30 novembre 2007    

Cresce la domanda di ascolto e di interazione dei cittadini con le Assemblee regionali (di Luisa Lombardo)


Il Consiglio e i cittadini è il titolo del rapporto 2007 sulla Comunicazione dei Consigli regionali e delle Province Autonome.
Presentata al COMPA di Bologna, l’indagine è stata curata dal Consiglio della provincia autonoma di Trento, d’intesa con la Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle province autonome.
Alla redazione del documento hanno anche collaborato - rispondendo al questionario - i dirigenti e i funzionari di tutti Consigli regionali.
Strumento di lettura dei risultati della comunicazione e delle nuove frontiere tecnologiche, la pregevole ricerca rappresenta la base conoscitiva per elaborare nuovi modelli e prassi virtuose. Palazzo Chigi a Roma, sede della Conferenza Stato-Regioni
Un dato è certo: per i Consigli, “comunicare con il cittadino non è né facile né scontato”. Sulle pubbliche amministrazioni - costrette a misurarsi con un mercato fortemente competitivo dove esistono “prodotti” spesso più appetibili di quanto non siano i contenuti dell’azione dei Consigli, pesa anche la mannaia di un clima di generale sfiducia, quella crisi di credibilità che coinvolge oggi la dimensione pubblica nel suo complesso.
Ma quanto e come le Assemblee informano e comunicano con i cittadini? “Indubbiamente negli ultimi anni – è scritto nella relazione - si registra una crescita sia quantitativa che qualitativa della capacità comunicativa dei Consigli. Recentemente, anche a seguito delle modifiche elettorali e della forma di governo, queste istituzioni, intese come luogo di confronto e di rappresentazione degli interessi della società e dell’economia, hanno scontato, all’interno di un rinnovato contesto istituzionale che privilegia le esigenze di governo e di amministrazione, una caduta di interesse presso l’opinione pubblica. Per questo motivo, le Assemblee hanno percepito l’esigenza di dare maggiore visibilità alla propria funzione istituzionale, quale luogo di rafforzamento della democrazia territoriale”.
Dalle cifre, emerge comunque uno scarso livello di conoscenza delle comunità rispetto alle istituzioni regionali, al loro operare, al loro funzionamento, ed alle opportunità che le stesse offrono ai cittadini.  Ai primi posti, tra gli obiettivi della comunicazione dei Consigli, abbiamo la trasparenza con 8,3 punti, seguita dalla visibilità (7,6). Poi, via via, scendendo di grado, troviamo le seguenti voci: ‘trasmettere conoscenze’, ‘partecipazione’ e ‘legittimazione’.
Cresce rispetto al 2002, il valore attribuito all’obiettivo ‘ascoltare i cittadini, come un deciso aumento registra anche il dato della pianificazione.
La compresenza di più unità organizzative con referenti diversi può infatti portare ad una dannosa sovrapposizione dei  ruoli e dei compiti in assenza di una pianificazione delle attività e del loro coordinamento. Per evitare la frammentazione e le incongruenze tra i diversi messaggi, sempre più frequentemente si ricorre allo strumento della ‘cabina di regia’, il giusto canale per evitare la settorialità delle iniziative e conseguire sul campo migliori risultati. In alcuni Consigli, peraltro, la nascita di nuove strutture o la riorganizzazione di quelle preesistenti “risponde all’esigenza di esercitare nuovi compiti, oppure di innovare le modalità consolidate del fare comunicazione: è il caso del portavoce dell’opposizione che fa capo alle minoranze consiliari, del settore comunicazione che coordina tutte le attività di comunicazione”.
Una riunione del Consiglio regionale della Calabria a Palazzo CampanellaAltro dato di immediata evidenza è che la comunicazione dei Consigli è sempre più multicanale. Ecco gli strumenti di comunicazione più usati: in cima alla graduatoria: Conferenze stampa, comunicati stampa, presenze tv (con ben 22 punti), pari merito il sito web del Consiglio seguito da  ‘Proprie testate’ con 18 punti, Newsletter (11), dirette televisive dei lavori consiliari (10), Testate giornalistiche on line (9), Proprie trasmissioni televisive e informazioni URP, (7), e poi, Televideo, Servizi redazionali televisivi, proprie trasmissioni radio, e, infine, il notiziario telefonico.
In tutti i Consigli si rileva un uso intenso dei “nuovi” strumenti di comunicazione, risultato di un favorevole orientamento all’utilizzo dell’innovazione tecnologica nei processi di interazione con l’esterno. Tutti i Consigli hanno un proprio sito web (erano 19 nel 2002). Metà dei Consigli realizza notiziari on line, 11 Consigli producono news-letter che veicolano anche attraverso la rete, in 9 Consigli sono edite delle vere e proprie testate giornalistiche on line. Tutte attività queste ritenute altamente efficaci.
Fra le altre iniziative di relazione e contatto con il pubblico, rimane confermata l’importanza delle visite guidate per gli studenti che è praticata in 21 Consigli.
Il dinamismo e l’interesse per l’innovazione – documenta la ricerca - è testimoniato dal crescente interesse dei Consigli (erano 10 nel 2002, oggi sono 16) alla partecipazione a fiere e forum dedicati alle esperienze di modernizzazione delle amministrazioni pubbliche.
Nei Consigli, “la volontà di sviluppare forme di dialogo più partecipative con la comunità si è concretizzata, in questi anni, nella sperimentazione di forme inedite di contatto per sondare l’opinione pubblica in merito a progetti di legge o ad argomenti specifici del dibattito pubblico. Si tratta di forme di consultazione, in sede istruttoria di disegni di legge e ad integrazione delle audizioni, con sondaggi, focus group e forum anche on line. Tutte queste iniziative rivelano l’impegno – è scritto nella relazione - a migliorare il dialogo e la reciproca conoscenza fra Consiglio e comunità di riferimento, attese le dinamiche sociali in atto. Occorre pertanto garantire la continuità di aggiornamento dell’informazione, potenziando la capacità di ascolto, anche attraverso la creazione di ‘luoghi’ anche virtuali per stimolare il dialogo con i cittadini”. Ed è proprio l’esigenza di dialogare con un’audience potenzialmente molto ampia che rende indispensabile per i Consigli l’uso delle nuove tecnologie. E’ il caso dell’utilizzo di internet per l’edemocracy: “le nuove implementazioni dei siti mirano a favorire la consultazione dei cittadini nei processi decisionali del Consiglio e, in alcuni casi, fare anche un uso deliberativo delle informazioni raccolte. Ma il sistema interattivo di ascolto sarà in futuro utilizzato anche per misurare il gradimento dei servizi offerti”.
Secondo i dati riportati nell’indagine “la continuità dell’informazione viene perseguita dalle Assemblee potenziando la documentazione tematica offerta a consiglieri e cittadini, l’attivazione di nuovi periodi telematici o news letters, ma anche con dei report delle attività istituzionali da presentare in occasioni pubbliche sul territorio, o con l’attivazione di un canale dedicato al Consiglio sul digitale terrestre. I nuovi strumenti, pur rivolgendosi ad un utente che non è ancora generalizzato, sono ormai indispensabili. I Consigli cominciano ad aprire spazi di confronto con i cittadini, le imprese, le associazioni per favorire la partecipazione nella definizione delle politiche pubbliche. In questo modo, la comunicazione comincia ad assumere valore come strumento di governo, di supporto alla funzione legislativa e a quella di controllo”. Palazzo Montecitorio sede della Camera dei Deputati
Come più volte sottolineato nella relazione, alla generale crescita della rilevanza della comunicazione, corrisponde una maggiore complessità dell’articolazione organizzativa chiamata a gestirla ed una più elevata specializzazione e divisione del lavoro tra le figure specialistiche della comunicazione stessa. “La comunicazione delle leggi, allo stato attuale, non risulta soddisfare sia nei requisiti della quantità (destinatari raggiunti) che della qualità (informazione non sempre precisa, messaggi poco chiari, ecc.). Riconosciuti i limiti di strumenti quali la Gazzetta o il Bollettino Ufficiale, negli ultimi anni le Assemblee hanno ampliato la possibilità di far conoscere le leggi, soprattutto mediante i siti istituzionali”. “Bisogna però considerare – è evidenziato ancora - che esistono larghi segmenti della popolazione del nostro Paese che non ‘navigano’ in rete”.
“Il ruolo di ‘comunicatore’ di leggi è svolto, in subordine alle Assemblee, dai mass-media, giornali, radio, televisione. A questi soggetti è lasciato il difficile compito di sintetizzare corpi normativi complessi in poche righe capaci di cogliere i tratti salienti di leggi destinate a modificare in maniera rilevante usi e costumi della vita di ognuno”. Al di là delle iniziative ‘vetrina’ che lasciano il tempo che trovano occorre puntare a servizi di comunicazione efficaci rispetto a quella che è una delle principali prerogative delle Assemblee legislative e cioè: la produzione delle leggi. In tale senso, la comunicazione pubblica ha il preciso compito di chiarire i punti focali delle leggi, individuandone caratteristiche, obiettivi, categorie di soggetti interessati.
La relazione presentata al Compa pone l’attenzione, infine, sull’essenzialità di un piano di comunicazione che affronti in modo complessivo la materia chiarendo in sequenza logica gli obiettivi (perchè comunichiamo), gli attori (chi comunica e quali sono i destinatari), i prodotti (cosa è da realizzare), gli strumenti e le risorse finanziarie da impiegare. Su questo versante, la Conferenza auspica un percorso formativo che, dietro suo coordinamento, coinvolga tutti i Consigli, anche per promuovere la circolazione di esperienze, tecniche e metodi tra diverse realtà. 

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