6 febbraio 2008    

Pizzini (Fi):«Dibattito sulla sanità fuori tempo massimo»


“Si aspettava l’Apocalisse per degnare il Consiglio regionale di un dibattito sulla sanità, e Apocalisse è stata. Esordisce così il consigliere regionale di Forza Italia Antonio Pizzini, dopo il dibattito sulla sanità svoltosi in Consiglio regionale.
"Finalmente il dibattito è approdato in Consiglio, dopo una incredibile ed ingiustificata attesa di svariati mesi. Il vero problema è come si è arrivati, cioè allo stremo delle forze e nella più tragica delle situazioni. Non sono bastate le feroci critiche alle Linee guida del Piano sanitario, non sono serviti a niente i ripetuti decessi di giovani vittime in ospedali calabresi, niente ha scalfito un cambio di Assessore alla Salute. Men che meno c’è stato un sussulto per la nomina del Prefetto Achille Serra a supervisore della sanità in Calabria, e nessun ritegno nel soprassedere la volta scorsa al dibattito in Consiglio che, quasi miracolosamente, era stato fissato. Il dibattito di conseguenza è stato affrontato in Aula con l’acqua alla gola, con i problemi ormai gravissimi ed allo stato comatoso, con il tintinnio delle manette dietro l’angolo. Il sentimento prevalente è stato lo sbigottimento, nel pensare che i problemi della Calabria la maggioranza di centrosinistra li comincia ad affrontare, in un democratico confronto, solo quando è già troppo tardi, come nel caso della sanità.
Solo fuori tempo massimo - commenta Pizzini  - esce allo scoperto questa maggioranza, ed eccezionalmente, ma non poteva farne a meno, è venuta a raccontare che le cose non vanno molto bene. Il Piano Sanitario Regionale è stato per lungo tempo come l’araba fenice, che appariva e scompariva, di cui spuntavano all’improvviso strategie e numeri che venivano smentiti o rettificati il giorno dopo. Oggi si è discusso sulla disfatta della sanità in Calabria, sull’annientamento di ogni plausibile credibilità organizzativa, sul resoconto di una tragedia collettiva che investe in prevalenza i meno abbienti e gli anziani. Ho chiesto se i morti degli ultimi tempi di giovani vittime, mai accaduto con tale ripetitività e gravità da due anni a questa parte in Calabria, hanno qualche collegamento plausibile con una gestione politica che alla base di tutto ha posto l’incertezza, il rinvio e la forsennata idea di voler cambiare tutto? Il PSR è ancora a tutt’oggi in una fase embrionale, tutto ancora da discutere e molto probabilmente tutto da modificare. Ciò nonostante, a seguito dell’approvazione della norma solitaria relativa all’accorpamento a livello provinciale delle preesistenti ASL, sono stati nominati i Direttori generali delle APS. Il consigliere regionale di Forza Italia Antonio Pizzini
Si è nella sostanza agito come al solito all’inverso, nominando prontamente i Direttori generali, in questo sì campioni di velocità ed efficienza, e non le nuove norme e le direffive in materia sanitaria, alle quali i neo- nominati dovrebbero attenersi per attuare quella decantata nuova fase nella sanità calabrese che, invece, ad oggi è solo un libro dei sogni, per non parlare che questa nuova fase da qualche tempo è percorsa e funestata da incredibili decessi in alcuni ospedali calabresi.
Ho osservato prioritariamente che nessuna giusta valorizzazione è attribuita alle classi mediche e paramediche calabresi, che costituiscono le travi portanti, e di diffusa qualità, del comparto sanitario.
Come non ricordare, per esempio, l’inconcepibile mancata previsione di istituzione di posti di Dirigente nelle professioni sanitarie nelle dotazioni organiche delle ASL, quando la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Magna Grecia di Catanzaro ha avviato già da tempo i relativi corsi, di cui i primi già conclusi, costringendo migliaia di giovani calabresi appena laureati ad emigrare.
Quanto detto è stato oggetto nel corso del 2006 di una mia apposita interrogazione, alla quale puntualmente non è stata data risposta. Ho ricordato inoltre la chiusura dimostrata nei confronti dei lavoratori medici e paramedici delle realtà private del mondo profit e non profit, che corrono il serio pericolo di perdere il proprio posto di lavoro per i ritardi e le omissioni di codesta maggioranza.
Ed ancora, ho criticato l’incredibile esclusione dell’INRCA di Cosenza dalle strutture organizzative del Servizio Sanitario regionale solo perché si vorrebbe accentrare tutto a Catanzaro, nelle mani dell’Azienda Ospedaliera Mater Domini e dell’Università.

Ho rincarato la dose con un altro esempio, circa l’irragionevole declassamento dell’ospedale di Lungro, che, per la posizione baricentrica rispetto all’entroterra dell’alto Jonio dei molti Comuni di etnia albanese, ha svolto anch’esso un inimitabile ed insostituibile ruolo di assistenza e cura sanitaria in quel comprensorio.
Infine - conclude Pizzini - ma non perché sia il minore dei problemi, ho sollevato ancora una volta l’incongruo declassamento dell’ospedale di Paola, che da decenni è un punto di riferimento sanitario insostituibile per tutto il Tirreno cosentino”.

 segnala pagina ad un amico
 CHIUDI