25 settembre 2007    

Da un grande sacrificio un grande risultato


La massima espressione politica ed istituzionale di  uno Stato americano, Joe Manchin III, Governatore del West Virginia è stato per tre giorni in Calabria e se n’è andato dopo aver siglato col presidente Bova un Patto d’Amicizia che è ora anche legge della Regione Calabria. Un documento prezioso, presupposto per intensi scambi culturali, e in prospettiva anche economici e sociali.
Si è consumato così tra Reggio Calabria e San Giovanni in Fiore lo scorso aprile, ciò che si  definisce un evento.  La città da cui a fine ‘800 partirono i nonni del governatore, ha tributato  ha Joe Manchin III la cittadinanza onoraria.Il Presidente Bova ed il Governatore Manchin firmano il Patto d'amicizia
La Calabria istituzionale e la delegazione americana, insieme, hanno ripercorso il tempo in cui prevalsero altre logiche, spesso spietate e ingiuste nei riguardi di chi, specie nella seconda metà dell’800 e agli inizi del ‘900, lasciava la propria terra per cercare un’occasione di lavoro altrove. Spesso costretta ad affrontare i disagi e le difficoltà di adattarsi agli usi ed ai costumi del popolo ospitante. Ripercorso con la memoria anche  il tempo antico in cui da una tragedia nacquero tante altre tragedie umane,  ma anche i tempi  in cui da un evento tragico nacque un bene.

Da un grande sacrificio un grande risultato. In una parola: il tempo in cui da Manchin I si giunge a Manchin III, dall’emigrante calabrese in cerca di fortuna  al Governatore del West Virginia, a Manchin III che era il sogno di Manchin I.
 Il sogno ma anche  il frutto di un enorme, grande, doloroso e appassionato sacrificio che l’emigrante calabrese dei primi del Novecento seppe compiere, per necessità e per amore.  Per necessità: perché il latifondo, il banditismo e la miseria che connotavano il Mezzogiorno d’Italia a quell’epoca  lo costrinsero a lasciare la Calabria; per amore: perché sapeva non bene, ma  benissimo  che per dare un futuro dignitoso ai suoi discendenti doveva sacrificarsi, soffrire. Quegli uomini non temevano la morte, forse perché erano abituati alle privazioni più inimmaginabili e la morte non li spaventava. 
La  visita istituzionale sintetizza più di una questione, che coinvolge la nostra storia presente, il nostro passato, le lacrime e il  sangue versate dall’emigrazione calabrese ed italiana nei secoli scorsi, i successi di un americano che ha nel suo Dna l’impronta italiana e calabrese nonché un progetto per il presente e il futuro, che è stato formalizzato con  un Patto d’Amicizia in Consiglio regionale. Il passato:  l’emigrazione, in tutte le sue sfaccettature;  il passato tragico: l’incidente minerario più drammatico della storia americana e più terribile per quella italiana ( l’esplosione di grisù nel villaggio minerario di Monongah nel West Virginia del 6 dicembre 1907  quando morirono 956 persone e tra queste tantissimi italiani e tra questi tantissimi calabresi provenienti da San Giovanni in Fiore, Carfizzi, Falerna, Guardia Piemontese, Strangoli, Castrovillari, Caccuri, Gioiosa Ionica, San Nicola dell’Alto); il passato prossimo: un incontro per commemorare i morti nella miniera del West Virginia, dopo cent’anni di ingiustificato silenzio prima a New York e poi nel cimitero di  Monongah con la partecipazione del presidente della Repubblica Ciampi  il 23 novemebre del 2003, quando la delegazione del Consiglio regionale incontra per la prima volta Joe Manchin III non ancora Governatore, ma presente alla commemorazione in quanto italoamericano, figlio di italiani e di un nonno che a Monongah ha lavorato;  successivamente: l’incontro a New York – ad ottobre del 2005 – tra Manchin III nel frattempo diventato Governatore del West Virginia e una delegazione del Consiglio regionale guidata dal vicepresidente on. Franco Fortugno  che gli assegna il premio “ Calabresi Illustri” edito dal Consiglio regionale  per avere contribuito a rendere nota la tragedia dimenticata di Monongah e lo invita a visitare la  Calabria.
L'incontro in Consiglio regionale per il Patto d'amicizia tra la Calabria ed il West VirginiaQuesto è l’excursus cronologico di un’amicizia nata sulla convinzione che la memoria non va perduta, ma recuperata,  celebrata ed onorata, perché non c’è presente senza memoria e questo è, in sintesi, il messaggio che il Consiglio regionale della Calabria ha voluto inviare collocando un  monumento che la delegazione guidata dal Governatore Manchin  ha visitato a San Giovanni in Fiore per ricordare gli  “eroi dalla faccia sporca” deceduti a Monongah.
 Il resto è cronaca quotidiana: il vile assassinio del vicepresidente Fortugno  a Palazzo Nieddu del Rio a Locri, il 16 ottobre, qualche giorno dopo il rientro dagli Stati Uniti,   la solidarietà del Governatore Manchin, il suo desiderio di tener fede alla parola data a Fortugno ad  ottobre del 2005, di venire in Calabria a visitare la terra dei suoi avi ed a capire come, dove e in che termini iniziare un percorso di conoscenza, di relazioni e di scambi culturali da cui potrebbero derivare  vantaggi al West Virginia ed alla Calabria.
La Calabria è nel crogiuolo del Mediterraneo, il West Virginia (Stati Uniti orientali )  è Atlantico ed è distante dall’Europa: montuoso, carbonifero, acciaoso; solare l’una, ferroso l’altro. Tutto sembra condurre ad una divaricazione. Ma appunto, sembra, perché è accaduto esattamente il contrario.  In comune le due realtà hanno una tragedia,  sono  accomunate da un passato terribile, in comune le due realtà hanno  la presenza di tantissimi calabresi, in comune un Governatore che ha in sé l’impronta degli  Stati Uniti e, insieme,  quella dell’Italia del Sud.   Non è poco, se riflettiamo che parte della classe dirigente statunitense è cresciuta grazie al sacrificio di tantissimi italiani.
Ma oggi ciò che ci lega non  è solo il passato. Viviamo bene se abbiamo costruito bene, di solito è cosi. L’emigrazione ha costruito bene:  il successo di Manchin III lo dimostra inequivocabilmente. C’è, quindi, oltre un passato solido alle nostre spalle su cui il nostro presente può contare, un passato che   unisce e non allontana, induce al dialogo non al conflitto, anzi costringe quasi a lavorare assieme per un futuro migliore. Per questo sia Manchin sia Bova si sono ritrovati concordemente su un concetto semplice ma lungimirante:  “Ora che sappiamo da dove veniamo, dobbiamo anche  capire chi possiamo diventare, capire cosa possiamo essere in futuro “.

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