24 gennaio 2008    

«Il grande inganno», nuovo libro sulla 'ndrangheta edito da Pellegrini (di Luisa Lombardo)


La copertina del libro «Il grande inganno» di Nicola Gratteri e Antonio NicasoNella corposa letteratura fiorita intorno al tema dell’educazione alla legalità, un approccio nuovo e originale è proposto ne ‘Il grande inganno. I falsi valori della ‘ndrangheta’, (l’ultimo libro edito da Luigi Pellegrini), di Nicola Gratteri, sostituto procuratore presso la DDA di Reggio Calabria e Antonio Nicaso, giornalista italo-canadese e studioso delle organizzazioni criminali.
Con il preciso obiettivo di costruire nei giovani una coscienza civile contro un fenomeno sempre più devastante sul piano economico, politico e culturale che mina alle basi la stessa convivenza civile, il progetto, offre interessanti percorsi didattici curati da Michele Borrelli (ordinario di Pedagogia Generale presso l’Università della Calabria).Una formula studiata per far acquisire agli studenti competenze ermeneutiche sull’organizzazione della ‘ndrangheta’ ma anche capacità critiche rispetto alle interpretazioni che offrono gli stessi autori dei testi selezionati.
Se le forze e le energie dispiegate dalle Istituzioni preposte a difesa dell’ordine pubblico e della convivenza civile sono ingenti, è opinione condivisa che oggi, la battaglia per l’affermazione della legalità ‘si combatta’, soprattutto sul fronte della prevenzione. E cioè “vivendo la democrazia quotidianamente dentro le Istituzioni e fuori da esse, non solo verbalmente ma come atteggiamento quotidiano di ogni persona che si oppone e combatte le forme di illegalità e criminalità che distruggono le fondamenta del vivere democratico”. Perché educazione alla legalità significa, prima di tutto, osservanza delle più elementari regole di convivenza civile: rispettare la fila, rinunciare alle squallide furbizie che danneggiano gli altri, in una espressione , tenere lontana quella ‘cultura’ della sopraffazione che spesso ha come vittima il più debole.
Per queste ragioni - nell’introduzione al volume, in cui s’intrecciano sapientemente  la componente saggistica e quella documentaria - gli autori sottolineano che la priorità è fronteggiare il fenomeno mafioso “come modus vivendi e cioè come pratica di evasione delle più elementari regole di convivenza”. I ricorrenti episodi di bullismo e teppismo nelle scuole sono solo il campanello d’allarme di una società in difficoltà dove “le regole vengono sempre più percepite dai giovani, e non solo da loro, in maniera sempre più labile, con la conseguenza di un costante indebolimento dei confini tra legalità e illegalità”.
Parte dalla strage di Duisburg, l’ultimo gravissimo fatto di sangue firmato dalla ‘ndrangheta’ che ha portato tristemente la Calabria sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo, il lavoro dei due autori. L’impostazione metodologica prescelta da Nicola Gratteri e Antonio Nicaso è, infatti, quella di partire dai casi di cronaca sulla ‘ndrangheta’ per compiere poi un percorso di ricostruzione del fenomeno, analizzando struttura, storia, substrato ideologico e culturale.
Strumento di lettura del fenomeno criminale ‘made in Calabria’ ma con ramificazioni capillari in tutto il mondo, il libro che è anche una rigorosa ricerca scientifica, testimonia, dati alla mano, come la ‘ndrangheta’ sia ormai diventata una holding internazionale con un circuito d’affari da capogiro che continua ad allungare i suoi tentacoli su nuovi settori fonti di arricchimento. Traffico di droga, appalti pubblici truccati e compartecipazione in imprese, sono i settori chiave delle fortune del malaffare, seguiti solo, in ordine di grandezza da estorsioni ed usura, armi e prostituzione, per un giro d’affari complessivo di ben 35.700 solo nel 2004.
Come spiega nell’introduzione Michele Borrelli, i volumi ‘Fratelli di sangue’, ‘Senza Onore’, e ‘Il grande inganno. I falsi valori della ‘ndrangheta’ propongono interessanti percorsi di riflessione e di analisi con l’obiettivo di cogliere il fenomeno criminalità organizzata nella sua complessità.
Il propagarsi della criminalità mette a dura prova il funzionamento della democrazia come insieme di regole condivise e accettate. Nessuna democrazia, infatti, può reggersi, svilupparsi e crescere realmente sulla violenza generata dall’illegalità e dalla criminalità. La lotta alla criminalità va dispiegata quindi in due direzioni: “si tratta, per un verso, di combattere la struttura criminale devastante della ‘ndrangheta’ con gli strumenti legali che una società democratica ha a disposizione, per altro verso di sottrarre ad essa i consensi”. Per questa via, bisognerà coltivare in ognuno il senso di appartenenza alla comunità, rafforzando il ruolo e la credibilità delle Istituzioni. Solo così il cittadino continuerà a riconoscere nello Stato quel ruolo di supremazia e di autorevolezza da cui discende il rispetto delle regole poste e che è uno dei capisaldi della sovranità popolare.
 

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