20 ottobre 2007    

Il Caso Fortugno nel dibattito con i giovani della locride


Tanti gli spunti e tante le riflessioni emersi dalla tavola rotonda che si è tenuta all’Istituto magistrale di Locri, dove il corteo ha “trasferito” la voglia di rinnovamento dei giovani calabresi. Sono i temi di sempre, ma attuali, che ruotano intorno alle strategie dello Stato e alle leggi più efficaci per combattere ogni forma di criminalità, ma c’è anche la novità: come interpretare il suicidio di Bruno Piccolo, collaboratore di giustizia, proprio a ridosso della celebrazione di Francesco Fortugno? Il vicepresidente della Commissione parlamentare Antimafia, Giuseppe Lumia ha parlato di suicidio-omicidio e si è detto convinto “che il 41 bis debba essere reso più efficace, perchè, di fatto, dalle carceri si continua a dare ordini e a decidere omicidi. Purtroppo, la lotta alla mafia non ha l’uguale attenzione del terrorismo”. Un convegno a Locri, con il Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso

Se non avesse già realizzato il libro su Fortugno “Ammazzati l’onorevole”, proprio dal suicidio di Piccolo, “sottoposto a pressioni indicibili e che non poteva colloquiare con i familiari”, lo riscriverebbe Enrico Fierro, giornalista dell’Unità.

“Ma dove sono i mandanti di Fortugno”: ha rilanciato questo interrogativo Mario Tassone per il quale “c’è ancora molta strada da fare per raggiungere la verità”. Purtroppo, la lotta alla mafia non ha l’uguale attenzione del terrorismo”.

“Lo Stato non farà passi indietro nella lotta alla criminalità”, sostiene il segretario dell’Antimafia, Tommaso Pellegrino. Ma come, concretamente, questo avverrà? Per il vice ministro dell’Interno, Marco Minniti, c’è una strada maestra per sconfiggere la criminalità organizzata: ridurre i tempi per la confisca dei beni. Nel 2006 - ha detto ancora Minniti - alle cosche sono stati sequestrati beni per due miliardi di euro, una cifra considerevole. Sono allo studio del Governo, in collaborazione con la Commissione antimafia, iniziative per ridurre i tempi per l’impiego sociale dei beni confiscati. C’è la necessità di fare in fretta perché il sequestro e il reimpiego dei beni rappresenta l'aggressione al cuore del potere criminale”. Sulla stessa scia, Francesco Forgione, presidente della Commissione parlamentare antimafia, che ha annunciato “che una nuova legge, che toglie i soldi ai mafiosi e interrompa i flussi finanziari, è ormai dietro l’angolo ed ha il sostegno di tutte le forze politiche. Abbiamo in animo anche di fare una legge per il riconoscimento di tutte le vittime delle mafie. La questione morale è drammatica in Calabria e la ‘andrangheta è l’altra faccia della politica che degrada”.

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