13 novembre 2007    

Sarra (An):«L’economia regionale segna il passo per il velleitarismo del centrosinistra».


“Siamo a metà legislatura e la sensazione è sempre quella.Il capogruppo consiliare di Alleanza Nazionale Alberto Sarra Ed è una sensazione palpabile che manifesta l’essenza velleitaria della tanto decantata svolta epocale da parte di un centrosinistra che non è stato capace di adottare alcun provvedimento in  grado di incidere sulla realtà sociale ed economica della nostra regione. Il susseguirsi delle fasi politiche ed istituzionali hanno contribuito a configurare l’Ente come una sorta di ‘laboratorio politico’ relegando gradualmente l’attività amministrativa ai margini delle priorità istituzionali, sino a giungere all’ennesima fase di ‘predefinizione programmatica’ ed ai tentativi ormai avviati di dar vita al quarto Esecutivo. In tale contesto si innestano i dati forniti dalla Banca d’Italia sull’economia regionale, dati che rivelano una condizione di sofferenza in quasi tutti i comparti con un rallentamento preoccupante dei settori tradizionalmente ‘trainanti dell’economia regionale’. Una condizione di sofferenza dovuta a molteplici fattori ma sostanzialmente riconducibili all’atavica difficoltà a costituire circuiti produttivi efficienti e supportati dagli indispensabili ‘elementi territoriali’ : infrastrutture efficienti, un sistema creditizio che agevoli le imprese, il coinvolgimento delle popolazioni locali e la capacità di innescare meccanismi intersettoriali nella produzione e circolazione di beni tali da determinare condizioni potenziali di accoglimento per attrarre investimenti interni ed esterni. Una sfida mai iniziata e che avrebbe dovuto accentrarsi proprio sul rilancio dell’economia per il conseguimento di livelli ottimali di competitività dell’intero sistema regionale. Allo stato attuale, la certificazione  dell’assenza di qualsivoglia programmazione a livello regionale ha finito per conferire una valenza del tutto formale alle priorità di per sé scontate a livello politico ed istituzionale. Si è ancora in attesa di bozze progettuali di sviluppo del territorio idonee a contrastare l’inconsistenza e l’inadeguatezza strutturale ed operativa di un sistema che ha un bisogno vitale di interventi volti a garantire strutture in grado di sfruttare razionalmente le risorse e che svolgano una funzione di supporto alla capacità, all’impegno, alla creatività delle popolazioni locali nelle variegate attività nell’ambito di settori trainanti quali il Turismo e l’Agricoltura. L’attività amministrativa dovrà porre sempre più attenzione alla costituzione di strutture che tendono a rafforzare i vincoli economici tra gli operatori e i rapporti con l’ambiente locale e ad incrementare proprio il fattore di interdipendenza con le altre categorie operanti nell’ambito di altri settori produttivi al fine di porre le basi di ‘forme integrate di sviluppo’. Occorre quindi giungere alla definizione delle linee guida di uno sviluppo integrato, un impegno progettuale di cui le forze politiche dovranno farsi carico e che privilegi i distretti territoriali, quali insiemi di comunità limitrofe dalle caratteristiche peculiari, individuabili nel caso specifico, nella vocazione turistica quale primaria componente economica territoriale e nella valorizzazione della produzione locale, elementi in grado di garantire un normale inserimento nei circuiti produttivi dei mercati nazionali e comunitari. Un progetto di sviluppo del territorio scaturente tra realtà istituzionali, componenti socio-culturali ed imprenditoria locale con il coinvolgimento diretto delle comunità e di privati. In tali rapporti di mutua implicazione va individuata la sua forza progettuale che manifesti esteriormente la volontà di operare nel territorio per il territorio. Un progetto che s’inserisca di slancio superando i soliti incomprensibili steccati che ledono da sempre gli interessi di una comunità che rischia di implodere a fronte di altre realtà territoriali comunitarie e dell’area mediterranea che dimostrano ben altra efficienza e capacità decisionale nello sfruttamento delle risorse locali al servizio delle categorie produttive e nel costituire terreno solido per agevolare il flusso di investimenti esterni indispensabili per creare nuovo giacimenti occupazionali”. 
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