7 settembre 2007    

Sarra (An): «E' stato violato lo Statuto regionale»


In merito alle ultime due sedute consiliari, il presidente del gruppo di Alleanza Nazionale in Consiglio regionale, Alberto Sarra ha dichiarato quanto segue:
“E’ l’elemento caratterizzante della Legislatura in corso. Un susseguirsi incessante di fasi politiche interne alla maggioranza che hanno indubbiamente prodotto effetti dirompenti sull’attività istituzionale ed amministrativa dell’Ente anteponendo esigenze ‘di parte’ agli interessi generali della comunità calabrese.Il capogruppo regionale di Alleanza Nazionale Alberto Sarra
Esempio eclatante proprio il rinnovo anticipato delle cariche istituzionali, attuato per la prima volta nella storia politica regionale mediante una forzatura palese della normativa statutaria, seguendo un iter procedurale alquanto discutibile dal punto di vista tecnico-giuridico. Tant’è vero che non si può parlare di rinnovo dell’Ufficio di Presidenza secondo l’art. 20 dello Statuto ma della presa d’atto  di dimissioni volontarie ed individuali che, secondo i principi dell’istituto, a rigore avrebbero dovuto produrre effetti giuridici diretti ad attivare il regime di prorogatio e la successiva sostituzione dei dimissionari, non potendosi nella fattispecie individuare la decadenza in toto dell’Ufficio di Presidenza e la conseguente applicazione dell’art. 20. Nel corso del mio intervento durante la seduta di ieri, riportato a mezzo stampa, ho ritenuto necessario trattare in prevalenza le tematiche tecnico-giuridiche di un rinnovo sui generis ma l’ennesima apertura dei giochi all’interno della coalizione di centrosinistra impone alcune riflessioni di fondo. Le ben note vicende politiche hanno evidenziato gli aspetti qualificanti di una coalizione che non ha lesinato, in questi lunghi mesi, significative manifestazioni esteriori di disomogeneità politica, discostandosi spesso e volentieri dai contenuti programmatici di fatto mai condivisi, avendo dimostrato più volte un sostanziale disaccordo sui punti nodali dell’azione politica che avrebbe dovuto qualificare questa prima metà di Legislatura. Ed il ricorso sistematico all’applicazione di impensabili operazioni di ‘politica creativa’ ha dissimulato a fatica le evidenti difficoltà, gli affanni nella ricerca spasmodica e frustrante di equilibri sia pure formali che potessero conferire alla coalizione di maggioranza almeno una parvenza di coesione all’azione spesso disgiunta dell’Esecutivo e dell’Assemblea legislativa. Sino a giungere al c.d. Patto di metà Legislatura…senza traccia alcuna della presunta svolta epocale nella gestione della cosa pubblica….per registrare ‘l’ennesima fase di predefinizione programmatica’ e tentativi di dare ulteriore slancio(?) all’attività dell’Ente, in grado di avviare una concreta politica di rinnovamento. La Regione Calabria è divenuta un laboratorio politico e la nuova entità partitica, in itinere, produrrà inevitabili conseguenze politiche ed istituzionali, ridisegnando nella sostanza e nella forma lo scenario politico regionale. E stavolta si è deciso di giocare  d’anticipo tra le stesse componenti del centrosinistra. Non v’è dubbio però che la miscela esplosiva generata dalla perigliosa commistione delle componenti politiche ed istituzionali, che sembra susseguirsi senza soluzione di continuità, abbia contribuito a ridestare nella società civile, l’attenzione sui punti nodali della politica regionale, riconducendo inevitabilmente ai riscontri oggettivi di una perdurante e conclamata inadeguatezza politica ed amministrativa in cui l’Amministrazione regionale sembra aggrovigliarsi con puntualità sconcertante, manifestando i limiti di un assetto organizzativo ingessato, bloccato in una fase operativa transitoria che sembra non aver mai fine. Costante il richiamo mentale verso un meccanismo distorsivo innescato per l’ennesima volta. L’aver ceduto ancora una volta alle logiche personalistiche ha determinato uno slittamento degli adempimenti intersettoriali relegandoli in ambiti marginali dinanzi all’esigenza di soddisfare le pressanti richieste di parte. Nell’incalzare incessante delle emergenze settoriali, prima fra tutte la Sanità pubblica e privata, quasi prefigurandone l’esito, ai più scontato, di questa fallimentare esperienza di governo, sembra si voglia volgere lo sguardo unicamente verso ‘la gestione politica’ come se ci si volesse scrollare di dosso il peso della innegabile crisi amministrativa”.

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