23 novembre 2007    

Lamonica (Cgil): «La Stazione unica appaltante è una scelta condivisa»


Il logo della Cgil della CalabriaLa Cgil calabrese ha espresso condivisione per la scelta di istituzione della Stazione unica appaltante che, centralizzando le procedure e la gestione degli appalti di lavori pubblici, servizi e forniture, può costituire, se dotata di alte professionalità e di competenze di specchiata ed indiscussa moralità, uno strumento utile per dare trasparenza a tanta parte della spesa pubblica e contrastare i fenomeni diffusissimi di penetrazione mafiosa e di collusione e corruzione di amministratori e pubblici funzionari”. E’ quanto afferma, in una nota, il segretario generale regionale della Cgil, Vera Lamonica. “Inoltre, la semplificazione e la razionalizzazione delle procedure - prosegue Lamonica - possono comportare significativi risparmi di spesa e maggiore attenzione alla qualità delle opere e dei servizi nonché economie di scala sugli acquisti e le forniture particolarmente in sanità. Anche la previsione dell’Osservatorio regionale può costituire uno strumento utile di monitoraggio che, se esteso a tutti i soggetti pubblici anche non convenzionati ed anche per le gare con importo sotto soglia, consentirebbe anche alle forze sociali la possibilità di uno sguardo d'insieme sulle dinamiche contrattuali e quindi la possibilità di individuare e contrastare le sempre possibili distorsioni".
“Tuttavia per la Cgil - sostiene ancora Lamonica - rimane indispensabile una normativa più complessa che affronti, insieme allo strumento, anche i principali contenuti dei capitolati in direzione della tutela e della sicurezza del lavoro e del contrasto alla pratica, abnorme in Calabria, del ricorso da parte di imprese aggiudicatrici di appalti e servizi pubblici, a lavoro sommerso ed irregolare. La Cgil ritiene che la Regione debba dotarsi di norme precise in materia anche per implementare le più recenti misure del governo nazionale che sulla lotta al lavoro nero ha varato novità interessanti, ma tutte da applicare. In particolare la Cgil chiede espliciti divieti ai sub-appalti; l’eliminazione dell’offerta al massimo ribasso e l’applicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa;  l’estensione del Durc a tutti settori e non solo all'edilizia; l’adozione degli indici di congruità, cioè la previsione del rapporto da considerare tra valore ed entità dell’opera o del servizio e la quantità del lavoro necessario a realizzarla; il non rispetto dei Contratti nazionali di lavoro come motivo di esclusione dalle gare; l’obbligo per le imprese che subentrano in appalti e affidamenti di servizi di assolvere all'assorbimento della manodopera preesistente; la responsabilità in capo al soggetto appaltante dell’assolvimento degli obblighi contrattuali evasi verso i dipendenti delle imprese appaltatrici; la specificazione nelle offerte delle misure di prevenzione degli incidenti sul lavoro e la piena applicazione della legislazione sulla sicurezza; la previsione della contrattazione d’anticipo tra organizzazioni sindacali e imprese aggiudicatrici di opere e di servizi per la piena vigilanza sul rispetto delle clausole sociali e la messa in trasparenza del mercato del lavoro che in Calabria è una delle vie attraverso cui passa la penetrazione malavitosa”.

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