti su mandato del popolo calabrese. Non si può, però, analizzare in maniera efficace l'attuale condizione regionale senza aver evidenziato i limiti dell'azione di governo dell'attuale Giunta regionale e le responsabilità della maggioranza che 1'ha sostenuta. Un'azione di governo, alla quale i calabresi avevano affidato le loro aspirazioni di cambiamento, dando un forte mandato popolare. Ma nel corso della legislatura non è mai riuscita a concretizzarsi l'ansia di svolta e di cambiamento dei cittadini calabresi". Talarico ha parlato di "liti, divisioni e lotte interne al centrosinistra che hanno rallentato e in alcuni casi bloccato la Calabria". Talarico, inoltre, si è detto "dispiaciuto di non aver trovato disponibilità nei nostri partner dell'opposizione, per raggiungere le firme minime necessarie alla presentazione di una mozione di sfiducia alla Giunta regionale. Non si può negare, infatti, che, mai come in questa legislatura, l'istituzione regionale è stata esposta ad un pericoloso deficit di credibilità e di prestigio a causa di una serie di vicende giudiziarie. Una questione morale, sempre più rilevante che investe la politica e, più direttamente, la massima Assemblea regionale". "Per quanto riguarda l'Udc - ha detto ancora Talarico - non abbiamo mai strumentalizzato queste vicende. Siamo stati in maniera convinta garantisti, e non ad intermittenza, sia dalla maggioranza che dall'opposizione. Se al governo ci fosse stato il centro destra, non so se sarebbe stata la stessa cosa. Se abbiamo chiesto lo scioglimento del consiglio e il ritorno alle urne lo abbiamo fatto esclusivamente per incapacità amministrative. Abbiamo grande fiducia nella magistratura e nelle forze dell'ordine e diciamo che non ci deve essere un'area protetta per la politica. In Calabria, proprio per la grave realtà fotografata dall'Antimafia, servono comportamenti responsabili e determinati da parte di tutti, nessuno escluso, in primo luogo da parte della politica che deve costruire concrete occasioni di sviluppo ed occupazione piuttosto che distinguersi, così come è avvenuto negli ultimi anni, nel fare a gara di chi è più contro la mafia".

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