13 novembre 2007    

L’opinione del vicepresidente del Consiglio regionale, Roberto Occhiuto (Udc) sull’ipotesi di riforma dello Statuto.


Il vice presidente del Consiglio regionale della Calabria Roberto Occhiuto (Udc)“A me pare singolare parlare di revisione dello Statuto dopo appena tre anni dalla sua approvazione. La Calabria ha davanti a sé problemi concreti ed enormi. Semmai, occorre ripensare complessivamente il rapporto tra Regione e governo dei problemi e non intraprendere un percorso di riforma istituzionale per soddisfare le esigenze dei partiti del Presidente Loiero. Qui mi pare che tutti abbiano capito qual è l’esigenza di riformare lo Statuto: consentire mani libere al presidente Loiero e agevolare il complesso rapporto dentro una coalizione di centrosinistra che è disarticolata e disomogenea sia sulla proposta programmatica che nella gestione ordinaria”.

Occhiuto però non chiude la porta sulla revisione possibile della forma di governo: “ E’ vero – dice – che l’elezione diretta dà ai cittadini la possibilità di sapere chi li governerà. Ma, se questa fiducia non dovesse poi corrispondere alle attese, si perderebbero occasioni importanti. Chiaravalloti, per esempio, non aveva una specifica competenza dei problemi dello sviluppo mentre Loiero pur avendo una straordinaria capacità negli equilibri di Palazzo non possiede neanche minimamente la vocazione all’amministrazione e alla individuazione di questioni strategiche per la crescita economica del territorio. Infine, sulla riduzione del numero dei consiglieri regionali e sul contenimento dei costi della politica, il gruppo dell’Udc, ha dichiarato la propria disponibilità al confronto. Non bisogna però sottovalutare che la questione più generale riguarda il complesso della Pubblica Amministrazione: proprio la differenza tra costi e risultati irrita i cittadini. In Calabria, poi, dopo che il centrosinistra ha illuso gli elettori dicendo che avrebbe rivoltato la Regione come un calzino, questa coalizione si dimostra peggiore dei già deludenti precedenti Governi”.

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