24 gennaio 2008    

Borrello (Pop.-Udeur):«Urgente un modello strategico nella sanità calabrese»


“Che la sanità nella provincia di Vibo Valentia  sia diventata, dopo quanto è accaduto,  l’emblema della  malasanità italiana  non meraviglia. Cosi come  non  sorprende l’ inchiesta sull’ospedale vibonese del Corriere della Sera a firma di Gian Antonio Stella”.
E’ quanto sostiene Antonio Borrello (Udeur) vicepresidente del Consiglio regionale, che spiega: “Chi da  anni denuncia  inefficienze, superficialità e scarsa trasparenza in relazione ai servizi erogati, all’affidamento di incarichi e cambi di qualifica al di fuori di regole minime, sa che il quadro tratteggiato è reale e la situazione al limite del disastro. Sorprende, invece,  la presa di posizione di quei primari che invocano a gran voce la chiusura dell’ospedale di Vibo quale  soluzione per  un problema che  per troppo tempo hanno, coscienti o meno,  sottaciuto. Non è, a mio avviso, con i proclami da cui non sortisce mai nulla di concreto o con la spugna gettata all’improvviso, che si volta pagina e si  risolvono i problemi”.Il vice presidente del Consiglio regionale Antonio Borrello
 Ad avviso di Borrello: “E’ vero che la struttura vibonese  presenta notevoli criticità, ma è davvero difficile credere che l’assistenza sanitaria pubblica è deficitaria solo per cause legate alla sua  struttura. Chi ha vissuto esperienze dirette o indirette nella sanità,  sa bene che l’umiltà, la disponibilità, la sensibilità verso i bisogni dell’ammalato non sono grasso che cola nell’ambiente ospedaliero, mentre spesso  l’appiattimento verso il management di turno annulla ogni spirito di sacrificio e mette il merito all’ultimo posto. Spesso si è preferito guardare, e non solo da parte della politica,  al sistema sanitario come al terreno su cui costruire rapide carriere e vantaggi contrattuali. Su questo punto, però, io credo che non sia stato fatto ancora nulla di importante. Ed è questo, come tutti sappiamo,  il punto più doloroso del sistema che il centrosinistra, dopo l’era Chiaravalloti, aveva promesso di aggredire”.
 Dopo l’analisi, la proposta del Vicepresidente del Consiglio: “Al nuovo Direttore Generale, ma senza alcuno spirito di polemica, si  chiede di avere il coraggio di ripartire da zero, per iniziare a ricondurre a normalità il variegato mosaico sanitario. A lui, in particolare, perché la malasanità vibonese è, e sarà,  il banco di prova per la seconda fase della legislatura regionale. O si cambia o si capitola miseramente.  Pertanto, al nuovo Direttore  si chiede:
l’ azzeramento di tutti gli incarichi ( dopo averli resi pubblici) assegnati senza criteri minimi di trasparenza, e per i quali  il possesso dei requisiti e la meritocrazia quasi mai sono  prevalsi sulle appartenenze;
lo sradicamento, senza mezze misure, di  quanti, negli anni, sono riusciti ad imboscarsi modificando il profilo professionale;
un’operazione trasparenza su tutti i fronti, finanziari e organizzativi,  e una    cesura con la politica e la sua parte peggiore che, anche quando urla ai drammi sanitari è pronta a chiedere posti di comando e di potere”.
Conclude Borrello: “Spetta naturalmente  alla politica  disegnare, con urgenza, un modello strategico nella sanità che, a partire dalla pianificazione delle emergenze vibonesi, sia in grado di fornire gli  strumenti più idonei  per una incisiva e libera azione riformatrice che veda,  nei fatti, al primo posto l’esigenza di un’assistenza che finalmente  s’incammina sulla via della  normalità”.

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