VIII LEGISLATURA

RESOCONTO INTEGRALE

61.

SEDUTA DI LUNEDI 29 DICEMBRE 2008

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIUSEPPE BOVA

E DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO BORRELLO

Indice

Presidenza del Presidente Giuseppe Bova

La seduta inizia alle 18,15

Vincenzo SCULCO, Segretario Questore f.f.

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Proposta di legge presentata dal consigliere Tripodi Michelangelo, “Istituzione del fondo di solidarietà per le famiglie delle vittime di incidenti mortali sul lavoro”, assegnata alla terza e alla seconda per il parere. A proposito, questo progetto di legge che riguarda il fondo di solidarietà per le famiglie delle vittime di incidenti mortali sul lavoro, non solo ha la corsia preferenziale, ma raccomando alle Commissioni in indirizzo, la terza e la seconda, di procedere speditamente perché è intenzione di questa Presidenza portarla all’approvazione entro gennaio, se è possibile…

(Interruzione)

E’ solo una comunicazione questa…

(Interruzione)

Ma non è aperta la discussione… già io sono andato oltre…

(Interruzione)

 Non ho finito la lettura delle comunicazioni, quindi non posso darle la parola. Appena finisco, lei me l’ha già chiesta.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Prima di passare al primo punto all’ordine del giorno, mi aveva chiesto la parola l’onorevole Feraudo.

Maurizio FERAUDO

Presidente, solo in merito alla comunicazione sulla proposta di legge presentata dal collega Tripodi, volevo segnalare che ce n’è un’altra analoga presentata da me, quindi se può essere abbinata, così fanno lo stesso percorso in quanto è la stessa materia.

PRESIDENTE

E’ quanto mai chiara ed opportuna la richiesta dell’onorevole Feraudo. Ovviamente, nel momento in cui si portano in Aula, si chiederà di unificare i testi su argomenti.

La parola all’onorevole Guerriero.

Giuseppe GUERRIERO

Presidente, così come annunciato già nella Conferenza dei capigruppo, chiederei, cortesemente, se è possibile inserire nell’ordine del giorno un provvedimento che riguarda il bilancio di previsione del 2009 dell’Aterp di Catanzaro, il provvedimento numero 319, licenziato dalla Giunta il 20 ottobre e spedito alla Segreteria del Consiglio il 6 novembre. Chiedo se possiamo metterlo all’ordine del giorno, in quanto si tratta solamente di una presa d’atto e basta, nient’altro.

PRESIDENTE

Che numero è?

Giuseppe GUERRIERO

Il provvedimento è il numero 319.

PRESIDENTE

Ci sono osservazioni?

Giuseppe GUERRIERO

E’ solamente una presa d’atto.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta dell’onorevole Guerriero.

(Il Consiglio approva)

E’ aggiunta all’ordine del giorno nella parte che viene immediatamente prima delle nomine.

Proposta di provvedimento amministrativo n. 332/8^ di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza, recante: “Bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2009”

PRESIDENTE

Primo punto all’ordine del giorno: proposta di provvedimento amministrativo n. 332/8^ di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza, recante – “Bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2009”.

La parola all’onorevole Borrello per la relazione.

(Interruzione)

Io non so se c’è già questo.

(Interruzione)

Se c’è qua e giace alla stessa data… Fa una richiesta di inserire anche quello?

(Interruzione)

Se è stato inoltrato come quello di Catanzaro, secondo me, fermo restando che il voto dell’Aula deve esserci, se c’è, chiedo all’Aula di pronunciarsi, in maniera che, quando licenziamo la previsione che riguarda Catanzaro, si pronunci anche su Reggio.

Ci sono osservazioni? Nessuna. Se c’è, lo mettiamo…

Onorevole Borrello, ha facoltà di relazionare.

Antonio BORRELLO, relatore

Il bilancio si illustra da sé, c’è anche la relazione allegata, per cui non credo di avere altro da aggiungere.

PRESIDENTE

Qualcuno chiede di intervenire? Poiché non vi sono richieste di parola, pongo in votazione il bilancio di previsione, provvedimento n. 332/8^.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di legge n. 357/8^ di iniziativa dei consiglieri Pirillo e Incarnato, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 13 giugno 2008, n. 15”

PRESIDENTE

Secondo punto: proposta di legge n. 357/8^ di iniziativa dei consiglieri Pirillo e Incarnato, recante – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 13 giugno 2008, n. 15”, riguardante Arssa, Afor e Ato, approvata dalla Conferenza dei capigruppo.

Ci sono osservazioni?

Luigi INCARNATO, assessore ai lavori pubblici

Su questo punto, Presidente, vorrei aggiungere un comma che riguarda il Regolamento delle Aterp per le piante organiche. Se vuole, lo leggo oppure le do la copia.

(Interruzioni)

PRESIDENTE

Questo è l’ordine del giorno quale licenziato dalla Conferenza dei capigruppo poco fa.

(Interruzione)

Nicola ADAMO

Se diciamo soltanto “punto uno” o “punto due” rispetto alla copia che abbiamo noi, non ci orientiamo.

PRESIDENTE

Ha ragione, onorevole Adamo. I provvedimenti spostano dal 31 dicembre 2008 al 30 giugno 2009 i periodi di commissariamento Afor, Arssa e poi il segretario tecnico delle Ato. Questo è il provvedimento.

Rispetto a questo, l’onorevole assessore Incarnato ha chiesto di introdurre, di emendare, aggiungendo a questo punto all’ordine del giorno la modifica delle procedure previste, quelle di controllo, per quanto riguarda le piante organiche dell’Aterp.

Ci sono osservazioni su questo punto? Ha la parola l’onorevole Talarico.

Francesco TALARICO

Presidente, io ritengo che dobbiamo seguire quello che ci eravamo detto in Conferenza dei capigruppo, ossia l’eccezione per queste tre norme, che sono esclusivamente asettiche, di proroga che attengono all’Arssa, all’Afor e agli Ato, con tutte le riflessioni e i dubbi del caso.

Per quanto attiene a qualsiasi altra eccezione rispetto a questi tre punti, ritengo che debbano andare alla prossima seduta e fare tutti i passaggi attinenti anche all’interno delle Commissioni.

PRESIDENTE

Altri chiedono di intervenire?

(Interruzione)

No, siccome c’è l’integrazione proposta dall’onorevole Incarnato e si è espresso contro l’onorevole Talarico…

(Interruzione)

Sì, le do la parola.

Giuseppe GUERRIERO

Mi dispiace per l’onorevole Talarico, perché forse non era presente quando abbiamo stilato l’ordine del giorno, ma le cose di cui stiamo parlando sono state tutte concordate dai capigruppo, maggioranza e minoranza, senza nessuna opposizione. Evidentemente, l’onorevole Talarico ancora…

PRESIDENTE

L’onorevole Adamo ha chiesto la parola. Ne ha facoltà.

Nicola ADAMO

Io penso che la posizione del collega Talarico, in via di principio, sia da comprendere, però – come diceva il collega Guerriero – la valutazione anche di merito è stata fatta in quella sede, ragion per cui si è data la disponibilità ad accogliere la proposta del collega assessore Incarnato, anche perché andiamo ad autorizzare, sostanzialmente, una scelta di organizzazione aziendale che è soltanto attuabile se c’è la copertura finanziaria, ma non è una competenza nostra, è una competenza dell’organizzazione aziendale.

Pertanto, non vedo ragioni di dissenso, addirittura chiederei al collega Talarico di riflettere e valutare anche la possibilità di un suo voto non contrario.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Tripodi Pasquale.

Pasquale Maria TRIPODI

L’onorevole Talarico, se ho capito bene – ma questa è pure la mia posizione – si riferiva esclusivamente alle piante organiche dell’Aterp, solo ed esclusivamente a questo aspetto, fermo restando che gli altri aspetti avevamo concordato di esaminarli.

Allora, siccome riteniamo che una pianta organica non è un fatto che sia episodico, ma è un fatto che va a normare quelli che sono elementi futuri e anche di funzionamento di un ente, relativamente a questo aspetto riteniamo che il percorso giusto da fare è quello di discuterne in Commissione, vedere quale sviluppo dare alle Aterp, perché abbiamo ragionato anche in passato su questo, dopodiché non ci formalizziamo a portarlo in Aula.

Riteniamo, quindi, che solo per quanto riguarda l’aspetto delle piante organiche vale il ragionamento di Talarico.

Pregherei, pertanto, il collega Guerriero su questa proposta attinente esclusivamente alle piante organiche di discutere anche con il consenso del gruppo dei Socialisti .

PRESIDENTE

Allora, solo pianta organica? Quindi con questa cosa può andare. La questione riguarda esclusivamente questo…

Pasquale Maria TRIPODI

Escluso le piante organiche, le altre siamo d’accordo.

PRESIDENTE

Ho capito, ma non c’è nient’altro qua. Che dobbiamo fare? Onorevole Adamo, che dobbiamo fare?

Nicola ADAMO

So che il tema è quello, noi diamo un’autorizzazione a una decisione autonoma aziendale, punto. Poi si applicherà, non si applicherà, è tutta la responsabilità della gestione aziendale. Io non vedo problemi e, proprio perché si tratta di questo tipo di autorizzazione, sono perché si esprima parere favorevole.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Talarico.

Francesco TALARICO

Io pongo, rispetto a questa questione, anche un problema formale, cioè qui non è che si tratta semplicemente di una proroga, ché siamo arrivati a fine anno e ci prendiamo altri sei mesi di tempo, qui si entra nel merito di un provvedimento.

Allora, se questo Consiglio regionale deve avere un metodo e un criterio e rispettare le regole – lo dico al Presidente – questo emendamento non può essere portato, perché questa è un’eccezione rispetto a quello che era stato deciso in Conferenza dei capigruppo, dove abbiamo fatto eccezione rispetto a questi tre unici provvedimenti. Questo che riguarda le piante organiche, nessuno è contrario nel merito del provvedimento, però ritengo giusto e sacrosanto che i consiglieri regionali vadano ad approfondirlo. Siccome c’è la seduta del 9 gennaio che è alle porte, dove probabilmente dovranno essere portati altri adempimenti, c’è il tempo necessario per poterlo approfondire, analizzare, capire realmente in che cosa consiste e non votare un emendamento così, a scatola chiusa, senza riuscire a comprendere realmente quello che avviene.

Allora, rispetto a questi tre punti va bene – e questo voleva dire anche l’onorevole Tripodi – Arssa, Afor e Ato. Per quanto riguarda questo provvedimento dell’Aterp, Presidente, le pongo anche un problema formale all’interno del Consiglio regionale.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Adamo.

Nicola ADAMO

Secondo me, noi stiamo discutendo sulla base di un equivoco, se capisco bene. Perché equivoco? Dicevo, probabilmente – però vorrei che lei ascoltasse, assessore, perché sicuramente è più competente ed è pure conoscitore più di me dello stato dell’arte in riferimento al problema che stiamo trattando, quindi vorrei essere smentito – che questa proposta che lei ha fatto, assessore, non è da inquadrare nel novero degli emendamenti, delle proposte discusse fino a poco fa nella Conferenza dei capigruppo riferite a norme riguardanti stabilizzazione di personale già in atto. Questa è un’altra cosa, mi sembra di capire che è un riconoscimento, un’autorizzazione alle Aterp ad un potenziale, possibile ampliamento di pianta organica. E’ così?

Però, nel merito che c’è scritto? E’ già fatta salva la richiesta che stanno facendo – se capisco bene – Talarico e Tripodi, perché testualmente c’è scritto: “Relativamente alle Aterp, le proposte di dotazione organica di cui all’articolo 6 del decreto legislativo 165 del 30 marzo 2001, nonché quelle del fabbisogno di personale annuale e triennale, sono approvate dalla Giunta regionale, che le trasmette per opportuna conoscenza alla competente Commissione consiliare. In sede di prima applicazione, la trasmissione al Consiglio regionale delle proposte di dotazione organica già approvate dalla Giunta è da intendersi come trasmissione per opportuna conoscenza alla competente Commissione consiliare”, cioè noi stiamo autorizzando un possibile atto di gestione aziendale autonoma che non può essere espletato, se non attraverso la trasmissione di fatto al Consiglio e alla Commissione consiliare di merito, cioè questo è solo un atto propedeutico all’apertura di un procedimento amministrativo, ovvero senza il parere del Consiglio nel merito delle dotazioni organiche, ove mai ci dovessero essere, non si può fare nulla.

Per cui la preoccupazione di approfondire la norma, mi pare eccessiva,  è così chiara per quello che dice, però rispetto alla problematica, se c’è il dubbio che si proceda sulla base di questa norma autorizzativa in via del tutto autonoma da parte delle aziende, questo  è fugato da quello che dice il testo, perché ogni azienda, ove mai dovesse applicare questa norma, ove mai dovesse accadere, è tenuta a trasmettere alla Regione e quindi alla Commissione consiliare e al Consiglio per il parere di merito sul provvedimento.

Ecco perché io dico che non comporta alcun problema approvarla. Se c’è una potenzialità e un’opportunità in questa o in quell’azienda di edilizia residenziale pubblica, la valuteremo di volta in volta, sempre che qualche azienda a questa norma faccia ricorso.

Non so se ho detto bene, assessore.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Tripodi Pasquale.

Pasquale Maria TRIPODI

Onorevole Adamo, capisco le sue motivazioni. La sottile differenza qual è – e poi chiedo lumi all’assessore –? Qua non si vuole mettere in discussione la capacità delle Aterp di fare o non fare le piante organiche confacenti a quello che è il fabbisogno, c’è un problema procedurale, dove la Conferenza dei capigruppo ha posto delle eccezioni su tre argomenti, nullaosta; fare la quarta ci sembra una forzatura che non c’è bisogno di fare.

Nel merito, la differenza qual è, assessore? Per dircela con molta onestà mentale, ma questo non è un problema, come rappresentava l’onorevole Adamo: se lei passa questa norma stasera e manda in Consiglio il provvedimento in ogni caso, il Consiglio poi segue la normale procedura delle Commissioni, per cui c’è l’obbligo nei 60 giorni, nei 30 giorni di prendere il provvedimento in esame. Se questo non è, silenzio-assenso, si dà per scontato.

Noi riteniamo che, in ogni caso, la discussione sulle piante organiche delle Aterp debba fare parte di un contesto generale di discussione sulle Aterp. Allora è inutile agire per pezzi, perché qua rischiamo poi di fare un ragionamento che, a ritroso, dobbiamo rivedere. Andiamo in Commissione a parlare delle Aterp con le conseguenti piante organiche, perché fino adesso, dalla relazione che c’è stata due mesi fa in Consiglio regionale fatta proprio dall’assessore, si imponeva un ragionamento sulle Aterp regionali.

Allora su questo ritengo che l’assessore una riflessione sulle Aterp la debba fare insieme al Consiglio.

PRESIDENTE

Mi dice l’assessore che lui, personalmente, non vuole fare nessuna forzatura e che, se come sembra l’orientamento per altre cose la seduta del  Consiglio si fa il 9, con la raccomandazione che fanno, anche lui non ha nessuna difficoltà a portarla in Consiglio giorno 9…

Pasquale Maria TRIPODI

Presidente, una precisazione: non vorrei che l’onorevole Incarnato pensasse che sia una posizione politica la nostra. La nostra è una posizione procedurale… Non vorrei che tu pensassi, assessore, che sia una posizione politica, è una posizione procedurale per andare a verificare alcuni elementi di discussione che ci sembrano utili, necessari e indispensabili.

PRESIDENTE

Ha capito l’assessore: raccomanda che alla prima seduta utile, su  questo provvedimento si ragioni, eccetera.

Con questo, quindi, torniamo al testo originario della proposta di legge n. 357/8^, che pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di legge n. 354/8^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione della Regione Calabria per l’anno finanziario 2009 (art. 16 della L.R. n. 8 del 2002)”

PRESIDENTE

Punto tre all’ordine del giorno: proposta di legge n. 354/8^ di iniziativa della Giunta regionale, recante – “Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione della Regione Calabria per l’anno finanziario 2009 (articolo16 della L.R. n. 8 del 2002)”.

Poco fa mi ha ricordato l’assessore Naccari – e ora faremo le copie – che, per mero errore materiale, tecnico, di stampatura, mancano dalla proposta – e mi ha portato l’integrazione – la quota di finanziamenti per il quadrimestre Lsu-Lpu e manca un’altra cosa che è rimasta nel bilancio generale – io lo ricordo bene – rispetto ad un problema sollevato dall’onorevole Presidente del gruppo del Pd, in riferimento al periodo in cui era assessore al turismo, per una serie di questioni che non avevano avuto copertura finanziaria, iniziative regolarmente autorizzate, alcune iniziative di promozione di spettacolo che si erano tenute, all’inizio dell’anno che sta per concludersi, a Cosenza e a Catanzaro.

Quindi la proposta di esercizio che la Giunta presenta e che abbiamo licenziato nella Conferenza dei capigruppo è quella che avete già più le fotocopie, che vi diamo da qui a poco…

(Interruzione)

Lei deve relazionare, onorevole Amato, o si rifà alla relazione e passo la parola all’onorevole Naccari? Ha facoltà di relazionare, onorevole Naccari.

Demetrio NACCARI CARLIZZI, assessore al bilancio e patrimonio, relatore

No, semplicemente quel capitolo di Lsu-Lpu è stato inserito erroneamente perché come sapete – abbiamo ora la previsione di bilancio che viene dal finanziamento nazionale ministeriale, che è di 60 milioni di euro, di conseguenza quella previsione ha zero euro, per cui va eliminata. Questo era l’oggetto di quel chiarimento.

C’è, invece, da aggiungere il capitolo che fa riferimento a due obbligazioni giuridicamente vincolanti che fanno riferimento a due iniziative dei Comuni di Cosenza e di Catanzaro. Sono fatti tecnici e nulla di particolare in più.

PRESIDENTE

C’è qualcuno che vuole intervenire, così come integrato dall’onorevole Naccari? Mi pare di no.

Così com’è il testo che vi abbiamo dato, opportunamente integrato dall’onorevole Naccari – d’altronde io stesso mi ero già pronunciato –,  pongo in votazione l’esercizio provvisorio del 2009 relativo alla proposta di legge 354/8^.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di legge n. 337/8^ di iniziativa dei consiglieri Cherubino e altri, recante: “Disposizioni in materia sanitaria”

PRESIDENTE

Punto quattro all’ordine del giorno: proposta di legge n. 337/8^ di iniziativa dei consiglieri Cherubino e altri, recante – “Disposizioni in materia sanitaria”.

La parola all’onorevole Adamo.

Nicola ADAMO

Ritengo – ma è bene che ci sia il pronunciamento in Aula – di poter parlare anche a nome del gruppo di lavoro che la Conferenza dei capigruppo ha insediato nelle ore pomeridiane della giornata, e la proposta è la seguente: su questo punto si chiede, di fatto, di soprassedere, di pervenire ad un aggiornamento, ma è improprio aggiornamento, nuova convocazione del Consiglio regionale per la data del 9 gennaio, affinché lo stesso gruppo di lavoro che ha avuto delega – presieduto, oltretutto, dal Presidente della Commissione consiliare permanente sanità – possa approfondire le varie problematiche legate a tutti gli aspetti concernenti la riorganizzazione del settore sanitario in riferimento, in particolar modo, ad alcune figure del mondo del precariato, per  pervenire a un definitivo ed auspicabile provvedimento anche unitario da sottoporre all’esame e all’approvazione del Consiglio giorno 9.

Si avanzava soltanto una proposta di stralcio per quanto riguarda l’autorizzazione a proseguire fino all’espletamento della gara del servizio di elisoccorso e, al tempo stesso, di recepire con – mi pare – un articolo unico la legge nazionale che prevede, di fatto, il trasferimento della competenza ministeriale alla Regione per quanto concerne la parte del sistema sanitario penitenziario.

Siccome anche lì siamo oltre i termini, scadono il 31 gennaio, quindi la proposta che si avanza è quella di andare al 9 gennaio per il complessivo pacchetto delle proposte, chiamiamolo maxiemendamento, che la Commissione con il lavoro dei commissari ha già predisposto, ed approvare stasera soltanto l’elisoccorso e il recepimento della competenza per quanto riguarda l’assistenza sanitaria penitenziaria.

Se siamo d’accordo, io penso di poter esprimere l’unitarietà del gruppo di lavoro insediato dalla Conferenza dei capigruppo.

PRESIDENTE

Onorevole Adamo, lo ripeto, siccome lei sta presentando un deliberato all’unanimità di una Commissione in cui c’era maggioranza, minoranza e rappresentanza

Una parte finale impegna me e vi dico in anticipo che, nel momento in cui il Consiglio vota la parte della riconvocazione, vi annuncio che, se il voto dell’Aula è favorevole, la mia intenzione – ve lo dico già ora – è di convocare il Consiglio per venerdì 9 gennaio alle ore 15,00.

Secondo, in maniera che l’Aula sappia che cosa vota, l’Aula non vota solo questo per le parti, poi c’è formalmente a nome della Commissione l’onorevole Adamo che avanza di votare uno stralcio del provvedimento perché, altrimenti, superato il 31 dicembre, si creerebbero dei problemi, per cui chiede di approvare sia la parte che riguarda l’elisoccorso per rispetto al bando, in attesa del bando – una sorta di proroga, se ho capito bene – sia l’attuazione a livello regionale di una legge nazionale che dal 1° gennaio del prossimo anno decentra la responsabilità alle Regioni del personale medico degli istituti penitenziari. Dico bene, onorevole Adamo? Perfetto.

Allora, nel voto che noi esprimiamo, contemporaneamente esprimiamo un voto di proroga e di assunzione di responsabilità rispetto a. Poi vi ho già detto che convocherò, qualora l’Aula si pronunci, per venerdì 9 gennaio alle ore 15,00 il Consiglio con quel primo punto all’ordine del giorno.

Nicola ADAMO

Ma immagino che i rappresentanti della Giunta abbiano formalizzato un testo per quanto riguarda la penitenziaria e l’elisoccorso, se no che votiamo?!

PRESIDENTE

C’è già nel testo in Commissione.

(Interruzione)

Vuole parlare, onorevole? Prego, ne ha facoltà.

Giovanni NUCERA

Per essere più chiari, proprio a completamento di quanto sosteneva l’onorevole Adamo, mi pare che, come minoranza, possiamo condividere l’impostazione complessiva, noi riteniamo che il testo già c’è ed è quello licenziato dalla Commissione, mi pare l’articolo 2…

(Interruzioni)

Fu licenziato il testo.

Pietro AIELLO

Però è stato rimodulato dalla Commissione…

Giovanni NUCERA

Rimodulato, esatto, dalla Commissione con l’inserimento, per cui si può recuperare quel testo e si va via.

Per quanto riguarda l’elisoccorso, è nelle cose che c’è una proroga sull’attività da svolgere. Quindi siamo perfettamente d’accordo, fermo restando che c’è l’impegno per tutto il resto per giorno 9.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Aiello.

Pietro AIELLO

Mi pare di aver capito che l’onorevole Adamo chiedesse che venga letto il testo che votiamo per quanto riguarda l’elisoccorso. Che venga letto quello che approviamo, per favore.

PRESIDENTE

Il testo dovrebbe essere questo: “Fino ad esitazione delle procedure di gara già avviate e comunque non oltre i 180 giorni continuativi e consecutivi, a datare dall’1 gennaio 2009, il servizio regionale di elisoccorso in atto è garantito”. Poi con coordinamento formale.

Osservazioni della minoranza? Osservazioni della Giunta? Con coordinamento formale. Quindi questo è quello che approviamo con coordinamento formale.

Per quanto riguarda, invece, il personale medico già in atto occupato e finora dipendente dal livello nazionale, impegnato negli istituti penitenziari, dice: “Il personale sanitario incaricato ai sensi della legge 9 ottobre ’70, numero 740, è inquadrato nel ruolo di Servizio sanitario regionale nella corrispondente categoria, profilo e numero di ore attualmente prestate, previsto per il personale delle aziende sanitarie provinciali. Tale disposizione non si applica ai rapporti di lavoro a tempo determinato instaurato ai sensi della stessa legge. Il personale incaricato, ai sensi della legge 740/70, dovrà eliminare eventuali situazioni di incompatibilità al momento dell’accettazione dell’inquadramento nei ruoli del Servizio sanitario regionale”.

Va bene questo testo? Bene, lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Poi, anche se è rafforzativo, io ve l’ho detto, è mia prerogativa, ma vorrei, visto che formalmente stiamo votando punto per punto, che il Consiglio anche votasse, a me serve questo conforto. Io ho assunto, sulla base dell’orientamento della Commissione e della Giunta, l’impegno a che il punto tre, che non discutiamo oggi, con gli approfondimenti che si riterrà fare, sia posto al primo punto all’ordine del giorno della seduta che convocheremo per venerdì 9 gennaio alle ore 15,00.

(Interruzione)

No, ora diventa punto uno per il prossimo. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

(Il Consiglio approva all’unanimità)

Vi ricordo che questo è il primo punto. Il secondo è la questione delle Aterp, così come posta dall’assessore. Se ci sono ripensamenti o valutazioni… se non ci sono osservazioni…

Proposta di provvedimento amministrativo n. 297/8^ d’iniziativa della Giunta regionale, recante: “Indirizzi regionali per la programmazione territoriale dell’offerta formativa ed educativa e per l’organizzazione della rete scolastica”

PRESIDENTE

Punto cinque all’ordine del giorno: proposta di provvedimento amministrativo n. 297/8^ d’iniziativa della Giunta regionale, recante – “Indirizzi regionali per la programmazione territoriale dell’offerta formativa ed educativa e per l’organizzazione della rete scolastica”.

Ha facoltà di parlare, onorevole Amendola.

Franco AMENDOLA

Presidente, trattandosi soltanto di approvare un indirizzo che dà la Regione, non ci sarebbe bisogno di intervenire. Ritengo, però, che ci sia una contraddizione, cioè mentre noi ci apprestiamo a dare gli indirizzi, le Province hanno già deliberato nei Consigli provinciali i piani definitivi del dimensionamento, ma io non so se tutte le Province, quantomeno la Provincia di Catanzaro, ha deliberato con voto di Consiglio.

Allora mi chiedo: nel momento in cui diamo gli indirizzi, abbiamo poi la possibilità di discutere, come d’altra parte ho chiesto in Commissione e mi è stato garantito che il provvedimento definitivo sarebbe ritornato in Commissione, i piani definitivi delle Province? Perché chiedo questo? Ho l’impressione che i piani definiti – mi riferisco, soprattutto, alla Provincia di Catanzaro – non tengano conto degli indirizzi che noi stiamo per dare.

Io sono in possesso di delibere di Comuni e di Comunità montane che contrastano nettamente con quelle che sono le scelte operate dalle stesse Province, cioè potrei anche citare alcuni casi per dire che questo Piano definito dal Consiglio provinciale di Catanzaro, per utilizzare una battuta che ci ricorda sempre il Presidente del Consiglio, Bova, è un Piano fatto con lo sterzo.

Alcuni esempi, Presidente: abbiamo realtà nelle quali – cito, ad esempio, nel Comune di Taverna, 3 mila abitanti, insieme ad altri dieci Comuni, mi pare – si arriva ad una popolazione scolastica di 620 alunni. In quel Comune e nello stesso Comune vengono fatti, sostanzialmente, due istituti comprensivi. Poi mi trovo altri Comuni, non dieci, due, Maida e San Pietro a Maida, che insieme non raggiungono 600 alunni, ma ne raggiungono 940, in quei Comuni viene soppresso un istituto comprensivo per farne uno solo.

Ecco, su queste cose vorrei ragionare, ma le porto un altro esempio: Comune di Zagarise, 274 alunni. Il dirigente scolastico ci tiene a precisare con lettera indirizzata al Presidente della Provincia e anche alla Regione che, molto probabilmente, per un errore viene segnalata una popolazione scolastica di 310 alunni, quando in realtà sono 274. La Provincia poi rettifica la cosa, dicendo che è vero che sono 274 alunni, però altri 35 alunni verrebbero dalla scuola primavera.

Beh, io mi chiedo: ma è possibile che su 80 Comuni la scuola primavera esista soltanto a Zagarise?! Perché io non leggo scuola primavera nel piano licenziato dal Consiglio provinciale da nessuna parte. Allora mi domando: noi diamo gli indirizzi e basta o possiamo poi controllare se questi indirizzi vengono osservati? Ecco, Presidente, se noi abbiamo questa possibilità, io voto gli indirizzi, altrimenti non mi sento di votare indirizzi che poi non vengono osservati.

Presidenza del Vicepresidente Antonio Borrello

PRESIDENTE

Un attimo solo, onorevole Principe, volevo cortesemente richiamare i colleghi consiglieri a stare ognuno al proprio posto perché dagli interventi, purtroppo, si riesce a capire davvero poco, e non è corretto nei confronti del collega che parla, ma soprattutto della stessa istituzione. Perciò, onorevoli consiglieri, siete pregati di prendere posto e, se c’è necessità che parliate tra di voi, di allontanarvi  dall’Aula.

La parola all’onorevole Principe.

Sandro PRINCIPE

Signor Presidente

(Interruzione dell’onorevole Nucera)

Ah, lei presiede la seduta?! Prego, faccia!

Giovanni NUCERA

Avremmo gradito ascoltare prima la relazione dell’assessore e poi, eventualmente, gli interventi.

PRESIDENTE

Onorevole Nucera, la sua interpretazione di come deve svilupparsi la discussione non sta nei poteri di nessuno. Ha chiesto di parlare sulla discussione generale l’onorevole Principe, al quale abbiamo dato la parola. La prego! Grazie.

Sandro PRINCIPE

Presidente, la ringrazio di avermi dato la parola e sarò brevissimo, avanzando una preghiera al Presidente della Giunta e al suo illustrissimo Vicepresidente che si interessa anche di istruzione. Naturalmente, io voterò a favore di questi indirizzi anche perché, avendo proposto indirizzi più o meno analoghi nel lontano gennaio del 2007, sono per coerenza obbligato a votare, oltre che per disciplina di partito che mi impone di sostenere questa Giunta.

Volevo, però, pregare il Vicepresidente professor Cersosimo di non interpretare, se questo è possibile, il rapporto fra Regione e Province come un rapporto che obbliga la Regione a dare per scontato tutto ciò che le Province fanno. Io non faccio esempi, ma il mio intervento è in generale a sostegno delle cose che diceva l’onorevole Amendola e potrei fare anche esempi che non sono edificanti per qualche Provincia calabrese.

Allora il mio intervento ha questo scopo: poiché i piani provinciali debbono poi essere approvati dalla Giunta regionale, pregherei il Vicepresidente e la struttura del dipartimento 11 di verificare cosa fanno le Province, perché noi stiamo trattando di edifici scolastici, non di cose di altra natura, di caciocavallo, di soppressate o quant’altro. Pertanto il dimensionamento e il posizionamento sul territorio va fatto, evitando scandalosi casi di clientelismo provinciale.

Mi fermo qui, ma è una preghiera di grande impegno che rivolgo al signor Vicepresidente, di controllare bene le proposte delle Province, perché la Regione non è obbligata a mangiare questa minestra in ogni caso; la Regione può proporre dei rilievi e le Province hanno un termine adeguato per adeguarsi ai rilievi della Regione.

Mi fermo qui, ma pregherei il Vicepresidente di assicurare un suo personale impegno in questa direzione, perché la materia è molto delicata e per problemi clientelari noi non possiamo distruggere, magari, delle realtà scolastiche che ci vengono invidiate in questa regione e fuori da questa regione.

PRESIDENTE

La parola all’assessore Cersosimo.

Domenico CERSOSIMO, Vicepresidente della Giunta regionale

La questione è questa, proverò a riassumerla brevemente: la nostra Regione è dal 1° agosto del 2000 che non approva il piano di dimensionamento scolastico. Fu fatto dall’allora Presidente Chiaravalloti, commissario ad acta, e fece un piano molto lasco, di fatto quel piano fotografa l’esistente, non ci furono scelte pregnanti né accorpamenti di alcun tipo. Da quella data, non è stato fatto mai il dimensionamento scolastico. La legge 59 è del 2007, il decreto del Presidente della Repubblica è del 2008. Questo decreto prescrive che ogni anno le Regioni debbono fare un piano di dimensionamento.

Lo scorso anno – come ricordava l’onorevole Principe – il 7 gennaio 2007, la Giunta regionale presentò ed inviò al Consiglio il 10 gennaio una proposta di dimensionamento scolastico.

(Interruzione)

Le linee, quello che prevede il “233”, il decreto del Presidente della Repubblica. Sulla base di alcuni parametri che sono nel decreto, la Regione Calabria indicò queste linee di indirizzo. Da allora, quelle linee di indirizzo non sono state discusse né in Commissione né mai approdate in Consiglio.

Quest’anno sono venute delle novità legislative: la prima è stata – ricorderete – il “112”, poi trasformato in legge 133. Questo “112” prevedeva all’articolo 64 che le Regioni avrebbero dovuto fare, entro il 30 novembre di quest’anno, il piano di dimensionamento delle direzioni didattiche, ma anche delle scuole, quindi anche dei plessi, e in particolare si pensava alla chiusura delle scuole con meno di 50 alunni. Questo provvedimento, questo articolo 64 viene confermato da un’ulteriore legge, la 154, poi trasformata in 189 il 4 dicembre, che all’articolo 3 imponeva alle Regioni di fare i piani entro il 30 novembre e lo Stato, ovverosia il ministero dell’economia, avrebbe nominato un commissario ad acta per le Regioni inadempienti.

Su questo le Regioni italiane, tutte le Regioni italiane, di centro-destra e di centro-sinistra, hanno fatto una dura battaglia nella Conferenza unificata e nella Conferenza Stato-Regioni con il Governo, fino ad arrivare al punto che non…

(Interruzione)

Non so come fare. E’ troppo scortese se mi siedo? Mi posso sedere?

(Interruzione)

Conferenza unificata e Conferenza regionale, le Regioni arrivano al punto di non partecipare più ai lavori delle Conferenze, né unificata né Stato-Regioni, perché quella era una indebita intrusione del Governo in una materia di autonomia regionale.

La ministra Gelmini e Tremonti, a un certo punto, hanno ceduto su questo, quindi la nuova formulazione dell’articolo 3 della 154, trasformata in 189 e pubblicata il 4 dicembre sulla Gazzetta Ufficiale, dice che, a), i piani non si fanno più entro il 30 novembre, ma si fanno entro il 31 dicembre, la nuova scadenza, questa è una legge: le Regioni debbono fare i piani entro il 31 dicembre. Scompare il commissario ad acta e scompare il dimensionamento dei plessi scolastici. Pertanto il dimensionamento è relativo soltanto alle autonomie scolastiche ed è relativo soltanto al 2009-2010. Per cui entro il dicembre di quest’anno le Regioni debbono approvare i piani di dimensionamento in relazione alla direzione didattica.

Entro il 15 febbraio, la Conferenza unificata valuterà il lavoro delle Regioni e quindi prenderà sanzioni, ma non è scritto più commissario ad acta. Questa è la storia.

Noi che abbiamo fatto? Sulla scorta di quella delibera del gennaio 2007 e sulla scorta della nuova legislazione, abbiamo fatto una delibera integrativa di quella delibera, abbiamo aggiunto poche cose, abbiamo ancora di più qualificato i criteri e rafforzato alcuni dei criteri che emergevano da questa nuova normativa.

In una prima fase, abbiamo deciso che le Province, perché la “233” stabilisce che i piani li fanno le Province, d’accordo con i Comuni, sentita la scuola e sentite le forze sindacali, quindi è una prerogativa delle Province facessero i piani. La Regione fa le linee-guida, le Province fanno i piani, d’accordo con i Comuni, con il sindacato e con la scuola, e la Regione assembla i piani provinciali, fa il piano regionale, verifica la coerenza dei piani rispetto alle linee-guida fatte dalla Regione e concede niente più le deroghe.

Piccola parentesi sulle deroghe: nella “233” sono previste due cifre, una di 500 e una di 900, cioè le dimensioni minime ottime per le scuole, delle istituzioni scolastiche dell’autonomia, debbono essere non inferiori a 500 e non superiori a 900. Le scuole che stanno sotto i 500 devono essere accorpate, le scuole che hanno più di 900 alunni potrebbero, facoltativamente, essere scorporate.

Queste sono le deroghe e sono due: quelle sotto i 500, ma fino a 300 per le piccole isole, per i comuni montani o per le comunità di particolare intensità di questioni etniche o linguistiche, finora le minoranze.

Quindi noi, come Regione, dobbiamo verificare, a), la coerenza dei piani rispetto alle linee-guida, b), dobbiamo dare le eventuali deroghe. Non possono esistere istituzioni scolastiche autonome sotto i 300 alunni. Questo  la legge ce lo vieta. La nostra intenzione, in particolare la mia, è di rispettare la legge nazionale. La mia cultura giuridica, la mia cultura istituzionale, la cultura della Giunta è quella di approvare la legge, anche perché non voglio più che a Roma, nella Conferenza Stato-Regioni, nella Conferenza unificata si continui a dire che la Regione Calabria è inadempiente. Noi abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare: abbiamo fatto le linee-guida, le abbiamo mandate alle Province, le abbiamo mandate alla Commissione consiliare, le abbiamo mandate il 27 ottobre, la Commissione approva all’unanimità il 25 novembre le linee-guida. Visto che il tempo correva, sulla scorta di quelle linee-guida, le Province hanno lavorato con i Comuni – bene, male, lo vedremo – alla fine quattro Province su cinque hanno consegnato il Piano: Cosenza, Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia. Reggio Calabria non ha ancora consegnato il piano.

Prima ho parlato sia col Presidente che con l’assessore, adducevano motivi di cambiamento della legislazione, io ho provato a convincerli che non era così, adesso mi dicono che oggi pomeriggio la Giunta provinciale non ha approvato il piano, in attesa delle linee-guida.

La nostra legge regionale, la 34 – se non erro – del 2001, all’articolo 139, regolamenta il dimensionamento scolastico e dice due cose: al primo comma, dice che le Province, sentiti i Comuni, fanno il dimensionamento e le linee-guida le approva il Consiglio regionale; nel comma successivo, nel secondo comma del 139 dice che la Regione approva i piani delle Province. Dice “la Regione”, non dice né Consiglio né Giunta. Avendo scritto al primo comma “Consiglio regionale”, è probabile che, quando dice “la Regione, si sta riferendo all’Esecutivo. Per cui la Regione, ovverosia l’Esecutivo, approva il piano.

E’ mia intenzione – rispondo, in questo momento, ad Amendola – rinviare, comunque, il piano alla Commissione, ma considero dal mio punto di vista, dal nostro punto di vista, in riferimento alla “34”, approvato il piano, una volta che la Giunta l’approva. Lo manderemo alla Commissione, dove ci sono 30 giorni per fare ricorso, 60 per il Tar e così via, quindi c’è ancora spazio sia per i Comuni che per le scuole.

Il nostro compito, il mio in particolare – come sottolineava l’onorevole Principe – è quello di vedere la congruità e la coerenza dei piani rispetto alle linee-guida, cosa che noi faremo e stiamo già facendo, tant’è che alla Provincia di Cosenza, per esempio, che ci ha presentato nove istituti sotto soglia, abbiamo scritto con lettera urgente, dicendo che noi non eravamo disponibili a dare le deroghe per gli istituti sotto i 300 e i 500. Lo stesso abbiamo fatto con la Provincia di Reggio Calabria, abbiamo diffidato la Provincia di Reggio Calabria che il 1° dicembre ha sottoscritto con noi un accordo che entro il 15 ci avrebbe mandato il piano. Il piano non ci è arrivato, noi abbiamo scritto con una lettera urgente alla Provincia di Reggio Calabria, diffidandola a consegnare entro le 11,00 di oggi il piano. Non l’ha fatto.

E’ mia intenzione – parlo per me, non per la Giunta – approvare il piano anche con quattro Province su cinque, perché io non voglio che la Regione Calabria, tutta la Regione Calabria sia commissariata. Se è inadempiente una Provincia, che si commissari quella Provincia, ma che non si commissari la Regione. Su questo – ripeto, vi dico la mia, poi la sosterrò in Giunta, anche in Giunta ci sono pareri contrastanti su questo – vorrei approvare il piano entro il 31 dicembre e vorrei approvarlo anche con Provincia mancante, perché la cultura giuridica di un amministratore è una cultura che fa rispettare e rispetta le leggi.

Questa è la storia, a grandi linee. Se volete approfondimenti di dettaglio, si possono pure dare.

Giovanni NUCERA

Presidente, chiedo scusa, posso avere un chiarimento dall’assessore? E’ una domanda che posso rivolgere velocemente. Mi faccia capire: fra le cinque Province, quattro il piano lo hanno inviato e una no? Non l’ha inviato. Quale sanzione c’è per la Provincia che non ha inviato il Piano?

Domenico CERSOSIMO, Vicepresidente della Giunta regionale

Non c’è nessuna sanzione, non è prevista dalla norma nessuna sanzione, abbiamo la sanzione del commissario ad acta, nel caso della Regione, o addirittura lo Stato – io spero dalla Regione, non dallo Stato – nel senso che, rispetto a una Provincia inadempiente, si attivano i meccanismi sostitutivi classici. Quindi vedremo, li attiveremo.

Io sono fiducioso che il piano ci arriva, sono convintissimo che, una volta che il Consiglio regionale ha approvato le linee-guida… tra l’altro questo è un piccolo incidente istituzionale. Questo punto all’ordine del giorno c’era già la scorsa seduta , ma per una ragione del tutto ignota, quella seduta si è finita troncando l’ordine del giorno. Quello ha creato un problema per la scadenza del 31 dicembre. Noi avremmo avuto bisogno moltissimo dell’approvazione, era più forte la Regione in quanto tale. Invece, per un motivo stranissimo, la seduta fu interrotta, anche a un orario buono, non era neanche troppo notte, avremmo potuto continuare, ma si decise di non continuare. Quello, dunque, ha creato un problema, ma il vincolo della legge è il 31 dicembre e quindi vorrei mantenerlo.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Talarico.

Francesco TALARICO

Volevo capire: mi sembra che non ci sia la sanzione del commissariamento entro il 31 dicembre – mi sembra di capire dalle  parole dell’assessore – ossia le Regioni sono obbligate a farlo entro il 31 dicembre, però non c’è la sanzione. A mio avviso, il nodo centrale di questa riforma dovrebbe essere, è il Piano di dimensionamento che, sostanzialmente, al di là di quello che stiamo discutendo oggi, perché oggi stiamo discutendo di offerta formativa e di organizzazione della rete scolastica, che sono tre settori diversificati, questi due che stiamo discutendo oggi, poi c’è il terzo del Piano di dimensionamento che è quello che oggi incontra più difficoltà da parte delle amministrazioni provinciali, tant’è che quattro lo hanno approvato, la quinta, quella di Reggio Calabria, stenta ancora ad approvarlo. Questo provvedimento – mi sembra di capire – non introduce novità sostanziali nell’offerta formativa calabrese, cioè che fa? Riprende quello che aveva fatto il Presidente Chiaravalloti allora nel 2000 e lo ripropone, magari, con più parole, ma niente che va nella sostanza dell’offerta formativa, nonostante la Calabria, a mio avviso, ne avrebbe veramente tanto bisogno, anche in considerazione del fatto che si sono un po’ cambiati i modi, i programmi che vengono posti in essere, quali sono le priorità, magari, che una Regione rispetto a un’altra dovrebbe avere, per garantire il passaggio dalla formazione al lavoro e quindi il contesto generale dell’istruzione e della scuola di formazione.

Perciò, sostanzialmente, questo piano non fa altro che fotografare l’esistente, senza aggiungere assolutamente niente di nuovo.

A mio avviso, visto che non c’è nemmeno questa scadenza e visto che c’è anche il Piano di dimensionamento, dove realmente ci sarà da affrontare quello che dice l’onorevole Amendola, magari prevedendo qualche deroga specifica che riguardi la Calabria, perché naturalmente la Calabria non ha la peculiarità rispetto ad altre regioni, anche riguardo la difficoltà di spostamento che c’è da un comune rispetto a un altro, sarebbe più opportuno – lo chiedo all’assessore – prenderci qualche tempo in più, definita la scelta della Provincia di Reggio Calabria, e arrivare poi alla approvazione di un atto che comprenda i criteri di formazione, il piano di dimensionamento, cioè un provvedimento corposo che includa un po’ tutto.

Allora forse, dico io, invece di approvarlo stasera in Aula, sarebbe più opportuno prenderci qualche giorno in più, definire il piano riguardante la provincia di Reggio Calabria, fare un passaggio in Commissione e approvarlo nella prossima seduta del Consiglio regionale, con un provvedimento compiuto che riguardi un po’ l’integrazione tra organizzazione della rete scolastica, magari la parte formativa del piano e anche il piano di dimensionamento per arrivare ad un progetto corposo.

Sapendo che – questo lo dico – è la Regione che sostanzialmente è in ritardo, a mio avviso, perché si sarebbe dovuto invertire: prima il piano della Regione e poi le Province che si sarebbero potute adeguare anche a quelle che erano le previsioni in quel piano contenute, cosa che in tante altre Regioni d’Italia è stato fatto.

Quindi, a mio avviso, prenderci questi 12 giorni di tempo forse aiuterebbe a predisporre un provvedimento complessivo e completo per l’organizzazione scolastica regionale.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Serra. Ne ha facoltà.

Giulio SERRA

Signor Presidente, volevo intervenire su quella che è stata una disquisizione prettamente tecnica del Vicepresidente e un po’ mi ricollego a quanto diceva l’onorevole Amendola. Il lavoro fatto dalle Province è stato sicuramente indicativo, però lei diceva che – se non sbaglio – nella provincia di Cosenza è stata chiesta la deroga.

Su quali basi sono state chieste le deroghe? Perché tolto il discorso dei 500 alunni, tolto il discorso della Comunità montana e delle minoranze etnico linguistiche, mi sembra che non ci fosse altro da chiedere.

Però, quello che lei ha detto pochi minuti fa, assicuratomi anche precedentemente, tutto ciò sarà oggetto di discussione nella relativa Commissione in modo che ognuno di noi che ha contezza anche del territorio possa intervenire e dare dei suggerimenti o comunque anche proporre alcune modifiche, sulla base di quello che è stato anche spesso il discorso dei dirigenti scolastici ma anche delle amministrazioni che, in alcuni casi – non voglio citarne – si sono inserite suggerendo ai sindaci lo spostamento di alcuni plessi da un comune all’altro pur di favorire l’autonomia di una qualche scuola.

Credo che anche su questo – ferme restando l’approvazione e tutte le preoccupazioni che lei diceva – la Commissione e il Consiglio possano poi rendersi conto del lavoro che è stato fatto all’interno delle province, perché lo stesso possa essere secondo me anche migliorato, in ossequio a quello che è anche il rispetto delle leggi e anche riguardo alle responsabilità che abbiamo sul territorio calabrese. Vi ringrazio.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Chiappetta. Ne ha facoltà.

Gianpaolo CHIAPPETTA

Presidente, colleghi, ho chiesto di intervenire perché per il dibattito che si sta sviluppando rispetto alla approvazione di questo provvedimento, credo ci sia qualcosa da chiarire, forse perché probabilmente ho poco compreso l’esatta portata dello stesso provvedimento.

Vedete – lo dico al Presidente e anche al professor Cersosimo, Vicepresidente della Giunta regionale – in terza Commissione è stato licenziato alla unanimità dei presenti un provvedimento che testualmente recita “Indirizzi regionali per la programmazione territoriale dell’offerta ecc..”.

Che cosa sta a significare questo, professore - lei lo ha brillantemente evidenziato nella sua sintetica ma esaustiva illustrazione del provvedimento -? Che noi siamo qui a prendere in considerazione approvandolo o non approvandolo, ma l’unanimità dei presenti e anche l’apporto della minoranza in Commissione dovrebbero  rendere de plano l’approvazione del provvedimento stesso…

Stiamo discutendo, Presidente del Consiglio e colleghi consiglieri, l’approvazione delle linee guida da cui la loro compatibilità rispetto ai piani le cui proposte – come ha ricordato il professor Cersosimo – sono demandate alla competenza delle amministrazioni provinciali.

Perché ho chiesto di intervenire io, signor Presidente del Consiglio? Perché nel momento stesso in cui vengono evidenziate una serie di “anomalie”, “disfunzioni”, una serie di necessari ed utili approfondimenti e riflessioni rispetto a quello che sarà, e non rispetto a quello che è, io credo che in questo momento il Consiglio regionale non sia nelle condizioni di poter dibattere di una cosa che non c’è se ho ben capito.

Nel senso che noi siamo qui…

(Interruzione)

PRESIDENTE

Mi scusi un attimo. Onorevole Aiello…

Gianpaolo CHIAPPETTA

Mi accingo a concludere questo brevissimo intervento che aveva ed ha lo scopo di evidenziare quali sono gli esatti termini della questione che in questo momento il Consiglio si trova ad affrontare ed eventualmente ad approvare.

Noi stiamo approvando o stiamo esaminando prima della sua approvazione un provvedimento che deve esclusivamente determinare le linee guida e la successiva compatibilità di quello che questa sera viene approvato rispetto a quelli che sono i piani in parte approvati dalle amministrazioni provinciali ed in parte da approvare relativamente all’amministrazione provinciale di Reggio Calabria.

Ecco perché facendo mie le considerazioni che sono state espresse anche dai colleghi che mi hanno preceduto - per ultimo il collega Serra –, io dico che nel momento stesso in cui si avrà, così com’è stato definito dal professor Cersosimo, l’assemblaggio dei diversi piani provinciali, non può non essere – mi consenta professore e su questo non sono d’accordo con lei – che il Consiglio l’organo decisorio e l’organo che dovrà approvare il piano, attraverso il vaglio dello stesso piano nell’apposita Commissione consiliare competente, sì da poter individuare se tutto ciò che è relativo ai diversi piani, alla definizione dei diversi piani, abbia trovato dopo il vaglio legittimo e giusto che farà l’assessorato regionale competente e poi l’Esecutivo, ma successivamente anche quello della Commissione consiliare competente e poi anche del Consiglio regionale, grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole De Gaetano. Ne ha facoltà.

Antonino DE GAETANO

Presidente, rapidamente perché credo che la Provincia di Reggio Calabria, assessore, non abbia sbagliato a non approvare il piano perché fino a prova contraria queste linee guida servono alle Province per poi approvare il loro piano provinciale. Se le linee guida non sono state ancora deliberate credo che forse ci sia qualcosa che non va in questo meccanismo.

Non so come le altre quattro province abbiano approvato i loro piani su un testo che ancora non c’è.

Su questo vorrei che fosse chiaro che non è la Provincia di Reggio Calabria, in questo momento, inadempiente e non è né l’assessore né il Presidente della Provincia ma credo che dobbiamo stare attenti perché se per esempio, assessore, questo piano o queste linee guida vengono modificate in uno o due principi cardine dal Consiglio regionale che potrebbe anche modificare tramite emendamenti, quei quattro piani verrebbero a cadere.

Credo che dobbiamo stare un po’ attenti. Ritengo che la soluzione migliore da adottare sia quella utilizzata dalla Puglia. Cioè un provvedimento dove non si va a fare un dimensionamento delle autonomie, ma si rinvia questo piano alla prossima annualità e si discute meglio nel concreto come poter trovare una soluzione migliore e più condivisa.

Noi sappiamo che la nostra Regione non è la Lombardia o il Veneto in cui ci sono sterminate pianure o una facilità di trasporti tale da poter permettere ad una scuola a tre chilometri di essere accorpata ad un’altra scuola.

Soprattutto io credo che ci sia un rischio.La riforma fatta dalla Gelmini o per meglio dire la scure che ha usato Tremonti colpirà in maniera profonda la nostra regione, toglierà posti di lavoro nel senso che non verranno licenziati insegnanti o amministrativi in questo caso, presidi o applicati di segreteria, ma nella prospettiva quando verranno ad essere eliminate le piante organiche in questi posti, quando si andranno a sostituire le persone perché andranno in pensione, questi posti non ci saranno più. E per la Calabria si rischia di perdere a regime tra 10-15 anni anche 500 posti di lavoro che, capite bene, nella nostra realtà economica e sociale sono posti pesanti che vanno ad essere persi.

Per tutto questo,  credo che un supplemento di ricerca col Governo va fatto nella nostra Regione. Credo che l’esempio della Regione Puglia sia da seguire ma capisco anche quel che dice l’assessore “la Calabria non può essere una Regione che puntualmente è inadempiente dal punto di vista legislativo”. Ma la delibera che ha fatto la Regione Puglia che rimanda a quando ci saranno parametri più chiari anche da parte del Governo nazionale, credo che sia una impostazione che renda l’assessore forte, nel senso che non è che la Regione non ha deliberato ma va con una impostazione politica forte in cui si dice chiaramente “noi alla riforma fatta da Tremonti e dalla Gelmini siamo contrari, non la vogliamo nel nostro territorio perché penalizza la nostra regione e andiamo con una impostazione di contrasto che poi può anche trasformarsi in un accordo col Governo nazionale”.

Un’ultima cosa. Credo che su questo vada fatta una analisi attenta anche dei piani provinciali perché non vorrei che le storture che sottolineava il collega Amendola fossero inserite anche in altri piani provinciali.

Io ho timore, nella nostra regione ci sono tantissimi comuni di montagna e non vorrei che questi comuni che sono già colpiti dai tagli che sono stati fatti con la chiusura degli uffici postali, venissero anche ad essere colpiti con la chiusura delle scuole. Con gli unici presidi forti che ci sono, resterebbero in alcuni paesi soltanto le caserme dei carabinieri. Non vorrei che lo Stato o la Regione abbandonassero alcune comunità.

La Calabria è una regione fatta da tanti piccoli e piccolissimi comuni, molti dei quali si trovano in aree collinari e di montagna. Su questo vorrei che fosse posta maggiore attenzione e che insieme trovassimo una soluzione che tenesse in vita la possibilità di tenere le autonomie che in alcuni paesi diventano l’unico segno tangibile dello Stato e della Regione.

Quindi per questo credo che se potessimo fare un rinvio sarebbe la soluzione migliore.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.

Giovanni NUCERA

Presidente, intervengo per esprimere una nota positiva nei confronti del quadro di indirizzo regionale, uso questo termine, e nei confronti del lavoro che l’assessore ha voluto svolgere sicuramente spinto dalle scadenze che incombevano rispetto agli atti che noi oggi abbiamo qui in discussione.

Meritoria l’azione, propositiva l’attività ma devo rilevare che nonostante gli sforzi colgo alcune espressioni ed alcuni principi indicati senza che a questi principi, a queste linee di indirizzo si dia un minimo cenno rispetto a quella che dovrà essere la filosofia del piano regionale vero e proprio.

Non tanto nel sistema di attuazione – lei lo dice che non sta a noi attuare il piano e questo è giusto, altre autorità ed altre istituzioni sono chiamate a far questo – quanto invece nel piano di indirizzo generale, per la garanzia di quel diritto di studio reale ed effettivo che prescinde dalle indicazioni di principio e che entra, invece, in quella peculiarità tipica che dovrebbe essere una istituzione regionale nella fattispecie ed ancor di più nelle istituzioni provinciali.

Io stigmatizzo il comportamento di quanti alle scadenze dovute, avendo responsabilità istituzionale non hanno risposto o positivamente o negativamente rispetto alla scadenza stessa che imponeva.

E’ una amministrazione provinciale quella assente - purtroppo è quella della provincia che mi riguarda direttamente –, come tale è da stigmatizzare il comportamento omissivo di questa Provincia e come tale deve essere, a mio avviso, indicata non come modello e come esempio di riferimento, ma  come una cattiva amministrazione che in quella provincia vige.

Quindi la non risposta istituzionale – chiedevo poco fa se c’è una sanzione o meno – deve essere punita.

Io ho esordito dicendo che sottolineo positivamente l’impegno dell’assessore, il quale preoccupandosi del dato soprattutto di immagine e di riferimento sul piano istituzionale, dice “non devono ricadere sulla Regione Calabria responsabilità che non competono”.

Poi sul metodo di queste responsabilità o sulla competenza, sulla qualità di risposta che noi diamo alla chiamata ne possiamo discutere.

Su questo assessore, però, purtroppo sono costretto a prendere qualche distanza leggendo il testo del provvedimento.

Devo prendere qualche distanza perché io lo considero insufficiente sul piano della proposta complessiva, ma la insufficienza che colgo non è quella speculativa di chi a tutti i costi deve porsi contro perché è il ruolo o il gioco delle parti che ci spinge in questa posizione.

L’insufficienza che io pongo ad onor del vero, è stata quella che mi è stato accennata dall’intervento che mi ha preceduto, cioè riguardo alla peculiarità della nostra regione.

Fossimo una regione della val Padana,  non direi queste cose ma siccome abbiamo già vissuto un primo momento di aspro confronto nei mesi di agosto, settembre, ottobre e fino quasi a tutto novembre, uno scontro violento a cui abbiamo dovuto assistere in quasi tutti i comuni della Calabria, in particolare quelli della provincia di Reggio Calabria, fossimo, ripeto, in un’altra regione, quegli scontri non avessero avuto un momento di attenzione e di cronaca reale nel nostro territorio, forse oggi potrebbe passare anche inosservato un piano così come è stato redatto perché richiama tout court quelli che sono i principi e le indicazioni della legge. Lei è stato bravo, il compito l’ha saputo svolgere ma non entra nel cuore di quello che è il vero problema di quello che la regione ha.

Non entra nel momento in cui non affronta, di fatto, non ciò che il piano dovrà dire, perché poi il piano si richiamerà ai principi di queste linee di indirizzo, almeno mi auguro, ma di ciò che effettivamente noi come Consiglio regionale nella nostra prerogativa vogliamo e pretendiamo rispetto a questa legge.

Allora dove è che io colgo la piena insufficienza di queste linee di indirizzo? La colgo nel momento in cui lei sostiene e lo ha sostenuto nella sua relazione che il piano non è più competenza del Consiglio regionale.

Dobbiamo quindi capire se noi dobbiamo in linea di indirizzo svolgere la traccia di un tema e poi, se non ho il compito di entrare nel merito del tema, mi dica che funzione ha questo Consiglio regionale.

Ma non è quella che la legge stessa gli attribuisce, ma è una prerogativa che lei ha voluto togliere a questo Consiglio regionale perché non si ha la possibilità di poter entrare pienamente in quello che è il sistema.

La prima cosa che, allora, chiedo in questo intervento è di avere il piano regionale così come definito anche con i suggerimenti e le indicazioni da parte delle Province e successivamente portarlo in Consiglio regionale per esaminarlo e valutare, insieme cercare di inserire quegli elementi che possano all’interno dello stesso piano dare linee di indirizzo programmato.

Lei non mi può liquidare la materia dicendo “nel caso di chiusura di istituti scolastici aventi sede nei piccoli comuni, possono essere previste specifiche misure finalizzate alla riduzione del disagio degli utenti”.

Lei prevede la possibilità di sdoppiamento delle classi. Abbiamo visto – lo dicevo prima – cosa ha significato chiudere delle sezioni o delle classi in determinati paesi. Lo abbiamo visto e lo verifichiamo giornalmente, anche in questi ultimi giorni in cui è bastato un acquazzone per isolare interi paesi della nostra regione.

Eppure noi abbiamo visto paesi che hanno trovato le loro scuole chiuse pur avendo il limite degli studenti presentabili o che potevano frequentare la scuola. Perché il tutto dipendeva dalle bizze o del direttore scolastico o del dirigente provinciale, e via dicendo, che apriva e chiudeva a seconda della pressione e della forza che arrivava sotto la scuola o sotto gli ex provveditorati agli studi per fare pressioni rispetto alle scuole stesse. Cioè il balletto delle chiusure o delle aperture a seconda di chi la diceva più forte o la gridava di più.

La classe politica dirigente e responsabile non può non interrogarsi su questo sistema. Non può non porre a base di questo sistema, come lei ha fatto, il richiamarsi a quelle che sono le peculiarità locali e territoriali sulla valenza di alcuni corsi formativi, senza dubbio degni di nota e qui mi viene di pensare all’alto cosentino con la lingua arbereshe o all’area grecanica della provincia di Reggio Calabria o altre aree con presenza di minoranze linguistiche.

Mi viene anche da pensare alle necessità orografiche del nostro territorio che devono trovare in un testo, in un indirizzo preciso, in una norma una attività di riferimento e di riscontro su quello che è, che può essere e che deve essere un importante momento di sostegno e di riferimento.

Allora, laddove lei si richiama al decreto 233 del 1998 a partire dagli alunni per le scuole e tutto il resto, io sarei ben cauto nel definire paletti in maniera da non poter derogare al sistema e al principio perché c’è una difficoltà che è peggiore della difficoltà stessa delle residenze delle popolazioni che è – quella che appunto le dicevo – quella della distanza fra paesi. La difficoltà di percorrere anche all’interno dello stesso comune…

Assessore, lei è calabrese come me e più di me conosce il territorio della Calabria, sa benissimo che vi sono centri montani distanti anche un’ora di macchina dal nostro capoluogo. Piccoli paesi, noi stiamo parlando di realtà operative dove la presenza effettivamente diventa difficile o meglio lo spostamento per i ragazzi diventa difficile.

Badate bene, assessore, noi dobbiamo temere un altro elemento importante. Qui non parliamo di giovanotti di 18-20-25 anni che hanno una struttura fisica in grado di sopportare lo stress di continuo spostamento da un luogo all’altro, ma qui parliamo di bambini che obiettivamente sono costretti ad una spinta di gran lunga superiore rispetto a quella che può essere anche la loro capacità fisica.

Solo così si può recuperare la dispersione scolastica, solo così possiamo incrementare la forma reale di partecipazione nelle scuole.

Qui mi vengono in mente le tante manifestazioni fatte dai genitori, dalle mamme e dai papà, che oggettivamente con l’acqua alla gola non sapevano come garantire il proseguimento degli studi ai figli e qui parliamo non sempre di famiglie che possono permettersi una istruzione alternativa. Parliamo spesse volte di famiglie dove l’elemento istruzione già fino alla quinta elementare può costare tanto non solo in termini di partecipazione effettiva ma in termini di costo della qualità della vita all’interno di questi centri.

Allora, assessore, siccome io la conosco come un uomo di cultura, di scuola, di Università, un uomo che conosce ed ha sensibilità sociale sotto questo punto di vista, io la prego di integrare meglio definendo qualche paletto in più all’interno delle linee guida; la prego di sanzionare quelle Province ufficialmente che non hanno tenuto fede e non hanno tenuto l’impegno perché hanno dato un esempio di cattiva amministrazione, ma soprattutto il piano – così come sarà redatto con tutte le osservazioni dei comuni e delle province in un quadro più generale – sia oggetto di attenzione anche da parte del Consiglio regionale.

Perché, badi bene, assessore e questo lei lo sa, non è sul provveditore scolastico provinciale che poi ricadono le responsabilità e le disfunzioni e non è nemmeno sulla Giunta regionale, ma ricadono sulla classe politica dirigente che verrà additata come una classe politica distratta, laddove di fatto noi non abbiamo avuto alcuna competenza o possibilità di poter esaminare gli atti stessi.

Per cui io per certi aspetti mi sentirei di sostenerla in questa iniziativa, in questa battaglia sicuramente lodevole che lei sta portando avanti ma per altri io la prego di essere più esaustivo già in questa fase delle linee guida con l’impegno, ovviamente, che lei dovrà prendere per aver noi una seduta di Consiglio regionale, perché no?, preceduta da una seduta di Commissione dove saranno invitati gli organi competenti ad attuare il piano per meglio definire i programmi, i progetti e l’attualità di questo piano in maniera pratica per garantire quel diritto allo studio ai tanti calabresi che non hanno la fortuna di vivere nelle città opulente ma vivono in frazioni, in piccole campagne, in villaggi quasi isolati dal centro e che trovano nella scuola un punto di riferimento e di reinserimento sociale nei confronti di tanta emarginazione che vivono.

Assessore, questo è il messaggio che io le voglio dare. Un messaggio che non è un voto negativo che si esprime al piano, assolutamente no, ma è una valutazione di completezza che io la invito a fare anche perché o si chiude il 31 dicembre o il 15-20 gennaio, nulla cambierà sul piano della sostanza fermo restando che io la invito già da stasera a stigmatizzare il comportamento di quegli enti territoriali che non hanno saputo adempiere perfettamente a quello che doveva essere il mandato, il compito di collaborare e di costruire insieme a noi quel progetto di Calabria nuova e diversa che noi vogliamo.

Siamo certi che anche per un piano così importante, quel progetto passa per l’interesse generale dei nostri territori e della nostra popolazione.

Presidenza del Presidente Giuseppe Bova

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Cherubino, capogruppo dei socialisti democratici italiani nonché dei socialisti europei in Consiglio regionale. Ne ha facoltà.

Cosimo CHERUBINO

Grazie, Presidente, vi tranquillizzo e vi rassereno, colleghi,  dicendo che a differenza del collega Nucera che ha fatto un intervento corposo io sarò breve e spero conciso.

Mi ricollego subito all’intervento che condivido e sottoscrivo pienamente ed interamente del collega De Gaetano.

Assessore, io volevo fare tre riflessioni. La prima per quanto riguarda la Provincia di Reggio Calabria: mi sono sentito poco fa con l’assessore alla pubblica istruzione della Provincia di Reggio Calabria, che mi comunicava che hanno concluso i lavori della Giunta con questa delibera. Aspettano l’approvazione delle linee guida perché dobbiamo esser chiari: la Giunta non ha approvato il piano e qui non stiamo discutendo il piano del ridimensionamento scolastico, ma stiamo discutendo e ci stiamo confrontando in maniera libera e democratica portando ognuno di noi il nostro contributo ed arricchendo il lavoro già svolto dall’assessore per quanto riguarda le linee guida.

Quindi la Giunta provinciale di Reggio Calabria non è inadempiente nei confronti dell’assessore, dell’assessorato o del Consiglio regionale ma giustamente io dico – come affermava prima il collega De Gaetano – sta facendo un momento di lavoro, di confronto per avere le idee chiare una volta che le linee-guida verranno approvate.

Dagli interventi in Aula, secondo me, emerge che una delle soluzioni migliori, secondo me, per quanto riguarda il mio partito, anzi la migliore sarebbe quella di rinviare alla competente Commissione le linee guida per poter avere la possibilità, come dicevano prima i colleghi Amendola e De Gaetano, di collegarci con il territorio e non solo con le Province, come diceva il collega Principe. Questo per toccare con mano ed avere un quadro chiaro delle esigenze del territorio per quanto riguarda la rete scolastica.

Concludo, Presidente Bova, con la proposta di rinviare alla Commissione competente le linee guida. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Borrello. Ne ha facoltà. 

Antonio BORRELLO

Presidente, per la verità non pensavo di dover intervenire in questa discussione ma registro che si sta andando un poco oltre rispetto a quello che è l’argomento di cui ci stiamo occupando.

Siamo qui chiamati a deliberare sulle linee guida e quindi sugli indirizzi di carattere generale, cui le Province devono attenersi in sede di predisposizione dei piani di dimensionamento.

Se noi, ora, non applichiamo queste linee guida, le Province non possono essere assolutamente autorizzate a procedere oltre. Questo è un passaggio fondamentale e non ha senso rinviarlo in Commissione, quando già c’è stato il parere unanime della Commissione. Il punto è di altra natura.

Quando noi parliamo di esigenze di territorio, Presidente – qui forse divago pure io nel ragionamento – ci riferiamo alle difficoltà cui andrebbero incontro gli alunni o ci riferiamo alla difficoltà di perdere qualche dirigenza? Qui dobbiamo essere chiari fino in fondo, perché qui non c’è assolutamente nessun problema né di trasporto né di niente, perché non si perdono i plessi per quello che io ho capito, ma si perde qualche dirigenza.

Allora un Consiglio regionale che si accapiglia o si esaspera nella discussione per capire o meglio per evitare che possa non essere tutelata qualche dirigenza, a mio giudizio non ha niente a che fare con i processi formativi che interessano i ragazzi.

Allora dico che il piano sarà un’altra cosa, l’assessore e Vicepresidente ci ha detto che sarà posto all’attenzione anche della Commissione o del Consiglio stesso perché io sono d’accordo sul fatto che quando la legge parla di “Regione”, si riferisce indiscutibilmente alla Giunta regionale. Però noi cogliamo favorevolmente l’opportunità che l’assessore dà per la discussione tenendo conto del fatto che una discussione in Commissione sullo stesso piano sicuramente potrà registrare anche delle visioni diverse rispetto all’approvazione e secondo me la Giunta regionale non sarà sorda ad eventuali indirizzi o ipotesi di scelta che può dare sul piano la Commissione.

Dobbiamo esser chiari sul punto, Presidente. Dobbiamo esser chiari sul fatto che la nostra discussione dovrà tendere essenzialmente ed esclusivamente a tutelare i processi formativi dei ragazzi e non le dirigenze.

Può dispiacere se si perde qualche dirigenza, ma le regole ci sono e secondo me vanno osservate fino in fondo grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Chiarella. Ne ha facoltà.

Alla fine della discussione darò la parola all’assessore, Vicepresidente della Giunta regionale, per la replica.

Egidio CHIARELLA

Grazie Presidente, solo per fare una osservazione che ritengo sia venuta fuori nella sua concretezza, direi, perché – attenzione – noi stasera non possiamo non approvare le linee guida che abbiamo di fronte, perché mettiamo, io direi, sul ridicolo lo stesso lavoro della Commissione competente che ha svolto un lavoro importante approvando alla unanimità un provvedimento necessario per le province ad iniziare dal lavoro di fondo del dimensionamento scolastico facendo, poi, proposte concrete attraverso dei piani alla Giunta regionale.

Direi quindi che noi stasera stiamo un po’ mischiando le cose e depistando il lavoro del Consiglio regionale, lo stiamo depistando. Io stasera non devo approvare nessun piano di dimensionamento scolastico, devo dare le linee guida alle Province che poi faranno un piano concreto guardando al territorio e – ha ragione Borrello – sperando che guardino di più l’esigenza dei ragazzi e non di qualche esigenza di natura personale di questo o quell’altro dirigente.

Noi come Regione stasera dobbiamo assolutamente approvare le linee guida, poi raccogliere chiaramente le indicazioni che vengono dai miei colleghi Principe, De Gaetano, Cherubino, Amendola, Chiappetta, Nucera. Perché in fondo tutti hanno chiesto che come Consiglio regionale si possa guardare nel piano per capire, intanto, anche noi se gli indirizzi siano stati osservati per come si doveva correttamente fare, e su questo chiaramente l’assessore e la Giunta regionale approveranno o meno il piano, riteniamo però opportuno e politicamente importante che il piano ritorni in Commissione.

Così, secondo me, si dà più forza al progetto politico del governo e dello stesso assessore, perché alla fine noi cosa dovremmo andare a vedere? Che gli indirizzi regionali siano stati osservati e che il dimensionamento scolastico avvenga attraverso i parametri dettati da questo Consiglio regionale anche per verificare tutto quel che diceva il consigliere Amendola e per non fare un dimensionamento che vada a razionalizzare e promuovere meglio l’azione didattica-educativa sul territorio.

Ecco, cercare di guardare bene affinché non si facciano proposte o si prendano iniziative che vadano a favorire determinate aree in base – si diceva prima – non a quello che è il vero momento pregnante del provvedimento, ossia di migliorare l’offerta formativa ed educativa sui nostri territori.

Noi questo dobbiamo assolutamente verificare ed in questa direzione, a mio avviso, ci possiamo muovere dopo aver approvato le linee guida nella speranza che presto, nel mese di gennaio, il piano complessivo venga a conoscenza di questo Consiglio regionale, che ne dia il sigillo politico conclusivo, affinché alla fine, condivido con i colleghi che dicono che alla fine, sia stato rispettato il territorio guardando però sempre e comunque a quello che è il punto essenziale del nostro ragionamento cioè il miglioramento della offerta formativa ed educativa nella regione Calabria.

Che si approvino, quindi, queste linee guida perché altrimenti cadono tutti i discorsi che i nostri colleghi hanno fatto, perché senza questo provvedimento non c’è il piano delle province e non ci può essere nemmeno un voto favorevole o meno, alla fine, del Consiglio regionale sul piano che potremmo anche sotto alcuni aspetti non condividere e quindi anche correggere.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi Pasquale. Ne ha facoltà.

Pasquale Maria TRIPODI

Grazie Presidente. Assessore io già le preannuncio non solo il mio sostegno a questa delibera, a questa linea di indirizzo che ha presentato stasera, ma vorrei fare una piccola digressione anche perché tra le cose che ho sentito alcune non mi convincono. La prima parte attiene alla legge e lei non ha fatto altro che applicare i contenuti, quindi ridimensionamenti, istituzione di nuovi plessi ecc., hanno un iter e un percorso che è già sancito per legge istituzionalmente.

Io vorrei fare alcune considerazioni sulla seconda parte, su quella che riguarda l’offerta integrata regionale e che mi trova d’accordo sui principi e sulle linee base, ma vorrei fare un attimino un ragionamento a monte.

Un ragionamento a monte perché questa proposta complessiva se non supportata da altre cose…, voglio dire che può darsi che gli effetti che noi speriamo possa avere all’interno dell’indirizzo formativo della nostra popolazione calabrese non abbiano il valore e il riscontro che noi ci attendiamo e mi spiego meglio.

Un problema è strutturale. Io mi auguro che lei e la Giunta regionale sicuramente abbiate pensato, a predisporre gli strumenti ulteriori per consentire alle Province di poter intervenire intanto sugli edifici scolastici.

Noi tempo fa abbiamo fatto una discussione, in cui ritenevamo che la maggior parte degli edifici sia inadeguata a quella che deve essere una offerta formativa non dico di eccellenza ma di normalità in questa Calabria.

L’istituto scolastico è connesso a tante altre cose e mi riferisco, per far un esempio, per tanti anche ad un sito idoneo quale potrebbe essere una palestra o quale potrebbe essere un laboratorio informatico o quant’altro all’interno delle scuole, perché poi le Province hanno la responsabilità di integrare una risposta territoriale anche rispetto alle specificità stesse del territorio.

Vedete, noi in quest’area della ionica abbiamo vissuto fino agli anni ’90 un processo strano. Per fare un esempio, coloro i quali parlavano il greco o il grecanico dalle nostre parti erano additati allora, con la dignità che ognuno deve avere e col rispetto anche della persona umana, come i cosiddetti “cafoni”.

Poi questa lingua ha ripreso dignità, erano i cosiddetti morti viventi per quanto riguarda la lingua grecanica. Con i sacrifici che ognuno di noi ha fatto, che le istituzioni a livello di territorio hanno fatto si è raggiunta una dignità che nei tempi passati non era riconosciuta.

In queste linee guida io riscontro con piacere che c’è anche questo indirizzo. Però io mi auguro che ci sia una volontà della Giunta di creare quelle condizioni in cui questa offerta integrata possa essere realizzata poi, perché io non bado…, ben venga la soppressione non di uno ma di dieci plessi o di dieci dirigenti che non ci siano più, se poi l’offerta complessiva va a valorizzare ulteriormente e a dare una offerta informativa diversa. Ma non rispetto alle posizioni della politica, perché la cultura è uno di quei temi che non ha colore politico, maggioranza o minoranza, ma una impostazione in cui la crescita culturale della Calabria passa attraverso un processo che necessariamente va guidato su provvedimenti legislativi e normativi che sicuramente non sono interpretati ma anche adottati e posti in essere rispetto alle capacità economiche che questa regione ha e deve avere.

Io le chiedo, quindi, anche una maggiore attenzione rispetto ai Por che abbiamo, 2007-2013 anche su questo aspetto. Sicuramente l’avrà pensato, ne sono sicuro, ma è bene che le Province abbiano gli strumenti adeguati per poter dare una offerta formativa che li possa vedere attori e protagonisti di un processo di crescita che noi tutti qui speriamo.

Intanto, per quanto riguarda, questo provvedimento come le dicevo prima, preannuncio il mio voto contrario e non per spezzare nessuna lancia a difesa di questa Provincia perché non ne ha bisogno, ma io ritengo che se la Provincia non ha fatto questo piano è perché, evidentemente, sta aspettando di avere non solo le linee guida ma anche le idee più chiare, forse, per quanto riguarda una proposta che sia integrata veramente a quelle che sono le esigenze del territorio.

PRESIDENTE

La parola all’assessore.

Domenico CERSOSIMO, Vicepresidente della Giunta regionale

Intanto grazie per i contributi che ci sono stati, tutti validi, ho preso molti appunti. Sono personalmente anche contento che questo Consiglio regionale affronti con tanta pacatezza e il dovuto entusiasmo, con grande passione un tema decisivo per noi qual è quello della scuola.

L’attenzione che alcune volte su altri temi altrettanto importanti non c’è stata, stasera, invece si e riscontrata e devo ringraziare il Consiglio, lo devo fare con molta umiltà, di questa capacità di discutere di un tema rilevante per il nostro futuro con questa pacatezza, con questa densa argomentazione.

Rapidamente. Noi non stiamo approvando nessun piano ma stiamo approvando delle linee guida che ricalcano in grandissima maggioranza la “233” del 1998 che è un decreto del Presidente della Repubblica in applicazione di una legge 59 del 1997.

Allora la storia comincia dieci anni fa. Quella legge dice alle Regioni di predisporre ogni anno un piano di dimensionamento. Ripeto che la nostra Regione lo ha fatto una sola volta, una tantum, con un commissario ad acta, l’allora Presidente della Giunta regionale lo ha fatto il 1° agosto, con il decreto numero 1 del 1° agosto 2000. Da allora muti.

Il Consiglio regionale e le Commissioni non si sono occupati più del piano di dimensionamento a differenza delle altre Regioni del sud e del nord che invece lo hanno fatto. Questo è, allora, un dato di fatto che non possiamo dimenticare anche perché – è una cosa che anticipo adesso – stando fermi non è che la nostra situazione migliori ma tende a peggiorare perché alla fine, quest’anno abbiamo il cumulo del dimensionamento.

Il dimensionamento che faremo adesso per il 2009-2010 assorbe il dimensionamento che non abbiamo fatto per il 2001, 2002, 2003, 2004 ecc.. Cioè se lo avessimo fatto ogni anno alla fine il dimensionamento riguardava non più di tre o quattro dirigenti scolastici, quindi stiamo discutendo delle linee guida e non del piano.

Vorrei ricordare un altro fatto. Il 9 gennaio 2007 la Giunta regionale ha consegnato una delibera con le linee guida e soltanto il 27 ottobre di quest’anno, sotto la pressione delle scadenze previste dal “133” articolo 64, della “154” trasformata in “189” del 4 dicembre articolo 3, che ci costringe a fare il piano entro il 31 dicembre di quest’anno.

Vi ricordo pure un altro dato, nella scorsa seduta di Consiglio queste linee guida erano all’ordine del giorno ma i lavori furono interrotti e quindi non sono state discusse.

Tutto questo era chiaro ma mettetevi nei panni di un amministratore regionale: aspetta fino all’ultimo secondo per approvare, per dar corso ad una legge dello Stato? Credo che un amministratore con un minimo di buonsenso provi a far di necessità virtù e lavora con una profezia credibile. Se la Commissione ha dato parere alla unanimità è presumibile, ragionevole e razionale che il Consiglio regionale approverà quel provvedimento. Dunque d’accordo con le Province; passo passo con le province, passo passo con la scuola provinciale regionale, passo passo con le organizzazioni sindacali abbiamo provato a “far finta” che le linee guida ci fossero.

Ripeto, che in questo Consiglio le linee guida, con una delibera dell’allora assessore Principe approvata nel 9 gennaio 2007 c’erano per me, quindi la nostra delibera è solo implementativa di quella delibera perché qualcosa era cambiata.

E allora, dal punto di vista di un amministratore che pensa a quella scadenza, ed io la vivo – ve lo devo dire –, per me quel termine è un problema di sostanza e non di forma, cioè che la Regione Calabria approvi entro il 31 dicembre queste linee guida è un elemento determinante per la reputazione e per la dignità istituzionale della nostra stessa Regione.

La vivo come un problema – sarò io fissato – di tutto il Consiglio. Se si è inadempienti, tutto il Consiglio regionale a prescindere dalla Giunta, dal Consiglio, la Regione Calabria alimenta quello stereotipo di inaffidabilità.

Dunque mi sono posto quella postura culturale che il 31 dicembre io devo approvare, è mio dovere farlo perché c’è la legge 189, articolo 3, legge dello Stato che mi dice che entro il 31 dicembre devo far questo. Ed io mi sono posto in quella condizione, profezia credibile si chiama, e ci ho provato.

Anche con la provincia di Reggio Calabria non è così. Io sono un po’ pignolo, come saprete, di carattere, ma con la Provincia di Reggio Calabria, con l’assessore provinciale non solo abbiamo discusso sistematicamente tutto ma personalmente gli uffici si sono trasferiti un giorno a Catanzaro a sostenere il lavoro istruttorio, appunto, della Provincia di Reggio Calabria.

La Provincia di Reggio Calabria e le altre Province ci hanno chiesto il 1° dicembre – c’è un verbale della riunione tecnica – di spostare la data dal 20 novembre al 15 dicembre, cosa che abbiamo fatto d’accordo, quindi nessuna polemica con nessuno ci mancherebbe.

Sto provando soltanto in modo asettico, a freddo a ricordare date e fatti. Prima questione.

Seconda questione: dobbiamo raffreddare un po’ l’oggetto. Ho sentito buone discussioni che noi dovremmo riservarci di farle in un’altra occasione, e questa ci sarà.

Quest’anno per fortuna, ovverosia per l’anno scolastico 2009-2010 la discussione, il dimensionamento scolastico è soltanto sul numero dei dirigenti o se preferite dei presidi. Allora stando quella soglia minima ottima considerata dallo Stato, legge 233, di 500 e 900 si dice alle istituzioni scolastiche: l’autonomia scolastica è concedibile a quelle strutture che sono tra 500 e 900. Sopra 900 c’è la facoltà di far la deroga, sotto i 500 c’è la facoltà di far la deroga: isole minori, comuni montani e minoranze linguistiche o etniche. Quello di cui stiamo discutendo.

Allora abbiamo fatto soltanto una discussione fortunatamente, per merito delle Regioni…, il prossimo anno sarà molto più duro quando entro il 15 giugno 2009 le Regioni dovranno fare una intesa istituzionale di programma con la conferenza Stato-Regioni per decidere i parametri di funzionamento delle strutture fisiche dei plessi.

Io mi aspetto che il prossimo anno faremo una discussione di merito molto più difficile di adesso.

Adesso quanti saranno questi dirigenti che probabilmente scompariranno? Ad oggi la mia stima si aggira tra i 60 e gli 80. Vorrei darvi un altro piccolo dato demografico: i dirigenti scolastici in Calabria sono i più longevi d’Italia, la media è di 50-59 anni e mezzo.

Quindi di questi 50-60-70 che se vanno in pensione e si svecchiano un po’ i plessi non è un dramma. Lo diceva l’onorevole Borrello, non si licenzia nessuno ed i bambini di Caccuri staranno a Caccuri così come i bambini di Laino Borgo staranno a Laino Borgo. E’ il prossimo anno che avremo il problema, ma ne discuteremo, ne abbiamo discusso con il ministro Gelmini.

Non è vero che il problema è della Calabria, il problema è del Piemonte, della Lombardia. Dal punto di vista demografico la loro struttura è paradossalmente peggiore della nostra. La polverizzazione demografica del Piemonte è più spinta della nostra e c’è una attenzione anche del nord su questo.

Allora non è vero che la Calabria è in una situazione peggiore, non è così. Poi ne discuteremo e lo faremo nel merito. Quello che abbiamo strappato come Regione alla Gelmini e a Tremonti è che discuteremo insieme i parametri, quel famoso 50 sotto o sopra lo discuteremo insieme e quindi vedremo.

Nessun licenziamento, l’età media è molto alta, al più di perderanno delle postazioni. Supponiamo due comuni che chiamiamo ics e ipsilon, due autonomie oggi sottodimensionate che si uniscono significa che il dirigente, il preside di una scuola governa anche i processi di quell’altra scuola, ma ciò non toglie che si possa avere un vicepreside che d’accordo col preside segua quei processi. Non è così drammatica la cosa.

Io trovo delle punte di drammatizzazione eccessiva in questo discorso. Non bisogna farne un dramma, so anch’io che tanti dirigenti, tanti sindaci ne fanno anche una questione di orgoglio “perdo l’autonomia scolastica”.

Il problema dell’autonomia scolastica non ha nulla a che fare con l’efficienza e l’efficacia dei processi formativi o con la qualità della nostra scuola. Magari dipendesse soltanto dai dirigenti! La qualità della scuola in Italia è in una crisi profonda perché si è devitalizzato il valore sociale della scuola stesa, non dei dirigenti. Alcune volte i dirigenti contribuiscono a devitalizzare la scuola non a valorizzarla, e anche su questo starei abbastanza cauto, secondo me, non mi preoccuperei moltissimo.

La Gelmini – ripeto e lo dico giusto per chiarire – non c’entra nulla in tutto questo. E’ una storia che nasce nel 2007-2008. La Gelmini e Tremonti volevano entrarci, vedrete che nell’articolo 64 del “112” poi “133”, avevano messo il dimensionamento scolastico dei dirigenti e anche delle scuole, ma sono state le Regioni a scorporare le scuole ed a cacciare il commissario ad acta. Quindi non è vero che c’entra il ministro Gelmini.

Anzi questo piano di dimensionamento è una conquista ed una riconferma di quella legge del 2008, quindi non mettiamo la Gelmini, che sarà pesantissima il prossimo anno, quando in Italia si ridurranno 87 mila professori nel triennio e 44 mila Ata. Lì sarà dura per noi, per i piccoli comuni e dovremmo vedere come affrontare con molta razionalità, capacità e passione come ho sentito stasera. Lì mi augurerei una sessione speciale del Consiglio regionale, non solo le Commissioni ma anche del Consiglio regionale, perché la scuola è troppo determinante per noi per fare una discussione in fretta e furia qualche pomeriggio.

Anche qui chi decide? Io non è che mi invento chi va al Consiglio, se non va in Commissione ecc., è una legge la legge 34 all’articolo 139 che è stato scritto da questo Consiglio regionale, legge del 2002 dove al primo comma si dice che i Consigli provinciali approvano i piani provinciali e poi la Regione – presumo la Giunta – approva il piano con tutti i meccanismi entro 60 giorni, perché era il meccanismo vecchio ed ordinario, non pressato dalla “183” e dalla “189”.

Quest’anno siamo in emergenza ma il prossimo anno se ci sarò io, non so se ci sarò ancora - comincio a scricchiolare e questo mi dà l’impressione che non ci sarò - ma se ci sarò proporrò alla Commissione e al Consiglio regionale di fare una discussione nei tempi ordinari previsti. Dopo di che la Regione avrà 60 giorni di tempo per discutere, di fare le controdeduzioni alle Province che a loro volta avranno un mese di tempo per rispondere ulteriormente, e poi si approverà il piano.

Ma è la legge che lo prevede non è un mio schiribizzo, piuttosto che una mia curiosità o una mia preferenza.

Puglia. La Puglia ha approvato questo e lo diceva l’onorevole De Gaetano, la Puglia ha deciso…, io non ho seguito l’assessore regionale ma De Gaetano e Tripodi, i due onorevoli mi hanno detto che la Puglia avrebbe adottato una delibera di questo genere.

Visto che la media delle scuole regionali è superiori a 500 non facciamo nulla e noi saremmo a posto perché la media della Calabria è di 521,3 alunno per istituzione nel complesso. Ma se così fosse dato che tutte le Regioni sono sopra la soglia dei 500, che bisogno ci sarebbe di fare il dimensionamento? Ergo: se si fa il dimensionamento è perché forse questo criterio non vale, perché se valesse questo criterio nessuna Regione risulterebbe sottodimensionata.

Se si fa il criterio e si stabilisce una dimensione minima ottimale è perché il legislatore ha pensato che in quella soglia il livello di efficienza ed efficacia è alto e dunque bisogna arrivare a quel livello. La media italiana è di 720 alunni per istituzione scolastica, la nostra è 721. Se facciamo il dimensionamento come io penso arriveremo noi a 650, saremmo sempre sotto la soglia nazionale ma stiamo salendo in termini di efficienza e di efficacia, questo è il problema.

La Puglia ha adottato quel modo ed è l’unico caso, tutti gli altri l’hanno fatto per come previsto, vedremo che succederà. La mia impressione è che il Governo la impugna e non può essere quello il criterio.

Sulla peculiarità ho detto. L’ultima è quello che diceva l’onorevole Tripodi. Su questo io ho un piccolo punto di orgoglio, diciamo. Noi dobbiamo essere abbastanza contenti della politica scolastica che sta facendo la Regione Calabria, la Giunta e il Consiglio, è una politica tutt’altro che banale. Per alcuni aspetti è una politica che sta sulla frontiera, sulla innovazione.

In questo ultimo triennio la Regione Calabria ha fatto delle cose straordinarie di politica scolastica, che non vi voglio elencare perché sarebbe pure tedioso. Ma è l’unica Regione al mondo, non in Italia, al mondo che ha fatto l’azzeramento scolastico per gli studenti universitari, l’unica al mondo di quella dimensione. E’ l’unica Regione d’Italia che ha sperimentato un processo così ampio di voucher per ragazzi che vanno all’estero. L’unica Regione d’Italia che ha numeri così alti nei campi scuola per ragazzini di 6-7 anni che fanno esperienza extracurriculare nei campi scuola, nei parchi, nei circoli velici e così via.

Abbiamo appena chiuso un bando di 4 milioni 800 mila euro, che spero porteremo a 8 milioni di euro, per aprire 200 laboratori nelle 600 scuole calabresi. Ogni laboratorio di matematica, di logica, di scienza o di musica è pari a 50 mila euro quando in Europa la soglia è di 25 mila euro.

Sono elementi piccoli naturalmente, sono gocce in un oceano di guai, ma noi dovremmo avere tutto l’orgoglio di rivendicare a questa Regione delle capacità nella politica scolastica, buone. Io lo voglio dire. Punto.

PRESIDENTE

La discussione è terminata debbo mettere il provvedimento all’approvazione del Consiglio.

(Interruzione)

La discussione è conclusa, io ho qui un provvedimento licenziato all’unanimità della Commissione e lo sottopongo all’approvazione dell’Aula.

Giovanni NUCERA

Ho chiesto, cortesemente, che si ponesse ai voti una mia richiesta di rinvio per la decisione.

(Interruzione)

Per approfondirla meglio ed arricchirla rispetto al contenuto di un intervento che io ho fatto in Aula.

PRESIDENTE

Guardi o questa cosa è fisiologica…, ma con un provvedimento in Aula io non posso concludere la discussione con un rinvio e non posso nemmeno consentire un intervento a favore e due contro…

Giovanni NUCERA

Ho avanzato una proposta, lei la può accogliere o non la può accogliere…

PRESIDENTE

Una volta che è finita la discussione l’alternativa è votare a favore, contro o astenersi.

Se lei questa sera non lo vota perché ecc., non può far altro che astenersi o votar contro. Non posso io… è irrituale nella procedura, siamo su un altro meccanismo, l’hanno detto altri nostri colleghi ma io non posso fare altro.

Pongo in votazione…

Giovanni NUCERA

Allora Presidente, io mi astengo.

PRESIDENTE

Pongo in votazione il provvedimento.

(Il Consiglio approva a maggioranza)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo n. 297/8^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Legge regionale 9 febbraio 2004, n. 3, norme per la programmazione e lo sviluppo regionale dell’attività teatrale, piano triennale 2008/2010”

PRESIDENTE

Si passa al successivo punto all’ordine del giorno che recita Proposta di provvedimento amministrativo n. 297/8^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Legge regionale 9 febbraio 2004, n. 3, norme per la programmazione e lo sviluppo regionale dell’attività teatrale, piano triennale 2008/2010”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Presidente, per esser coerente con la mia – mi auguro – garbata protesta dell’altra volta, della scorsa seduta sulle riunioni pre-natalizie o pre-inizio d’anno o pre-Ferragosto o pre-Pasqua, sarò brevissimo così come ho fatto per gli indirizzi sul dimensionamento scolastico.

Naturalmente mi associo alla richiesta dell’assessore sulla opportunità di fare una discussione generale sulla scuola. Per guadagnar tempo, in 5 minuti parlerò di teatro e di promozione culturale per lanciare un piccolo allarme nel senso che, Presidente, noi tutti siamo molto bravi a sciacquarci la bocca sulla centralità della cultura.

Per cultura, naturalmente, io intendo anche la formazione che viene dalla scuola, e di scuola abbiamo parlato prima.

Sentiamo sempre dire da tutte le parti, da destra, a sinistra e dal centro che per lo sviluppo di questa terra l’investimento in attività culturali è centrale e decisivo.

Debbo rilevare, Presidente, che noi siamo in netta contraddizione rispetto a questo postulato verbale perché quando parliamo siamo aperti e mettiamo la cultura al centro dei nostri discorsi, quando andiamo – chiedo scusa onorevole Guerriero – a metter mano al portafoglio diventiamo molto stitici.

Mi rendo conto che quando si è mangiato poco i lassativi servono relativamente perché se non c’è la quantità la stitichezza diventa quasi d’obbligo, però questo Consiglio regionale, che da 35 anni ingessa il bilancio su pratiche che, a chiamarli clientelari si dimostra una grande apertura mentale ed una grande bontà, sant’iddio dovrebbe essere più attento rispetto all’investimento in cultura.

L’assessore, la Giunta, il Presidente Loiero ci propongono il piano triennale per il teatro mentre c’era stata una certa inversione di tendenza all’inizio di questa legislatura. Quando sulla legge 3 complessivamente erano stanziati – vado a memoria e quindi qualcosa posso anche sbagliare – circa 3 milioni 800 o 3 milioni 900 mila euro, adesso abbiamo un piano triennale che prevede solo 3 milioni di stanziamento.

Ricordo anche che nel 2005 avevamo dato una copertura finanziaria ad un capitolo molto importante, cioè il “Sostegno ai teatri delle città capoluogo” che avevano consentito anche a capoluoghi recenti come Vibo Valentia di poter iniziare una propria attività teatrale.

Ebbene questo capitolo nel 2005, grazie anche al mio capogruppo che non è presente ma volevo elogiarlo, da assessore al bilancio addivenì alla richiesta dell’allora assessore Principe di dare a questo capitolo 1 milione e mezzo, nel corso degli anni siamo ridotti a 620-630 mila euro.

Vorrei aggiungere che non possiamo cullarci sul programmaMagna Grecia teatro” e sul complementare “Calabria palcoscenico” perché se “Magna Grecia teatro” è frutto di un investimento che è partito con esigui fondi di bilancio, mi ricordo erano 120 mila euro ed è arrivato intorno al milione grazie ai fondi comunitari, quel programma ha attirato fondi nazionali perché la Calabria partecipò ad un bando del Ministero, avendo nel triennio un finanziamento per “Calabria palcoscenico”, mi pare, di 2 milioni e 200 mila euro.

E’ vero che c’è il Por 2007-2013, e faccio una piccola parentesi a beneficio dei nostri assessori in questa materia: rendiamolo operativo il prima possibile il Por 2007-2013. E’ vero che ci sono le filiere culturali del Por che abbiamo scritto insieme e che sono molto corpose, però “Calabria palcoscenico” nel 2009 finisce e non so se il Ministero dei beni culturali farà un bando ulteriore per un rifinanziamento.

Voglio dire che da questo contesto, mentre la Regione nel suo insieme aveva avviato una inversione di tendenza, io vedo che questa tensione scema nel campo delle attività teatrali.

La stessa cosa debbo dire, Presidente, e risparmio tempo, anche dell’altro punto che riguarda le attività culturali.

Ma, di grazia, cosa si può fare con 800 mila euro per tutta la regione Calabria nel campo delle attività culturali! Bisogna caro professore, assessore e Vicepresidente, caro onorevole Maiolo competente anche in materia, attivare rapidamente i fondi europei in questa direzione, perché con 800 mila euro, faremo, farete poco o nulla.

Tanto più, e vengo ad una richiesta di meditazione al riguardo, nei confronti della Giunta rispetto al piano della “16/2008”, che siamo al piano del 2008 che viene approvato oggi 29 dicembre del 2008. Dovranno partire, quindi, i bandi, si perderà altro tempo necessario magari.

A proposito dei bandi vorrei che il Presidente, peraltro pregevolissimo economista, riflettesse su un punto: guardate che gli enti locali nostri, dal punto di vista finanziario sono allo sbando e fra poco i sindaci saranno costretti a portare a qualcuno le chiavi dei municipi.

Ebbene nel bando prevedere – ecco che le due cose sono correlate – i fondi disponibili, che sono assolutamente esigui e la richiesta per stabilire delle graduatorie ché i comuni vadano a cofinanziare gli interventi. Ho letto da qualche parte il 50 per cento, mi pare di aver capito come minimo e sulla base del cofinanziamento addirittura si stenderanno le graduatorie.

Presumo che sia pure questi pochi denari, resteranno nella cassaforte della Regione, perché pochi comuni avranno la possibilità di cofinanziare. Guardate, stasera ho assistito ad innamoramenti da sedicenni rispetto ai piccoli comuni, mi stavo quasi commuovendo sentendo magnifici discorsi a proposito di scuole, ma sapete chi ci rimetterà in questa materia: i piccoli comuni! E’ vero, come abbiamo sentito, che anche le città capoluogo hanno bisogno di mamma Regione per portare in questa fine d’anno, che è di tanta delizia per noi calabresi, grandi cantanti come Pino Daniele. E’ vero che anche i capoluoghi hanno bisogno di mamma Regione, però caro Presidente Bova, come faranno i piccoli comuni a co-finanziare al 50 per cento le attività culturali? Ritengo che questi fondi finiranno per dare respiro solo ai comuni più grossi.

Allora, per concludere, io su questo punto non sarei così draconiano ma più aperto quanto meno in termini di normativa perché, se con il bilancio il Consiglio toglierà qualcosina ai soliti canali clientelari che hanno ingessato questo bilancio e darà un minimo di priorità alle attività culturali aumentando il fondo, il capitolo di 800 mila euro, se questo si avvererà nella prossima primavera e se nel contempo il dipartimento potrà anche valutare questo aspetto che riguarda i piccoli comuni, non essendo draconiano con quella norma inserita negli indirizzi e - se nel contempo ancora – darete corso alle filiere culturali previste nel Por 2007-2013, ritengo che in Calabria si potrà fare attività culturale di un certo rilievo.

Vorrei dire all’amico compaesano nonché docente universitario, professor Cersosimo, che io apprezzo, che nel riepilogo sulle attività 2006-2007 c’è qualche piccola imperfezione. Adesso in questa montagna di carte non trovo il punto giusto, però nel citare gli interventi realizzati nel biennio 2006-2007 c’è questa imperfezione, interventi citati, per giunta per difetto, perché manca alle iniziative ivi indicate anche qualche intervento importante con mostre di qualità in piccoli comuni come Aieta, in grandi comuni come Corigliano e mi riferisco alle icone russe, oppure alla cittadina in cui è nato il Presidente Loiero che mi sfugge in questo momento e chiedo scusa agli amici – Santa Severina – mancano altri interventi di qualità. L’imperfezione, però, non è la citazione per difetto, ché mi avrebbe, come dire?, toccato pochissimo, ma che si dica che questi interventi sono stati realizzati con il Por 2000-2006 e con l’Apq “Sensi contemporanei”, perché non è così.

Perché gli interventi ivi citati, per giunta per difetto, sono stati realizzati interamente con fondi ordinari della Regione, perché con “Visioni simultanee” abbiamo fatto altre cose, il “Conflitto e l’arte” a Catanzaro, la “Mostra di purificato”, “Colao” in quel di Vibo e c’è il nostro amico assessore vibonese che sa che Colao è stato un grande artista calabrese dei primi del ‘900. Abbiamo fatto “Pascaletti” a Lamezia Terme, i “Longobardi del sud” a Rende, una mostra di grande valenza culturale e politica che dimostra che nel sud ci sono stati anche quei longobardi che hanno dato il nome alla Lombardia che voleva in alcuni momenti staccarsi da questo Paese.

Sono in corso due grandi mostre come “Capolavori di Calabria” e “Rotella e il suo tempo”.

Così come con l’Apq “Sensi contemporanei” abbiamo fatto la grande mostra di Cunellis, grandissimo artista greco che si misura con un grande artista magno-greco come Mattia Preti, in quel di Palazzo Arnone a Cosenza e che si misura con i manufatti della Magna Grecia nel museo di Sibari.

Ecco volevo fare queste brevi precisazioni per dire che quelle citazioni per giunta parziali, appartenendo alla competenza finanziaria del bilancio regionale, dimostrano che se c’è apertura, se l’assessore è sostenuto dall’intero Consiglio nell’attribuire i fondi necessari così come il signor onorevole Presidente Loiero, anche con la legge 16 si possono fare interventi di qualità che pongono la Calabria all’attenzione della cultura nazionale e nello stesso tempo valorizzano i nostri beni culturali, i nostri artisti, i nostri scrittori. Insomma fanno emergere quella Calabria buona che esiste, perché la Calabria non è solo negatività come vogliono far apparire i grandi quotidiani o i grandi mass-media nazionali.

Dicendo questo non sottovaluto le nostre negatività che sono tante ma, Santa Madonna!, ci sono anche quelle positività che noi dobbiamo far emergere proprio tra le attività culturali, per dimostrare prima a noi stessi, calabresi, e dopo al resto del Paese e all’universo mondo, che anche in Calabria determinate cose buone si possono fare.

Questo è lo spirito, signor Presidente e signor Vicepresidente ed assessore, con cui io chiedo in questo bilancio di cui abbiamo approvato l’esercizio provvisorio e che verrà in Aula fra qualche settimana, di aver più apertura verso le attività culturali, la cultura in genere, il teatro, le arti visive e le biblioteche, attività che servono anche a questa Regione. Grazie.

PRESIDENTE

Intendeva cambiare la relazione o il provvedimento nel merito?

(Interruzione)

Lei ha fatto una raccomandazione…

Sandro PRINCIPE

L’unica raccomandazione in termini di inserimento nel provvedimento è di eliminare una rigidità sul co-finanziamento dei comuni, perché penso che se c’è una rigidità, la previsione sarebbe negativa. Non voglio fare né l’uccello del malaugurio né la Cassandra di turno, ma come sono ridotti i nostri poveri comuni difficilmente potranno reggere ad un peso di co-finanziamento.

Quella parte io l’addolcirei.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Pasquale Tripodi. Ne ha facoltà.

Pasquale Maria TRIPODI

Presidente, io guardando l’Aula del Consiglio regionale mi dicevo che queste discussioni che stiamo facendo lasciano un pochino il tempo che trovano, ma non per la bontà degli argomenti che stiamo trattando, per l’amor di Dio, non mi permetterei di dire questo, ma faccio una valutazione, benché sia il 29 dicembre, ossia se su questi provvedimenti ci debba essere una compiuta discussione da fare in Consiglio regionale, anche con gli altri gruppi regionali sia di maggioranza che di opposizione. Da questa parte sono solo.

Chiederei, allora, una riflessione al Consiglio, quelli che siamo in quest’Aula di Consiglio, su cosa dobbiamo fare su questi provvedimenti.

Poi stiamo trattando degli argomenti molto importanti e lo ha messo in evidenza l’onorevole Principe ma non penso solo come fatto tout court nella discussione, ma perché a questi provvedimenti effettivamente le risposte che possiamo dare alla Calabria vanno, nel loro orientamento, anche coordinate in un certo modo.

Anche facendo una proposta non solo sull’orientamento di dare un ruolo economico agli enti locali ma anche su quella che è una impostazione generale da dare a quello che complessivamente dovrebbe essere il senso di cultura anche su questo aspetto, nella nostra regione.

Io non penso, quindi, che ci siano le condizioni di andare avanti stando il Consiglio in questo modo, Presidente.

PRESIDENTE

Lei, onorevole Borrello, che dice della proposta che avanza l’onorevole Tripodi?

(Interruzione)

Pasquale Maria TRIPODI

Onorevole colleghi, penso sia mortificante sia per noi, ma parlo per me, per me da questa parte, che per voi discutere alcuni provvedimenti importanti in una situazione che complessivamente è di disattenzione vuoi per le feste o per altro, non sto ad indagare su quelle che sono le motivazioni o le cause.

Ma non possiamo permetterci il lusso di discutere di alcuni argomenti in siffatto modo.

Allora o prendiamo la decisione concordemente o sarò costretto a chiedere la verifica del numero legale sul provvedimento.

PRESIDENTE

Lei ha chiesto la parola onorevole Borrello?

Antonio BORRELLO

Signor Presidente, se sul punto mi chiama in causa, alle questioni di cui ci stiamo occupando, su cui si è soffermato a lungo l’onorevole Principe, come dire?, io ai provvedimenti do un taglio di tipo diverso, cioè più politico che tecnico, nel senso che, Presidente, io in Commissione su questi provvedimenti ho posto dei problemi legati alle competenze.

Legati alle competenze, perché ho difficoltà, Presidente, a convincermi che malgrado quelle poche cose che il Consiglio riesce a fare in termini di riforma – questo per la verità appartiene alla precedente legislatura – spesso e volentieri si registra una sorta di difficoltà ad eseguirli in pieno.

Voglio solo ricordare che la legge 16 rispetto alla “34” attribuisce la competenza alle Province. Certo nella esiguità delle risorse su cui si soffermava il collega Principe, mi pare di aver capito 800 mila euro, per la Regione sono davvero poca cosa. Però già dentro questo quadro deficitario davvero mi stupisce il fatto che la Giunta regionale continui a trattenere “per sé” in termini di gestione il 50 per cento.

Questo è un problema che avevo posto in Commissione e che ripropongo anche in Aula, perché due sono le cose: o crediamo a quelle norme dentro le quali vogliamo muoverci e ci dobbiamo muovere oppure abroghiamo le leggi.

Cioè questa difficoltà della Giunta regionale a liberarsi dai compiti di gestione continua ad essere assolutamente inaccettabile, Presidente, almeno per l’impostazione che io do alle questioni legislative della Regione, tant’è che ho proposto in quella sede, in Commissione che i due provvedimenti andassero in Consiglio senza il parere della Commissione.

Diciamo che sarebbe stato chiamato il Consiglio a determinarsi di conseguenza. Capisco che vi sarebbero oggi, in questo momento, difficoltà a discutere in maniera un po’ più articolata e magari con maggiore intervento sulle questioni.

Io credo solo di dover proporre, Presidente, che questi due provvedimenti possano essere oggetto di una discussione, ripeto, non tanto tecnica quanto politica rispetto alle esigenze che noi dovremmo avere nel rendere plasticamente realizzati gli obiettivi che il Consiglio si pone, cioè a dire la delega di funzioni e competenze sia in materia di promozione culturale ma anche per quanto riguarda le questioni in maniera teatrale, che vedano rispettate le previsioni legislative che la nostra legge prevede già fin dal 2002.

Continuare su questo percorso, in cui probabilmente questa difficoltà io non so a cosa sia dovuta, con questa esigenza della Giunta regionale di continuare a gestire risorse per distribuire anche attraverso i bandi di cui parlava l’onorevole Principe, credo sia un punto impraticabile. Non ci sono più i tempi per continuare a far questo.

Allora o crediamo a quelle norme che ci diamo oppure abroghiamole, non ci vuole niente, c’è solo da fare delle scelte. La scelta il Consiglio regionale l’ha già fatta sostenendo in termini molto ampi con una legge 34, probabilmente non esaustiva ma che comunque dava un indirizzo preciso all’azione della Regione che deve essere un’azione di stimolo, di indirizzo, di controllo e di programmazione soprattutto sul terreno legislativo.

Qui tutto si fa meno che terreno legislativo che è assolutamente inadeguato rispetto alle questioni di cui la Calabria dovrebbe occuparsi. Era questo il senso del mio intervento, quindi io propongo, al di là del numero legale che questi due punti siano rinviati ad una successiva discussione per dare la possibilità all’Aula di esprimersi visto che la Commissione ha demandato all’Aula ogni determinazione in merito. Grazie.

PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta.

Domenico CERSOSIMO, Vicepresidente della Giunta regionale

Io distinguerei tra la legge 3 e la legge 16.

La legge 3 presuppone l’approvazione da parte del Consiglio regionale di un piano triennale per la valorizzazione e promozione dell’attività teatrale.

La legge è del 2004 e il primo triennio è stato del 2005-2007. Adesso dobbiamo approvare il 2008-2010 e siamo alla fine del 2008.

Ha ragione da vendere l’onorevole Principe quando dice che questa era una norma che era ben più dotata sotto il profilo finanziario che si è prosciugato. Le disponibilità finanziarie quest’anno sono pari ad 1 milione 50 mila euro nel 2008, nel 2009 sono di 1 milione e nel 2010 ancora 1 milione.

Questi quattrini, questi soldi vengono dati alle attività teatrali attraverso dei criteri abbastanza rigidi tra l’altro a rimborso di spese effettuate. Normalmente si rimborsa il 30 per cento delle spese effettuate fino a 500 milioni di euro e si rimborsa soltanto il 15 per cento per la soglia superiore a 500 e ancora del 10 per cento per ulteriori dopo un milione.

Le compagnie teatrali nel 2008 hanno già sostenuto dei costi, e sono lì in Regione a chiedere continuamente i quattrini. Chi li deve dare non lo so, però nella programmazione di una compagnia che mette su un’opera teatrale, perché è riservata questa legge alla produzione teatrale sulla base del numero delle giornate lavorative, recitative, dei lavoratori impiegati, della tipologia dei contratti, dei lavoratori calabresi impegnati nelle varie tipologie di contratti ecc., è sulla base di queste caratteristiche che la legge nazionale mette un confine tra compagnie che producono e compagnie che soltanto mettono in scena opere di altre, noi negli anni abbiamo dato questo contributo a mio avviso modestissimo a queste compagnie.

Lo scorso anno sono stati finanziati 8 teatri di produzione più un circuito teatrale ed 8 compagnie. Ve li dico: il Teatro stabile di Calabria, il Centro d’Arte, il Politeama, il Centro teatrale meridionale, il Teatro comunale di Lamezia Terme, il Cilea, Nuove Ipotesi, Polis, Teatro off di Lamezia Terme, Aprostrum, Rendano, Centro teatro Calabria, Scena Verticale, Teatro Calabria, Compagnia teatro del Carro, Rosso Simona, Ginestra, Barracca, Teatri calabresi associati e il Sibaris.

Tutti i teatri e tutte le compagnie di produzione. Qui c’è poco da far bandi o altro, anzi è una attività abbastanza semplice questa qua. Per di più magari avessimo per quest’anno… il Governo purtroppo si è rimangiato la promessa.

Noi abbiamo 800 mila euro nel 2007, 800 mila nel 2008, il fondo nazionale quest’anno è stato passato da 20 a 5 milioni, è stato passato ad un quarto.

Presumo quindi che avremo 200 mila euro a maggior ragione… perché altri 800 le mettevamo noi e facevamo tre iniziative, facevamo la Primavera di Praga a Castrovillari, il Magna Grecia festival e facevamo il Teatro palcoscenico. Adesso con 200 mila euro sarà durissimo far così.

Allora io tenderei… insomma siamo alla fine dell’anno, la Giunta regionale ha fatto il provvedimento il 24 aprile del 2008, l’ha trasmesso il 7 maggio al Consiglio regionale, è stato assegnato alla seconda e alla terza Commissione e al 3 giugno la Commissione ha approvato il piano triennale, io francamente solleciterei con modestia ma anche con grande forza il fatto che il Consiglio regionale approvi questo piano triennale per quest’anno altrimenti il problema lo creeremo alle compagnie, ai teatri.

Vi sono poche risorse che in alcuni casi sono decisive. Naturalmente ciò non toglie che si possa rivedere la legge, non so come qui si potrebbe trasferire alle province, è un mero trasferimento a teatri e a compagnie che è diverso dalla “16”.

Quindi sulla “3” la mia proposta, la proposta della Giunta è quella che si approvi. Siamo al 29 dicembre che si approvi l’anno finanziario 2008 almeno.

PRESIDENTE

E’ chiaro l’intervento del Vicepresidente, assessore al ramo. Accoglie la proposta di riflessione per quanto riguarda le attività culturali mentre insiste con quelle motivazioni, essendo al 29 dicembre in un quadro di risorse in forte diminuzione con l’assenza di un apporto nazionale. Con queste motivazioni diceva il 29 dicembre andiamo a fare…

Cioè sul punto 6… siccome qui abbiamo discusso il punto sei e il punto sette, l’assessore dice sul punto 7 riflettiamo, sul punto 6…

Pasquale Maria TRIPODI

Presidente, non ho capito le chiedo scusa perché poi quando si parla bisogna essere consequenziali.

La proposta qual è? Di rinviare?

PRESIDENTE

Di approvare il punto sei e di rinviare…

Pasquale Maria TRIPODI

Presidente, allora, per come dice il Regolamento la metta ai voti. Io chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE

C’è la formalizzazione del numero legale…

(Interruzione)

Ma siamo in voto, io le do la parola onorevole Principe.

Sandro PRINCIPE

Proprio rapidissimamente, vorrei pregare il collega Tripodi, se mi sente dalle anticamere del Consiglio

(Interruzione)

Chiedo scusa, perdonami. Anche in virtù di una colleganza in Giunta, abbiamo condiviso…

(Interruzione)

Poi ci hanno accompagnato amorevolmente alla porta, almeno io, per il collega Pasquale un po’ meno… ma in virtù di un senso di responsabilità che l’Aula deve avere io ho fatto un intervento di critica sul quantum ed ho aggiunto qualcosa anche a livello di contenuti soprattutto sui fondi europei…

Poi non possiamo arrivare ad un anno dalla scadenza, caro Vicepresidente, e mettere in piedi provvedimenti per quanto apprezzabili, molto frettolosi. A me da ragazzo hanno detto che “le gatte frettolose fanno i figli ciechi” e sul Por 2000-2006 non dico che abbiamo fatto figli ciechi – mi auguro di no – ma siamo stati molto frettolosi nell’impegnare ben 200 milioni nel settore del lavoro e della cultura quando questi fondi sono stati negati per cose molto serie, perché sembrava che non ci fossero e poi ci sono state.

Allora il Por va messo in moto subito e detto questo la proposta qual è? Io chiedo a Tripodi di ritirare la richiesta perché questi quattro soldi che ci sono per il teatro e per la cultura, che noi perdiamo altri due o tre mesi facciamo solo il male non solo del settore del teatro in generale, sul quale l’assessore ci ha anche detto che non ci sono nemmeno i fondi del 2009, i fondi dello Stato, ma facciamo anche il male di tanti piccoli comuni - ed ecco la mia richiesta di modificare quel punto sul co-finanziamento – che aspettano questi provvedimenti per fare nelle comunità non le sagre di paese ma spesso anche cose che servono alle comunità.

Ma anche se facessero in comuni sperduti una sagra di paese non scandalizziamoci per queste cose, l’importante è che nel complesso ci sia una attività culturale di buon livello.

Ti do del tu, e ti prego di ritirare questa tua proposta, come chiedo a Borrello di soprassedere sulla sua e diamo il via a questi due piani con i limiti che hanno: temporali e quantitativi, ma che possono rappresentare una boccata di ossigeno per il mondo del teatro e per il mondo della cultura.

PRESIDENTE

Spero che i colleghi avvertano questa esigenza e che un domani l’onorevole Principe non mi rimproveri, perché questo è irrituale anche rispetto al Parlamento della Repubblica, dicendo che queste cose al Parlamento nazionale non si fanno mai.

Come vede il buon senso ci aiuta.

Detto questo chiedo all’onorevole Tripodi di pronunciarsi sulla richiesta dell’onorevole Principe.

Pasquale Maria TRIPODI

Onorevole Principe, mi creda se avessimo avuto modo di discutere e colloquiare in privato non avrei avuto alcuna perplessità o alcuna remora ad accettare il suo consiglio per una questione di principio e su questo non si deroga.

Lei ce lo ha insegnato con i suoi comportamenti sia in Giunta, quando eravamo lì insieme, sia nell’Aula di questo Consiglio ma non perché non voglio che questi provvedimenti passino, perché in ogni caso se non li passiamo stasera li passiamo giorno 9, ma per dare una risposta anche a quello che è l’orientamento di fattività ai colleghi di questo Consiglio.

Non penso sia un sacrificio per nessuno – quelli che siamo qui in quest’Aula – rimanere fino a quest’ora e seguire i provvedimenti, né ritengo che un Consiglio convocato debba ridursi ad uno strumento, Presidente, che gli altri colleghi consiglieri lo debbono usare a proprio uso, consumo e piacimento rispetto a provvedimenti che ci siano da discutere o meno.

Un Consiglio è un Consiglio benché gli argomenti di qualsiasi natura siano e di qualsiasi importanza vadano discussi. Questa è l’attività amministrativa di questo Consiglio e questo è l’orientamento ed il mandato che ci hanno dato i calabresi. Su questo Presidente non me ne voglia, né lei né i colleghi ma insisto nella mia richiesta.

PRESIDENTE

L’onorevole Tripodi Pasquale ha fatto la richiesta di verifica del numero legale…

Prego, assessore.

Domenico CERSOSIMO, Vicepresidente della Giunta regionale

…sulla “3” funziona il numero legale, ma sulla “16” devo dire che purtroppo anche quest’anno il Consiglio regionale approva la legge 16 per decorrenza dei termini. E questo è un altro un piccolo vulnus che diamo a questa situazione mentre questa sera avremmo dovuto discutere a partire anche da quella discussione sulla ripartizione…

Io sono d’accordo si può discutere su province e non…, tant’è che sulla legge 27, su proposta dell’onorevole Pacenza abbiamo accettato subito l’idea che siamo passati da una ripartizione che vedeva 3,5 alla Regione e 9,5 alle province, ad 11 alle province e 2 alla Regione.

Io mi batterò perché un euro resti in Regione perché le politiche di sistema interprovinciale dobbiamo farle, non possiamo ridurre tutto a localismo. Sono disponibile, stiamo parlando di 700….

Le ripartizioni sono così: sono 350 mila euro per la manifestazione di interesse fatta entro luglio. Nel luglio 2007 hanno fatto domanda le associazioni ed i comuni per il 2008; 350 sono per la manifestazione, 50 sono per l’osservatorio, 400 vanno alle province e 471 li ha distribuiti il Consiglio regionale, la Commissione naturalmente. Quindi non è neanche così squilibrato ma io personalmente sono molto disponibile a rivedere la ripartizione ma mi batterò affinché almeno un euro stia alle Regioni perché le politiche di sistema devono fare la Regione.

Quindi il numero legale…, azzeriamo ma non azzeriamo la legge 16. La legge 16 passa per decorrenza dei termini, forse perdiamo una piccola occasione e sulla legge 3 davvero mettiamo soltanto in difficoltà compagnie che hanno già sostenuto costi.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Borrello.

Antonio BORRELLO

Le chiedo scusa perché non è accettabile questo ragionamento. La decorrenza dei termini per il Consiglio regionale non esiste. La decorrenza dei termini esiste eventualmente per le Commissioni non per il Consiglio regionale, stiamo attenti su quello che diciamo perché sennò qui davvero sviliamo tutto.

Poi se l’assessore strategicamente come scelta politica ritiene che sia l’effetto contrario rispetto alla “34” che abbia la bontà di proporre una norma legislativa di cui il Consiglio si occuperà per modificare la legge 34, non ci sono problemi, ne discutiamo.

PRESIDENTE

Lei ha ricordato quali sono le regole.

Si proceda all’appello nominale.

Giuseppe GUERRIERO, Segretario Questore

Fa la chiama.

PRESIDENTE

Dopo la chiama che vede consiglieri presenti numero 18, consiglieri assenti numero 32 dichiaro che non sussiste il numero legale e a questo punto termina la seduta di Consiglio.

Convocazione della prossima seduta

PRESIDENTE

Confermo a tutti i consiglieri regionali, fermo restando che saranno convocati per telegramma, che il Consiglio è convocato per il prossimo venerdì 9 gennaio alle ore 15.

La seduta termina alle 21,03

Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo i consiglieri Loiero, Stillitani, Limido

(Sono concessi)

Annunzio di progetti di legge e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:

Tripodi Michelangelo - “Istituzione del Fondo di solidarietà per le famiglie delle vittime di incidenti mortali sul luogo di lavoro” (P L. n. 356/8^)

E’ assegnato alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio, programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Pirillo, Incarnato - “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 13 giugno 2008, n. 15” (P. L. n. 357/8^)

E’ assegnato alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio - protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

Pizzini, Acri, Aiello, Galati, Trematerra, Malarico, Gentile, Sarra, Nicolò, Abramo, Magarò, Tallini, Serra, Nucera, Chiappetta, Morelli, Senatore, Tripodi P., recante: “Trasformazione del rapporto di lavoro dei residui lavoratori precari dell’Arssa da tempo determinato a tempo indeterminato” (P. L. n. 358/8^)

E’ assegnato alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali e affari generali - ed alla seconda - Bilancio, programmazione economica e attività produttive – per il parere.

 per il parere

(Così resta stabilito)

Giamborino - “Ulteriori disposizioni in materia sanitaria” (P. L. n. 359/8^)

E’ assegnato alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposta di provvedimento amministrativo

E’ stata presentata la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza:

“Bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario anno 2009” (P.P.A. n. 332/8^)

Trasmissione deliberazioni

La Giunta regionale, con note nn. 381, 382, 383, 384, 385, 386 del 12 dicembre 2008, ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio per l’esercizio finanziario 2008:

Deliberazione Giunta regionale n. 923 del 9.12.2008;

Deliberazione Giunta regionale n. 924 del 9.12.2008;

Deliberazione Giunta regionale n. 925 del 9.12.2008;

Deliberazione Giunta regionale n. 926 del 9.12.2008;

Deliberazione Giunta regionale n. 927 del 9.12.2008;

Deliberazione Giunta regionale n. 928 del 9.12.2008;

Deliberazione Giunta regionale n. 929 del 9.12.2008.

Progetto di legge n. 359/8^, recante “Disposizioni in materia sanitaria”(Del. n. 307)

Art. 1

1. Fino ad esitazione delle procedure di gara, già avviate, e comunque non oltre i 180 giorni naturali e consecutivi a decorrere dal lo gennaio 2009, il servizio regionale di elisoccorso continua ad essere garantito.

2. Il personale sanitario incaricato ai sensi della legge 9 ottobre 1970, n.740 è inquadrato con uguale numero di ore contrattualizzate, nei ruoli del Servizio Sanitario Regionale nella corrispondente categoria e profilo previsti per il personale delle Aziende Sanitarie Provinciali. Tale disposizione non si applica ai rapporti a tempo determinato instaurati ai sensi della stessa legge. Il personale incaricato ai sensi della legge 9 ottobre 1970, n. 740 dovrà eliminare eventuali situazioni di incompatibilità al momento dell'accettazione dell'inquadramento nei ruoli del Servizio Sanitario Regionale.

Art. 2

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di provvedimento amministrativo n. 297/8^, recante: “Indirizzi regionali per la programmazione territoriale dell’offerta formativa ed educativa e per l’organizzazione della rete scolastica” (Del. n. 308)

“Il Consiglio regionale

vista la legge costituzionale del 18 ottobre 2001, n. 3, recante: “Modifiche al titolo V della Costituzione”;

visto il D.P.R. 18 giugno 1988, n. 233, recante: “Regolamento per il dimensionamento ottimale delle istituzioni scolastiche e per la determinazione degli organi funzionali dei singoli istituti, a norma dell'art. 21 della legge 16 luglio 1997, n. 59”;

visto il Dlgs 31 marzo 1998, n. 112, recante: "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione della legge 5911 997;

visto, nello specifico, l'art. 138 del Dlgs 112198 lett. a) e b) che attribuisce alle Regioni le funzioni di programmazione dell'offerta formativa integrata e dell’organizzazione della rete scolastica;

visto il decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, recante: “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” convertito nella legge 6 agosto 2008, n. 133, in particolare l'art. 64;

visto il decreto legge 7 ottobre 2008, n. 154, recante: “Disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali”, e in particolare l'art. 3 “Definizione dei piani di dimensionamento delle istituzioni scolastiche rientranti nelle competenze delle regioni e degli enti locali”;

vista la legge regionale 12 agosto 2002, n. 34, concernente il “Riordino delle funzioni amministrative regionali e locali”;

considerato che entro il 30 novembre 2008 le Regioni devono procedere al ridimensionamento delle scuole a norma dell'art. 64 del DL citato in raccordo con gli enti locali;

delibera

di approvare l'allegata proposta concernente “Indirizzi regionali per la programmazione territoriale dell'offerta formativa integrata per l'organizzazione della rete scolastica per gli AA.SS. 2009/2010 e 2010/2011”, così come modificata ed integrata per effetto della deliberazione della Giunta regionale n. 787 del 27 ottobre 2008, che si allega al presente atto per farne parte integrante e sostanziale”.

La Giunta regionale

visto l'art. 21 della legge 15 marzo 997, n. 59:

visto il D.P.R. n. 233 del 18 giugno 1998 avente ad “Regolamento recante norma per il dimensionamento ottimale delle istituzioni scolastiche e per la determinazione degli organici funzionali dei singoli Istituti a norma del sopra citato art. 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59”

visto in particolare l'art. 4. comma 2 del D.P.R. di cui al punto precedente che attribuisce agli enti locali le competenze di soppressione, istituzione, trasferimento di. sedi, plessi, unità delle istituzioni scolastiche con personalità giuridica. ed autonomia, previa intesa con le istituzioni scolastiche interessate;

visto, altresì, il comma 8 dell'art. 3 del D.P.R. citato che attribuisce. alle Regioni l'approvazione del Piano regionale di dimensionamento scolastico sulla base dei piani provinciali;

visto il decreto legislativo 31.3.1998, n. 112 “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali, in attuazione della legge n. 59/97”;

visto in particolare l'art,138 del decreto citato che attribuisce alle Regioni la funzione di programmazione dell'offerta. formativa integrata e dell'organizzazione della rete scolastica;

richiamato il Piano regionale di dimensionamento delle istituzioni scolastiche approvato con decreto del Presidente della Regione Calabria n. l del l° agosto 2000, adottato ai sensi del summenzionato D.P.R. n. 233 del 18 giugno 1998;

richiamato l'art. 117, comma 3, della Costituzione così come modificato dalla legge costituzionale n. 3 del 18.10.2001 che attribuisce la materia dell'istruzione alla competenza concorrente delle Regioni, salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione dell'istruzione e della formazione professionale;

visti gli artt.138 e 139 della legge regionale n. 34 del 2002 in base ai quali il Consiglio regionale formula indirizzi per la predisposizione dei piani provinciali e l'organizzazione della rete scolastica, sulla base dei criteri e dei parametri nazionali;

considerato che con deliberazione della Giunta regionale n.. 7 del 9 gennaio 2007 la Giunta regionale ha definito gli indirizzi regionali in materia di programmazione territoriale dell'offerta formativa e per l'organizzazione della rete scolastica, attualmente in attesa di approvazione da parte del Consiglio regionale dal 19 gennaio 2007;

considerato, altresì, che con l'art. 64 della legge statale n. 133 del 2008 sono state dettate norme in materia di dimensionamento delle istituzioni scolastiche rientranti nelle competenze delle regioni e degli enti locali;

che, pertanto, occorre modificare e/o integrare gli indirizzi regionali già. deliberati dall'Esecutivo regionale il 9 gennaio 2007 al fine di assicurarne la conformità a quanto stabilito dal citato art. 64;

che l’art. 3 del D.L. n. 154 dell’ottobre 2008 ha introdotto il comma 6 bis all'art.64 della legge citata, imponendo alle Regioni e agli Enti Locali competenti di adottare í piani di dimensionamento delle istituzioni scolastiche entro il 30 novembre 2008 al fine di evitare. l'intervento sostitutivo  del Commissario ad acta;

che il Dipartimento n. l 7 “Cultura, Istruzione e Ricerca Scientifica” ha evidenziato costituzionale del citato comma 6 bis, chiedendo all'Avvocatura regionale di proporne impugnazione dinanzi alla Corte Costituzionale;

che, nelle more della pronuncia della Corte Costituzionale, occorre comunque dare attuazione alle disposizioni contenute nell'art. 64 della legge l33 del 2008, così come modificato dal D. L. n. l54 del 2008;

su conforme proposta del Presidente della Giunta regionale, on.le Agazio Loiero, e del Vicepresidente, prof Domenico Cersosimo. formulata alla stregua dell'istruttoria compiuta dalla struttura interessata, nonché dall'espressa dichiarazione di regolarità dell'atto resa dal Dirigente del competente settore,

a voti unanimi

delibera

Per le motivazioni indicate in premessa che si richiamano per intero :

1. La premessa costituisce parte integrante del presente atto;

2. di approvare le integrazioni e le modifiche agli indirizzi regionali approvati con deliberazione della Giunta regionale n. 7 del 9 gennaio 2007, secondo il testo contenuto nell'allegato A alla presente deliberazione, che ne costituisce parte integrante e che sostituisce l'allegato alla predetta. deliberazione;

3. di trasmettere la presente deliberazione al Consiglio regionale per la relativa. adozione;

4. di demandare al competente Dipartimento n. 11 l’adozione dì ogni altro successivo provvedimento discendente dalla. presente intesa;

 5. di pubblicare il presente atto sul B.U.R, Calabria”.

F.to IL SEGRETARIO                                  F.to IL .PRESIDENTE

Allegato alla delibera n. 787del 27 011.2008

INDIRIZZI REGIONALI PER LA PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE DELL'OFFERTA FORMATIVA INTEGRATA E PER L'ORGANIZZAZIONE DELLE RETE SCOLASTICA PER GLI AA.SS. 2009/2010 E 2010/2011

FINALITA'

La. Regione con la presente deliberazione definisce gli indirizzi per la programmazione territoriale dell'offerta formativa integrata e per l'organizzazione delle rete scolastica per gli aa. ss. 2009/2010 e 2010/2011.

La nuova rete del sistema scolastico regionale e la programmazione dell'offerta formativa integrata dovrà comprendere azioni finalizzate a ridurre il fenomeno dell'abbandono e della dispersione scolastica, a diffondere i processi di arricchimento delle competenze, in particolare delle lingue e delle materie scientifiche, nonché azioni tese all'educazione degli adulti per l’arricchimento professionale.

INDIRIZZI REGIONALI PER LA PROGRAMMAZIONE DELLA RETE SCOLASTICA.

PREMESSA

Il nuovo quadro normativo che disciplina il sistema scolastico nazionale, in particolare, l'art. 64 del D.L. 112 del 2008 (convertito in Legge n. 133 del 6 agosto 2008) e il D.L. 1° settembre 2008, n. 137, ha introdotto modifiche sostanziali alla legislazione precedente, prevedendo, fra l'altro, li ritorno all'insegnante unico nella scuola primaria.

Si ritiene utile riportare, in estrema sintesi, le prescrizioni principali previste dall'art. 64, citato, fondate, essenzialmente, sull'obiettivo del conseguimento di economie di spesa sul bilancio dello Stato e sulla razionalizzazione delle risorse. umane e strumentali:

- incremento di un punto del rapporto alunni-docente;

- riduzione della consistenza delle dotazioni organiche dei personale ATA;

- ridefinizione dell'assetto organizzativo didattico dei centri di istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali;

- un’azione di ridimensionamento della rete scolastica, da attuarsi sia nei confronti degli istituti principali sottodimensionati, sia con riferimento ai plessi e alle sezioni staccate che accolgano un numero ridotto di. alunni;

- nel caso di chiusura di istituti scolastici aventi sede nei piccoli comuni, possono essere previste specifiche misure finalizzate alla riduzione del disagio degli utenti.

Nell'attesa dei regolamenti attuativi del Piano programmatico, definito su base triennale, dal Ministero della Istruzione, Università e Ricerca di concerto con il M.E.F., la Regione Calabria formula le linee guida per dimensionamento scolastico.

Il D.P.R. 233 del 1998 prevede i parametri dimensionali per l'acquisizione e mantenimento dell'autonomia scolastica; in particolare stabilisce che gli istituti di istruzione devono avere, di norma, una popolazione consolidata e prevedibilmente stabile per almeno un quinquennio, compresa fra 500 e 900 alunni, con possibilità di deroghe, in alcuni ben determinati casi, sia in difetto (fino al limite minimo di 300 unità) che in eccesso. Si ricorda, inoltre, che la deroga minima fino a 300 alunni è consentita nei confronti degli istituti comprensivi di scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di 1° grado, nonché nei confronti di istituti superiori comprendenti corsi o sezioni diverso ordine e tipo, a condizione che detti istituti siano ubicati nelle piccole isole, nei comuni montani ovvero nelle aree geografiche contraddistinte da specificità etniche o linguistiche.

PRESCRIZIONI PER GLI AA. SS. 2009/2010 e 2010/2011.

Sulla base del quadro normativo delineato, in considerazione dell'attuale consistenza quantitativa delle istituzioni scolastiche funzionanti in ambito regionale e dell'inevitabile dimensionamento della rete scolastica, si ritiene di formulare le seguenti. prescrizioni;

- le Province e i Comuni, per i gradi di istruzione di propria competenza, devono programmare e proporre l'eventuale accorpamento delle scuole aventi un numero di alunni inferiore ai limiti previsti dal D.P.R. 233/98 (a partire da quelle con meno di 300 alunni.) e lo sdoppiamento di quelle aventi una popolazione scolastica particolarmente elevata;

- le Province e i Comuni procedono al riequilibrio della popolazione scolastica fra le istituzioni scolastiche autonome attualmente funzionanti, per pervenire tendenzialmente al dimensionamento delle stesse secondo i parametri in precedenza indicati.

Finalità

La Regione, in collaborazione con le Province e i Comuni, e con il supporto dell'Ufficio Scolastico Regionale, degli Uffici Scolastici Provinciali e delle Istituzioni Scolastiche autonome, si impegna a garantire l'esercizio del diritto universale e fondamentale all'istruzione offrendo agli studenti calabresi e alle loro famiglie una pluralità di scelte, articolate sul territorio regionale.

Competenza

Le Province e i Comuni, sentiti gli USP, nonché le Istituzioni scolastiche autonome interessate, hanno la competenza ad avanzare proposte di razionalizzazione e di miglioramento quantitativo e qualitativo sull'istruzione secondaria superiore e sugli altri gradi inferiori di scuola.

Istituzioni Scolastiche

Le proposte delle scuole, approvate dal Consiglio di Circolo o d'istituto, devono essere inviate alle Province e ai Comuni nonché, per conoscenza, alla Regione e all'Ufficio Scolastico Regionale.

Criteri

La riorganizzazione e la programmazione delle rete scolastica devono essere realizzati in

base:

> alle esigenze reali di razionalizzazione e riequilibrio del territorio;

> alle esigenze di maggiore funzionalità organizzativa e didattica;

> alla migliore fruibilità dei servizio;

> alla economicità nell'utilizzo delle risorse;

alle previsioni e proiezioni. demografiche relative agli alunni in età compresa corrispondente al ciclo di istruzione;

ai parametri stabiliti dall'art. 2  D.P.R. 233/98 sopra ricordati;

al consolidamento e all'istituzione di istituti comprensivi. di scuola dell'infanzia e del ciclo primario di istruzione, al fine di sostenere la continuità didattica ed educativa a favore degli alunni.

Strumenti

Gli strumenti per la programmazione della rete scolastica sono:

a) l'istituzione;

b) la soppressione,

c) la fusione o unificazione;

d) lo sdoppiamento;

e) la trasformazione;

f) la diversa aggregazione.

Le modifiche all'assetto e alla localizzazione delle strutture scolastiche devono connotarsi indilazionabili per la necessità e l'indilazionabilità, nonché devono essere finalizzate al riequilibrio e alla risistemazione degli assetti preesistenti, al fine di pervenire alla definizione di una organizzazione stabile nel tempo, che garantisca il diritto universale all'istruzione e la qualità e l'efficacia dell'offerta didattica.

   a) Istituzione

L'istituzione di nuovi plessi, sezioni staccate o scuole coordinate è subordinata all'esigenza di. un opportuno decentramento o ridimensionamento di istituzioni Scolastiche autonome sovradimensionate. Saranno le specifiche esigenze di formazione scolastica espresse del singoli contesti territoriali a definire la possibilità di istituzione di nuovi, indirizzi di studio, corsi o sezioni (anche serali).

   b) Soppressione

La cessazione del funzionamento di una scuola deve prevedere: l'aggregazione delle sue sedi ad altre scuole autonome oppure l'aggregazione delle sue sedi a quelle di altre scuole a condizione che la nuova istituzione raggiunga i parametri necessari per l'autonomia.

La cessazione del funzionamento di un indirizzo di studio può avvenire, di regola, soltanto ad esaurimento.

La soppressione di plessi., succursali ed unità scolastiche, funzionanti nello stesso territorio comunale, nonché trasferimento di sede, dovrà essere proposta dalle Province e dai Comuni competenti, nell'ambito della rideterminazione della rete scolastica.

I provvedimenti di soppressione sono subordinati al preventivo accertamento della possibilità, per gli alunni, di frequentare altre scuole, tenuto conto della distanza, della sostenibilità dei tempi e dei costi di mobilità, in relazione all'età degli studenti e ai diversi gradi di scuole,

Tali provvedimenti vanno preventivamente valutati in relazione all'eventuale incidenza sull'abbandono scolastico nonché sulla qualità della didattica.

   c) Unificazione

Si ha quando da due o più scuole autonome, anche di ordine e grado diversi, nasce una nuova istituzione scolastica, di dimensione ottimale secondo quanto previsto dal D.P.R. 18.6.1998, n. 233, nella quale confluiscono le scuole fuse (due Scuole Medie sottodimensionate che si unificano; una Direzione Didattica e una Scuola Media che danno vita ad. un Istituto Comprensivo; I.I.S.S. con corsi o sezioni. di diverso ordine o tipo).

   d) Sdoppiamento

Con lo sdoppiamento di. un istituto autonomo con elevata popolazione scolastica si dà vita a due istituti autonomi, tenendo conto della dotazione organica complessiva dei dirigenti scolastici,

   e) Trasformazione

Si ha quando con l'aggregazione di plessi di diverso grado o tipologia, la scuola autonoma perde la propria specificità (esempio: Direzioni Didattiche o Scuole medie che diventano Istituti Comprensivi).

Si può avere la trasformazione anche in caso di disaggregazione di plessi scolastici. 

f ) Diversa aggregazione

Per esigenze di riequilibrio, ma anche al fine di garantire una migliore funzionalità della rete scolastica, si può procedere al distacco di un plesso da una scuola per aggregarlo ad. altra scuola, conservando entrambe l'autonomia scolastica. Avranno priorità le proposte di aggregazione avanzate dalle istituzioni scolastiche interessate, sulla base di accordi organizzativi. raggiunti dalle stesse istituzioni.

Piani Provinciali

Le Province, sulle base delle decisioni dei Comuni, sentite le OO.SS., approvano la proposta di Piano provinciale di organizzazione della rete scolastica e la trasmettono entro 20 novembre 2008 alla Regione Calabria – Dipartimento n. 11, nonché all'Ufficio Scolastico Regionale.

I Piani, devono tener conto di un'equilibrata distribuzione territoriale dell'offerta formativa, evitando di marginalizzare le zone periferiche e interne. Inoltre, devono tener conto del prescritto numero di alunni e della disponibilità di locali idonei.

Piano Regionale

La Regione, sentito l'Ufficio Scolastico Regionale in merito alla disponibilità di risorse umane e finanziarie disposte dallo Stato per l'anno scolastico di riferimento e dell'attuale assetto delle scuole in Calabria, approva entro il 30 novembre 2008 il Piano regionale della rete scolastica tenendo conto delle proposte contenute nei:Piani provinciali.

Il Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico Regionale adotterà i provvedimenti necessari per dare attuazione al Piano regionale.

INDIRIZZI PER LA PROGRAMMAZIONE REGIONALE DELL'OFFERTA INTEGRATA

La programmazione regionale dell'offerta formativa integrata comprende le azioni inerenti l'istituzione di nuovi indirizzi di studio per la scuola secondaria superiore, l'innalzamento dell'obbligo di istruzione, la riorganizzazione del centri territoriali permanenti per l'educazione degli adulti. (legge n. 296 del 27 dicembre 2006), nonché i corsi serali.

Attesa la mancata emanazione dei decreti legislativi attuativi della legge n. 53/2003 si ritiene opportuno che il presente atto non detti indirizzi in proposito; tanto, nell'intento di non prefigurare nuove offerte formative senza le necessarie garanzie di continuità e di sviluppo.

Alla luce di. quanto sopra detto, si ritiene di consentire, per gli anni scolatici 2009/2010 e 2010/2011, alle Province interessate di attivare nuovi indirizzi afferenti ai vecchio ordinamento per la scuola secondaria superiore.

Tali indirizzi dovranno tenere conto dei criteri di seguito riportati e delle specifiche richieste avanzate dalle singole istituzioni scolastiche previa. delibera dei. competenti organi collegiali:

1.  coerenza con le vocazioni culturali, produttive, formative ed occupazionali locali;

2.  conseguire una più razionale ed efficace distribuzione dell'offerta formativa locale;

3.  garantire l'esercizio del diritto di scelta degli studenti e delle famiglie;

4. rispettare le dinamiche demografiche riferite alla fascia corrispondente al ciclo primario e secondario e i flussi di iscrizione per le diverse tipologie di indirizzi di studio registrati nel triennio precedente;

5. verificare la disponibilità di strutture, risorse strumentali e di attrezzature necessarie per l'attivazione del nuovo indirizzo di studio e l’adeguatezza dei trasporti;

6. verificare l'esistenza di indirizzi affini o identici nell'ambito funzionale e nelle aree geograficamente situate in prossimità dei confini comunali e/o sub comunali.

Progetto di legge n. 354, recate: “Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio di previsione della Regione Calabria per l'anno finanziario 2009” - (Articolo 16 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8) (Del. n. 306)

Art. l

l. La Giunta regionale è autorizzata, fino a quando il bilancio di previsione per l'anno 2009 non sia stato approvato e non oltre il 30 aprile 2009, all'esercizio provvisorio del bilancio entro il limite di quattro dodicesimi dei singoli stanziamenti delle UPB del bilancio 2009 in corso di esame.

2. Nel corso dell'esercizio provvisorio del bilancio di cui al precedente comma è altresì autorizzato, nei limiti della maggiore spesa necessaria, l'utilizzo degli stanziamenti per le spese obbligatorie, per le spese relative ai capitoli 2222107 (UPB 2.3.01.02), 2233211 e 32040511 (UPB 3.2.04.05), 43020209 (UPB 4.3.02.02) e 6133104 (UPB 2.2.01.04), per le spese ricadenti nelle UPB relative all'attuazione del Programma Operativo Regionale della Calabria, nonché per le spese allocate ai capitoli con vincolo di destinazione finanziati con risorse statali.

3. L'autorizzazione di spesa di cui al capitolo 6133104 di complessive euro 400.000,00 è destinata alla copertura di obbligazioni giuridicamente vincolanti assunte nell’anno 2008 per l'importo di euro 200.000,00 ciascuno nei confronti del Comune di Catanzaro per la realizzazione della iniziativa di promozione turistica "Una città per cantare e del Comune di Cosenza per la manifestazione con concerto "Renzo Arbore e l'orchestra italiana."

Art. 2

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge n. 357/8^, recante “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 13 giugno 2008, n. 15” (Del. n. 305)

Articolo unico

Alla legge regionale 13 giugno 2008, n. 15 sono apportate le seguenti modifiche ed integrazioni:

- all'art. 25, comma 2, le parole "31 dicembre 2008" sono sostituite dalle parole "30 giugno 2009".

Nelle more del trasferimento, il personale di cui al comma 1 dell'art. 25 della legge regionale n. 15/2008, in servizio presso l'AFOR alla data del 31 dicembre 2008, sarà utilizzato dalla stessa nelle attività di liquidazione e gestione dell'Azienda;

- all'art. 43, comma 5, le parole "31 dicembre 2008" sono sostituite dalle parole "30 giugno 2009"

Proposta di provvedimento amministrativo n. 332/8^, recante: “Bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario anno 2009” (Del. n. 304)

"IL CONSIGLIO REGIONALE

Visto il progetto di bilancio di previsione del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2009, di cui alla delibera dell’Ufficio di Presidenza n. 117 del 23 dicembre 2008, che si conclude con le seguenti risultanze:

ENTRATE:

TITOLO 1                Fondi assegnati sul bilancio regionale per il funzionamento del Consiglio e degli organi statutari, CRAL, Consulta e CREL                                                      77.500.000,00

TITOLO 2                Entrate compensative e varie                                         5.057.669,74

TITOLO 3                Partite di giro                                                             17.280.500,00

TOTALE ENTRATE                                                                                 99.838.169,74

Presunto avanzo di amministrazione bilancio 2008                                       10.000.000,00

USCITE:

TITOLO 1                Spese correnti                                                           77.500.000,00

TITOLO 2                Spese compensative e varie                                       5.057.669,74

TITOLO 3                Partite di giro                                                             17.280.500,00

TOTALE USCITE                                                                                     99.838.169,74

DELIBERA              

di approvare il bilancio di previsione del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2009 con le seguenti risultanze finali:

ENTRATE:

TITOLO l                 Fondi assegnati sul bilancio regionale per il funzionamento del Consiglio e degli organi statutari, CRAL, Consulta e CREL                                                      € 77.500.000,00

TITOLO 2                Entrate compensative e varie                                         5.057.669,74

TITOLO 3                Partite di giro                                                             € 17.280.500,00

TOTALE ENTRATE                                                                                 € 99.838.1 69.74

Presunto avanzo di amministrazione bilancio 2008                                       € 10.000.000,00

USCITE:

TITOLO 1                spese correnti                                                            77.500.000,00

TITOLO2                 spese compensative e varie                                           5.057.669,74

TITOLO 3                partite di giro                                                             € 17.280.500,00

TOTALE USCITE                                                                                     € 99.838.169,74