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LEGISLATURA
RESOCONTO
INTEGRALE
_________
n. 34
SEDUTA Di MARTEDI’ 28 MARZO 2017
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICOLA IRTO
Inizio lavori h.14,45
Fine lavori h. 16,35
.
Presidenza
del Presidente Nicola Irto
La
seduta inizia alle 14,45
La seduta è aperta, si dia lettura del verbale
della seduta precedente.
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni e la mozione presentate
alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
E’ pervenuta risposta scritta alle interrogazioni
numero 82/10^ del 6 agosto 2015 a firma del consigliere Graziano; numero
121/10^ dell’11 gennaio 2016 a firma del consigliere Graziano; numero 209/10^
del 5 settembre 2016 a firma del consigliere Mangialavori; numero 218/10^ del 26
settembre 2016 a firma del consigliere Nicolò; numero 221/10^ del 28 settembre
2016 a firma del consigliere Graziano; numero 242/10^ del 5 dicembre 2016 a
firma del consigliere Graziano; numero 259/10^ del 16 febbraio 2017 a firma del
consigliere Guccione.
(Sono riportate in allegato)
Come annunciato nelle comunicazioni, il Presidente della Giunta regionale ha
chiesto congedo per motivi strettamente personali e familiari. La Conferenza dei capigruppo ha deciso, all’unanimità, di procedere con l’esame dei punti
inseriti all’ordine del giorno, rinviando ad
altra seduta, sia di Conferenza dei capigruppo sia di Consiglio
regionale, il dibattito politico sul sistema aeroportuale calabrese e sugli altri temi oggetto di discussione
politica in seno alla Conferenza dei capigruppo, quali ad esempio il servizio idrico
integrato.
Presidente, chiedo
l’inserimento all’ordine del giorno di due proposte di legge: la proposta di legge protocollo numero
14163 del 28 marzo di iniziativa dei consiglieri Mirabello e Romeo, recante:
“Disposizioni per la liquidazione della Fondazione Field” e la proposta di legge riguardante la “Modifica della legge regionale 3 agosto 1999,
n. 20 per l’Istituzione dell’Agenzia regionale
per la protezione dell’ambiente della Calabria,
Arpacal”.
Pongo in votazione l’inserimento all’ordine del giorno delle due proposte di legge richiesto dal consigliere Mirabello.
(Il Consiglio approva)
Ha
chiesto di parlare il consigliere Graziano. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente, chiedo l’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge
numero 225/10^ riguardante la “Modifica della legge regionale 5 aprile 1982, n.
13, recante <Norme di attuazione dello Statuto per l’iniziativa legislativa
popolare per il referendum>”. E’ proposta dal sottoscritto, dal consigliere
Romeo, capogruppo del Partito democratico, e dal consigliere Orsomarso, capogruppo
del Gruppo Misto.
Questa
proposta di legge riguarda l’ampliamento, ad opera del Presidente della Giunta
regionale, dei termini per l’indizione dei referendum anche
in vista del referendum consultivo per l’istituzione del nuovo Comune derivante
dalla fusione dei Comuni di Corigliano Calabro e di Rossano. La modifica si rende necessaria al fine di convocare i cittadini residenti
all’estero e i cittadini dei Paesi dell’Unione europea residenti nei comuni
interessati al referendum, atteso che i tempi stretti non consentono allo stato
attuale di promuovere la più ampia partecipazione della platea interessata dalla
procedura di fusione. Per questo motivo, con la modificazione alla legge
anzidetta, si chiede un ampliamento dei termini.
Pongo
in votazione l’inserimento all’ordine del giorno del provvedimento come
proposto dal consigliere Graziano.
(Il Consiglio approva)
Il
primo punto all’ordine del giorno riguarda la proposta di
provvedimento amministrativo numero 163/10^ d'Ufficio, recante: “Temporanea
sostituzione del consigliere regionale Nazzareno Salerno, in atto sospeso dalla
carica, con il Sig. Mario Magno”.
Se non ci sono richieste di intervento, pongo in
votazione il provvedimento.
(Il Consiglio approva)
Invito il consigliere Magno a prendere posto nei
banchi riservati ai consiglieri.
(Applausi)
Benvenuto,
consigliere Magno. Prego, ha facoltà di parlare.
Signor
Presidente, intanto la ringrazio per avermi dato l’opportunità di prendere la
parola in quest’Aula nella quale ho già trascorso un periodo di consiliatura, la
nona, e mi accingo a trascorrervi un ulteriore periodo in questa decima
legislatura.
Vorrei
ringraziare lei, Presidente, il Presidente della Giunta che, purtroppo, oggi è
assente per motivi personali e di salute, gli assessori, i colleghi consiglieri,
la stampa, il pubblico presente e gli amici che sono venuti da Lamezia Terme e
dalla provincia.
Desidero,
inoltre, rivolgere a tutti voi un sentito ringraziamento per l’accoglienza che
mi è stata riservata per questo mio ritorno nel Consiglio regionale della
Calabria. Ringrazio, in particolare, il presidente Irto, il Capo di Gabinetto e
l’Ufficio di Presidenza per la puntualità con la quale è stata data esecuzione
al decreto di sospensione emanato dal Presidente del Consiglio dei Ministri ai
sensi dell’articolo 8 del decreto legislativo numero 235/2012 che, oggi, mi
vede rientrare in questa Assemblea quale supplente del consigliere Salerno al
quale auguro che possa risolvere positivamente la sua vicenda personale.
Non
posso, inoltre, non mandare un messaggio di augurio al Vice coordinatore
regionale di Forza Italia, Giuseppe Mangialavori, amico da tanti anni e persona
che stimo profondamente sia come politico siacome professionista da sempre
impegnato sul territorio vibonese, affinché possa avere altre occasioni di
rappresentanza politica e di attività amministrativa.
Per
me oggi è un rientro in Assemblea regionale che vivo con una emozione
differente rispetto al 2010 poiché questo nuovo insediamento – pur arrivando in
ritardo e da supplente – attribuisce un significato nuovo al mio impegno
politico fatto di coerenza, di rispetto delle regole e della legalità. Non
nascondo che, sin dal momento del risultato sfavorevole alla mia elezione, ho
sempre nutrito la convinzione che, comunque, sarei rientrato in Consiglio
regionale, convinto che il tempo è galantuomo e restituisce sempre quello che
per circostanze o avvenimenti vari è stato tolto.
Dopo
poco meno di due anni e mezzo di attività da funzionario del Ministero
dell’Interno e di impegno politico tra la gente, ritrovo una regione ancora più
problematica rispetto a come la lasciai, a causa di una maggioranza, eletta a
novembre 2014, che non ha saputo produrre, finora, quella novità e quella
spinta di rinnovamento che i calabresi si aspettavano.
Devo,
inoltre, prendere atto che anche una parte della minoranza non ha saputo o
voluto interpretare con coerenza il ruolo che i cittadini calabresi le hanno
affidato e che deve essere improntato al controllo dell’azione amministrativa
sui grandi temi dello sviluppo e della difesa dei diritti, cogliendo il grido
di sofferenza e di bisogno proveniente dalle fasce deboli della società.
Un
pensiero va ai tanti giovani disoccupati, a coloro che hanno perso il lavoro e
che hanno il diritto a sperare in un lavoro sicuro, alle famiglie che hanno
diritto ad avere una sanità e servizi efficienti, scuole sicure per i propri
figli ed un sostegno al reddito.
Un
saluto ed un messaggio di vicinanza personale va ai tanti sindaci ed
amministratori locali che con sacrificio gestiscono i comuni calabresi, sempre
in difficoltà nell’erogare i servizi essenziali e spesso abbandonati al loro
destino dai governi nazionali ed in alcuni casi anche dalla Regione che non
mettono in campo politiche di sostegno e sviluppo adeguati.
Un
ringraziamento doveroso va soprattutto alla magistratura calabrese – alla quale
deve andare sempre il nostro continuo sostegno – che ha rappresentato negli
anni passati, e continua a rappresentare, un punto di riferimento importante di
garanzia, di giustizia, di legalità e di impegno contro la ‘ndrangheta.
Un
messaggio di vicinanza e sostegno va ai tanti giovani che hanno manifestato a
Locri contro la ‘ndrangheta, che hanno espresso vicinanza e solidarietà alle
forze dell’ordine che con sacrificio e sofferenza garantiscono la sicurezza dei
cittadini.
Un
grazie particolare va alla stampa, a tutte le emittenti televisive e web
che hanno messo in risalto il mio nuovo ingresso in Consiglio regionale a causa
di una vicenda che rappresenta un segnale di allarme per la difesa della
legalità, delle regole e del corretto rapporto quando si è chiamati a gestire
la cosa pubblica.
Da
questo momento mi sento di dover condividere con tutti voi un percorso di
gestione dei processi programmatori e legislativi finalizzati alla crescita
della Calabria senza confondere i ruoli assegnati dall’elettorato a maggioranza
ed opposizione e senza, comunque, far venire meno il mio apporto su questioni riguardanti
la collettività ed il raggiungimento del bene comune. Come ha ben detto Wanda
Ferro nel suo discorso di insediamento, in questi due anni di gestione del
governo di sinistra non mi sono perso molto perché non c’è stato quello scatto
di orgoglio che i calabresi si aspettavano.
La
delusione dei calabresi è grande e, pertanto, è necessario che quello scatto di
orgoglio politico lo mettano in campo le opposizioni per creare i presupposti
di una alternanza al governo attuale e per ridare alla nostra regione un nuovo
progetto politico-amministrativo incentrato sullo sviluppo, con nuove politiche
del lavoro per dare a tanti giovani disoccupati certezza sul futuro attraverso percorsi
di educazione alla legalità e di denuncia.
Credo
che in questo Consiglio regionale ci siano colleghi che hanno a cuore le sorti
di questa regione e mi appello a loro affinché si costruisca un rapporto serio
con i cittadini, fatto di impegni e di assunzione di responsabilità, creando
una opposizione identificabile che sappia dare il proprio contributo in ogni
momento.
Il
venir meno di una vera opposizione a chi governa, che in molte situazioni si
trasforma in trasversalismo e trasformismo, costituisce un deficit di
democrazia, quella democrazia - nei ruoli per i quali siamo stati delegati dai
cittadini - che dobbiamo difendere a tutti i costi e che rappresenta la vera
forza di una gestione corretta ed equilibrata delle Istituzioni.
Sono
qui per svolgere il mio ruolo senza cedimenti e sono certo che insieme ad amici
di tante battaglie comuni che qui ritrovo – quali Mimmo Tallini, Wanda Ferro, Fausto
Orsomarso, Alessandro Nicolò, Ennio Morrone, Giuseppe Graziano, Francesco
Cannizzaro, con i quali ho condiviso percorsi politici ed esperienze
amministrative–, nonché insieme a tanti amici di maggioranza –quali Tonino
Scalzo, Enzo Ciconte, Domenico Bevacqua, Arturo Bova, Mauro D’Acri, Baldo
Esposito, Pino Gentile, Carlo Guccione ed altri che mi scuso se non citati, con
i quali spero di avere rapporti fruttuosi– sapremo trovare le giuste sinergie
per ridare ruolo e dignità a questo Consiglio regionale con proposte
progettuali e legislative impegnative.
I problemi
sono tanti, alcuni da sempre trascurati, mentre dovrebbero essere affrontati
con ostinazione ed impegno anche con l’utilizzo dei fondi comunitari. In
particolare, mi riferisco alla Fondazione Terina con i suoi dipendenti che non
percepiscono gli stipendi da mesi; agli aeroporti calabresi da rilanciare e per
i quali spero che la Sacal sappia dare nuova linfa e nuova opportunità di
ripresa; al mare sporco con una depurazione che ancora non funziona ed al
turismo che non decolla; all’oneroso smaltimento dei rifiuti con una raccolta
differenziata ancora troppo minimale; alla mancanza di politiche occupazionali
adeguate; alla mancanza di infrastrutture moderne e tutt’ora insufficienti nei
collegamenti – si veda la SS 106 e le linee ferroviarie abbandonate – necessari,
invece, per far decollare la Calabria; alle insufficienti politiche per il
sostegno all’handicap e agli anziani, alle donne; ad una sanità commissariata e
per la quale non si conosce a che punto sia il Piano di rientro mentre i
cittadini ne pagano i costi elevati e i mille altri problemi che affronteremo
nel prosieguo di questa decima legislatura.
Concludo
questo mio intervento ringraziando doverosamente la coordinatrice regionale di
Forza Italia, Jole Santelli, ed il Partito nazionale che a novembre 2014 mi
hanno consentito di ricandidarmi per poter rappresentare ancora una volta in
questa Aula consiliare i cittadini calabresi ed i tanti elettori del Collegio
Centro; per loro mi spenderò con impegno e con la speranza di poter onorare
ancora una volta la fiducia che hanno riposto in me, votandomi non con una
delega in bianco, ma con la convinzione di potersi far rappresentare da una
persona con esperienza politica-amministrativa e capace di tentare di portare a
soluzione, insieme a tutti voi, le molteplici problematiche che affliggono la
Calabria.
A
loro dico “non farò mancare il mio impegno”. Inoltre, per concludere, dopo aver
consultato alcuni amici consiglieri regionali, dichiaro la mia adesione al
Gruppo Misto con l’impegno e anche con la necessità di poter riflettere nel
prosieguo su quelli che dovranno essere eventuali nuovi assetti all’interno dei
gruppi politici che compongono il Consiglio regionale ed in modo particolare
dei gruppi di opposizione.
La
mia appartenenza politica rimane, comunque, sempre legata fortemente a Forza
Italia per la quale mi spenderò ancora di più sul territorio del Collegio
Centro ma anche sul territorio della intera regione. Vi ringrazio per la
pazienza e per l’ascolto che avete riservato al mio intervento.
(Applausi)
Grazie,
consigliere Magno.
Il
secondo punto all’ordine del giorno riguarda la proposta di
provvedimento amministrativo numero 143/10^ di iniziativa del consigliere
Esposito, recante: “Integrazioni al Regolamento interno del Consiglio regionale
(D.C.R. 27 maggio 2003, n. 5)”.
La parola al relatore del provvedimento, consigliere
Esposito.
Presidente, questa proposta di provvedimento amministrativo trae la sua
origine dalla necessità di adeguare il Regolamento consiliare interno alle
disposizioni contenute nella legge
regionale del 12 agosto 2016, numero 30, recante “Disposizioni sulla
partecipazione della Regione
Calabria alla formazione ed attuazione della normativa e delle politiche della
Unione europea”, proposta ed approvata dal Consiglio regionale su iniziativa dei
consiglieri Aieta e D’Acri.
Questa
legge ha provveduto a conformare la legislazione regionale in materia alle
norme statali della legge numero 234 del 24 dicembre 2012 che, a sua volta, aveva
recepito i dettati del Trattato di Lisbona entrato in vigore nel 2009.
In
particolare, con questo provvedimento amministrativo di adeguamento del
Regolamento vengono introdotti e disciplinati lo svolgimento della sessione
regionale– una volta all’anno possibilmente prima della pausa estiva– e tutto
il percorso di adozione della legge regionale europea da parte del Consiglio
regionale. Più specificatamente, vengono rubricate tali disposizioni all’articolo
111ter e all’articolo 111quater. Si realizza così un modello collaborativo fra
Giunta e Consiglio istituzionalizzando questa collaborazione e prevedendo un
flusso informativo continuo dalla Giunta al Consiglio pur nell’esercizio delle
reciproche competenze; tale modello collaborativo vuole – anche mediante questo
adeguamento al Regolamento – offrire una possibilità di riabilitazione del
Consiglio bilanciando la sua posizione più debole rispetto alla Giunta.
È casuale
che questo provvedimento amministrativo arrivi in Aula oggi in coincidenza con
il sessantesimo anniversario dei due “Trattati di Roma” e dopo la celebrazione
proprio a Roma di tale evento.
Ritengo
che sia anche l’occasione per ricordare quel 25 marzo 1957 e ribadire, da parte
di questo Consiglio regionale, l’impegno da profondere verso una Europa unita
ed indivisa guardando ai padri costituenti dell’Europa, guardando a quel
passato per elaborare non soltanto il presente ma anche il futuro.
Vanno
celebrate le tante cose fatte dal 1957 ad oggi ma ritengo che ci sia tanto da
lavorare affinché le speranze, ancora inevase, possano trovare una soluzione.
Tali soluzioni, ritengo, che potranno essere conseguite soltanto se con
coraggio verranno poste al centro delle decisioni il potere decisionale ed una
nuova democrazia partecipata che è quello che viene dalla base e dai cittadini.
Nuovi
modelli di democrazia, quindi, che possano restituire quella fiducia che
probabilmente oggi sfugge ai cittadini europei; nuove capacità di investimento
per far aumentare la crescita; riduzione soprattutto delle diseguaglianze e su
questo si può aprire un dibattito estremamente ampio su quella Europa a due
velocità che anche sabato è stata messa in evidenza a Roma ma soprattutto lotta
alla povertà di cui questa regione ha fortemente bisogno.
Non
v’è dubbio che nel parlare di Unione europea non si possa tacere anche
l’importanza di addivenire a delle politiche migratorie condivise e comuni e, soprattutto,
la logica comuneè quella di impegni forti verso la sicurezza e la difesa.
Impegni forti che non possono prescindere dalle risorse economiche che quanto
meno, tuttavia, devono trovare una loro logica se escono fuori da quel patto di
stabilità che è una scure sui Governi e sui vari enti.
Con
questo auspicio e con questo proposito ritengo che oggi si possa licenziare
questa proposta di provvedimento amministrativo di adeguamento del Regolamento
consiliare interno. Grazie.
Non
ci sono altre richieste di parola sul secondo punto all’ordine del giorno, pertanto
pongo in votazione il provvedimento.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Il terzo punto all’ordine del giorno riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 158/10^, di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rendiconti esercizi 2013, 2014, 2015 – Istituto Regionale Superiore di Studi Elleno Calabri per la Comunità Greca di Calabria”.
La parola al relatore, consigliere Aieta, che ha facoltà di illustrare la relazione.
Signor Presidente, la proposta di provvedimento che è posta oggi all’approvazione di questa Assemblea è stata licenziata a maggioranza dalla seconda Commissione - Bilancio, Programmazione economica ed Affari dell’Unione europea -, nella seduta del 21 marzo 2017. Alla seduta di Commissione ha partecipato il dirigente generale del dipartimento bilancio, dottor De Cello.
Devo ricordare che l’articolo 24 della legge regionale numero 15 del 2008 ha autorizzato la Giunta regionale a procedere alla trasformazione dell’Istituto in Fondazione, così come è accaduto per quello della cultura occitana ed ellenica, con il compito di promuovere la tutela delle tradizioni linguistiche e culturali delle popolazioni calabresi, ed ha nominato il Commissario ad acta con il compito di provvedere a curare la predisposizione degli adempimenti necessari alla trasformazione.
Il provvedimento che oggi ci occupa si compone della delibera di Giunta regionale, delle relazioni istruttorie del dipartimento Turismo, del dipartimento Bilancio e del parere dell’organo di revisione.
Occorre precisare che è stato nominato un Commissario liquidatore che ha provveduto, oltre a rettificare la determina di approvazione dei rendiconti regionali per gli esercizi finanziari 2013, 2014 e 2015, ad approvare anche il riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi al 31 dicembre 2014.
Il Collegio dei revisori dei conti ha espresso parere favorevole ai rendiconti generali anni 2013, 2014 e 2015, nonché al riaccertamento straordinario dei residui al 31 dicembre 2014.
Il dipartimento Turismo ha espresso parere favorevole. Il dipartimento Bilancio, nell’istruttoria di competenza, ha precisato che i bilanci di previsione per gli esercizi finanziari 2013, 2014 e 2015 non sono stati approvati dal Consiglio regionale e, dunque, l’Ente ha operato in gestione provvisoria. I rendiconti degli anni 2013 e 2014 registrano un avanzo di amministrazione pari a zero; il rendiconto del 2015 chiude con un avanzo di amministrazione pari ad € 2, 35.
A seguito di un attento esame della documentazione, il dipartimento Bilancio ha rilevato che: sussiste la piena corrispondenza tra il saldo di cassa, di cui al conto del bilancio, e il conto del tesoriere; sussiste continuità tra i residui finali rispetto a quelli iniziali dei singoli esercizi iscritti nelle scritture contabili.
Il dipartimento Bilancio evidenzia, tuttavia, che non risulta effettuata dal dipartimento Turismo la necessaria vigilanza sulle attività dell’Istituto in ordine alla spending review e la verifica in ordine alla normativa di riferimento.
A conclusione dell’attività istruttoria, il dipartimento Bilancio ritiene possibile procedere alla trasmissione da parte della Giunta regionale dei rendiconti dell’Istituto regionale per la Comunità Greca di Calabria per gli esercizi 2013, 2014 e 2015 al Consiglio regionale, per gli adempimenti di competenza.
Non essendoci altre richieste di parola pongo in votazione il provvedimento come illustrato in Aula.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Siamo adesso al quarto punto all’ordine del giorno relativo alla proposta di provvedimento amministrativo numero 159/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rendiconti esercizi 2013, 2014, 2015 – Istituto Regionale per la Comunità Arbereshe di Calabria”.
La parola al relatore, consigliere Aieta, che ha facoltà di illustrare la relazione.
Signor Presidente, questo provvedimento è simile a quello che abbiamo testé discusso. Si tratta dei rendiconti degli esercizi 2013, 2014 e 2015 riferiti all’Istituto regionale per la Comunità Arbereshe di Calabria.
Anche qui il provvedimento si compone della delibera di Giunta regionale, delle relazioni istruttorie del dipartimento turismo, del dipartimento bilancio e del parere dell’organo di revisione.
Il Collegio
dei revisori dei conti ha espresso parere favorevole, così il dipartimento turismo ed il dipartimento bilancio, a seguito di attento
esame della documentazione, ha espresso parere favorevole con delle postille
che riguardano il contenimento della spesa ma autorizza, in ogni caso, la
discussione ed il trasferimento di questa pratica alla Commissione
regionale.
Non
essendoci richieste di parola pongo in votazione il provvedimento.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Siamo adesso al quinto punto all’ordine del giorno relativo alla proposta di provvedimento amministrativo numero 160/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rendiconti esercizi 2013, 2014, 2015 – Istituto Regionale per la Comunità Occitana di Calabria”.
La parola al relatore, consigliere Aieta, che ha facoltà di illustrare la relazione.
Signor Presidente, anche qui si tratta della proposta di approvazione dei rendiconti per gli esercizi 2013, 2014, 2015 riferiti all’Istituto Regionale per la Comunità Occitana di Calabria.
Anche qui il
Collegio dei revisori dei conti
ha espresso parere favorevole; il dipartimento
turismo ha espresso parere favorevole e il dipartimento bilancio ha autorizzato la trasmissione da parte della Giunta regionale di questo provvedimento al Consiglio regionale, evidenziando alcune questioni
che sono state già anticipate negli altri due provvedimenti.
In ogni caso il dipartimento bilancio ritiene che questo provvedimento si possa approvare.
Non
essendoci richieste di parola pongo in votazione il provvedimento.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Il sesto punto all’ordine del giorno riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 161/10^, di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Programma Regionale per le attività di sviluppo nel settore della Forestazione e per la gestione delle Foreste Regionali anno 2017”.
La parola al relatore, consigliere Aieta, che ha facoltà di illustrare la relazione.
La proposta di provvedimento amministrativo numero 161/10^, di iniziativa della Giunta regionale, riguarda il “Programma Regionale per le attività di sviluppo nel settore della Forestazione e per la gestione delle Foreste Regionali anno 2017”.
Il Programma regionale che è stato elaborato ai sensi della legge regionale numero 20 del 1992 viene qui dettagliatamente elencato nei suoi interventi.
L’obiettivo è quello di uno sviluppo multifunzionale del sistema forestale che include, tra l’altro, una serie di azioni innovative volte ad una miglior prospettiva di crescita e di ritorno economico.
Le azioni contenute nel presente Programma si esplicano, in accordo a quanto contenuto nel vigente Piano stralcio per l’Assetto Geologico (PAI), con la gestione e manutenzione del territorio, la prevenzione dei rischi idrogeologici, ambientali e degli incendi boschivi, la manutenzione delle infrastrutture nelle aree forestali e la loro eventuale implementazione.
Le azioni ivi previste si articolano, sostanzialmente, in tre macrosistemi: il primo riguarda il sistema bosco-legno; il secondo il sistema difesa del suolo; e il terzo riguarda la formazione professionale.
Gli interventi attinenti il primo gruppo afferiscono allo sfruttamento del soprassuolo delle foreste e dei boschi pubblici, del demanio regionale, comunale, garantendone la salvaguardia e la tutela dell’intero ecosistema.
Le azioni previste riguardano, in particolare, la produzione di biomasse, la valorizzazione della filiera legno e la gestione delle aziende forestali.
Il Programma si completa con l’attività di formazione professionale rivolta ad una riqualificazione dei quadri dirigenti, dei tecnici e delle maestranze e ad un’attività di protezione civile, intesa come attività per interventi sulle calamità naturali.
Dal punto di vista finanziario si evidenzia che il finanziamento del programma di forestazione per l’anno 2017 è di circa euro 192.000.000, 00 a cui si farà fronte con risorse nazionali per euro 130.000.000, 00, mentre la rimanente somma sarà a carico delle risorse autonome regionali.
E’ chiaro che la Regione Calabria, con le sole fonti di finanziamento attuali, non può sostenere il costo globale della gestione forestale, per cui il Programma mira nel tempo anche ad una autosostenibilità.
Il Programma prevede, infine, degli incentivi che dovranno consentire la costruzione di un mercato utile all’avvio dell’autosostenibilità del settore. Durante la seduta sono intervenuti il Dirigente del Dipartimento Presidenza, ingegnere Siviglia, e il Dirigente generale del Dipartimento Bilancio, dottor De Cello.
L’ingegnere Siviglia ha evidenziato, illustrando il Piano, che in esso sono state segnalate le criticità del territorio regionale ed in tale contesto è stata elaborata una programmazione che consentirà di tutelare il territorio stesso.
Il direttore
generale del dipartimento bilancio ha confermato la
copertura finanziaria del provvedimento.
Non
essendoci richieste di parola pongo in votazione il provvedimento.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Ha chiesto di parlare il consigliere Sergio.
Ne ha facoltà.
Signor Presidente, chiedo di inserire all’ordine dei lavori l’ordine del giorno numero 8672 del 23 febbraio 2017.
Pongo in votazione la richiesta di
inserimento all’ordine dei lavori odierni dell’ordine del giorno proposto dal consigliere
Sergio.
(Il Consiglio
approva)
Il settimo punto all’ordine del giorno riguarda la proposta di legge numero 216/10^, di iniziativa del consigliere Neri, recante: “Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio del Consiglio regionale della Calabria ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lett. e) del decreto legislativo 23 giugno 2011, numero 118, come modificato ed integrato dal decreto legislativo 10 agosto 2014, numero 126”.
Ha chiesto di parlare in via preliminare la
consigliera Wanda Ferro. Ne ha facoltà.
Signor Presidente,
colleghi consiglieri, avendo dato un approfondito sguardo a questa pratica, ritengo
sia necessario – non me ne voglia il consigliere Neri! – richiedere un maggiore
approfondimento rispetto al riconoscimento dei debiti fuori bilancio di
alcuni professionisti rispetto ad una legge
regionale già esistente del 4 febbraio 2002, che trovo esaustiva, ma, soprattutto,
a salvaguardia dell’intero Consiglio regionale; la legge, che è stata approvata
nel 2002, prevede, nel riconoscimento dei debiti fuori bilancio, che la pratica
venga inviata alla Corte dei conti per il controllo che spetta alla
giustizia amministrativa. Ed, ovviamente, nel caso vi sia stata una
acquisizione da parte della Regione di beni e servizi, in assenza del
preventivo impegno di spesa, il rapporto obbligatorio intercorre ai fini della
controprestazione per una parte non riconoscibile ai sensi dell’articolo 45bis
tra il privato e l’amministratore. Il dirigente o il funzionario che abbia
determinato la generazione del debito ovviamente ne deve rispondere. Per la
prestazione continuativa o periodica hanno effetto e si estende ai dirigenti
che abbiano reso possibile le singole prestazioni.
Credo che questo Consiglio regionale dovrebbe
chiedere al Settore legislativo della Regione un elenco, un inventario dei
debiti fuori bilancio di eventuali altri professionisti che si trovano nelle
medesime condizioni.
Ovviamente in caso di una sentenza in nome del
popolo italiano non c’è da parte nostra nessuna reticenza a voler approvare
quanto previsto da queste parcelle. Voglio anche ricordare che sono debiti
fuori bilancio, non disposti da questa amministrazione ma, comunque, nella
salvaguardia di ognuno di noi, credo ci debbano essere regole, normalità e pari
dignità per tutti coloro che hanno svolto prestazioni per la Regione e che
ancora, magari, hanno un pregresso da riscuotere.
Chiudo dicendo che anche su questo dobbiamo
intravedere le posizioni dei professionisti che difendono la Regione e che poi,
nello stesso tempo, avendo cause contro la Regione riscuotono, magari, le
parcelle.
Forse un po’ più di linearità rispetto, non al
nostro operato, ma a quello che richiediamo alla buona burocrazia credo sia a
tutela, consigliere Neri, di tutti quanti ma, soprattutto, del Consiglio
regionale stesso.
Parere del relatore, consigliere Aieta?
Favorevole. Allora pongo in votazione il rinvio di questo punto all’ordine del
giorno per un approfondimento tecnico.
(Il Consiglio rinvia)
Ha chiesto di parlare il consigliere Aieta. Ne
ha facoltà.
Presidente, le volevo, gentilmente, chiedere di richiamare in Aula la mozione numero 74, avendola presentata il 19 dicembre 2016, che riguarda: “L’adesione alla convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità”. Grazie.
Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno della mozione Onu.
(Il Consiglio approva)
Siamo all’ottavo punto all’ordine del giorno che riguarda la proposta di legge numero 115/10^, di iniziativa del consigliere Neri, recante: “Modifiche alla legge regionale 5 maggio 1990, n. 41, rubricata ‘Istituzione anagrafe canina, prevenzione randagismo e protezione degli animali”.
La parola al consigliere Neri, che ha facoltà di illustrare la relazione.
Presidente, questa proposta di legge è
stata approvata in terza ed in seconda Commissione
e va evidenziato che, in ragione della intervenuta sentenza della Corte
dei conti, che prevede che anche leggi che di per sé non prevedono impegni di
spesa a carico del bilancio regionale, in ogni caso, devono essere accompagnate
da una relazione tecnica che spieghi, punto per punto, le motivazioni per cui
da quelle norme non possono derivare nuove fonti di spesa. Abbiamo provveduto
ad integrare la relazione tecnica che, a questo punto, è congrua con quanto prescritto
dalla Corte dei Conti.
Sono arrivate delle osservazioni da parte del
dipartimento salute della Regione Calabria che riteniamo attinenti e
accoglibili; pertanto, chiedo che la proposta di legge in questione venga
restituita alla Commissione di competenza affinché si proceda nelle forme
ordinarie. Grazie.
Lo stesso proponente della proposta di legge
chiede il rinvio per un approfondimento. Diamo per rinviato anche l’ottavo
punto all’ordine del giorno.
(Il Consiglio rinvia)
Il nono punto all’ordine
del giorno riguarda la proposta di legge numero 190/10^ di iniziativa
del consigliere Nicolò, recante: “Mantenimento annuale delle strutture
amovibili degli stabilimenti balneari. Modifiche alla legge regionale 17 del 2005”.
Il relatore, consigliere Bevacqua, ha facoltà di
svolgere la relazione. Prego.
Grazie Presidente. Prima di
iniziare l’illustrazione del punto volevo rivolgere un caloroso benvenuto al
collega Magno al quale auguro un buon lavoro
ed al quale rivolgo l’invito di svolgere quel ruolo a cui lui poco fa ha
accennato, nella sua relazione di benvenuto: di una opposizione
sana e costruttiva e, nel caso ce ne fosse bisogno, anche dura, perché credo sia uno dei principi dettati dalla
democrazia quello di svolgere un ruolo di maggioranza
e di opposizione nel rispetto reciproco delle
posizioni. Con il collega Magno ci conosciamo da anni, quando lui svolgeva la
stessa funzione che io svolgevo nella mia provincia. Gli auguro, pertanto, un
buon lavoro ed un bentornato in quest’Aula.
L’approvazione in Commissione del progetto di legge presentato dal collega Nicolò
testimonia, come ho avuto modo di dire, ancora
una volta, lo spirito che anima la Commissione
da me presieduta che è uno spirito costruttivo e bipartisan. Ritenendo
condivisibile la sostanza del provvedimento ho chiesto di procedere alla
immediata approvazione, al fine di consentire alle nuove norme di essere
operative prima dell’inizio della stagione balneare.
Venendo al merito della proposta, occorre tener
presente che i comuni e le province avrebbero dovuto, da anni, adottare i piani
di spiaggia e le conseguenze di questo ritardo nella pianificazione non devono continuare, per questo,
a gravare sui soggetti privati che vedono costantemente frustrate per il
rigetto le loro legittime istanze volte al prosieguo della loro attività
economica.
Nell’attuale periodo di stagnazione economica, la
norma in esame è tesa ad attenuare per gli operatori del settore gli effetti
congiunturali consentendo loro di mantenere e rilanciare il turismo del mare anche
dopo il termine della stagione estiva, evitando agli operatori turistici
l’aggravio dei costi derivanti dallo smontaggio e rimontaggio delle opere.
Questa parziale modifica alla legge regionale numero 17 del 2005
permette il rilascio, infatti, di una autorizzazione per il mantenimento delle strutture
amovibili degli stabilimenti
balneari in concessione a carattere stagionale per l’intero anno, purché siano
rispettati precisi parametri e cioè che lo consenta lo stato dei luoghi e che
il concessionario si impegni a svolgere l’attività economica.
Il concessionario,
inoltre, deve essere in regola con il pagamento del canone e dell’addizionale
regionale; non permangono occupazioni o innovazioni abusive sul demanio
marittimo; vengono acquisiti tutti gli altri pareri e le autorizzazioni
prescritte ex legge, in particolare quella paesaggistica nonché il parere
vincolante del dipartimento competente in materia di demanio marittimo.
Viene inoltre
prevista una clausola di salvaguardia tale che le concessioni, una volta
approvato il Piano comunale spiaggia, possono essere revocate ove risultino in
contrasto col medesimo piano.
Tutto ciò è stato
possibile grazie alla proficua interlocuzione col Settore legislativo del Consiglio
regionale mediante il quale si è pervenuto ad un testo che garantisce il
rispetto di tutti i vincoli e le normative vigenti a tutela del territorio.
Tutela
dell’ambiente ed iniziative economiche non sono necessariamente in contrasto
come in questo caso, ma anzi devono essere normate in modo da essere
congiuntamente di ausilio alla crescita delle comunità e dei territori.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Nicolò. Ne ha facoltà.
Grazie
Presidente, colleghi consiglieri, è con soddisfazione che ho avuto modo di
constatare la condivisione sulla proposta di legge sia in Commissione di merito
sia in Commissione bilancio. Voglio precisare che tale disposizione non
comporta oneri finanziari, ma mira a derogare a dei principi.
Sappiamo
che la legge già normata, la numero 17 del 2005 all’articolo 5, comma 9, disciplina
la fattispecie attraverso il Piano spiagge ed è quindi competenza dei comuni ed
interviene, tale disposizione, richiamata esaustivamente dal presidente
Bevacqua, soprattutto laddove non esiste il Piano spiaggia, ma per garantire un
turismo “mirato” rispetto ad una logica che in Calabria più che altrove merita
grande attenzione.
Ci
siamo soffermati soprattutto su questo aspetto e non c’è niente da inventarsi
perché tale normativa esiste già in altre realtà come l’Emilia Romagna e altre
regioni. La deroga consiste nel consentire alle strutture amovibili – con quelle
condizioni che diceva il presidente Bevacqua - lo svolgimento dell’attività
economica, il mantenimento per l’intero anno.
Questo
non è vincolante per l’intero anno e naturalmente una precisazione è d’obbligo,
perché qualcuno mi ha sollevato l’eccezione: se volessimo, 4-6-8 mesi è la
deroga all’attuale vincolo limitato alla stagione estiva, compatibilmente, naturalmente,
allo stato dei luoghi e con tutte quelle prescrizioni ex lege ed il
parere vincolante del dipartimento. Ribadisco che non ci sono oneri finanziari
ed è una legge che guarda ad un obiettivo strategico rispetto al quale ho
potuto constatare che non ha oneri. Ringrazio la Commissione e tutti i
rappresentanti per averne apprezzato i contenuti, averli condivisi ed averla
approvata sia nella Commissione di merito sia nella Commissione che ha
esaminato l’aspetto finanziario.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.
Intervengo,
intanto, per far un plauso positivo ad una norma che da tempo si inseguiva e
alla capacità del collega Nicolò di tradurla in disposizione normativa, grazie,
anche, al presidente Bevacqua.
Questo
è l’esempio di come norme che non comportano spese, che non sono norme
finanziarie, possono rivoluzionare l’economia. Si inserisce in un quadro
generale in cui il Governo ha tolto alle Soprintendenze - che erano quell’altro
pezzo di burocrazia che rallentava il processo autorizzativo anche per montare
o smontare nuovi gazebo - ed è un fatto positivo che restituirà a questa
Calabria – da sempre si è detto che “si camperà di turismo” – rispetto a quella
tradizione che oggi ci fa interrogare come italiani in Europa rispetto a
direttive su cui c’è la nostra forte opposizione politica. Mi riferisco alla
direttiva Bolkestein che vorrebbe pezzi delle nostre coste messe a gara per
essere acquistate da Mac Donald’s o altre multinazionali contro una accoglienza
tipica italiana, quella della Calabria, – la più famosa è quella dell’Emilia
Romagna –che nel tempo sta diventando una accoglienza di tipo familiare.
Questo
è un fatto positivo e volevo sottolineare – l’ha già fatto il collega Nicolò
con cui discutevo prima rispetto a sollecitazioni che ci vengono dalle
Associazioni balneari – che ho riletto il testo attentamente e ritengo che il
rilascio di concessioni annuali che avvengono dai comuni non debbano diventare
un obbligo.
Noi
dobbiamo sburocratizzare e garantire a chi monta un lido - per esempio – a
Reggio Calabria che possa stare aperto anche tutto l’anno. Lì dove c’è la
possibilità economica di tenerlo sempre aperto non vorrei che l’interpretazione
di questa norma - anche perché all’esterno stanno già provando ad interpretarla
– diventasse un obbligo piuttosto che una opportunità.
Dal
lavoro delle Commissioni e se vogliamo anche dal coordinamento formale deve
emergere, rispetto a questo intervento che potrà avvenire da chi andrà a pubblicare
questa legge, che parliamo di opportunità e non di nuovi obblighi per chi ha in
concessione questi stabilimenti balneari.
Complimenti
al collega Nicolò. Annuncio il mio voto favorevole.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare il consigliere Graziano. Ne ha facoltà.
Presidente
e colleghi, mi associo a quanto detto dal collega Orsomarso, perché questa
proposta del consigliere Nicolò è veramente eccellente. Per me che abito sul
mare, in effetti, esiste questo problema agli inizi di settembre; è un problema
pratico sia per chi ha gli stabilimenti sia per chi usufruisce degli
stabilimenti. In effetti al 31 di agosto sono obbligati a smontare, questa
legge consente di allungare la stagione turistica e di rimanere nella legalità
da parte di chi ha gli stabilimenti balneari.
Accolgo
con favore anche il fatto che in Commissione sia stata approvata da tutti, come
diceva il collega. Mi associo anch’io nei complimenti al collega Nicolò che ha presentato
effettivamente una proposta di legge importante per il mantenimento e lo
sviluppo turistico dei nostri litoranei. Grazie.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Solo per rispondere al collega Orsomarso, anzi
per tranquillizzarlo. Se lo spirito di questa proposta di legge è agevolare gli
operatori economici, credo che, su questa materia, porteremo avanti anche la
sua riflessione. Nei prossimi giorni, insieme all’assessore Rossi - che è qui
presente-, cercheremo di capire se è possibile arrivare a modificare ulteriormente
la legge in modo che crei più consenso e favorisca gli operatori economici
interessati.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Esposito.
Ne ha facoltà.
Grazie Presidente, è stata già argomentata
questa proposta di legge con un plauso positivo, al quale aggiungo il mio e
quello del gruppo del Nuovo Centro Destra. Come dichiarazione di voto,
evidenzio che si tratta di una proposta di legge, veramente, ad euro zero per
quanto riguarda la spesa, ma che può racchiudere in sé i momenti di crescita estremamente
significativi ed importanti.
Partendo da questi presupposti, che la legge
racchiude in sé, e dato che l’attuazione è prevista solo ed esclusivamente in
assenza del Piano spiaggia, io ritengo che, giacché i Piani spiaggia non sono
stati redatti, questa proposta di legge dovrebbe essere vademecum e punto di
partenza proprio nella redazione degli stessi.
Renderemo, così, un servizio molto più ampio -
se sono vere tutte le premesse che abbiamo illustrato in Aula.
Non v’è dubbio che, in questa proposta di
legge, ci sono elementi di ordine ambientale da tenere in considerazione per
quanto riguarda norme e autorizzazioni che non possono essere evitate.
Mi auguro che, veramente, si possa prendere
spunto da questa proposta di legge in modo omogeneo e non frammentato su tutto
il territorio regionale, con l’obiettivo di allungare il più possibile la
stagione estiva e consentire ai concessionari di questi stabilimenti balneari
un’attività commerciale ben più lunga dei due o tre mesi di attività di
stagione estiva.
Naturalmente nel rispetto delle autorizzazioni
e nel rispetto delle regole dell’attività commerciale, che va rendicontata e
richiede il rilascio di autorizzazioni commerciali, e non solo urbanistiche,
per gli stabilimenti balneari.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Cannizzaro.
Ne ha facoltà.
Signor Presidente, semplicemente per
rafforzare - ove ce ne fosse bisogno - il concetto che mi sembra sia emerso da
questa discussione, rispetto ad una proposta che sta assumendo una importante
concretizzazione, a mio avviso, unanime. Questo è il dato che deve emergere. È
lodevole l’iniziativa del collega Nicolò, al quale va il mio assoluto
ringraziamento e plauso rispetto all’iniziativa, così come ai colleghi di maggioranza
che, all’interno della Commissione deputata, hanno dibattuto e posto altre
istanze, organizzato e disciplinato ancor di più la proposta di legge.
Oggi la Calabria grazie a questa sinergia, a
questo modus operandi - che dovrebbe assumere sempre di più una
dimensione più concreta e vorrei, ove ce ne fosse bisogno, che si enfatizzasse
quando il modus operandi è in piena sinergia tra una maggioranza e una opposizione
-, attraverso questa proposta di legge dimostra di essere attenta ad una
tematica molto importante per la nostra regione.
La maggioranza accoglie una proposta lodevole.
Oggi la Calabria, al di là del proponente,
riesce a produrre qualcosa di buono in un materia di turismo, che deve essere
sempre più centrale per la Calabria. Oggi avviamo un percorso importante, dando
la possibilità alle città sul mare - come ad esempio Reggio Calabria, Crotone -
di avere uno strumento legislativo importante attraverso il quale, certamente,
riusciranno ad allungare le stagioni e ad organizzare l’attività turistica sui
propri territori.
Ho preso la parola per evidenziare questo modus
operandi che dovrebbe essere sempre più utilizzato per tutte le iniziative
messe in campo dai singoli colleghi e dai singoli gruppi.
Grazie al Presidente del gruppo di Forza
Italia, Nicolò, e grazie a tutti coloro che hanno creduto che questa istanza e
questa legge dovesse assumere una dimensione unanime. Credo che oggi ne sia una
dimostrazione. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Nucera.
Ne ha facoltà.
Presidente, condivido l’ultimo intervento del
consigliere Cannizzaro ed anche tutti gli altri interventi che l’hanno
preceduto. Aggiungo che questa maggioranza non fa questioni personali o
localistiche, ma quando ci sono proposte di legge che guardano alla crescita del
territorio ed al benessere dei cittadini, non ha nessun problema a sostenerle,
come abbiamo fatto per questa proposta di legge. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Ferro. Ne
ha facoltà.
Annunzio il voto favorevole alla pratica e il
plauso al lavoro del consigliere Nicolò, auspicando che questo lavoro possa in
qualche modo aiutare la Regione Calabria, assessore Rossi, affinché i comuni
provvedano rispetto ai Piani spiaggia che - devo dire non so in che percentuale
adesso, non ho seguito gli ultimi numeri rispetto all’approvazione - vede la Calabria
un po’ indietro sui Piani spiaggia, rispetto a quel lavoro che ci ha visto
collaborare - lei da tecnico, io da ex Presidente della Provincia – e che
riparametrava i Piani territoriali di coordinamento delle Province rispetto al
Qtr, ma anche rispetto a questi strumenti che gli stessi comuni devono
predisporre ed attuare.
Un plauso, ma anche una possibilità da parte
dell’assessorato. Avremo modo di incontrarci per capire chi non ha provveduto
ad approvare questo strumento importante, quindi parlo degli enti locali e dei
comuni, anche rispetto ai famosi commissari ad acta. Devo dire che è
stata una cattiva abitudine nel corso degli anni, la proroga della proroga
della proroga, e penso che a questo punto sia arrivato il momento, rispetto
alle amministrazioni inadempienti, di fare quanto consente la legge e che sono
sicura con la sua professionalità riusciremo a farlo nel più breve tempo
possibile.
Un plauso, ovviamente, al consigliere Nicolò.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Aieta. Ne
ha facoltà.
Signor Presidente, solo per dire che questa proposta
di legge apre una discussione ed uno scenario relativamente a tutto ciò che si
vive sul mare, perché - lo diceva e lo anticipava il collega Bevacqua, Presidente
della Commissione ambiente -, probabilmente, su questo tema, d’intesa con la Giunta
e con il professor Rossi, si deve ampliare il raggio di azione.
Chi ha fatto o fa l’amministratore si cimenta quotidianamente
con le difficoltà che afferiscono al demanio, alle concessioni, alla vita che
avviene sulle nostre spiagge. Considerato che questa è una regione che detiene
un primato quanto a chilometri di spiaggia, penso che, su questo, debba
avvenire una più ampia ed approfondita discussione, traendo spunto ed
ispirazione da questa proposta di legge. Anche perché ricordo, a me stesso e
all’Aula, che le concessioni possono anche riguardare punti di ormeggio,
considerato che, ad oggi, la Calabria detiene un primato negativo in quanto ad
offerta nautica. Cioè, se oggi la Calabria raddoppiasse – così stiamo tentando
di fare con il bando già pubblicato di 21 milioni di euro, seguito dal
professor Russo - i propri posti barca conserverebbe il primato negativo di
ultima regione di Italia.
Credo che questo sia quanto meno
controproducente per una regione che ha sacche di disagio molto estese.
Considerato questo, considerata questa proposta e considerato anche l’interesse
dei colleghi raccolgo anche l’atto di impulso venuto dal consigliere Bevacqua
di considerare l’opportunità, su questo tema, di allargare lo spettro della
discussione.
Per esempio, anche gli alberghi relativamente
vicini al mare hanno difficoltà a ritagliarsi piccoli spazi per servizi che,
quando ci spostiamo dalla Calabria, troviamo in altre regioni del nord. Così
come è molto tortuosa la legge che oggi impone distanze tra i lidi e tanti
vincoli che rendono la vita difficile alla intrapresa giovanile.
Dico al collega Bevacqua che sarebbe il caso
che noi - alla presenza del professore Rossi che di questa materia si intende
ampiamente - ci vedessimo per pensare ad un Testo Unico su questa materia, per
dare finalmente, alla Calabria, un’idea di cosa si vuol fare; è nota l’attività
che l’assessorato all’urbanistica sta conducendo non solo sui “Contratti di
fiume” – rispetto ai quali ricordo essere stato protagonista il presidente
Irto, ad inizio legislatura - ma anche ai “Contratti di costa”.
Siccome tutto è correlato ed interrelato,
credo che dobbiamo fare una discussione ampia ed approfondita. Grazie.
PRESIDENTE
Se non ci sono altre richieste da parte dei
colleghi consiglieri, la parola all’assessore Rossi.
Grazie vorrei manifestare, da parte del governo
della Regione, la soddisfazione per l’approvazione di questa legge, rispetto
alla quale abbiamo, modestamente, contribuito alla stesura finale.
Raccolgo l’invito ed assumo l’impegno. Ho già
convocato le associazioni balneari per giorno 5 aprile ed in quella occasione
le ascolterò ed illustrerò la legge; raccolgo anche l’invito a fare una
riflessione più ampia ed articolata rispetto all’offerta turistica che le coste
possono offrire per la Regione Calabria e mi impegno a riferire in Consiglio
gli esiti dei lavori che andremo a fare. Grazie.
Non essendoci altre richieste di parola per
discussione generale né per dichiarazione di voto passiamo alla approvazione
della legge.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso
con l’autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Romeo. Ne
ha facoltà.
Presidente, solo per chiederle il rinvio del decimo punto all’ordine del giorno.
Pongo in votazione la richiesta di rinvio del decimo punto all’ordine del giorno presentata dal consigliere Romeo.
(Il Consiglio approva)
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Mirabello.
Ne ha facoltà.
Presidente, chiedo l’inserimento all’ordine dei lavori di un ordine del giorno di mia iniziativa“In ordine al personale precario del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco”.
Lo consegni alla Presidenza. Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine dei lavori dell’ordine del giorno presentato dal consigliere Mirabello.
(Il Consiglio approva)
Siamo alla proposta di legge numero 226/10^ di iniziativa dei consiglieri regionali Mirabello e Romeo, recante: “Disposizioni per la liquidazione della Fondazione FIELD e trasferimento delle funzioni ad Azienda Calabria Lavoro”.
Prego, consigliere Mirabello, a lei la parola.
Presidente, questa proposta di legge, in realtà, rappresenta uno stralcio di un disegno di legge che era stato licenziato dalla Giunta regionale a giugno dello scorso anno e che riguardava un riassetto dei servizi per l’impiego. Aveva come norme principali la definizione dei ruoli e dei servizi dei Centri per l’impiego.
All’interno di questo complesso disegno di legge, approvato in terza Commissione alla unanimità, erano anche inserite le norme inerenti la liquidazione della Fondazione Field.
Dico subito che si è deciso di procedere allo stralcio di questa parte del testo, in quanto la materia dei Centri per l’impiego è in rapida evoluzione anche per via dell’esistenza di un tavolo nazionale nel quale si sta discutendo, in particolare, del ruolo e della sorte dei dipendenti in carico ai Centri per l’impiego stessi.
Avendo ritenuto necessario, in questa fase,
acquisire qualche altro elemento dal tavolo nazionale, prendere qualche altra
settimana di tempo e non avendo lo stesso tempo a disposizione per la messa in
liquidazione della Fondazione Field, si è deciso di depositare, a mia firma e a
firma del collega Romeo, questo testo di legge che, ripeto, stralcia
solo le norme riguardanti la liquidazione della Fondazione Field ed il
passaggio dalla Fondazione Field ad “Azienda Calabria Lavoro”
delle funzioni che la stessa Fondazione Field garantiva alla Regione.
Si tratta di un testo di legge che è privo di costi, quindi è di natura ordinamentale e si limita a trasferire – ripeto – le funzioni della Fondazione Field ad “Azienda Calabria Lavoro” e avvia la procedura per la liquidazione della stessa fondazione. Grazie.
Non ci sono richieste di parola, pertanto passiamo all’esame del provvedimento.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Siamo adesso alla proposta di legge numero 224/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Modifiche alla legge regionale 3 agosto 1999, n. 20 (Istituzione dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria-Arpacal)”.
L’inserimento di questa legge è stato richiesto dal consigliere Mirabello che ha facoltà di parlare.
Grazie Presidente, in
questo caso, si tratta di una proposta di legge
licenziata dalla Giunta regionale con deliberazione
numero 93 del 17 marzo 2017 che si occupa dell’Ente strumentale della Regione
Calabria, Arpacal – Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria.
La proposta di legge punta a modificare,
semplicemente, la legge regionale numero 20 del 1999; l’articolo 11 della legge
predetta, così come sostituito dall’articolo 22, comma 1, lettera d) della legge
regionale 16 maggio 2013, numero 24, indica al primo comma i requisiti
richiesti per l’accesso all’incarico di direttore generale dell’Ente,
disponendo che lo stesso sia scelto tra persone laureate in possesso di
comprovate competenze ed esperienze dirigenziali in organizzazioni complesse
del settore ambientale, maturate per un periodo superiore al quinquennio.
Questo testo di legge regionale vigente
prevede che le competenze e le esperienze professionali siano maturate
unicamente in ambito ambientale per un periodo temporale superiore a 5 anni.
La formulazione del requisito oggetto della
proposta di modifica della legge regionale è mutuato e raccordato alle
disposizioni contenute nella legge 28 giugno 2016 numero 132 “Istituzione del
sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente e disciplina
dell’Istituto superiore per la protezione di ricerca ambientale” pubblicata sulla
Gazzetta ufficiale, serie generale 166 del 18 luglio 2016. In sostanza noi con
questo disegno di legge adeguiamo la legge regionale al dettato della legge nazionale
e, pertanto, ai fini dell’adeguamento del quadro normativo regionale a quello nazionale
si propone la modifica del secondo periodo del comma 1 dell’articolo 11 della legge
regionale 3 agosto 1999, n. 20 sostituendolo col seguente “Il direttore
generale è scelto tra i soggetti in possesso dei requisiti previsti dal comma
1, dell’articolo 8 della legge 28 giugno 2016, n. 132”.
Grazie Presidente.
Non ci sono richieste di parola, pertanto passiamo all’esame del provvedimento.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Siamo alla proposta di legge numero 225/10^ di iniziativa dei consiglieri Romeo, Orsomarso e Graziano, recante: “Modifica alla legge regionale 5 aprile 1983, n. 13 (Norme di attuazione dello statuto per l’iniziativa legislativa popolare e per i referendum).
La parola al consigliere Graziano che ne ha chiesto l’inserimento.
Signor Presidente, si tratta della proposta di legge di modifica alla legge regionale 5 aprile 1983, n. 13 “Norme di attuazione dello statuto per l’iniziativa legislativa popolare e per i referendum”.
Questa norma cosa riguarda? Soprattutto in relazione al progetto di fusione in atto tra Corigliano Calabro e Rossano, c’è stato un ottimo lavoro svolto in Commissione da parte del presidente Sergio che ha svolto in tempi strettissimi tutte le audizioni ed ha portato in tempi molto ristretti alla risoluzione, approvata in Aula, in Consiglio, il 27 gennaio.
Il lavoro svolto è stato così eccellente, accelerato e fatto bene che ha portato a rispettare i tempi ristretti indicati dalla precedente norma. La norma che intendiamo modificare esplicita che il “Presidente della Giunta regionale entro 10 giorni indice il referendum che si deve svolgere tra il sessantesimo ed il novantesimo giorno”.
Ci si è resi conto che i tempi previsti non sono sufficienti, al fine di consentire il regolare espletamento degli adempimenti previsti dalle norme referendarie nazionali, in vista della convocazione degli elettori per il referendum consultivo obbligatorio per l’istituzione del nuovo comune, considerato che questa fusione comporterà la nascita di un ente territoriale che andrà ad occupare in Calabria il primo posto in termini di estensione territoriale e il terzo per numero di abitanti.
Al riguardo, i ristrettissimi margini imposti dalla normativa regionale vigente - per completare gli adempimenti previsti, per consentire il diritto di voto per i residenti all'estero e per i cittadini dei Paesi dell'Unione Europea residenti nei Comuni interessati al referendum- non consentono allo stato attuale di promuovere la più ampia partecipazione della platea interessata dalla procedura di fusione.
E’ per questo che proponiamo insieme al capogruppo del Pd, Romeo, ed al capogruppo del Gruppo Misto, Orsomarso, di prorogare questi termini affinché il referendum venga indetto con decreto da emanarsi entro il secondo ed il sesto mese successivo alla pubblicazione del decreto da parte del Presidente della Giunta.
E’ una necessità effettiva affinché siano convocate le elezioni e affinché i cittadini si possano render conto e partecipare attivamente alle proposte referendarie.
Si è svolto nei giorni scorsi il referendum
per i paesi della Presila. Se ci fosse stato più tempo e più informazione
magari il risultato sarebbe stato diverso. La legge si propone questo.
Voglio approfittare, se mi consente il Presidente, per dare gli auguri al collega Magno che oggi si è insediato in Consiglio regionale, augurandogli buon lavoro. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Orsomarso.
Ne ha facoltà.
Per specificare, si tratta di una richiesta
dei sindaci dei comuni di Corigliano e Rossano che si sono confrontati anche
col presidente Oliverio. Sono firmatario di questa proposta per gli elementi
appena esposti. Va da sé che è un provvedimento che nasce da una iniziativa dei
consiglieri Graziano e Bevacqua. Ne avevamo sottolineato l’importanza
simbolica; in queste ore si è votato per piccoli comuni che hanno concordato
per la fusione, ma questa sarebbe una importante fusione in quanto dalla stessa
nascerebbe una delle prime cittadine della Calabria che si unirebbe a Cosenza, Catanzaro
e Reggio Calabria.
Questo per sottolineare, in Consiglio
regionale, che è una richiesta che asseconda le richieste motivate dei sindaci
di queste comunità e anche per evitare che qualcuno, domani, possa dare una
interpretazione autentica diversa da quello che si è voluto fare in Consiglio.
Ma siamo come allora, nell’averla votata,
fortemente favorevoli a questi processi di fusione e di organizzazione delle
aree urbane della Calabria.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Giudiceandrea. Ne ha facoltà.
Presidente, colgo l’occasione per salutare i cittadini del territorio presilano che hanno votato domenica per la fusione di quattro comuni su cinque.
Saluto come capogruppo, anticipando il voto
favorevole, questa richiesta di ampliamento dei termini. Ritengo che non sia il
caso della Presila la problematica della ristrettezza dei tempi perché il progetto di fusione dei cinque comuni
parte dagli anni duemila. Vi era stato un primo referendum, non andato bene,
fra Casole e Trenta; le amministrazioni comunali
circa otto anni fa hanno votato, all’unanimità, la realizzazione di questo referendum
e, poi, la realizzazione di questa nuova componente in Consiglio regionale ha
consentito di realizzare il tutto con il rispetto di una tempistica molto meno
ristretta rispetto a quella vostra.
Ritengo, in tutta umiltà, che questo nuovo
termine sia necessario per i nuovi processi di fusione tra comuni, ma nel caso
del primo esempio i 60 più 90 giorni, che sono un termine dilatorio e non
perentorio, erano più che bastevoli per la realizzazione del decreto del Presidente della Giunta.
Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Greco. Ne
ha facoltà.
Brevemente Presidente, perché si sta parlando molto di gestione associata di funzioni e di fusioni tra comuni in particolare. Guardate veniamo da una esperienza positiva, al di là delle procedure che ognuno di noi ha in mente e devo dire che da qui a breve presenteremo anche una proposta di legge, con altri colleghi, che regolamenta i processi di fusione dei comuni.
La fusione di un comune non è qualcosa di irrilevante, è un processo irreversibile e come tale va necessariamente vagliato bene con tutti quelli che sono i relativi passaggi.
Dico una cosa al consigliere Graziano e agli altri firmatari: se questa proposta serve ai sindaci può essere approvata, specificatamente, solo per questo ma la procedura, chiaramente, era un procedura esatta perché i 10 giorni sono più che bastevoli per arrivare alla determinazione della data di indizione del referendum.
Dobbiamo dire le cose come stanno. Servono ai due sindaci, troviamo il modo. Ma che questa legge modifichi tutto quello che sarà il discorso delle fusioni a me non va bene, francamente.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Bevacqua.
Ne ha facoltà.
Solo per esprimere il mio voto favorevole a
questa modifica proposta dal collega Graziano e firmata dai colleghi Romeo e Orsomarso.
E’ una proposta di legge che viene chiesta dai
sindaci interessati e si tratta di un procedimento approvato dal Consiglio
regionale che andava meglio ponderato, meglio organizzato e meglio governato.
Quando intervenni nell’approvazione del punto evidenziai alcune tematiche
oggetto di questa proposta di legge.
Abbiamo il dovere di agevolare i processi e di
farli maturare, di far capire ai tanti amministratori locali che questa è una
opportunità seria e che si tratta di un vero e profondo cambiamento culturale.
Solo per questo sono favorevole ad accogliere questa proposta di legge. E’ un
processo importante che riguarda un’area importante della provincia di Cosenza
e forse riguarda una tra le fusioni più importanti in ambito nazionale in
questa materia. Ci sembra doveroso dar più tempo ai sindaci per meglio favorire
i processi necessari per arrivare ad una condivisione unanime. Questa proposta
di legge credo vada nella giusta direzione che è quella di far diventare, oggi,
un’area vasta come quella della Sibaritide riferimento a livello regionale e mi
auguro a livello nazionale.
E’ una sfida che bisogna incoraggiare e
favorire per questo voto favorevolmente alla proposta del collega Graziano.
Non ci sono richieste di parola, pertanto passiamo all’esame del provvedimento.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Siamo all’ordine del
giorno di iniziativa del consigliere Sergio “Sulla privatizzazione
poste: no a logiche di profitto per fare cassa a scapito del servizio
universale che penalizzi i cittadini e le aree interne”.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Sergio. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, signori rappresentanti
della Giunta, colleghi consiglieri, anche io
mi associo agli auguri di benvenuto al collega Magno al quale auguro buon lavoro.
Parliamo di privatizzazione di Poste italiane: no a logiche di profitto per far cassa a scapito del servizio
universale che penalizza i cittadini delle aree interne. Ne do lettura.
“Il Consiglio regionale - premesso che:
Poste italiane rappresenta un asset infrastrutturale strategico per la crescita e lo sviluppo del
Paese essendo la più grande azienda nazionale per numero di dipendenti – 140
mila circa –, la sesta per numero di fatturato, la prima compagnia assicurativa
nel ramo vita – circa 8 miliardi di ricavi con una crescita del 20% –
nonostante la crisi incombente.
Grazie alla sua intercanalità e capillarità
soprattutto nel mezzogiorno, Poste italiane è l'unica struttura produttrice di
servizi essenziali indispensabili per larghi strati della popolazione, soprattutto
per le comunità delle aree interne e montane sempre più a rischio spopolamento
e desertificazione, proprio in virtù della progressiva costante scomparsa dei
pubblici presidi quali banche, scuole, forze dell'ordine, poste sanità ecc...
Rilevato:
il GAP infrastrutturale presente in Calabria e la
mancanza di un progetto complessivo di sviluppo; un costo del denaro
proibitivo; le inefficienze dei settori strategici (quali TLC, trasporti, energia,
pubblica amministrazione) che non favoriscono certamente la ripresa e non
determinano incentivi per le imprese e gli investimenti in realtà come quelle
del mezzogiorno in cui bisogna affrontare problemi di carattere ambientale, di
funzionalità, efficienza e competitività.
Rilevato, altresì:
la consolidata abitudine nella cittadinanza a
preferire l'utilizzo del canale postale quale riferimento privilegiato ed
assolutamente fiduciario per la raccolta del risparmio (dati statistici
informano che il canale principale di raccolta del risparmio in Calabria
avviene attraverso gli sportelli postali, il 40 per cento circa);
l'ideale collocazione geografica della Calabria, utile
per una strategia di rilancio e sviluppo della logistica – con il porto di
Gioia Tauro, i tre aeroporti, l'autostrada e l'Area metropolitana dello Stretto
– potrebbe diventare la piattaforma ideale per valorizzare e promuovere gli
scambi industriali e commerciali verso i mercati della zona euro-mediterranea.
Ribadito che:
nell'intero Paese, e specialmente nel nostro
contesto socio-economico, intere comunità di diversi milioni di cittadini
usufruiscono, attraverso la rete capillare di Poste italiane sul territorio, di
un servizio universale irrinunciabile e con una forte connotazione sociale al
punto che una ulteriore razionalizzazione o diminuzione del presidio postale
farebbe pagare un prezzo eccessivo in termini di civiltà e democrazia, soprattutto
nel contesto storico calabrese attuale;
l'annunciata operazione di privatizzazione, che
porterebbe alla svendita per pochi denari di uno dei principali asset strategici del Paese, rappresenterebbe
un grave danno per i cittadini e per i contribuenti oltre che una ulteriore
mortificazione per tutti i lavoratori che, negli ultimi 15 anni di continue
riorganizzazioni e mutamenti che ne hanno profondamente modificato la Mission
aziendale, si sono sacrificati ed impegnati per favorire un cambiamento epocale,
rendendo l'azienda più moderna, competitiva, economicamente solida, capace di
offrire un servizio altamente qualificato con una tenuta occupazionale che ha
garantito una decisiva integrazione di servizi tradizionali (Bancoposta, conti
correnti, pagamenti, logistica, pacchi e recapiti) con i servizi innovativi ad
alto valore aggiunto (finanziari, assicurativi, carte prepagate, sim, CSA, contact center, cyber security etc...).
Considerata l'opportunità:
di prendere posizione contraria unanime nei
confronti dì quella parte del Governo (Ministro dell'Economia) che già da
qualche mese continua ad insistere sulla necessità di procedere verso la
privatizzazione di Poste italiane con la quotazione di un ulteriore spacchetto
azionario in Borsa;
di scongiurare l'ipotesi della privatizzazione che
rappresenterebbe una vera e propria svendita dell'azienda considerato quanto
già avvenuto per tutte le ex aziende di Stato (Iri, Eni, Telecom, Enel, FFSS,
Anas, Alitalia);
tenuto conto, inoltre, che Poste italiane presenta
una situazione economica solida e stabile, tra l'altro, tale operazione
sembrerebbe informata a meri calcoli ragionieristici e dettata dalla necessità
di fare cassa per recuperare appena qualche miliardo utile a rientrare nei
parametri imposti dal Patto di stabilità e crescita dell'Unione europea, senza
incidere in maniera decisiva sulla riduzione del debito pubblico. -
impegna il Presidente della Giunta regionale:
a ribadire l'inopportunità di smantellare poste
italiane, un importante servizio pubblico a fortissimo radicamento sociale, che
potrebbe mettere in discussione il futuro di oltre 140 mila famiglie e
rischierebbe di frantumare l'unicità aziendale che ha resistito ai forti venti
nordici delle liberalizzazioni e della globalizzazione;
a sensibilizzare, con una azione solidale e
sussidiaria a supporto di importanti posizioni politiche già ufficializzate ed
espresse, il Governo a desistere dal proseguire nel disegno di privatizzazione
della più grande azienda di servizi, che dovrebbe restare pubblica nell'interesse
generale del Paese”. Grazie.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.
A me fa piacere che il collega – che, tra l’altro,
ha lavorato con Poste italiane e conosce, quindi, meglio di noi queste dinamiche
– si sia reso conto, insieme ad un pezzo di sindacato dopo, della situazione.
Ricordo che, a dicembre 2015 ed a luglio 2016 – sono andato a verificare la
data delle uscite sulla stampa – avevamo lanciato il grande allarme di questa
svendita insieme all’Ugl nazionale e calabrese.
Non so se questa maggioranza
– lo dico al collega Sergio – voterà questo ordine del giorno, perché è la stessa che ha appoggiato nel tempo il Governo Renzi di prima,
ed il Governo Renzi di oggi – quello di Gentiloni –
per la svendita di una delle principali aziende italiane a quattro lire, come diceva il collega Sergio, nel senso che i
tre miliardi sono stati dispersi in quella mancia elettorale antecedente al
referendum per Renzi; gli 80 euro erano una mancia elettorale e non è un
intervento strutturale.
Posso capire che
si faccia un Piano di privatizzazione dei gioielli italiani per prendere 3
miliardi ed investirli in infrastrutture in Calabria. No, non solo la svendita
di Poste italiane che è una delle aziende organizzate meglio, anche nella
funzione di raccolta e reimpiego dei risparmi degli italiani, ma appunto quello
che oggi anche il collega Sergio, dopo la nostra denuncia, ha chiesto: un
Consiglio regionale ad hoc e
l’intervento del Presidente. E’ ovvio che oggi, per garbo non essendo presente per
motivi di salute, non mi sento di polemizzare ulteriormente.
Non so se questa
maggioranza voterà, mi associo ovviamente, ora come allora a questo ordine del
giorno che condanna la politica di un Governo che su tutti i fronti –
soprattutto per il sud a partire da questo tema – ha fallito.
Ben venga che ci sia una presa di coscienza da parte di
chi in queste settimane, in questi mesi, in questi anni ha sempre sostenuto
questo governo e queste politiche.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare il consigliere Bevacqua.. Ne ha facoltà.
Presidente,
grazie, solo per dire che il collega Sergio ha fatto bene a presentare questo
ordine del giorno ed a richiamare l’attenzione di questo Consiglio regionale su
un tema così importante che riguarda uno degli asset più importanti dal
punto di vista industriale che è quello di Poste.
Vorrei
ricordare al collega Orsomarso che all’interno della maggioranza di governo, all’interno
del Partito nel quale milito, si è da poco aperta una discussione sulla utilità
o meno di proseguire con la privatizzazione di alcuni enti importanti tra cui le
Poste.
Credo
che anche i cambiamenti registrati ai vertici di questo ente dimostrino che da
parte del Governo c’è una inversione su questo tema – e lo vorrei ricordare al
collega Sergio – perché sa benissimo che col sindacato c’è in atto una
discussione in merito e sa che il cambio del presidente Caio è avvenuto per
meglio riflettere se continuare o meno sulla privatizzazione.
Credo
sia una discussione che dovremo fare anche in Consiglio regionale, per dire che
siamo favorevoli ad un cambio di passo verso questo tema e di considerare
strategici per le sorti del Paese alcuni asset, tra cui Poste italiane.
Ha
fatto bene il collega Sergio a presentare questo ordine del giorno e credo che
già, da parte di questa maggioranza, del Governo nazionale e del Pd ci sia
una riflessione che và nella direzione di favorire alcuni processi, tra cui quello
di mantenere la maggioranza in alcuni enti
importanti come Poste. Su questa impostazione sono più che favorevole.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare il consigliere Giudiceandrea. Ne ha facoltà.
Presidente,
come gruppo dei Democratici Progressisti annuncio il voto favorevole precisando
che non abbiamo a che fare con membri del Consiglio regionale, pur appartenenti
al Partito democratico o, addirittura, come il sottoscritto all’area Renziana, che,
rispetto alle tematiche sociali di rilevanza ed importanza nazionale, non
abbiano una loro espressione di idea.
Lo
diciamo ma non ce n’è bisogno perché il collega Orsomarso ci conosce da qualche
anno ormai, e sa che c’è una indipendenza di fondo.
Annunciamo
il voto favorevole a questo ordine del giorno perché riconosciamo a Poste
italiane il ruolo fondamentale di esser stati costantemente presenti nelle case
dei cittadini, nei borghi, nelle città; vedere piano piano questo patrimonio di
carattere culturale della nostra nazione depauperarsi per squisite operazioni
di carattere di mercato ci dà assolutamente fastidio.
Ci
affidiamo all’esperienza del consigliere Sergio, un uomo che ha lavorato in
Poste italiane e nel suo sindacato per anni e alla sua esperienza per quanto
concerne le motivazioni di fondo e di opposizione ad un progetto che, come ha
detto bene il collega Bevacqua, vede una profonda opposizione anche all’interno
delle forze di Governo centrale e del nostro stesso partito. Per cui voteremo
favorevolmente alla mozione. Grazie.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare il consigliere Greco. Ne ha facoltà.
Brevemente, per ribadire
l’importanza di questo punto all’ordine del giorno
che dovrà necessariamente scaturire in una approvazione di questo documento ma,
soprattutto, nella approvazione di un documento che dovrà arrivare al palazzo
del Governo nazionale.
Atteso che quanto detto dal consigliere Bevacqua è
vero, perché c’è stato un cambio di rotta e perché si sta cominciando a ragionare in termini di erogazione
di servizi e non semplicemente di utili o di utilità economica, dal Consiglio regionale e dalla Giunta
deve partire un messaggio forte per dimostrare che,
probabilmente, oggi si comincia a capire che
le aree interne non solo devono essere un tema che riguarderà il Patto per il
Sud, ma che deve riguardare principalmente il depauperamento dei piccoli
territori e l’isolamento a cui sono ormai destinati.
Territori che avevano banche che ora non hanno più,
territori che rischiano di perdere in ragione di un conto economico anche
servizi importanti come quelli di Poste
Italiane. Per cui credo che, una volta approvato questo
ordine del giorno, debba arrivare un documento a firma dei Presidenti di Giunta e Consiglio regionale come forte monito ai palazzi del
Governo, perché
la Calabria su
questo deve imporre la propria determinazione e la volontà di garantire quelli
che sono i servizi essenziali alla Calabria ed
ai piccoli comuni. Grazie.
Non essendoci altre richieste di parola, pongo in
votazione l’ordine del giorno a firma del consigliere Sergio.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Siamo alla mozione numero 74 del 19
dicembre 2016 a firma del consigliere “Adesione alla Convenzione ONU sui
diritti delle persone con disabilità per la programmazione e il miglioramento
della inclusione sociale”.
Prego, consigliere Aieta può illustrare la mozione.
Signor Presidente “Il Consiglio
regionale – premesso che:
il 13 dicembre 2006 l'Assemblea Generale delle
Nazioni Unite ha approvato la prima Convenzione Internazionale sui diritti
delie persone con Disabilità;
il Governo Italiano ha approvato la Legge numero 18
del 3 marzo 2009 "Ratifica ed esecuzione della Convenzione delle Nazioni
Unite sui diritti delle persone con disabilità";
che la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti
delle persone con disabilità (CRDP) è entrata in vigore nell'UE il 21 Gennaio
2011 in conformità con la decisione 2010/48/CE del Consiglio, del 26 Novembre
2009, relativa alia conclusione, da parte della Comunità Europea, della
Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilita;
che il Parlamento Europeo ha approvato nella seduta
del 7 luglio 2016 la Risoluzione sull'attuazione della Convenzione delle
Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, con particolare
riferimento alle osservazioni conclusive del comitato CRDP delle Nazioni Unite;
che la Risoluzione del 7 luglio 2016 raccomanda che
l'UE assume un ruolo guida nell'attuazione inclusiva della disabilita
dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e stabilisca un piano di lavoro e
una revisione intermedia dello stesso al fine di garantire un meccanismo di
monitoraggio e di valutazione e di assicurare la responsabilità dell'Unione
europea.
Considerato
che la Convenzione rappresenta uno strumento
condiviso dalla comunità internazionale che segna valori ed obiettivi per
ampliare il grado di inclusione sociale delle persone con disabilità e
contrastare stigmi e stereotipi.-
impegna
il Presidente della Regione e la Giunta:
ad aderire ai principi e alle indicazioni della
Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità per la programmazione
e il miglioramento dell'inclusione sociale;
a verificare che si attuino i principi sanciti
nella Convenzione ONU dei diritti delle persone con disabilità sul territorio
regionale;
a sostenere, a livello nazionale, la ratifica della
Convenzione;
a promuovere attività di informazione, sensibilizzazione
e formazione al fine di favorire una nuova cultura sulla disabilità basata
sull'eguaglianza e sui diritti umani;
a monitorare con continuità l'applicazione della
Convenzione, costruendo percorsi di studio e di ricerca perché ci sia la
completa attuazione della Convenzione nella legislazione, nei regolamenti, negli
atti amministrativi regionali;
a coinvolgere attivamente le persone con disabilità
e le loro organizzazioni più rappresentative in ogni processo connesso
all'attuazione della Convenzione”.
Essendo presente, signor
Presidente, in Aula l’assessore alle Politiche
sociali, Roccisano, a lei affido questa mozione
perché si abbia rigorosa ottemperanza per dare un segno di civiltà a questa regione. Grazie.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.
Sarò breve, ma non volevo far passare nel silenzio
questa mozione meritoriamente presentata dal
collega Aieta che è in linea col ragionamento iniziale che facevo quando è stato
approvato l’adeguamento del Regolamento rispetto a quella proposta in materia
di legislazione europea per una partecipazione vera e forte di questo Consiglio regionale rispetto a queste problematiche
che mirano al superamento delle diseguaglianze.
Credo che questo sia un tema forte, che questo Consiglio regionale deve dare un indirizzo chiaro al
Presidente della Giunta anche nel novero di quella collaborazione fra Giunta e Consiglio
regionale sullo stato di monitoraggio
delle varie iniziative che lo stesso Consiglio
assume e che devono vedere protagonista il Presidente e la stessa Giunta.
Ho voluto riprendere le argomentazioni poste in
quest’Aula dal collega Aieta per farle mie e per instaurare in modo
bidirezionale il rapporto fra Consiglio e Giunta regionale.
Ritengo sia una mozione di alto significato che va appoggiata in
modo bipartisan e che vada sostenuta da una rendicontazione dello stato delle cose che questo
Consiglio assume..
Sono convinto, altresì, che non solo il Presidente ma anche gli assessori
delegati – perché poi la vicenda è multi dipartimentale – sapranno assumere le
giuste azione nei confronti della iniziativa del collega Aieta e della
collaborazione che vorrete avere col Consiglio regionale.
Credo che questi siano quei passaggi
che possano nobilitare l’azione del Consiglio regionale, al di là di quelle che
sono le vedute ideologiche di ognuno di noi.
PRESIDENTE
La parola all’assessore Roccisano.
Volevo ringraziare il consigliere Aieta ed il Consiglio regionale perché,
di fatto, oggi la Calabria si adegua a livello nazionale. La
Fish, la Fand e le organizzazioni che si occupano di
persone con disabilità l’avevano chiesto da tempo, ed oggi il Consiglio
regionale l’approva, dimostrando che il tema della disabilità non è più un tema
privato di chi la vive, ma che riguarda la collettività. Grazie.
Pongo in
votazione la mozione.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
L’ultimo punto all’ordine del giorno di iniziativa del
consigliere Mirabello: “In ordine al personale precario del Corpo nazionale dei
Vigili del fuoco”.
Prego,
consigliere Mirabello.
“Il Consiglio regionale - premesso che:
la
Legge 124/2015 (Madia) ha dato il via alle riforme nella pubblica
amministrazione, delegando il Governo, tra le altre cose, ad apportare
modifiche al testo del D.Lgs n° 139 del 2006, in relazione ai compiti, all’efficacia
e alle funzioni del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, sia per il personale
permanente che per il personale discontinuo (precari VV.F.);
nella
parte relativa ai precari VV.F è stato deciso ed approvato dalla I Commissione
Affari Costituzionali, di impegnare il Governo ad apportare le necessarie
modifiche finalizzate ad avviare un percorso progressivo che possa, da un lato,
stabilizzare il maggior numero possibile di discontinui e, dall'altro, individuare
percorsi di valorizzazione delle esperienze acquisite (Reinternalizzazione dei
Servizi), per tutti coloro che non possono partecipare alle prove concorsuali -
impegna
il
Presidente della Giunta regionale a sollecitare il Governo a perseguire gli
obiettivi deliberati dalla I Commissione Affari Costituzionali della
Risoluzione Fiano, relativamente al personale precario dei Vigili del Fuoco, evidenziando
il particolare impegno istituzionale affidato all'intero Corpo Nazionale in
termini di salvaguardia, soccorso, prevenzione e sicurezza rivolto ai
cittadini; obiettivi per i quali necessita un intervento di
standardizzazione/adeguamento in attuazione alle raccomandazioni Europee per
una garanzia degli interventi di soccorso in linea con il progetto "Italia
in 20 minuti" e una copertura sul territorio di un Vigile del Fuoco ogni
1.000 abitanti (Standard UE)”.
Devo
dire che quest’ordine del giorno è stato concordato
con l’assessore Roccisano, avendo incontrato in queste settimane alcuni precari dei
Vigili del fuoco calabresi, e ritengo possa essere un atto di impulso
importante in una fase in cui in tutto il Paese e in tutti i Consigli regionali
si sta discutendo di questa materia.
Ci
sono altri interventi? No. Pongo in votazione l’ordine del giorno in
discussione.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Avendo
esaurito i punti all’ordine del giorno, la seduta
è tolta.
La seduta termina alle 16,35
Hanno chiesto congedo: Ciconte, Oliverio, Pasqua, Rizzo, Russo, Viscomi
(Sono concessi)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Modifica
alla legge regionale 16 ottobre 2008, n. 31” (deliberazione G.R. n. 36 del
17.2.2017) (PL n. 215/10^)
E’
assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali,
riforme e decentramento - ed alla seconda Commissione - Bilancio
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero - per il parere. Ai sensi
dell’art. 66, comma 2, del Regolamento interno è, altresì, assegnata alla terza
Commissione – Sanità, Attività sociali, culturali e formative - ed alla
Commissione contro la ‘ndrangheta
(Così resta stabilito)
“Modifiche
alla legge regionale 5 novembre 2009, n. 40 (Attività estrattiva nel territorio
della Regione Calabria), nonché disposizioni in materia di estrazione di
materiali litoidi per fini di manutenzione fluviale e di funzioni della
soppressa autorità di bacino regionale” (deliberazione G.R. n. 50 del
17.2.2017) (PL n. 219/10^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente - ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
“Riconoscimento
della legittimità dei debiti fuori bilancio di cui alla lettera a), d) ed e)
comma 1, dell’art. 73 del Decreto Legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e s.m.i.”
(deliberazione G.R. n. 87 del 17.3.2017) (PL n. 222/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
“Modifica
alla legge regionale 3 agosto 1999, n. 20 e ss.mm.ii” (deliberazione G.R. n. 93
del 17.3.2017) (PL n. 224/10^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente - ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Sono
state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa
dei consiglieri:
Orsomarso
– “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 30 del 26 novembre 2001
“Normativa per la regolamentazione della raccolta e commercializzazione dei
funghi epigei ed ipogei freschi e conservati”, così come modificata ed
integrata con LL.RR. 31 marzo 2009, n. 9, 23 dicembre 2011, n. 47 e 27 dicembre
2012, n. 69” (PL n. 212/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
Scalzo,
Graziano, Romeo, Sergio – “Semplificazione procedure esenzione bollo ONLUS.
Modifiche alla legge regionale 7 agosto 2002, n. 30 e s.m.i.” (PL n. 213/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
Bova,
Arruzzolo, Cannizzaro, Nicolò, Graziano, Morrone, Romeo, Giudiceandrea, Sergio,
Neri, Battaglia – “Interventi regionali per la prevenzione ed il contrasto
della criminalità organizzata e per la promozione di una cultura della legalità
e dell’economia responsabile” (PL n. 214/10^)
E’
assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali,
riforme e decentramento - ed alla seconda Commissione - Bilancio
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero - per il parere. Ai sensi
dell’art. 66, comma 2, del Regolamento interno è, altresì, assegnata alla terza
Commissione – Sanità, Attività sociali, culturali e formative - ed alla
Commissione contro la ‘ndrangheta
(Così resta stabilito)
Neri –
“Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio del Consiglio
regionale della Calabria ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lett. e) del
decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, come modificato ed integrato dal
decreto legislativo 10 agosto 2014, n. 126.” (PL n. 216/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
Mirabello
– “Interventi per l’assistenza a favore dei ciechi pluriminorati.” (PL n.
217/10^)
E'
stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e
formative - ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività
produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il
parere.
(Così resta stabilito)
Mirabello,
Romeo – “Modifiche legge regionale 23 luglio 2003, n. 11 'Disposizioni per la
bonifica e la tutela del territorio rurale. Ordinamento dei Consorzi di
Bonifica.'” (PL n. 218/10^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente - ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Guccione,
Giudiceandrea – “Valorizzazione delle città antiche della Calabria” (PL n.
220/10^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente - ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Sergio
– “Istituzione del Garante regionale delle persone sottoposte a misure
restrittive o limitative della libertà personale e dell’Osservatorio Regionale
per le Politiche Penitenziarie.” (PL n. 221/10^)
E’ assegnata alla prima Commissione - Affari
istituzionali, affari generali, riforme e decentramento - ed alla seconda
Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero -
per il parere.
Romeo –
“Norme per l’utilizzo dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità
nel bacino regionale calabrese.” (PL n. 223/10^)
E' stata assegnata alla terza Commissione -
Sanità, Attività sociali, culturali e formative - ed alla seconda - Bilancio
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Romeo,
Orsomarso, Graziano – “Modifica alla legge regionale 5 aprile 1983, n. 13
(Norme di attuazione dello statuto per l’iniziativa legislativa popolare e per
i referendum)” (PL n. 225/10^)
Mirabello,
Romeo – “Disposizioni per la liquidazione della Fondazione F.I.E.L.D. –
'Fondazione Innovazione Emersione Locale Disegno del Territorio' – e il
trasferimento delle funzioni ad Azienda Calabria Lavoro.” (PL n. 226/10^)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Rendiconti
esercizi 2013, 2014, 2015 – Istituto Regionale Superiore di Studi Elleno
Calabri per la Comunità Greca di Calabria” (deliberazione G.R. n. 71 del
6.3.2017) (PPA n.158/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
“Rendiconti
esercizi 2013, 2014, 2015 – Istituto Regionale per la Comunità Arbereshe di
Calabria” (deliberazione G.R. n. 73 del 6.3.2017) (PPA n.159/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
“Rendiconti
esercizi 2013, 2014, 2015 – Istituto Regionale per la Comunità Occitana di
Calabria” (deliberazione G.R. n. 74 del 6.3.2017) (PPA n. 160/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
“Programma
Regionale per le attività di sviluppo nel settore della Forestazione e per la
gestione delle Foreste Regionali anno 2017” (deliberazione G.R. n. 51 del
17.2.2017) (PPA n. 161/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
È
stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo
di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza:
“Nuovo
Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale
della Calabria” (deliberazione U.P. n. 12 del 23.2.2017) (PPA n. 162/10^)
È
stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento
amministrativo di iniziativa d’Ufficio:
“Temporanea
sostituzione del Consigliere regionale Nazzareno Salerno, in atto sospeso dalla
carica, con il Sig. Mario Magno.” (PPA n. 163/10^)
Comunico
che il consigliere Wanda Ferro, in data 20 febbraio 2017, ha aderito al gruppo
consiliare Misto, giusta comunicazione acquisita al protocollo generale n. 8196
del 20.2.2017.
Comunico
che, in data 22 febbraio 2017, il Presidente della Giunta regionale ha
promulgato la sotto indicata legge regionale e che la stessa è stata pubblicata
telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 20 del 22
febbraio 2017:
1) “Legge
regionale 22 febbraio 2017, n. 6, recante: 'Requisito di accesso ai servizi
educativi per la prima infanzia. Modifiche alla L.R. 29 marzo 2013, n. 15
(Norme sui servizi educativi per la prima infanzia)'.”
La
Giunta regionale, con nota prot. n. 54355 del 20 febbraio 2017, ha trasmesso la
deliberazione n. 11 del 23 gennaio 2017, avente ad oggetto: 'Approvazione
«Piano degli indicatori ed ei risultati attesi di bilancio 2017-2018» (art. 18
bis e 41 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118)'.
Comunico che Comunico che il
Comitato Regionale per le Comunicazioni (CORECOM), in data 27 marzo 2017, ha
approvato le relazioni sul sistema delle comunicazioni in Calabria e sulle
attività svolte nell’anno 2016.
Comunico
che, in data 14 marzo 2017, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il
sotto indicato regolamento regionale e che lo stesso è stato pubblicato sul
Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 25 del 15 marzo 2017:
- Regolamento
regionale n. 2 del 14 marzo 2017, concernente: 'Modifiche al Regolamento
Regionale 16 dicembre 2016, n. 17 (Regolamento sulle procedure di
autorizzazione, accreditamento e vigilanza delle strutture a ciclo residenziale
e semiresidenziale socio assistenziali, nonché dei servizi domiciliari,
territoriali e di prossimità'
Comunico
che, in data 21 marzo 2017, il Presidente della Giunta regionale ha emanato i
sotto indicati regolamenti regionali e che gli stessi sono stati pubblicati sul
Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 28 del 22 marzo 2017:
- Regolamento
regionale n. 3 del 21 marzo 2017, concernente: 'Procedure per le nomine e le
designazioni di competenza del Presidente della Giunta regionale e della Giunta
nelle società a partecipazione regionale e nelle fondazioni regionali';
- Regolamento
regionale n. 4 del 21 marzo 2017, concernente: 'Modifiche al Regolamento
regionale n. 16 del 23 dicembre 2015 'Regolamento di organizzazione delle
strutture della Giunta regionale', così come modificato dal Regolamento
regionale n. 4 del 2 marzo 2016 'Modifiche al regolamento regionale n. 16 del
23 dicembre 2015 ('Regolamento di organizzazione delle strutture della Giunta
regionale')'
La
Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione
al bilancio di previsione finanziario 2017-2019:
Deliberazione
Giunta regionale n. 39 del 17 febbraio 2017;
Deliberazione
Giunta regionale n. 40 del 17 febbraio 2017;
Deliberazione
Giunta regionale n. 41 del 17 febbraio 2017;
Deliberazione
Giunta regionale n. 42 del 17 febbraio 2017;
Deliberazione
Giunta regionale n. 43 del 17 febbraio 2017;
Deliberazione
Giunta regionale n. 44 del 17 febbraio 2017;
Deliberazione
Giunta regionale n. 45 del 17 febbraio 2017;
Deliberazione
Giunta regionale n. 46 del 17 febbraio 2017;
Deliberazione
Giunta regionale n. 53 del 23 febbraio 2017;
Deliberazione
Giunta regionale n. 54 del 23 febbraio 2017;
Deliberazione
Giunta regionale n. 55 del 23 febbraio 2017;
Deliberazione
Giunta regionale n. 56 del 23 febbraio 2017;
Deliberazione
Giunta regionale n. 57 del 23 febbraio 2017;
Deliberazione
Giunta regionale n. 58 del 23 febbraio 2017;
Deliberazione
Giunta regionale n. 59 del 23 febbraio 2017;
Deliberazione
Giunta regionale n. 60 del 23 febbraio 2017;
Deliberazione
Giunta regionale n. 75 del 6 marzo 2017;
Deliberazione
Giunta regionale n. 80 del 6 marzo 2017;
Deliberazione
Giunta regionale n. 81 del 6 marzo 2017.
Nicolò.
Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere - premesso
che:
in
data 08/03/2016 è stata presentata a firma dello scrivente l'interrogazione n.
152 sul fenomeno dell'erosione costiera;
è
pervenuta risposta scritta in data 06/05/2016, nella quale si indicava il mese
di settembre 2016 quale termine per la consegna dei lavori;
considerato
che:
a
tutt'oggi si rileva tale grave inadempienza.-:
quali
sono le cause ostative che hanno impedito ed impediscono ancora oggi le
procedure afferenti l'inizio dei lavori.
(260;
28/02/2017)
Graziano.
Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere - premesso
che:
nonostante
le rosee previsioni di sviluppo che inquadrano il Porto di Gioia Tauro come
prossimo e sicuro volano di sviluppo per il territorio regionale e per il
bacino del Mediterraneo, la situazione gestionale della citata struttura
portuale strategica, ad oggi, evidenzia gravi e preoccupanti deficit;
considerato
che:
i
lavoratori del Porto di Gioia Tauro sono in stato di agitazione, in conseguenza
dell' atteggiamento tenuto dal monopolista tedesco che controlla lo scalo,
dichiaratosi categoricamente indisponibile a rivedere il numero di
"esuberi" previsti;
la
piana di Gioia Tauro, zona afflitta da una economia depressa e che presenta
tassi di disoccupazione elevatissimi (specie giovanile), non può permettersi
una conclusione della vertenza in linea con i desideri di MCT, in quanto tale
eventualità determinerebbe di fatto il definitivo crepuscolo di una
infrastruttura strategica costruita con i soldi dei contribuenti italiani. -:
quali
urgenti ed improcrastinabili iniziative in governo regionale intende assumere
per un certo e definitivo sviluppo del Porto di Gioia Tauro e, a livello di
governo centrale, quali iniziative intende assumere presso gli uffici
competenti al fine di rendere concreta e fattibile la proposta di "nazionalizzazione"
del Porto di Gioia Tauro, proponendo, altresì, al Governo una soluzione
efficace per una migliore gestione dello scalo portuale.
(264; 07/03/2017)
Giudiceandrea.
Al Presidente
della Giunta regionale ed all'Assessore all'Ambiente. Per sapere - premesso che:
l'approvazione
del Piano regionale di gestione dei rifiuti di cui si è dotato la Regione
Calabria approvato in Commissione Consiliare in data il 13.12.2016 e
successivamente in aula il 19.12.2016 con deliberazione n. 156 prevede il
cosiddetto superamento delle discariche entro il 2020 ;
tale
Piano per la gestione dei rifiuti prevede tale superamento - denominato
discariche zero - per come auspicato anche in sede di politiche della UE
attraverso il potenziamento della raccolta differenziata e non solo;
viene
definito nel predetto Piano anche un periodo transitorio riferibile alla
entrata in esercizio del Piano (2020) attraverso alcune misure immediate e
necessarie alla definizione del cronogramma di ristrutturazione e costruzione
dei nuovi impianti pubblici di trattamento;
risulta
depositata presso gli uffici regionali competenti richiesta di VIA per
l'ampliamento della discarica di Scala Coeli dal Gestore privato;
tale
richiesta alla luce degli obiettivi da raggiungere entro il 2020, dunque anche
prima per come auspicabile attraverso il raggiungimento dell'obiettivo
discariche zero risulta contradditorio e penalizzante per l'intero territorio
circostante;
i
sindaci e le amministrazioni comunali sono in questa direzione contrari e
determinati a fare rispettare il contenuto del Piano della gestione dei rifiuti
senza eccezione alcuna. -:
quali
azioni urgenti intendono adottare per sospendere le cause poste alla base della
richiesta di VIA sull'ampliamento della discarica di Scala Coeli
(265;09/03/2017)
Giudiceandrea.
Al Presidente
della Giunta regionale ed all'Assessore all'Ambiente. Per sapere - premesso che:
con
l'avvio oramai imminente della stagione turistica, gli operatori turistici
interessati al turismo cosiddetto marino in particolare, e in generale anche
tutti gli operatori del settore chiedono garanzie circa il corretto
funzionamento degli impianti di depurazione;
allo
stato attuale sembra ancora permanere qualche dubbio residuo circa la presenza
nelle acque del Mar Tirreno cosentino in prevalenze di macchie, ovvero altri
organismi, che possono deteriorare immeritatamente l'immagine complessiva del
nostro mare;
è
necessario acquisire esami puntuali sullo stato delle acque del nostro mare,
quale risorsa importante per il nostro turismo da potere spendere nella nostra
immagine complessiva di Regione attenta alla cura del proprio patrimonio marino
e costiero;
alla
regolare balneazione dei nostri mari ed efficacia del nostro sistema di
depurazione delle acque seguono oltre il successo o meno dell'attuale stagione
turistica, anche le opzioni di prenotazioni per l'anno turistico successivo.- :
quali
sono le azioni finora intraprese per potere affrontare la stagione turistica
imminente in maniera positiva con riferimento alla mappatura ed efficacia della
depurazione delle acque e dello stato di balneazione dei nostri mari.
(266; 10/03/2017)
Graziano.
Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
nel
2011 in virtù delle politiche regionali per percettori di ammortizzatori
sociali, le Province calabresi e gli Enti pubblici locali non territoriali
dotati di autonomia funzionale hanno avviato specifici percorsi formativi
all'interno degli uffici giudiziari dei distretti di Corte d'Appello e Procura
Generale di Catanzaro e Reggio Calabria;
a
settembre 2013, in attuazione della Legge 228/12, gli stessi tirocinanti hanno
svolto il cosiddetto "tirocinio di completamento", a titolarità del
Ministero della Giustizia, per 220 ore (fino al 30 novembre 2013) destinato,
appunto, ai soggetti disoccupati, inoccupati o in mobilità, che avevano preso
parte a percorsi formativi regionali o provinciali negli uffici giudiziari;
ad
aprile del 2014, in attuazione della Legge 147/13, hanno intrapreso il
cosiddetto "tirocinio di perfezionamento", gestito dal Ministero
della Giustizia, per 230 ore fino a luglio 2014;
da
luglio 2015 hanno intrapreso tre ulteriori e distinte fasi di una proroga al
tirocinio L. 147/13sempre sotto le direttive ministeriali e di perfezionamento;
considerato
che:
con
mozione Numero 14 del 20 aprile 2015 a firma dei consiglieri Graziano,
Giudiceandrea, Bova e Neri, l'Assise regionale impegnava il Presidente e la
Giunta regionale a sostenere, in sede nazionale nel confronto con il Governo,
la trasformazione del tirocinio formativo in contratto di lavoro, con modalità
da stabilirsi in tale concertazione, per garantire un'adeguata soluzione a tutti
i lavoratori coinvolti;
atteso
che:
i 650
tirocinanti della giustizia, impiegati presso l’amministrazione giudiziaria
calabrese hanno cessato, da due anni, la loro attività con l'effetto che, ad
oggi, gli stessi si ritrovano senza alcun impiego e senza nessuna prospettiva
lavorativa;
visto
che:
le
note del Ministero della Giustizia del 24 Gennaio u.s. recanti le linee guida
dei tirocini nell’Amministrazione della Giustizia nelle quali viene riportato
il numero massimo di 650 tirocinanti da impiegare negli Uffici giudiziari; e
che dunque "non appare necessaria alcuna autorizzazione per le convenzioni
relative ai tirocini ex art. 37, commi 4 e 5, D.L. 6 luglio 2011, n. 98 (conv.
L. 15 luglio 2011, N. 111, e succ. mod.) ed ex art. 73, D.L. 21 giugno 2013, n.
69 (conv. L. 9 agosto 2013, n. 98, e succ. mod.);
le
Regioni Lazio, Abruzzo e Campania, già dal termine dei percorsi Ministeriali,
hanno intrapreso tirocini dei suddetti lavoratori in perfetta continuità con i
precedenti percorsi ministeriali, ed alcuni di essi già in fase avanzata di
proroga. - :
quali
urgenti ed improcrastinabili provvedimenti intende assumere per i tirocinanti
precari dell'amministrazione giudiziaria, anche alla luce di quanto contenuto
nelle comunicazioni del Ministero della Giustizia del 24 Gennaio u.s.
(268; 27/03/2017)
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
è stato approvato il 19 luglio scorso dal Dg dell'ospedale Riuniti il protocollo d'intesa tra la Cardiochirurgia di Reggio Calabria e il Niguarda di Milano, il quale prevede l’affiancamento dei medici dell'ospedale lombardo per il supporto del personale del "Bianchi-Melacrino-Morelli" nella fase di start up del nuovo reparto di Cardiochirurgia dello stretto;
in tale protocollo non si specifica l'entità della spesa né l'ammontare finale di un rapporto di collaborazione che durerà un anno;
considerato che:
i costi della convenzione ricadono sulle casse di detto ospedale. -:
chiarimenti in merito ai parametri finanziari di tale accordo.
(261;02/03/2017)
Mirabello. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
gli Ordini professionali hanno più volte evidenziato le criticità nell'attuazione della Legge Regionale di cui all'oggetto e del relativo regolamento, finanche nell'imminenza dell'entrata in vigore prevista per il 1 gennaio u.s.;
il percorso che ha portato al proponimento della procedura informatizzata per le autorizzazioni sismiche, ovvero della piattaforma informatica regionale denominata SISMI.CA, è stato anche generato al Tavolo Tecnico istituito con i dieci Ordini professionali degli ingegneri, degli architetti e dell'ordine regionale dei geologi della Calabria, dopo che sono stati rilevati i limiti della precedente procedura SIERC;
visto che:
le procedure attuate dagli Uffici regionali preposti all'applicazione della normativa sismica, non consentono in alcun modo, di garantire tempi certi, in merito al rilascio delle necessarie autorizzazioni e/o certificazioni propedeutiche alle attività edilizie, né a garantire così livelli maggiori di sicurezza sismica, situazione che determina gravissimi danni al tessuto economico territoriale;
considerato che:
l'avvio di questa procedura ad oggi si presenta lastricato di incomprensibili ritardi, blocchi e sospensioni della trasmissione dei progetti che impediscono non solo ai professionisti l'esercizio dell'attività professionale ma provocano un danno economico enorme a tutta la filiera del settore dell'edilizia già amplificato dall'attuale drammatica crisi lavorativa. -:
quali iniziative decise e risolutive si intendono adottare al fine di garantire un processo di cambiamento finalizzato ad assicurare efficacia, efficienza e sicurezza nell'interesse generale dei cittadini calabresi;
se non si intenda sospendere l'attuale piattaforma informatica con lo scopo di appurarne la piena funzionalità attivando le necessarie procedure di verifica nonché tutte le azioni di integrazione e semplificazione, al fine di renderla efficiente nell'uso per l'utente.
(262;07/03/2017)
Graziano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
lo scorso Febbraio 2017 la Conferenza delle Regioni e delle Provincie autonome ha avanzato al Governo la proposta di riparto del Fondo Sanitario Nazionale (FSN) 2017;
la suddetta proposta è al vaglio del Ministero della Salute;
obiettivo della ripartizione del FSN, così come si evince dalle premesse dal Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Provincie autonome Stefano Bonaccini, è quello di "programmare al meglio le priorità... e di garantire il rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza anche e soprattutto in Regioni come la Campania e la Calabria, nonostante siano soggette a Piano di rientro " (fonte Il Sole 240re);
da quanto si evince dal Riparto definitivo per Regione 2017 (Allegato 1) alla Calabria è stato assegnato un fondo di € 3.501.227.134;
considerato che:
è necessario avviare una programmazione politico-amministrativa per ridisegnare la rete del Servizio sanitario regionale e renderla efficiente;
esiste ed è concreta una sacca di dispersione dei fondi sanitari regionali per la mancanza di una pianificazione virtuosa dei servizi;
una considerevole parte del fondo sanitario regionale viene impegnata per pagare ad altre Regioni la spesa prodotta dall'emigrazione sanitaria, soprattutto dei malati oncologici;
in Calabria i pazienti con gravi patologie tumorali che scelgono di curarsi in altre Regioni sono circa 52 mila (dati Aiom);
una buona rete oncologica regionale - creata attorno alle eccellenti professionalità mediche che si hanno nell'apparato sanitario pubblico, attraverso la dotazioni di strumentazioni tecnico-medicali moderne ed efficaci - infonderebbe una maggiore fiducia nell'utenza e di conseguenza un'alta probabilità di limitare i numeri dell'emigrazione sanitaria, con evidenti risparmi per l'Ente Regione-:
come la Giunta regionale intenda investire il fondo € 3.501.227.134 e se sono già al vaglio dell'Amministrazione nuovi piani di intervento per migliorare/potenziare il Servizio Sanitario ed i LEA; se, alla luce degli ultimi e allarmanti dati sulla proliferazione delle patologie tumorali in Calabria, è stata presa in considerazione la necessità di creare e/o ammodernare la Rete Oncologica Regionale: 1. dotandola di moderne strumentazioni tecnico-medicali e di un centro di coordinamento medico: 2. potenziando l'organico degli oncologici ed incentivando la ricerca contro il cancro nelle strutture universitarie calabresi.
(263; 07/03/2017)
Graziano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
il Consiglio regionale con delibera 157/2016 ha approvato in via definitiva il documento di Pianificazione del Sistema della mobilità di persone e merci in Calabria;
nella programmazione economica del nuovo Piano regionale dei Trasporti (PRT) è previsto il finanziamento e la realizzazione dell'Aeroporto di Sibari quale scalo aeroportuale strategico della Calabria del Nord-Est;
la Commissione Europea ha dichiarato soddisfatte le condizionalità ex-ante (7.1, 7.2 e 7.3) in materia di trasporti per il Programma Operativo Calabria FESR/FSE;
la stessa Commissione europea ha espresso una generale condivisione dei contenuti previsti dal PRT e quindi anche rispetto alla realizzazione del quarto Scalo aeroportuale calabrese nella Sibaritide;
il PRT contempla investimenti complessivi per 9 miliardi di euro, di cui il 75% già finanziato;
considerato che
uno scalo aeroportuale bivalente (commerciale e turistico) nella Sibaritide significherebbe dare impulso ad una delle economie più importanti dell'intera Regione, rappresentata dall'agroalimentare e dall'artigianato d'eccellenza presenti in quell'area, oltre che essere il principale approdo per il turismo internazione e di massa da e verso l'area archeologica di Sibari, tra le più importanti della Magna Grecia, e Rossano, sede del Codex Purpureus Rossanensis, unico monumento calabrese a godere dell'importante riconoscimento di Patrimonio universale dell'Unesco;
precedentemente sia la Regione Calabria che la Provincia di Cosenza avevano espresso parere favorevole alla realizzazione dello scalo aeroportuale di Sibari, supportato da apposito studio di fattibilità;
la creazione di un quarto aeroporto in Calabria non inciderebbe in alcun modo sull'operatività degli altri tre scali esistenti, bensì - considerata anche la posizione strategica dell'area della Sibaritide - arricchirebbe la proposta della mobilità anche alle regioni limitrofe come la Basilicata;
vista
la disponibilità degli enti locali ad ospitare lo scalo aeroportuale di Sibari. -:
qual è la cifra prevista per la realizzazione dello scalo aeroportuale di Sibari;
se la Giunta regionale ha già individuato i fondi per la realizzazione dell'Aeroporto di Sibari e dei servizi annessi nell'ambito della Programmazione POR Calabria FESR/FSE 2014-2020.
(267; 13/03/2017)
Graziano.
Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
con
delibera del Consiglio regionale della Calabria n. 102 del 10.11.2006 veniva
soppresso il Consorzio di Bonifica della Piana di Sibari e della Media Valle
del Crati;
successivamente, con le delibere della Giunta
regionale n. 156 e 157 del 2007, in attuazione della predetta delibera di
Consiglio regionale sono stati istituiti altresì i nuovi Consorzi di Bonifica
della provincia di Cosenza e ripartiti pro-quota i rapporti giuridici attivi e
passivi dei Consorzi soppressi;
ai sensi delle richiamate disposizioni, con
decreto del Presidente della Giunta regionale del febbraio 2010 n. 27, veniva
costituito il Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini Meridionali del
Cosentino al quale venivano trasferite le funzioni del Consorzio di Bonifica
della Piana di Sibari e della Media Valle del Crati, nonché il personale e
tutti i rapporti giuridici attivi e passivi del soppresso Consorzio;
alcuni dipendenti del soppresso Consorzio di
Bonifica della Piana di Sibari e della Media Valle del Crati, sono andati in
quiescenza con anticipo potendo usufruire di un esodo incentivato previsto nel
piano industriale approvato dalla Regione Calabria al momento della
soppressione e contestuale istituzione dei nuovi consorzi della provincia di
Cosenza;
i dipendenti, pertanto, richiedevano il
pagamento delle somme dell' esodo incentivato ai nuovi consorzi, che
sostituivano quelli soppressi, ma tale richiesta rimaneva invana e gli stessi
dipendenti si vedevano costretti a ricorrere in Tribunale;
nei contenziosi in atto, ed in particolare in
quello riguardante l'ex dipendente Mario Frontera, il Consorzio di Bonifica dei
Bacini Meridionali del Cosentino, nelle proprie difese, eccepiva di non poter
rispondere di fatti accaduti prima della sua istituzione, ritenendo di non
dover accollarsi le situazioni passive dell'ex consorzio Sibari Crati relative
all'esodo incentivato. -:
se il
suddetto Consorzio di Bonifica dei Bacini Meridionali del Cosentino subentra o
no nei rapporti con l'ex Consorzio di Bonifica della Piana di Sibari e della
Media Valle del Crati riguardo ai crediti spettanti agli ex dipendenti quale
incentivo all'esodo in questione;
qualora non fosse il Consorzio di Bonifica dei
Bacini Meridionali del Cosentino a dover far fronte ai tali crediti a chi
dovrebbero rivolgersi i dipendenti creditori.
(82; 06/08/2015)
Risposta: In merito all’interrogazione a risposta
scritta numero 82/10^, proposta dal consigliere Graziano, si trasmette la
risposta formulata dal Consorzio di bonifica integrale dei Bacini meridionali
del cosentino, inoltrata al settore 1 del Dipartimento Agricoltura e Risorse
agroalimentari:
“Con nota protocollo 258639 del 03.09.2015
acquisita agli atti al n. 4459 del 07.09.2015 codesto Settore chiede di essere
notiziato in merito alla interrogazione riportata in oggetto del consigliere
Giuseppe Graziano allegata alla nota pervenuta.
L'interrogazione riguarda il giudizio
intrapreso nei confronti di questo Ente dal Sig, Mario Silvano Frontera per una
presunta corresponsione di esodo incentivato essendo lo stesso andato in
quiescenza il 01.01.2010 all’età di 63 anni.
Nel’interrogazione viene posto anche il
problema del subentro o meno di questo ente nei rapporti giuridici attivi e
passivi del soppresso Consorzio Sibari Crati
Con riferimento alle due problematiche si
rappresenta quanto segue;
1)Il Consorzio dei Bacini Meridionali del Cosentino
così come il Consorzio dei Bacini Settentrionali e quello dello Ionio Cosentino
non subentrano in tutti i rapporti attivi e passivi dell'ex Sibari Crati ma
solo in quelli individuati nei D.D.P.G.R. n. 26-27 e 30 del 10.02.2010 che
riguardano la chiusura del procedimento di soppressione del Consorzio ex Sibari
Crati e l'istituzione dei nuovi consorzi con il inserimento dei rapporti
giuridici - individuati nella relazione del Commissario - che forma parte
integrante di ciascun decreto per come riportato nei decreti stessi.
Nella relazione del Commissario non è
riportato il nominativo del Sig. Frontera Mario Silvano in quanto lo stesso
risultava posto in quiescenza volontaria anteriormente ai trasferimento dei
rapporti, per cui non risulta nell'elenco dei dipendenti trasferiti a ciascun
neo costituito Consorzio.
2) Dell'esodo incentivato è stata fatta
menzione nella relazione del Commissario liquidatore ove è riportato il verbale
stipulato tra il Commissario Liquidatore, i Commissari dei neo-costituiti
Consorzi, le OPA e le Organizzazioni sindacali di categoria.
In detto verbale a pagina 6 - 7- e 8 si è
valutata la possibilità di applicare l'esodo incentivato individuando anche la
metodologia al fine di pervenire alla quantificazione dei costi che nel verbale
risultano di 620,000,00 € per i dipendenti e 542.300,00 per gli O.T.I. e quindi
per un totale di € 1.162.300.00.
Affinché l'esodo fosse praticabile occorreva
un atto - disposizione del Commissario Liquidatore che doveva disporre l'esodo
incentivato prevedendo anche la copertura finanziaria; detto atto non è stato mai
adottato per cui nessun incentivo è stato mai erogato ai dipendenti i quali
sono andati in quiescenza volontariamente avendone i requisiti di legge.
Per inciso si fa rilevare che al Sig. Mario
Silvano Frontera, ove si fosse passato dalla mera dichiarazione progettuale all’attuazione,
con l'adozione dei relativi atti, l'incentivo non sarebbe spettato in quanto
non aveva al momento della messa in quiescenza, i requisiti indicati nella
metodologia contenuta nel verbale che si ribadisce è da considerarsi una mera
dichiarazione progettuale dell'ipotesi di incentivazione.
In conclusione si ritiene di aver chiarito la
posizione di questo Ente nei confronti dell'ex Consorzio Sibari Crati ed
inoltre di aver altresì chiarito che nessun esodo incentivato è stato mai
corrisposto agli ex dipendenti del Sibari Crati cui è applicato il contratto
della Bonifica,
Il Frontera Mario Silvano assistito dall' Avv.
Raffaella Aiello ha chiamato in giudizio in maniera temeraia questo Ente sui falsi
presupposti che questo Consorzio fosse il destinatario di tutti i rapporti del
Consorzio soppresso e che una mera ipotesi progettuale per l'incentivo
all'esodo costituisse un diritto violato.
Ad oggi la causa è in corso presso il
Tribunale di Cosenza. Si rimane a disposizione per ulteriore ed eventuali
chiarimenti.
Salvatore Gargiulo”
Carmelo
Salvino (Direttore generale reggente dipartimento Agricoltura e Risorse
Agroalimentari)
Graziano.
Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
i
corpi di polizia provinciale presenti in Calabria, sono contraddistinti da
professionalità altamente specializzate nell'ambito della tutela del territorio
extraurbano e rurale, nella lotta ai crimini ambientali, al fenomeno del
maltrattamento degli animali, del bracconaggio ed in genere contro lo
sfruttamento criminale dell'ambiente e degli animali;
con un loro ridimensionamento, verrebbero meno
principalmente quelle funzioni di polizia ambientale-ittico-venatoria, nelle
quale le polizie provinciali rivestono, da sempre, un ruolo di primo piano in
merito all'attività di vigilanza sull'esercizio della caccia, per la
prevenzione e repressione dei vari fenomeni di bracconaggio e sulla tutela
della fauna selvatica, anche di quella minore, nonché di Polizia Ambientale, che
si esplica essenzialmente con la vigilanza e controllo delle attività di
gestione dei rifiuti e tutela e salvaguardia delle zone sottoposte a vincolo
paesaggistico e idrogeologico. Inoltre, in molti contesti territoriali
regionali, spesso, la Polizia Provinciale è l'unico presidio di polizia in
ambito extraurbano, per cui, l'esercizio delle funzioni di polizia giudiziaria,
polizia stradale e funzioni ausiliarie di pubblica sicurezza, ai sensi della
vigente legislazione, assumono una rilevanza ancora maggiore, in una regione,
notoriamente aggredita dal fenomeno della criminalità organizzata e anche da
quello, spesso, strettamente connesso, delle ecomafie;
le funzioni di interesse generale sopra
indicate ed in capo alla polizia provinciale non possono essere cancellate,
soprattutto in un momento in cui vengono approvate nuove leggi con più severe
sanzioni penali in materia di reati ambientali (vedi inserimento nel codice
penale di specifiche fattispecie di ecoreati);
nel 2014, stando al rapporto sul bracconaggio
in Italia, redatto dal CABS (Committee Against Bird Slaughter), ad esempio, la
Polizia Provinciale di Cosenza, da sola, ha accertato ben l'86% di tutti i
reati di bracconaggio svelati nella quarta provincia più vasta d'Italia,
pertanto è stata presa dall'organismo internazionale, come esempio positivo di
lotta alla caccia di frodo. Sempre secondo lo stesso rapporto, la Calabria,
sarebbe la 3° regione d'Italia per reati di bracconaggio accertati, mentre le
province di Reggio Calabria e Cosenza, sarebbero ai primi posti per
bracconaggio e traffico di cardellini, quest'ultima è specie protetta anche da
convenzioni internazionali ratificate dal nostro Paese, vedi quella di Berna;
già in merito al depotenziamento della
vigilanza venatoria in Italia, le più grandi e rappresentative associazioni
italiane, hanno scritto alla Commissione Europea, denunciando tale situazione,
tra l'altro, alla luce di una pre-procedura di infrazione (EU PILOT
6955/14/ENVI), con cui, la Commissione Europea, evidenziava diverse criticità
rispetto alla gestione della caccia in Italia, tra le quali proprio il tema
della vigilanza venatoria, chiedendo nello specifico di ottenere informazioni
sul numero dei controlli, la loro frequenza, i risultati ottenuti e le relative
sanzioni. Anche in Calabria, sul tema del depotenziamento della vigilanza in
materia ittico-venatoria, negli ultimissimi mesi si sono registrati diversi
interventi e appelli, da parte del WWF Calabria, della LIPU-Settore Vigilanza e
di alcune associazioni venatorie, chiedendo in modo unanime, l'intervento della
Regione Calabria, in merito alla stipula di una Convenzione con le polizie
provinciali per l'attuazione della vigilanza ittico e venatoria;
con l'approvazione di alcune recenti norme
statali, tra loro poco coordinate, tra cui la legge n. 56/2014 in materia di
riordino delle funzioni provinciali, la legge n. 190/2014 di stabilità ed il
recente decreto-legge 78/2015 (convertito con modificazioni dalla legge n.
125/2015 in materia di disposizioni urgenti in materia di enti territoriali),
si rischia di produrre la grave dispersione di un patrimonio di conoscenze e di
professionalità costituito dai corpi di polizia provinciale calabresi, da
decenni, notoriamente impegnati nell'applicazione di numerose leggi statali e
regionali in materia di tutela delle risorse naturali, del demanio fluviale e
lacuale, di vigilanza sull'esercizio della caccia e della pesca con prevenzione
del bracconaggio, di controllo sull'impatto della fauna selvatica nei processi
produttivi e sociali, di vigilanza sulle aree protette, di controllo dell'uso
del suolo e prevenzione del dissesto idrogeologico, di salvaguardia e vigilanza
sulla raccolta dei funghi epigei ed ipogei spontanei e comunque di controllo
del territorio più in generale;
con la Legge regionale 22 giugno 2015, n. 14
"Disposizioni urgenti per l'attuazione del processo di riordino delle
funzioni a seguito della legge 7 aprile 2014, n. 56" il Consiglio
regionale della Calabria ha disciplinato il trasferimento delle specifiche
funzioni e l'allocazione delle risorse umane, finanziarie e strumentali, di
competenza delle province, alla Regione;
in particolare ai sensi dell'art. 2 comma 2
della predetta legge regionale vengono riallocate alla Regione le funzioni
connesse alle materie "agricoltura, caccia e pesca" e
"formazione professionale mentre il restante personale, assegnato alle
altre funzioni alla data dell'8 aprile 2014, continua a svolgere le proprie
mansioni presso l'amministrazione provinciale di riferimento. In questo inquadramento,
è palese, che la Regione abbia solo assorbito la parte amministrativa, mentre
la vigilanza sulla caccia, sulla pesca nelle acque interne, sulla raccolta dei
funghi e su diversi aspetti collegati alle materie oggetto di riordino, rimane
senza un presidio dedicato, storicamente, esercitato da sempre per mezzo delle
guardie delle province e più recentemente dai corpi di Polizia Provinciale;
Lo scorso 5 novembre, la Presidenza del
Consiglio dei Ministri - Conferenza Unificata, ha sancito un accordo tra il governo,
le regioni e gli enti locali, concernente l'applicazione dell'art. 5 del
decreto legge 19 giugno 2015, n. 78, convertito con modificazioni, dalla legge
6 agosto 2015 n. 125, in materia di polizia provinciale. Il suddetto accordo
fornisce una cornice interpretativa condivisa per la migliore applicazione in
ambito regionale e locale della normativa introdotta dal decreto legge 78/15 in
materia di Polizia Provinciale. Alle regioni, viene data la possibilità di
riallocare il personale per le funzioni di vigilanza collegate alle funzioni
non fondamentali oggetto di riordino da parte della Regione, con copertura
delle relative spese. Tale provvedimento, in via del tutto eccezionale,
addirittura, consente, al personale di restare con le stesse qualifiche e nella
stessa dotazione organica, ma al di fuori del limite di spesa del 50% - 70%, in
quanto, non è destinato all'esercizio delle funzioni fondamentali. Molte
Regioni, seppur gradualmente, si stanno adeguando, scegliendo la via più
naturale e logica, ovvero quella di riassegnare in capo alla Polizia
Provinciale, la vigilanza, poiché i corpi di polizia delle Province, hanno già
mezzi, dotazioni, personale ed esperienze oltre che una formazione specifica
nel campo;
la 5° Commissione Bilancio della Camera dei Deputati,
il 12 dicembre 2015, ha approvato un emendamento inserito nella legge 28
dicembre 2015, n. 208 (legge di stabilità 2016), che prevede, all'art. 1 Comma
770, quanto segue: All'articolo 5, comma 3, del decreto-legge 19 giugno 2015,
n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2015, n. 125, è
aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Qualora le leggi regionali riallochino
le funzioni di polizia amministrativa locale e il relativo personale presso le
città metropolitane e le province per l'esercizio delle funzioni di vigilanza
connesse alle funzioni non fondamentali oggetto di riordino, con copertura dei
relativi oneri, la dotazione organica degli enti di area vasta, ridotta ai
sensi dell'articolo 1, comma 421, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, è
rideterminata in aumento in misura corrispondente al personale riallocato».
diverse regioni, ad esempio la Regione Umbria e la Regione Toscana, hanno
annunciato l'accordo con le Province, tramite apposita Convenzione e per mezzo
di uno stanziamento regionale, che consentirà, di mantenere l'unitarietà dei
corpi di polizia provinciale, evitando inutili quanto dannose dispersioni in
altri ambiti, di personale specializzato in materie importanti;
in tali convenzioni, si stabilisce che la
Polizia Provinciale, oltre ad occuparsi della vigilanza sulle materie
fondamentali oggi in capo agli Enti di Area Vasta, si occuperà, per conto della
regione, anche di controlli sulla caccia, sulla pesca, e su diverse materie, di
competenza amministrativa regionale. La Regione Lazio, nell'ambito di una
proposta di legge regionale di Stabilità, d'iniziativa della Giunta (n.307 del
11.12.2015), ha proposto, che il personale della Polizia Provinciale, collocato
in mobilità, sul portale governativo, venga riallocato presso le province e
Città metropolitana, così come previsto e sancito nell'Accordo in Conferenza
Unificata già citato, per lo svolgimento delle funzioni non fondamentali di
competenza regionale;
considerato che: tale situazione, nel
complesso, sta generando da più tempo un clima di incertezza e sconforto tra
tutti gli operatori della Polizia Provinciale calabrese, che quotidianamente,
da sempre, svolgono un servizio fondamentale a favore della collettività e del
territorio;
anche le più autorevoli associazioni
ambientaliste nazionali e regionali, quelle di categoria e diverse associazioni
venatorie, auspicano da più tempo, un intervento della regione, affinché venga
immediatamente colmato l'evidente vuoto che si è venuto a creare in tema di
vigilanza ittico e venatoria sull'intero territorio con potenziale rischio per
le risorse naturali. Tale aspetto, potrebbe determinare anche una paventata
contrazione delle entrate derivate dai tributi di competenza regionale, in
materia di caccia, pesca e funghi, qualora la vigilanza non venisse esercitata;
il già richiamato accordo tra il governo, le
regioni e gli enti locali, concernente l'applicazione dell'art. 5 del decreto
legge 19 giugno 2015, n. 78, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto
2015 n. 125, in materia di polizia provinciale, consente di intervenire, per
riassegnare, in capo alle strutture di polizia provinciale, 1' attività di
vigilanza sulle materia oggetto di riordino e già riassorbite (per la parte
amministrativa) nelle competenze regionali, come caccia, pesca etc. La Regione
potrebbe così avvalersi, anche tramite Convenzione, di personale di polizia
provinciale per l'espletamento di tali servizi, oggi venuti meno a causa di una
confusa riforma in materia;
appare necessario e urgente, un intervento
regionale per evitare una parziale, scompaginata e incongrua mobilità di
personale di polizia provinciale verso altre destinazioni, specie in alcune
province, con contestuale drastica riduzione o annullamento delle attività di
presidio del territorio in aree rurali ed extraurbane, e mancata applicazione
reale di numerose disposizioni in campo ambientale-ittico-venatorio, con
evidenti e molteplici problematiche che ne potrebbero derivare a breve, medio e
lungo termine. -:
quali
provvedimenti intende assumere il Presidente della Giunta al fine di garantire
alle Amministrazioni Provinciali, tramite i corpi di Polizia Provinciale
presenti, la vigilanza, nelle materie non fondamentali oggetto di riordino, con
particolare riguardo alla caccia, alla pesca e alla raccolta dei funghi,
prevedendo, se il caso, l'allargamento delle competenze in altri settori quali
ad esempio la vigilanza nelle aree protette regionali, ecc.;
se vi sia l'intenzione per applicare anche in
Calabria, quanto stabilito dall'accordo tra il governo, le regioni e gli enti
locali, concernente l'applicazione dell'art. 5 del decreto legge 19 giugno
2015, n. 78, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2015 n. 125, in
materia di polizia provinciale, magari, attuando una specifica Convenzione con
le province, sulla scorta di quanto altre regioni stanno predisponendo, vedi
gli ultimi casi di Umbria e Toscana;
quali iniziative intende porre in essere il
Presidente della Giunta affinché la nostra Regione possa intervenire in
supporto a tutte le province calabresi, in materia di Polizia Provinciale,
anche alla luce del fatto, che la Calabria sarebbe tra le prime regioni per
reati in materia di bracconaggio e pertanto ci si auspica un immediato intervento
in tale direzione.
(121; 11/01/2016)
Risposta:
In riferimento alla richiesta di elementi
tecnici necessari per la risposta all’interrogazione di cui in oggetto, con la
presente si evidenzia che la polizia provinciale svolge funzioni di tutela e
controllo ambientale importantissime, altresì, ha al proprio interno competenze
e professionalità specifiche che vanno salvaguardate nell'interesse delle
comunità in cui operano. Riguardo ai rapporti sull'attività di vigilanza
venatoria nella Regione Calabria si può precisare che, dagli atti sulle
sanzioni amministrative irrogate in base alla Legge 689 del 24 novembre 1981,
circa il 48% delle infrazioni riscontrate, anni 2013-2014, a seguito di mancata
osservazione dei dettami della Legge 157/92 e s.mi pervengono dall'attività di
detto corpo di polizia.
La vigilanza venatoria assume, tuttavia, un
rilievo importante anche a seguito dell'apertura della Commissione Europea del
Caso EU PILOT 6955/14/ENVI, a seguito del quale questo Settore ha provveduto a
trasmettere l'apposito Rapporto informativo attività di Vigilanza Legge 11
febbraio 1992 n. 157, art. 33, comma 1, riferito agli anni 2013 e 2014, con
nota prot. n. 336756 del 11/11/2015.
Si precisa, inoltre, che la vigilanza
venatoria, secondo legge, è espletata oltre che dai Corpi di Polizia
Provinciale, dal CFS, dalle Forze di Polizia, oltreché da Guardie Giurate
Venatorie Volontarie per le quali questo Settore sta predisponendo appositi
corsi di formazione.
Per quanto riguarda l'ipotizzata convenzione
con la polizia provinciale, richiamata nella interrogazione in oggetto, si
rappresenta che, allo stato, la L. R. n. 9/96 non prevede l'utilizzo dei fondi
derivanti dalle tasse di concessione regionale per l'esercizio venatorio e/o
dal pagamento delle sanzioni (legge 689/81), per tali tipi di attività.
Qualora il legislatore decidesse nel merito,
questo Settore è pronto ad adottare gii adempimenti di competenza.
Tuttavia, è opportuno segnalare la
limitatezza delle risorse oggi disponibili che, per tutti gli interventi previsti
per il "sistema caccia" assommano a circa € 2.700.00,00/anno.
Pertanto, la frazione di risorse destinate risulterebbe irrisoria.
Cosimo
Carmelo Caridi (Dirigente dipartimento Agricoltura e Risorse Agroalimentari)
Mangialavori.
Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
il
FEAMP (Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca) nella nuova
programmazione 2014- 2020 sostituisce il FEP (Fondo Europeo della Pesca) e
sostiene l'attuazione di strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo
(cd. CLLD);
in considerazione dei limitati tempi concessi
per la selezione dei Fisheries Local Action Group (FLAGs) è stata attivata una
procedura unificata in un unico avviso;
in virtù di ciò con decreto del Dirigente
Generale del Dipartimento n.8, Agricoltura e Risorse Agroalimentari, assunto in
data 12 agosto 2016 e riportato nel Registro dei decreti dei Dirigenti della
Regione Calabria in pari data, avente ad oggetto: P.O. FEAMP 2014/2020 -
Approvazione "Avviso pubblico per la selezione delle strategie di sviluppo
locale di tipo partecipativo - CLLD" è stato approvato:l'Avviso Pubblico
per la selezione delle strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo -
CLLD, comprensivo di tutti gli allegati dal numero 1 al numero 8;
l'obiettivo generale del bando è rappresentato
dalla realizzazione di strategie locali volte a migliorare le politiche a
favore delle aree costiere ed in particolare di quelle che si stanno
spopolando;
promuovere una maggiore qualità della
progettazione locale, la partecipazione delle comunità locali ai processi di
sviluppo, rafforzare il dialogo tra società civile e istituzioni locali,
promuovere il coordinamento funzionale all'accesso per i finanziamenti
comunitari;
la Regione, analogamente a quanto fatto per i
Gal (Gruppi di Azione Locale) ha effettuato una suddivisione per territori
costieri omogenei, con l'individuazione di quattro aree (Tirreno 1, Tirreno 2,
Ionio 1 e Ionio 2). Per ciascuna delle aree individuate potrà essere
selezionato un solo FLAG. Ogni proposta deve poi prevedere l'adesione del 40%
dei Comuni presenti in ogni area;
nella procedura in itinere sono però presenti
evidenti errori: Pellaro, frazione di Reggio Calabria viene conteggiato come
Comune e dalla lista vengono espunti e senza alcun motivo comuni come Rosarno e
Candidoni. Mentre il mar Tirreno viene prolungato d'ufficio sino al Melito. in
virtù del criterio dei compartimenti marittimi, si scopre che quello di Vibo
Valentia, che nella precedente programmazione Fep 2007-2013 era interessato dal
Gac Costa degli dei ora invece viene smembrato attraverso l'apposizione di un
confine ideale nella cittadina di Pizzo, ciò nonostante il territorio in
questione, pari a circa il 10% del totale delle coste calabresi esprima
peculiarità di pesca, turismo ed attività marinare nettamente superiore a
qualunque altro litorale calabrese. Il danno maggiore, irreparabile, viene
compiuto a scapito dei circa 90Km di costa più importanti di tutta la Regione,
rappresentati nella precedente programmazione dal Gac Costa degli Dei e
corrispondenti alla costa tirrenica della Provincia di Vibo Valentia e della
Provincia di Catanzaro che vengono ad essere cancellati. A Pizzo, viene
tracciato il confine amministrativo tra l'area Tirreno 1 che arriva a Praia a
Mare e l'area Tirreno 2 che arriva a Melito Porto Salvo;
sulla base degli anzidetti criteri, la
marineria vibonese che da sola rappresenta una produttività di pesca superiore
di quasi quattro volte a quella delle altre a aree regionali,è nella reale e
concreta impossibilità di partecipare. Ad essa, infatti, sono stati sottratti i
comuni a nord di Pizzo della costa catanzarese;
a causa della suddivisione operata dalla
Regione verrebbero meno inoltre alcuni dei criteri fondanti della strategia
FEAMP e cioè la partecipazione "dal basso" alla individuazione delle
aree da destinare ai FLAGs e, conseguentemente, è sfuggito che si è
concentrato, nell'ipotetico FLAG T2, circa il 70% della produzione ittica
regionale. In aperto contrasto quindi delle direttive FEAMP che prevedono una
ripartizione "ragionata" delle aree riconosciute ai FLAGs. Criteri
che nella suddivisione in macro aree operata dalla Regione Calabria potrebbero
non essere rispettati;
infine, nonostante la procedura sia ancora in
itinere,la società consortile Flag dello Stretto ha usato i loghi istituzionali
del Feamp, dell'Unione Europea e della Regione Calabria. E ciò, ancor prima di
essere stata selezionata nell'area Tirreno 2. -:
a) quali
iniziative intenda adottare per una verifica circa l'osservanza di una strategia
politica che risulti coerente con gli obiettivi di programma;
b) se ritiene di approfondire i dati in
argomento con particolare riferimento alla determinazione dei confini
geografici, all'esclusione di alcuni Comuni come Rosarno e Candidoni e all'utilizzo
dei loghi istituzionali;
c) quali iniziative intenda adottare per
consentire al Gac "Costa degli dei" sostanziale e formale parità di
trattamento e opportunità di partecipazione al bando in questione.
(209; 05/09/2016)
Risposta:
Relativamente ai quesiti posti dalla
interrogazione n. 209/10A de! 05.09.2016, si rappresenta quanto segue.
A) QUALI INIZIATIVE INTENDA ADOTTARE PER UNA
VERIFICA CIRCA L'OSSERVANZA DI UNA STRATEGIA POLITICA CHE RISULTI COERENTE CON
GLI OBIETTIVI DI PROGRAMMA;
L'Avviso pubblico per la selezione delle
strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo - CLLD (Community-Led Local
Development) relativo al Programma Operativo FEAMP 2014-2020 (Fondo Europeo per
gli Affari Marittimi e per la Pesca), pubblicato con Decreto del Dirigente
Generale del Dipartimento "Agricoltura e Risorse Agroalimentari" n.
10094 del 12.08.2016, è stato predisposto secondo quanto previsto dagli artt
32-35 del Reg. (UE) n. 1303/2013 e dagli artt. 60-63 del Reg. (UE) n. 508/2014.
Il Bando intende sostenere le strategie di
sviluppo locale attraverso il coinvolgimento e la partecipazione attiva dei
partenariato locale, pubblico e privato, la programmazione dal basso, la
progettazione integrata territoriale e l'integrazione multisettoriale degli
interventi e la messa in rete dei partenariati locali. L'obiettivo generale è
rappresentato dalla realizzazione di strategie locali atte a:
- migliorare
l'implementazione delle politiche a favore delle aree costiere e, in
particolare, di quelle che si stanno spopolando;
- promuovere
una maggiore qualità della progettazione locale;
- promuovere
la partecipazione delle comunità locali ai processi di sviluppo, contribuendo a
rafforzare il dialogo tra società civile e istituzioni locali;
- promuovere
il coordinamento tra politiche, strumenti di governance e procedure per
accedere ai finanziamenti comunitari.
Lo sviluppo locale di tipo partecipativo è
gestito dai FLAGs (Fisheries Local Action Group),composti da rappresentanti
degli interessi socioeconomici locali, sia pubblici che privati, costituiti in
partenariato, che attuano dei Piani di Azione Locale (PdA).
Il FLAG deve rispecchiare ampiamente l'asse
principale della sua strategia e la composizione socioeconomica della zona
tramite una rappresentazione equilibrata delle parti interessate principali,
inclusi il settore privatogli settore pubblico e la società civile e deve
garantire una rappresentazione significativa dei settori della pesca e/o
dell'acquacoltura e/o del settore della trasformazione e commercializzazione
del prodotto ittico e di acquacoltura.
La Regione ha effettuato una
territorializzazione con l'individuazione di 4 aree omogenee (denominate
Tirreno 1, Tirreno 2, Ionio 1 e Ionio 2) eleggibili nell'ambito del sostegno
allo sviluppo locale. Per ciascuna delle aree individuate è selezionato un solo
FLAG.
La suddivisione in 4 aree omogenee origina
innanzitutto nella dotazione finanziaria a disposizione per i Flags che ammonta
complessivamente, allo stato, ad € 5.557.682,63, considerato che il P.O. FEAMP
2014/2020 prevede che la dotazione finanziaria pubblica complessiva
(comunitaria e nazionale) messa a disposizione di ciascun Piano di Azione sia
delimitata da una soglia minima che è pari a 1 milione di euro. Si è tenuto
conto, inoltre, di quanto previsto dall'art. 32 del Reg. (UE) n.1303/2013 che
al comma 2 recita: "Lo sviluppo locale di tipo partecipativo è: a)
concentrato su territori subregionali specifici..”.
A seguito di specifica richiesta, anche
l'Autorità di Gestione del MIPAAF ha reso noto che, in base ai Regolamenti (UE)
n.l303/2013e n. 508/2014 ed al P.O. FEAMP, non si evincono limitazioni alla
zonizzazione inserita nell'Avviso Pubblico CLLD della Regione Calabria.
La suddivisione del territorio regionale ha
condotto alla costituzione di 2 aree ad alto tasso di presenza di
motopescherecci (Aree Tirreno 2 e Jonio 1) e ad altre 2 aree con minore numero
di pescherecci (Aree Tirreno 1 e Jonio 2), come risulta chiaramente
nell'allegato 2 dell'Avviso. Le risorse disponibili sono così state suddivise,
fermo restando il limite minimo di 1 milione di euro per Flag, in misura
direttamente proporzionale al numero di motopescherecci presenti nelle
rispettive aree territoriali.
B) SE RITIENE DI APPROFONDIRE I DATI IN
ARGOMENTO CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLA DETERMINAZIONE DEI CONFINI
GEOGRAFICI, ALL'ESCLUSIONE DI ALCUNI COMUNI COME ROSARNO E CANDIDONI E
ALL'UTILIZZO DEI LOGHI ISTITUZIONALI;
Fermo restando le considerazioni di cui al
precedente punto sulla zonizzazione, relativamente al contenuto dell'interrogazione,
si specifica che l'area denominata 'Tirreno 2" è stata estesa fino al
Comune dì Melito Porto Salvo poiché tale territorio è assimilabile sotto il
profilo socio - economico e culturale, ma anche per le attività di pesca
attuate, maggiormente al "Reggino" che alla "Locride".
Per quanto riguarda il definito
"errore" secondo cui Pellaro sarebbe stata conteggiata come Comune,
si precisa che nell'allegato 2 all'Avviso, oltre ad essere presente la
cartografìa con il Comune di Reggio Calabria, di cui fa parte Pellaro, la
stessa Frazione della Città Metropolitana è citata nel medesimo allegato solo
per descrivere l'esistenza di un Ufficio Marittimo in loco ed evidenziare il
dato statistico dei motopescherecci presenti. Con riferimento alla
"esclusione" di alcuni Comuni quali Rosarno e Candidoni, si evidenzia
che trattasi di due Comuni interni non aventi caratteristiche di aree costiere.
Per quel che concerne l'utilizzo dei loghi
istituzionali da parte della società consortile "Flag dello Stretto",
lo stesso è avvenuto per esclusiva iniziativa della Società suddetta.
C) QUALI INIZIATIVE INTENDA ADOTTARE PER
CONSENTIRE AL GAC "COSTA DEGLI DEI" SOSTANZIALE E FORMALE PARITÀ DI
TRATTAMENTO E OPPORTUNITÀ DI PARTECIPAZIONE AL BANDO IN QUESTIONE.
Per tutti quanto fin qui esposto, l'Avviso in
oggetto, in linea con la regolamentazione comunitaria, non ha posto alcun
ostacolo né al Gac "Costa degli dei" né ad altri partecipanti i
quali, dopo aver costituito il partenariato pubblico/privato previsto, se in
possesso dei requisiti richiesti, hanno potuto liberamente partecipare alla
procedura di selezione delle strategie di sviluppo locale del P.O. FEAMP
2014/2020.
Cosimo
Carmelo Caridi (Dirigente dipartimento Agricoltura e Risorse Agroalimentari)
Nicolò.
Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
la
Comunità europea nel 2016 ha condannato la Calabria, con sentenza esecutiva, al
pagamento di 60 milioni di euro per il mancato adeguamento degli impianti di
trattamento dei reflui fognari;
da un report stilato da Legambiente Calabria -
presentato il 7 luglio scorso - la Regione Calabria ha una potenzialità
nominale complessiva di depurazione pari a 2.786.725 abitanti equivalenti, su
un totale (dati Istat dell'ultimo censimento sulle acque) di 3,7 milioni di
abitanti, ovvero il 75 % del totale. Secondo le cifre riportate da Legambiente,
elaborate su dati forniti dalla Regione, nel 2013 (ultimi dati disponibili) su
un totale di 548 impianti presenti in Calabria sono stati sottoposti a controllo
solo 146 impianti risultando conformi 140: in provincia di Catanzaro sono
presenti 98 impianti di cui 22 sottoposti a controllo e solo 9 risultati
conformi. A Cosenza le piattaforme depurative sono 237 ma solo 84 dichiarate
conformi. Non migliora la situazione a Crotone che dispone di 39 depuratori ma
solo 1 risultato conforme. A Reggio Calabria sono presenti 114 piattaforme ma
solo 31 risultano a norma e, infine, Vibo Valentia con 60 impianti e 15
dichiarati conformi.;
la reale capacità di trattare adeguatamente
gli scarichi, ovvero con una tipologia di trattamento secondo gli standard
previsti dalle normative europee, secondo l'Istat (Censimento delle acque di
giugno 2014 con dati al 2012) è pari al 51,5% del totale del carico generato;
l'ultima procedura d'infrazione (2014/2059)
aperta nei confronti del nostro Paese comprende anche la Regione Calabria ed
evidenzia che ci sono 130 agglomerati calabresi coinvolti, il 62% del totale
regionale e il 5% di quello nazionale, per un totale di circa 1,3 milioni di
abitanti equivalenti (ovvero il 36%). Tale inadeguatezza è già costata alla
Regione una condanna da parte della Commissione europea nel 2012 e l'apertura
nel marzo di quest'anno della procedura relativa appunto a 130 agglomerati;
per far fronte alla prima condanna del 2012
era stato stimato un fabbisogno totale per la Calabria di 243 milioni di euro
circa e di questi la delibera CIPE ne stanziava 160 milioni circa a cui si
aggiungevano altri 83 milioni da altre risorse. Ma stando all'ultimo aggiornamento
relativo all'impiego di questi fondi (aprile 2015), in Regione sono state
sbloccate opere solo per 104 milioni di euro (per un totale di 8 interventi) e
rimangono bloccati ancora 10 opere per ulteriori 140 milioni di euro circa;
con decreto del dirigente del Dipartimento
Ambiente è stato prorogato al 30 settembre il termine per il miglioramento di
alcuni impianti di depurazione. -:
quale è lo status quo degli impianti di
depurazione calabrese aggiornato ad oggi e per conoscere, altresì, quali siano
le strategie e le azioni che il Presidente intenda assumere per sanare e
mettere a norma il sistema depurativo regionale. Per conoscere, infine, come il
Presidente intenda colmare il gap infrastrutturale esistente per riuscire a
coprire il 100% del fabbisogno nominale depurativo complessivo ed elevare
l'attuale quota (pari al 75%).
(218; 26/09/2016)
Risposta:
Il sistema della depurazione, ma più in
generale il ciclo passivo (sistema fognario, collettamenti, sistema depurativo)
del sistema idrico integrato (S.I.I.), rappresenta una delle emergenze da
affrontare nel territorio della Regione Calabria,
In tale ambito, la mancanza di un una governance
unitaria sul cosiddetto S I.I., nonché di un unico soggetto gestore,
rappresenta sicuramente una delle cause della criticità del sistema che risulta
ancora oggi frammentario e fortemente in crisi, non realizzando quelle
"economie di scala" e quelle "economie di scopo" auspicate
dalla legge di settore (D.Lgs. 152/2006).
Pertanto, tale problema, i deficit
strutturali del sistema, nonché i problemi di gestione degli impianti, hanno
determinato la situazione contingente, nonostante negli anni siano stati spesi
oltre 700 M€. Allo stato attuale gli sforzi della Regione si stanno
concentrando innanzitutto sugli agglomerati interessati da procedure di
infrazione comunitarie (artt. 3-4 della DIRETTIVA 91/271/CEE), ma anche su
comuni con situazioni di "infrazione potenziale", comuni con impianti
posti sotto sequestro dalle autorità giudiziarie, comuni privi di impianti di
trattamento.
Si riportano/illustrano di seguito le misure
attuate dalla Regione per le diverse problematiche.
Agglomerati in infrazione con popolazione
superiore ai 15.000 abitanti
Per gli agglomerati con popolazione superiore
ai 15.000 abitanti in infrazione comunitaria (artt. 3-4 della DIRETTIVA
91/271/CEE), per i quali la Comunità Europea ha già comminato una sanzione di
60 M€ (riferimento Causa 2004/2034 e 2009/2034), si precisa che la Regione
Calabria ha programmato risorse pari a € 159,850.000,00 a valere sulla Delibera
CIPE n° 60 del 30/04/2012, finalizzate ai finanziamento di n° 16 interventi
d'area omogenea dei quali uno di essi si suddivide in tre sub interventi, per
un totale quindi di n° 18 interventi.
Giova ricordare che per gli interventi
finanziati coinvolgono aree "omogenee", a partire dagli agglomerati
in procedura d'infrazione e, in qualche caso, prevedono l'estensione anche a
quei comuni per i quali potrebbero aprirsi nuove procedure di contenzioso, ivi
compresi gli agglomerati con popolazione tra i 2.000 e i 15.000 ab. eq., di
fatto, mai attenzionati in maniera sistematica. Per l'utilizzo delle predette
risorse finanziarie, in data 05/03/2013 è stato stipulato - dal MISE
Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica, il MATTM Direzione generale
per la tutela del territorio e delle risorse idriche e la Regione Calabria
Dipartimenti n. 3 Programmazione Nazionale e Comunitaria e n. 14 Politiche
dell'Ambiente - l'articolato dell'Accordo di Programma Quadro
"rafforzato".
E' doveroso ricordare che 16 interventi sono
stati attuati la procedura di project financing; per tali procedure l'autorità
nazionale anticorruzione ha avviato un'indagine perche "...sono state
riscontrate gravi distorsioni a causa dell'errata ripartizione dei rischi di
domanda e di disponibilità tra pubblico e privato".
Ad oggi l'ANAC non ha comunque espresso
definitivamente un parere, ma è innegabile che ciò ha rallentato, di fatto, le
procedure di aggiudicazione delle gare e di avvio dei lavori. Tra i 18
interventi previsti dalla Delibera CIPE n. 60/2012 per la Regione Calabria
settore idrico (fognario-depurativo), rientrano altresì i seguenti:
- "Adeguamento
e ottimizzazione dello schema depurativo dell'agglomerato di
Castrovillari" nell'agglomerato di Castrovillari, Civita, Frascineto, San
Basile con Capofila il Comune di Castrovillari, da realizzare con il contributo
pubblico concesso pari ad € 5.600.000,00 a valere sulle risorse FSC di cui alla
riferita Delibera CIPE;
- "Completamento
delle reti fognanti nelle aree sprovviste di sistemi dì raccolta dei reflui di
Montebello Jonico" nell'agglomerato di Montebello Jonico, da realizzare
con il contributo pubblico concesso pari ad € 2.300.000,00 a valere sulle
risorse FSC di cui alla riferita Delibera CIPE;
- "Disinquinamento
fascia costiera vibonese - Area omogenea Angitola (Sub 3)"
nell'agglomerato di Pizzo, Maierato, Monterosso Calabro, Polia, Filadelfia, San
Nicola da Crissa, Fiiogaso, Francavilla Angitola, Capistrano, con Capofila il
Comune di Pizzo, da realizzare con il contributo pubblico concesso pari ad €
6.300.000,00 a valere sulle risorse FSC di cui alla riferita Delibera CIPE;
- "Ottimizzazione
e completamento dello schema depurativo dell'agglomerato di Crotone"
nell'agglomerato di Crotone, da realizzare con il contributo pubblico concesso
pari ad € 2.000.000,00 a valere sulle risorse FSC di cui alla riferita Delibera
CIPE;
- "Disinquinamento
fascia costiera vibonese - Area omogenea Mesima (sub 2)" nell'agglomerato
di Jonadi, San Calogero, Mileto, Rombiolo, Filandari, San Costantino Calabro,
Francica, Stefanaconi, Sant'Onofrio, con Capofila il Comune di Jonadi, da
realizzare con il contributo pubblico concesso pari ad € 4.200.000,00 a valere
sulle risorse FSC di cui alla riferita Delibera CIPE.
Con il DPCM 9 ottobre 2015, considerata la
necessità di accelerare la progettazione e la relativa realizzazione
dell'intervento all'Agglomerato di Crotone, l'ing. Domenico Pallaria, Dirigente
della Regione Calabria, è stato nominato Commissario straordinario
dell'intervento, come individuato nel richiamato Accordo di Programma Quadro
"Depurazione delle acque", ai sensi del richiamato articolo 7, comma
7, del citato decreto legge n. 133/2014.
Con il DPCM 14 dicembre 2015, considerata la
necessità dì accelerare la progettazione è la relativa realizzazione degli
interventi degli Agglomerati di Castroviliari, Montebello Jonico. Aree omogenee
dell’Angitola e Mesima, l'ing. Domenico Pallaria, Dirigente della Regione
Calabria, è stato nominato Commissario straordinario degli stessi, come
individuati dal richiamato Accordo di Programma Quadro "Depurazione delle
acque", ai sensi del richiamato articolo 7, comma 7, del citato decreto
legge n. 133/2014.
Il Dipartimento Infrastrutture, Lavori
Pubblici; Mobilità, a seguito del Decreto n.13160 del 31.10.2016, è titolare in
esclusiva del segmento depurativo-fognario (ciclo passivo), che si aggiunge a
quello idrico (ciclo attivo), completando il quadro delle competenze in materia
di servizio idrico integrato (S.I.I.). Con Decreto Legge 29 dicembre 2016, n.
243 recante "interventi urgenti per la coesione sociale e territoriale,
con particolare riferimento a situazioni critiche in alcune aree del
Mezzogiorno." è stata previsto il Commissario straordinario del Governo
(Commissario Unico) con il compito di coordinare e realizzare gli interventi
funzionali ad accelerare, nel Mezzogiorno e nelle altre Regioni in ritardo
rispetto agli standard europei, gli interventi sui sistemi di collettamento e
fognatura e la realizzazione degli impianti necessari al trattamento
ecologicamente avanzato delle acque reflue.
In ogni caso il Dipartimento competente sta
proseguendo con le attività al fine di avviare gli interventi.
Agglomerati
in infrazione con popolazione compresa tra 2.000 e 15.000 abitanti
Per gii agglomerati con popolazione compresa
tra 2.000 e 15.000 abitanti in infrazione comunitaria (artt. 3 — 4 della
DIRETTIVA 91/271/CEE), per i quali la Comunità Europea ha avviato la Causa
2014/2059, anche se non giunta a sentenza, si precisa che la Regione Calabria
ha attivato tutte le misure necessarie alla risoluzione della problematica.
infatti, per gli interventi in ambito
depurativo-fognario, la DGR 160/2016 recante "Patto per lo sviluppo della
Regione Calabria, attuazione degli interventi prioritari e individuazione delle
aree di intervento strategiche per il territorio", ha previsto una
dotazione finanziaria di 150 M€ a valere su fondi di cui alla Delibera CIPE
n.26/2016 ed ha previsto un Piano di interventi.
Al fine di predisporre un Piano di interventi
risolutivo, risulta necessario partire da un quadro conoscitivo esaustivo della
dotazione infrastruttura le esistente nonché della relativa funzionalità;
purtroppo ad oggi questo quadro risulta del tutto insufficiente, in quanto tale
attività non è stata mai fatta dalla Regione.
Pertanto si sta effettuando una
"ricognizione" su scala regionale della dotazione infrastrutturale
(reti fognarie, collettori e impianti di depurazione) e la relativa
funzionalità, per poter meglio affinare il Piano degli interventi.
Comuni
in "potenziale infrazione", con impianti posti sotto sequestro dalle
autorità competenti o privi di impianti di trattamento
La Regione Calabria si è attivata altresì per
tutti quei comuni che non sono in infrazione comunitaria (artt 3-4 della
DIRETTIVA 91/271/CEE), ma potrebbero esserlo a breve (infrazione potenziale);
inoltre sono all'attenzione tutti quei comuni, per altro numerosi, con impianti
posti sotto sequestro dalle autorità giudiziarie oltre che quegli agglomerati
privi di qualsiasi impianto di trattamento depurativo, collettamento o rete
fognaria.
Per tali Comuni, utilizzando i fondi di cui
al POR FESR CALABRIA 2014/2020, si sta predisponendo un adeguato Piano di
interventi.
Stagione
Balneare 2015 e Stagione Balneare 2016
Come noto, uno dei problemi maggiori
nell'ambito della depurazione è proprio la gestione, di cui a oggi sono
responsabili i singoli; spesso i problemi di bilancio di tali enti, complici i
tagli sempre maggiori della finanza pubblica e la diminuzione dei trasferimenti
statali, fanno si che risulta sempre più difficili garantire i servizi.
I mancati introiti sulla fatturazione
dell'acqua fanno si che per i comuni risulta difficile garantire la
manutenzione straordinaria, ma anche quella ordinaria, degli impianti di
depurazione e dei sistemi fognari e di collettamento.
Pertanto la Regione Calabria ha predisposto
il "Programma di efficientamento e rifunzionalizzazione- degli impianti di
depurazione, delle stazioni di sollevamento dei reflui urbani ricadenti nei
comuni costieri della Regione Calabria" approvato con D.G.R. n. 182 del 6
giugno 2015 (Stagione balneare 2015), con il quale sono stati finanziati n.114
interventi per un totale di 8 M€.
Anche Io scorso anno, la Regione Calabria ha
predisposto il "Programma di efficientamento e rifunzionalizzazione- degli
impianti di depurazione, delle stazioni di sollevamento dei reflui urbani
ricadenti nei comuni costieri della Regione Calabria" approvato con D.G.R.
n. 370 del 27 settembre 2016, (Stagione balneare 2016), con il quale sono stati
finanziati n.111 interventi per un totale di 7,7 M€.
Domenico
Pallaria (Dirigente generale del dipartimento Ambiente e Territorio)
Graziano.
Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
giorno
18 settembre in Calabria si è dato il via definitivo all'apertura della
stagione venatoria 2016/2017, sebbene già nelle giornate del 4 e dell'11
settembre vi erano state le due giornate di pre-apertura ad alcune specie
esclusivamente da appostamento;
recentemente è stata finalmente approvata dal
parlamento italiano la legge 28 luglio 2016 n. 154 che prevede, tra le altre
cose, il contrasto del bracconaggio ittico nelle acque interne, con
l'inasprimento delle sanzioni amministrative e penali concernenti il gravissimo
fenomeno della pesca di frodo nei nostri fiumi e nei nostri laghi, spesso
attuata da soggetti stranieri che poi rivendono quanto illecitamente pescato,
con un notevole danno all'ecosistema e all'economia del territorio. Nell'ambito
dei compiti di polizia alieutica, ampiamente riconosciuti da sempre alla
polizia provinciale, appare evidente che, un calo della vigilanza nei corpi
idrici della regione, spesso esercitata a piedi, da personale in grado di
conoscere il vasto reticolo di fiumi e torrenti, vanificherebbe l'applicazione
della norma sopra richiamata, da anni invocata in special modo per porre un
freno ai predoni dei fiumi e dei laghi italiani;
la Calabria, secondo vari rapporti sul
bracconaggio, tra cui si segnalano quelli stilati dal CABS (Committee Against
Bird Slaughter) risulta tristemente nota come una delle prime regioni per reati
in materia venatoria e che, ad esempio, le province di Cosenza e Reggio
Calabria sarebbero al centro di ripetuti e continuate violazioni penali in
materia di cattura e traffico di cardellini, specie protetta anche da
convenzioni internazionali approvate in Italia (vedasi Convenzione di Berna -
ratificata con legge n. 803/1981). Oltre alle citate informazioni fornite dallo
speciale gruppo antibracconaggio, si aggiungono i recenti casi scoperti dalla
polizia provinciale di Cosenza nel Parco Nazionale della Sila, mentre anche nel
resto del cosentino, nel reggino e nel crotonese sono state eseguite
recentissime operazioni di polizia in tal senso, evidenziando con i fatti, le criticità
appena rappresentate;
le più importanti associazioni riconosciute
nell'ambito della protezione dell'ambiente e della fauna in Calabria ovvero la
LIPU e il WWF, da più mesi stanno lanciando appelli sugli organi di stampa
regionali e nazionali riguardo alla situazione generata dal noto
depotenziamento della vigilanza in materia venatoria e ittica nella nostra
regione, richiamandosi spesso all'accordo tra il Governo, le regioni e gli enti
locali del 5 novembre scorso, concernente l'applicazione dell'art. 5 del D.L.
19 giugno 2015 n. 78, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2015 n.
125 in materia di polizia provinciale;
a supporto di tali legittime preoccupazioni
sopra esposte, le più grandi e rappresentative associazioni protezionistiche
del Paese hanno scritto alla Commissione Europea, denunciando la situazione del
depotenziamento della vigilanza venatoria, tra l'altro, alla luce di una
pre-procedura di infrazione (EU PILOT 6955/14/ENVI), con cui, la Commissione
Europea, evidenziava diverse criticità rispetto alla gestione della caccia in
Italia, tra le quali proprio il tema della vigilanza, chiedendo nello specifico
di ottenere informazioni sul numero dei controlli, la loro frequenza, i
risultati ottenuti e le relative sanzioni;
con la Legge regionale 22 giugno 2015, n. 14
"Disposizioni urgenti per l'attuazione del processo di riordino delle
funzioni a seguito della legge 7 aprile 2014, n. 56" il Consiglio
regionale della Calabria ha disciplinato il trasferimento delle specifiche
funzioni e l'allocazione delle risorse umane, finanziarie e strumentali, di
competenza delle province, alla Regione;
in particolare ai sensi dell'art. 2 comma 2
della predetta legge regionale vengono riallocate alla Regione le funzioni
connesse alle materie "agricoltura, caccia e pesca" e
"formazione professionale". In questo inquadramento, è palese, che la
Regione abbia solo assorbito la parte amministrativa, mentre la vigilanza sulla
caccia, sulla pesca nelle acque interne, sulla raccolta dei funghi e su diversi
aspetti collegati alle materie oggetto di riordino, rimane senza un presidio
dedicato, storicamente, esercitato da sempre per mezzo dei corpi di polizia
provinciale;
la stragrande maggioranza delle regioni, hanno
inteso attribuire con specifici provvedimenti normativi e/o anche con
convenzioni, proprio ai corpi di polizia provinciale, le funzioni di vigilanza
ittico-venatoria, estendendo il campo di applicazione magari anche altre
materie come ad esempio la disciplina sulla raccolta dei funghi epigei ed ipogei
spontanei, la tutela della flora spontanea, dei fiumi e dell'ambiente in
genere, in virtù del fatto che i corpi e servizi di polizia provinciale,
storicamente, hanno sempre esercitato tali compiti e che risultano ad oggi,
dotati di professionalità, mezzi, competenze e personale già formato. La legge
quadro n. 157/1992 che disciplina l'esercizio della caccia e regola i principi
per la tutela del patrimonio faunistico della nazione, unitamente a tutta una
cornice di normative statali e regionali, attribuiscono alla polizia
provinciale, i compiti di controllo, prevenzione e repressione dei
comportamenti illeciti oltre all'importantissima funzione di monitoraggio,
coordinamento della vigilanza volontaria e di recupero della fauna selvatica
ferita o in difficoltà, che nel periodo in oggetto, sta trovando notevoli
ostacoli nell'essere tratta in salvo, proprio per i vuoti generati dall'assenza
del presidio della polizia provinciale;
i corpi di polizia provinciale presenti in
Calabria, sono caratterizzati da una ben nota pluriennale esperienza e
specializzazione nell' ambito della tutela del territorio extraurbano e rurale,
nella lotta ai crimini ambientali, al fenomeno del maltrattamento degli
animali, del bracconaggio ed in genere contro lo sfruttamento delinquenziale
dell'ambiente per cui con un loro ridimensionamento, verrebbero meno
principalmente quelle funzioni di polizia ambientale-ittico-venatoria, nelle
quali le polizie provinciali rivestono storicamente un ruolo di primo piano nel
panorama nazionale e regionale;
considerato che: a seguito di recenti norme
tra loro poco coordinate, tra cui la legge n. 56/2014 sul riordino delle
funzioni provinciali, la legge n. 190/2014 di stabilità ed il recente
decreto-legge 78/2015 (convertito con modificazioni dalla legge n. 125/2015,
disposizioni urgenti in materia di enti territoriali), si rischia di produrre
la grave dispersione di un patrimonio di conoscenze e di professionalità
costituito dai corpi di polizia provinciale calabresi, da decenni, notoriamente
impegnati nell'applicazione di numerose leggi statali e regionali nell'ambito
della protezione delle risorse naturali, del patrimonio faunistico dello Stato
e della vigilanza sull'esercizio della caccia e della pesca con prevenzione
dell'insidioso fenomeno del bracconaggio, di controllo sull'impatto della fauna
selvatica nei processi produttivi e sociali, di tutela del demanio fluviale e
lacuale, di vigilanza sulle aree protette, di controllo dell'uso del suolo e
prevenzione del dissesto idrogeologico, di salvaguardia e vigilanza sulla
raccolta dei funghi epigei ed ipogei spontanei e comunque di controllo del
territorio extraurbano e rurale più in generale;
il Ministero dell'Ambiente della Tutela del
Territorio e del Mare, sta predisponendo una bozza di piano d'azione nazionale
per il contrasto del bracconaggio agli uccelli selvatici, che scaturisce
verosimilmente per il rischio concreto di una procedura d'indagine comunitaria
(cosiddetta EU-PILOT), propedeutica a una possibile procedura di infrazione già
richiamata in premessa, dove va ribadito che l'ossatura della vigilanza
venatoria in materia di avifauna, è storicamente costituita in Italia dalla
polizia provinciale, che oltretutto dispone degli elenchi e delle
autorizzazioni in materia di appostamenti fissi, accede alle sanzioni comminate
da tutti gli organi di vigilanza, vigila sui selecontrollori e sulle attività
di tutela delle colture agricole, accede alle banche dati sulle licenze e
tesserini venatori regionali rilasciati, coordina la vigilanza venatoria
volontaria. Nello stesso documento cui sta contribuendo, pure l'AIPP
(Associazione Italiana Agenti e Ufficiali di Polizia Provinciale) viene fuori
chiaramente un quadro dirompente sull’antibracconaggio nel nostro Paese,
generato dalle norme approvate in tema di riordino della polizia provinciale e
proprio per tali fattori, è urgente un intervento risolutivo da parte della
Regione Calabria al fine di ristabilire un minimo di servizio di vigilanza e
controllo, atteso che la Calabria è tra quelle che non hanno ancora preso una
posizione e/o adottato provvedimenti in materia. In un allegato alla bozza del
documento riferito, è segnalata anche la nostra regione per illeciti inerenti i
mezzi e i tempi di caccia non consentiti oltre al superamento del limite di
carniere, riportando analogamente tali fattori di rischio nel periodo che va da
ottobre a gennaio, cioè per quasi tutta la regolare stagione venatoria, ecco
perché è urgente e necessario ripristinare la vigilanza venatoria su tutto il
territorio della Calabria;
nei giorni precedenti all'apertura della
caccia, autorevoli associazioni ambientali che operano sul campo regionale e
nazionale, hanno espresso le loro legittime preoccupazioni in relazione alla
scarsa presenza di controlli in ambito venatorio e che, in tutti i casi hanno
rappresentato l'esigenza di investire i corpi di polizia provinciale
nell'esercizio della vigilanza anche nella lettura dell'opera preventiva e non
solo repressiva dei fenomeni delittuosi legati al bracconaggio e ai reati che
spesso concorrono con esso, vedasi quelli in materia di armi e munizioni, il
ché rappresenta pure un maggiore pericolo per i numerosi cittadini che
gravitano nei boschi e nelle campagne per differenti motivi;
nel breve e medio periodo, potrebbe paventarsi
una potenziale contrazione delle entrate inerenti i tributi regionali in
materia di caccia, pesca e raccolta funghi, derivata proprio dalla scarsità dei
controlli in tali ambiti;
il già richiamato accordo tra il governo, le
regioni e gli enti locali, concernente l'applicazione dell'art. 5 del decreto
legge 19 giugno 2015, n. 78, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto
2015 n. 125, in materia di polizia provinciale, consente di intervenire, per
riassegnare, in capo alle strutture di polizia provinciale, 1' attività di
vigilanza sulle materia oggetto di riordino e già riassorbite (per la parte
amministrativa) nelle competenze regionali, come caccia, pesca etc. La Regione
potrebbe così avvalersi, anche tramite convenzione, di personale di polizia
provinciale per l'espletamento di tali servizi, oggi venuti meno a causa di una
confusa riforma in materia. Non è più rinviabile un intervento regionale per
evitare una parziale, scompaginata e incongrua mobilità di personale di polizia
provinciale verso altre destinazioni, specie in alcune province, con
contestuale drastica riduzione o annullamento delle attività di presidio del
territorio in aree rurali ed extraurbane, e mancata applicazione reale di
numerose disposizioni in campo ambientale-ittico-venatorio, con evidenti e molteplici
problematiche che ne potrebbero derivare a breve, medio e lungo termine. Senza
dimenticare la necessità inderogabile di ridare dignità professionale agli
agenti e ufficiali dei corpi di polizia provinciale calabresi, che
quotidianamente, nonostante le innumerevoli difficoltà, continuano ad
impegnarsi nella difficile opera di tutela del nostro prezioso territorio. -:
quali
provvedimenti urgenti intende assumere il Presidente al fine di garantire la
necessaria e indispensabile vigilanza nelle materie della caccia, della pesca e
della raccolta dei funghi spontanei, atteso che, tali compiti in maniera
dedicata, erano svolti fino allo scorso anno proprio dai corpi di polizia
provinciale e che, non sono certo trasferibili ad altri soggetti, privi magari
di mezzi, professionalità e conoscenze specifiche;
se vi sia la volontà per applicare così come
avvenuto in tantissime altre regioni italiane, quanto stabilito dall'accordo
tra il governo, le regioni e gli enti locali, concernente l'applicazione
dell'art. 5 del decreto legge 19 giugno 2015, n. 78, convertito con
modificazioni, dalla legge 6 agosto 2015 n. 125, in materia di polizia
provinciale, visti i tempi stretti, magari attuando una convenzione tra la
regione e le province calabresi, al fine di utilizzare i corpi di polizia
provinciale per la vigilanza ittica-venatoria e micologica, con la possibilità
di estendere i controlli pure in altri ambiti pertinenti;
quali altre iniziative immediate intende
assumere la Regione Calabria nell'ordine del ripristino della vigilanza
ittico-venatoria, tenuto conto che la stagione della caccia è già in corso e
che i rischi di depauperamento della preziosa fauna selvatica sono evidenti
proprio in virtù della scarsa o assente attività di controllo sul territorio
nelle materie ampiamente rappresentate dalla presente interrogazione.
(221; 28/09/2016)
Risposta:
relativamente ai quesiti posti dalla
interrogazione n. 221/10A del 26.08,2016, si rappresenta quanto segue.
1)
Quali provvedimenti urgenti intende assumere il Presidente al fine di garantire
la necessaria e indispensabile vigilanza nelle materie della caccia, della
pesca e della raccolta dei funghi spontanei, atteso che, tali compiti in
maniera dedicata, erano svolti fino allo scorso anno proprio dai corpi di polizia
provinciale e che, non sono certo trasferibili ad altri soggetti, privi magari
di mezzi, professionalità e conoscenze specifiche;
La polizia provinciale svolge funzioni di
tutela e controllo ambientale importantissime, altresì ha al proprio interno,
competenze e professionalità specifiche che vanno salvaguardate nell'interesse
delle Comunità in cui operano.
Tuttavia, sì precisa che la vigilanza
venatoria, ittica, micologica, secondo legge, è espletata oltre che dai Corpi
di Polizia Provinciale, anche dal Corpo Forestale dello Stato, dalle Forze di
Polizia, oltreché da Guardie Giurate Volontarie. Ciò emerge anche dai rapporti
sull'attività di vigilanza venatoria nella Regione Calabria nei cui atti
risulta che, tra le sanzioni amministrative irrogate in base alla Legge 689 del
24 Novembre 1981, circa il 48% delle infrazioni riscontrate, negli anni
2013-2014, a seguito di mancata osservazione dei dettami della Legge 157/92 e
s.m.i., è pervenuto dall'attività di detti corpi di polizia provinciale.
La vigilanza venatoria assume uri rilievo
importante, anche a seguito dell'apertura della Commissione Europea del caso EU
PILOT 6955/14/ENVI, a seguito del quale, questo Settore, ha provveduto a
trasmettere l'apposito rapporto informativo sull'attività di Vigilanza venatoria
- Legge 11 febbraio 1992 n. 157, art. 33, comma 1, riferito agli anni 2013 e
2014, con nota prot. n. 336756 del 11/11/2015.
Inoltre, il Dipartimento "Agricoltura e
Risorse Agroalimentari" della Regione Calabria, stante la riacquisizione
delle competenze nelle materie correlate ed anche sulla formazione e sul
rilascio dei decreti autorizzativi per lo svolgimento delle attività delle
Guardie Giurate Venatorie - Ittiche - Micologiche Volontarie, verificatasi a
seguito dell'approvazione della Legge n.56 dei 7 aprile 2014, recepita con
Legge Regionale n.14 del 22 giugno 2015,proprio per assicurare senza soluzione
di continuità i servizi di vigilanza, ha provveduto, nel corso del 2016,all'istruttoria
ed al connesso di rinnovo delle autorizzazioni per n.146 Guardie Giurate
Volontarie delle province di Catanzaro, Crotone, Vìbo Valentia e Cosenza. La
Provincia di Reggio Calabria che, allo stato, mantiene le competenze a seguito
della L.R. n.14/2016, ha provveduto ai rinnovi delle autorizzazioni sul proprio
territorio.
II Settore competente sta predisponendo
appositi corsi di formazione per nuove Guardie Volontarie che possano garantire
l'importante attività di vigilanza.
2) Se
vi sia la volontà per applicare così come avvenuto in tantissime altre regioni
italiane, quanto stabilito dall'accordo tra il Governo, le Regioni e gli Enti
locali, concernente l'applicazione dell'art. 5 del decreto legge 19 giugno
2015, n. 78, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2015 n. 125, in
materia di polizia provinciale, visti i tempi stretti, magari attuando una
convenzione tra la Regione e le Province calabresi, al fine di utilizzare i
corpi di polizia provinciale per la vigilanza ittica-venatoria e micologica,
con la possibilità di estendere i controlli pure in altri ambiti pertinenti;
Per quanto riguarda l'ipotizzata convenzione
con la polizia provinciale, richiamata nella interrogazione in oggetto, si
rappresenta che, allo stato, la L.R. n. 9/96 non prevede l'utilizzo dei fondi
derivanti dalle tasse di concessione regionale per l'esercizio venatorio e/o
dal pagamento delle sanzioni (legge 689/81), per tali tipi di attività, né tali
utilizzi sono previsti dalla L.R. n.30/2001 (funghi) e dalla L.R. n.29/2001
(pesca acque interne). Qualora il legislatore decidesse nel merito, questo
Settore è pronto ad adottare gli adempimenti di competenza. Tuttavia, è
opportuno segnalare la limitatezza delle risorse oggi disponibili che, per
tutti gli interventi previsti per il "sistema caccia/pesca/funghi"
dalle connesse Leggi regionali, assommano a circa € 3.000.00,00/anno. Pertanto,
la frazione di risorse destinate allo scopo suddetto, suddivisa per le
province, risulterebbe irrisoria.
3)
Quali altre iniziative immediate intende assumere la Regione Calabria
nell'ordine del ripristino della vigilanza ittico-venatoria, tenuto conto che
la stagione della caccia è già in corso e che i rischi di depauperamento della
preziosa fauna selvatica sono evidenti proprio in virtù della scarsa o assente
attività di controllo sul territorio nelle materie ampiamente rappresentate
dalla presente interrogazione.
Oltre ai su richiamati interventi connessi
con le competenze della Regione in ordine al prosieguo delle attività di
vigilanza delle Guardie Giurate Volontarie, è da evidenziare che la Regione ha
messo in atto una proficua collaborazione con le Prefetture e con gli Organi di
Polizia relativamente ai controlli da esperire a seguito dell'approvazione, da
parte del Dipartimento "Agricoltura e Risorse Agroalimentari", con
DDG n.7880 del 5 luglio 2016, del Disciplinare di caccia al Cinghiale che ha
uniformato su tutto il territorio regionale tale attività venatoria.
Cosimo
Carmelo Caridi (Dirigente dipartimento Agricoltura e Risorse Agroalimentari)
Graziano.
Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
il
territorio del Comune di Paola in località "Tonnara", confinante a
nord con il fiume Deuda e ad est con la Casa Circondariale di Paola, potrebbe
essere interessato da un grave fenomeno di inquinamento, con seri danni
all'ambiente ed alla salute dei cittadini, a causa della possibile presenza di
una discarica al cui interno si troverebbero i più svariati tipi di rifiuti,
anche pericolosi;
tali materiali verrebbero interrati sul posto,
senza alcuna autorizzazione, determinando non solo un innalzamento del terreno
quanto, soprattutto, la formazione di percolato;
l'eventuale presenza di rifiuti abbandonati
nella suddetta area rappresenta un forte elemento di degrado e, al tempo
stesso, una causa di inquinamento ambientale dell'area;
considerato che: l'eventuale presenza di tale
discarica nei pressi del fiume Deuda rende ancora più preoccupante la
situazione, in quanto lo stesso fiume potrebbe essere interessato da fenomeni
di infiltrazione del percolato, che rappresenta uno dei liquami più difficili
da depurare;
è necessario attivare sin da subito tutti i
controlli e le eventuali misure per garantire l'incolumità dei cittadini;
è molto grande la preoccupazione tra la
popolazione sia per i potenziali effetti che l'eventuale presenza e trattamento
incontrollato di rifiuti in questa area può avere sulla salute dell'uomo e
sull'ambiente, ma anche per le ripercussioni economiche della prossima stagione
estiva, in virtù di un possibile inquinamento del fiume Deuda, che sfocia in
una zona costiera interessata da diverse attività balneari e turistiche;
l'economia dell'intera zona interessata si
basa sulla tutela e la salute del mare e delle coste. -:
e
verificare con l'Amministrazione Comunale, interessandola, se non già a
conoscenza, di questa possibile situazione, e con l'autorità giudiziaria la
reale presenza in località Tonnara nel Comune di Paola dell'area adibita a
discarica, l'estensione dell'area eventualmente interessata nonché di chi sia
la proprietà e se, nel caso si dovesse effettivamente riscontrare tale
situazione, se vi sono tutte le autorizzazioni necessarie;
inviare tecnici e professionisti degli uffici
e degli enti regionali preposti, l'Arpacal e l'Azienda sanitaria, per
verificare lo stato dei luoghi indicati;
mettere in campo quanto di sua competenza per
far iniziare, da parte degli enti competenti, eventualmente un'opera di
bonifica e ripristino dell'area.
(242; 05/12/2016)
Risposta: In riferimento
all'interrogazione n. 242/10^ del 05/12/2016 proposta dell'Onorevole Giuseppe
Graziano, relativa alla "possibile presenza di una discarica di svariati
rifiuti, anche pericolosi, senza autorizzazione, determinando formazione di
percolato, con inquinamento e degrado dell'area" in località Tonnara nel
Comune di Paola, si fa presente quanto segue.
Il Dipartimento Ambiente e Territorio della
Regione Calabria, con nota prot. n. 384129/SIAR del 22/12/2016 ha chiesto al
Comune di Paola, all'ArpaCal, all'ASP di Cosenza ed alla Provincia di Cosenza,
informazioni relative alla presenza di eventuale discarica in località Tonnara
nel Comune di Paola.
Con la medesima nota è stato chiesto all'ArpCal
di effettuare un sopralluogo urgente sul sito oggetto di segnalazione e di
riferire in merito.
Alla richiesta del Dipartimento gli enti
interpellati hanno risposto per come sotto riportato:
- l'Arpacal - Dipartimento Provinciale di
Cosenza (sevizio Suolo e Rifiuti) con nota prot. 77 del 02/01/2017, riferisce
che "in data 28/12/2016 è stato effettuato un sopralluogo, unitamente alla
Polizia Municipale di Paola, nel tratto di strada che costeggia la riva
sinistra del torrente Deuda, il quale, nella loc. tonnara ispezionata, segna il
confine tra i comuni di San Lucido e Paola. Per come riportato sul verbale di controllo
è stato verificato che sulla suddetta strada, nel tratto compreso tra la SS 18
ed il mare, sono presenti alcuni cumuli di materiale di risulta da attività di
costruzione e demolizione depositati abusivamente sul bordo strada tra la
strada ed il torrente". Detti rifiuti sono classificabili come rifiuti
inerti non pericolosi con CER 170107; in un solo punto è stato ritrovato un
cassone fracassato in fibrocemento di cui è stato campionato un frammento. In
merito si evidenzia che il Centro di Geologia ed Amianto al quale è stato
consegnato il campione, ha avvisato che lo stesso era già stato in precedenza
campionato da altro personale ArpaCal e che le analisi effettuate e trasmesse
con nota prot. n. 42819 del 08/11/2016 alla Polizia Municipale di San Lucido,
avevano confermato la presenza di amianto nel fibrocemento, il cassone deve
essere pertanto classificato come rifiuto pericoloso con CER 170605* Inoltre,
si segnala la presenza di almeno tre cumuli di sacchetti contenenti rifiuti
urbani (CER 200301) depositati tra la strada di cui sopra e la spiaggia ed al
di sotto del ponte ferroviario che attraversa la strada a destra del Torrente
Deuda (Comune di Paola). Inoltre, si riporta nel verbale di sopralluogo che l’abbandono
di rifiuti è accentuato da quando è stata introdotta la raccolta porta a porta
con l’eliminazione dei cassonetti.' (all.n.1)
- L'A.S.P. di Cosenza - U.O.C. Igiene Sanità Pubblica
Ambito Tirreno - EX AS1- Paola, con nota prot. n. 10621 del 24/01/2017, fa
presente che la zona in argomento posizionata a ovest rispetto alla casa
circondariale del Comune di Paola e a margine della ferrovia e del torrente
Deuda risulta parzialmente picchettata e al momento interessata da lavori di
sbancamento in cui non si notano allo stato rifiuti di alcuna natura. Invece
nella zona lungo la strada che percorre (argine del torrente Deuda e Via Agade,
in molti punti si evidenzia la presenza di rifiuti di ogni genere e tipologia.
Pertanto, l’ASP di Cosenza-Paola, a tutela della salute pubblica, dell’ambiente
e delle risorse naturali chiede, con urgenza, tramite gli uffici di competenza,
l’intensificazione dei controlli sul territorio comunale e la pulitura dell’area
interessata dai rifiuti, tramite la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti
esistenti di varie tipologie qualitative, in adeguamento alle leggi vigenti,
D.Lgs. 152/2006 e successivi. (all. n.2)
- La Provincia di Cosenza con nota prot. n.
842 del 10/01/2017 comunica le risultanze del sopralluogo effettuato in data
04/01/2017 dal Corpo di Polizia Provinciale (nota prot. n. 671 del 09/01/2017
con allegati) non riscontrando la presenza di discariche abusive. Inoltre, “si
riferisce che nell’area segnalata insiste un piazzale in terra battuta di circa
1000 mq, sopraelevato rispetto al piano di campagna originario, di circa un
paio di metri, dovuta alla posa sul piano di terra riportata da recente
movimentazione, per tale attività sono in corso indagini.” (all. n.3)
Il Dirigente del Settore Rifiuti del
Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Calabria con nota prot. n.
27974/SIAR del 31/01/2017, prende atto della relazione trasmessa dall'Arpacal,
a seguito del sopralluogo svolto in Loc. Tonnara al confine tra i comuni di San
Lucido e Paola, e nel convenire con le conclusioni tratte dall'ArpaCal, qualora
non si sia già provveduto alla raccolta e smaltimento dei rifiuti abbandonati
ed indicati nel verbale di sopralluogo, sollecita i Comuni di Paola e San
Lucido allo svolgimento delle attività di competenza, (all. n.4).
Fermo restando le competenze in capo alle
amministrazioni comunali in merito alla rimozione dei cumuli segnalati si
conferma l'attenzione dello scrivente dipartimento alla favorevole risoluzione
del problema.
Orsola
Reillo (Dirigente generale dipartimento Ambiente e Territorio)
Guccione.
Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
con
nota del 20/05/2016 indirizzata all'Asp di Cosenza il direttore generale del
Dipartimento Tutela della Salute e Politiche sanitarie della Regione Calabria,
Riccardo Fatarella, ha richiesto la ricognizione di tutto il patrimonio
immobiliare dell’ASP di Cosenza, nonché la elencazione di tutti gli immobili di
proprietà di terzi condotti in locazione da effettuarsi con atto deliberativo;
l'ufficio preposto dell'Asp di Cosenza ha
effettuato tale ricognizione degli immobili indisponibili dichiarati in
Bilancio al valore di mercato, immobili disponibili in locazione con regolare
contratto di affitto, immobili in locazione riferiti all'anno 2015, immobili
disponibili e non utilizzati dichiarati in Bilancio al valore di mercato;
i fitti passivi ammontano a 2.634.255,14 euro;
gli immobili in locazione passiva risultano
essere 108;
i ricavi dai fitti attivi risultano essere
386.466,51 euro;
gli immobili in fitto, di proprietà dell'Asp,
risultano essere 21;
gli immobili di proprietà risultano essere
123, a questi devono essere aggiunti un terreno edificabile a San Marco
Argentano e un uliveto nel comune di Rossano;
dai dati della ricognizione del patrimonio
immobiliare dell'Asp di Cosenza risulta una scarsa utilizzazione del patrimonio
pubblico che, in alcuni casi, è stato abbandonato, vandalizzato e lasciato in
preda al degrado e al deterioramento;
emerge dai dati una inefficace utilizzazione
degli immobili non destinati alla attività istituzionale, che sono stati locati
ma producono reddito irrisorio e in alcuni casi sembra essere talmente basso da
apparire una locazione di favore;
risulta un eccessivo numero di strutture in
locazione passiva per le quali vengono spesi oltre 2 milioni e 600 mila euro;
emerge un dato diffuso di mancato
accatastamento di una parte del patrimonio;
alla luce dì quanto emerge dalla ricognizione
dei dati in relazione all'utilizzo del patrimonio dell'Azienda sanitaria
provinciale di Cosenza, si interroga la S. V. per sapere quali iniziative
intende adottare.-:
a)per
la valorizzazione del notevole patrimonio (stimato in centinaia di milioni di
euro) della Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, delle altre Asp e Aziende
ospedaliere della Calabria;
b)per arginare il fenomeno delle locazioni
passive che costano milioni di euro ai calabresi, soldi sottratti alla cura e
alla assistenza sanitaria dei cittadini;
c)per avviare un processo virtuoso di
utilizzazione del notevole patrimonio pubblico mirato al risparmio, alla lotta
agli sprechi, alla realizzazione di servizi sanitari, alla ottimizzazione dei
ricavi e alla necessità di impedire l'utilizzazione per fini privati e non
istituzionali di immobili e terreni di proprietà delle Aziende sanitarie e
ospedaliere della nostra regione che rischiano, in alcuni casi, di essere
abbandonati e vandalizzati, un buco nero che ha prodotto lo spreco di
importanti e notevoli risorse pubbliche.
(259; 16/02/2017)
Risposta:
In merito a quanto richiesto con
l'interrogazione di cui all'oggetto questo Dipartimento, nell'ambito delle
proprie competenze ed in ottemperanza a quanto previsto dalla normativa, ha
proceduto sulla base delle informazioni fornite dalle varie Aziende Sanitarie
ed Ospedaliere a censire il patrimonio immobiliare delle stesse.
Particolare attenzione è stata riservata al
patrimonio immobiliare non utilizzato ai fini istituzionali in quanto dalla
ricognizione effettuata è emerso che lo stesso non produce la giusta redditività
in quanto nessuna Azienda ha predisposto un piano di valorizzazione e gestione
di tali beni.
Il Dipartimento ha sollecitato più volte le
Aziende ad un migliore utilizzo dei. beni disponibili precisando che gli stessi
devono essere destinati verso obiettivi di massimizzazione del reddito e che in
un contesto regionale assoggettato alle restrizioni del piano di rientro ogni
risorsa fruibile deve essere tesaurizzata.
Per quanto riguarda i fìtti passivi il
Settore preposto ha invitato le Aziende a rinegoziare i canoni, di locazione
prevedendo anche soluzioni alternative quali l'utilizzo dei beni disponibili.
Relativamente ai fitti attivi inoltre, il
Dipartimento ha chiesto alle Aziende di procedere all'aggiornamento dei canoni
di locazione, di stipulare regolari contratti ove questi non ci fossero, che
per i beni concessi a titolo di comodato o sotto altra forma è necessario
evitare che, perdurando l'utilizzo per un certo periodo di tempo in capo ad
altro soggetto, la situazione di fatto (possesso) si trasformi in situazione di
diritto.
Si comunica infine, che il Dipartimento sta
predisponendo un regolamento per la valorizzazione ed alienazione del
patrimonio immobiliare non strumentale per tutte le Aziende Sanitarie ed
Ospedaliere al fine di garantire una gestione dello stesso orientata a standard
di efficienza, efficacia, produttività, redditività e di organizzazione e
razionalizzazione delle risorse.
Riccardo
Fatarella (Dirigente Generale Dipartimento Tutela della Salute e Politiche
Sanitarie)
Il
Consiglio Regionale,
premesso
che:
l'Art.
2 della Costituzione Italiana cita "la Repubblica riconosce e garantisce i
diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni
sociali";
l'Art.
13 della Costituzione Italiana dice "che la libertà personale è
inviolabile";
la
recente vicenda riguardante il paziente tetraplegico non vedente Fabiano
Antoniani ha evidenziato come la legislatura vigente presenti un vuoto
normativo grave e le cui ripercussioni ricadono interamente sui pazienti, sulle
loro famiglie e sui medici che li hanno in cura;
il
caso citato rappresenta solo una piccola parte di quel numero di malati gravi
affetti da dolori e sofferenze a cui neanche la medicina alternativa/lenitiva
riesce più a dare sollievo;
il
primo caso che fece scalpore riguardante Eluana Englaro, risale al febbraio
2009, e poi seguirono i casi di Luca Coscioni e Piergiorgio Welby, per citare i
più noti;
questo
evidenzia come l'onda emotiva di eventi tanto tragici nella loro umana
esistenza, non trovino poi riscontro nelle reali decisioni di chi deve
assumersi la responsabilità di legiferare in materia;
la
mancata approvazione di un testo di legge in materia non solo viola i diritti
sanciti dalla nostra Costituzione, ma lascia soli in balia degli eventi le
famiglie che seguono i pazienti ed i medici che li hanno in cura;
questi
ultimi, spesso, si assumono enormi responsabilità, nel silenzio delle
coscienze,
aiutandoli a lasciare questo mondo divenuto per loro luogo di dolore assoluto;
il
paradosso di una norma non approvata provochi anche sanzioni pesantissime in
taluni soggetti, di carattere penale e professionale, definisce e chiarisce
quanto sia urgente, non solo per i pazienti ed i loro cari, per l'intera
società civile italiana;
le
norme relative già vigenti in molti paesi europei e gli alti standard di
civiltà che caratterizzano tali comunità, devono essere la garanzia e la
naturale conseguenza di un lavoro parlamentare che trovi giusto epilogo in una
norma legislativa costituzionalmente adeguata ed in linea con gli obiettivi
europeisti;
risulta
necessario che i diritti in materia di bioetica debbano essere condivisi
razionalmente fra la parte cattolica e quella laica del Paese, tenendo presenti
le esigenze degli uni e degli altri, senza precludere il risultato di garantire
il sacro santo diritto alle cure sotto ogni loro forma, anche estrema;
risulta
necessario chiarire le alternative e specificarne i percorsi relativi, in
quello che deve essere un supporto garantito alla conduzione della vita stessa,
al fine di poter offrire scelte che risultino varie e non rilegate in un
semplice schema nozionistico;
occorrono
soluzioni urgenti a più problemi che risultano essere connessi fra loro in
maniera vincolante, sotto il profilo umano, medico, familiare, economico,
assistenziale e professionale;
quindi,
impegna la Giunta regionale ed il Presidente della Regione Calabria:
ad
attivarsi presso il Presidente della Repubblica, il Presidente del Senato ed il
Presidente della Camera dei Deputati, al fine di sensibilizzare il Parlamento
alla discussione ed all'approvazione in tempi celeri di una legge nazionale che
tuteli il testamento bioetico e ne regoli l'applicazione, come avviene in altri
Paesi europei; di sensibilizzare i parlamentari tutti ad un concreto intervento,
con una assunzione di responsabilità non più procrastinabile, nell'alto
interesse della società tutta.
(77; 03/03/2017)
Cannizzaro
Art. 1
(Introduzione del Capo XV bis)
1.
Dopo il Capo XV del Regolamento interno del Consiglio regionale è inserito il
seguente:
"CAPO
XV bis Partecipazione del Consiglio regionale alla formazione e all'attuazione
della normativa europea
Art. 111 bis
(Partecipazione del Consiglio regionale alla formazione
della normativa europea e verifica del rispetto del principio di sussidiarietà)
1. I progetti e gli atti europei,
trasmessi al Consiglio dalla Conferenza dei presidenti delle assemblee
legislative delle regioni e delle province autonome, sono assegnati alla
Commissione competente in materia di affari dell'Unione europea.
2. I progetti di atti europei sono altresì
assegnati, in sede consultiva, alle altre Commissioni permanenti per l'esame
delle parti di rispettiva competenza e l'eventuale formulazione di
osservazioni, trasmesse, sotto forma di parere, alla Commissione indicata al
comma 1. Quest'ultima, tenuto conto di tali pareri, può adottare una
risoluzione nei termini previsti dalla legge.
3. Con le stesse modalità stabilite nei
commi 1 e 2, la Commissione competente in materia di affari dell'Unione europea
provvede altresì alla verifica del rispetto del principio di sussidiarietà da
parte dei progetti di atti europei, da effettuarsi in tempo utile per
l'eventuale esame parlamentare. Le osservazioni pervenute sono approvate dalla
Commissione con risoluzione, trasmessa ai soggetti istituzionali indicati dalla
legge.
4. Con riguardo ad un determinato progetto
di atto europeo o nel caso in cui si sia riscontrata una violazione del
principio di sussidiarietà, su richiesta della Giunta, del Presidente del
Consiglio o di un decimo dei componenti dell'Assemblea, la Commissione
competente si limita ad approvare una proposta di risoluzione, che viene
sottoposta alla deliberazione del Consiglio regionale.
5. E'
altresì chiamata a pronunciarsi l'Assemblea qualora il Consiglio regionale
intenda proporre alla Giunta di chiedere al Governo la convocazione della
Conferenza Stato - Regioni o nel caso in cui si intenda chiedere l'apposizione
della riserva d'esame in sede di Consiglio dell'Unione europea.
Art. 111 ter
(Sessione regionale europea)
1. I lavori del Consiglio regionale riguardanti
la partecipazione della Regione al processo normativo dell'Unione europea sono
organizzati in un'apposita sessione annuale, denominata sessione europea.
2. La sessione europea può articolarsi in
una o più sedute, da svolgersi entro il mese di maggio, nel corso delle quali
sono sottoposti ad esame:
a) il disegno di legge regionale europea;
b) il programma legislativo annuale della
Commissione europea;
c) la relazione sullo stato di conformità
dell'ordinamento regionale a quello dell'Unione europea;
d) il rapporto sugli affari europei.
3. Gli atti elencati al comma 2 sono
assegnati, per l'esame generale, alla Commissione competente in materia di
affari dell'Unione europea e, per l'esame delle parti di rispettiva competenza,
alle altre Commissioni consiliari permanenti.
4. Sul programma legislativo della
Commissione europea, sulla relazione sullo stato di conformità e sul rapporto
sugli affari europei, le Commissioni permanenti, entro quindici giorni
dall'assegnazione, trasmettono un parere alla Commissione competente in materia
di affari dell'Unione europea. Entro i successivi quindici giorni, la
Commissione presenta al Consiglio una relazione unica sui medesimi atti,
accompagnata dagli eventuali pareri delle altre Commissioni.
5. All'esito della sessione regionale
europea, durante la quale la Giunta provvede altresì a riferire in ordine alla
verifica sullo stato di conformità dell'ordinamento regionale a quello
dell'Unione europea, il Consiglio regionale si esprime con apposita
risoluzione. Quest'ultima è trasmessa, in via telematica, alle Camere e al
Dipartimento per le politiche europee presso la Presidenza del Consiglio dei
ministri.
Art. 111 quater
(Esame del disegno di legge regionale europea)
1. Una volta avvenuta l'assegnazione del
disegno di legge regionale europea alle Commissioni permanenti nei modi
previsti dal comma 3 dell'art. 111 ter, la Conferenza dei presidenti dei gruppi
consiliari stabilisce il calendario dei lavori in modo da consentire la
conclusione dell'esame del disegno di legge regionale europea, di norma, entro
quarantacinque giorni dalla data di assegnazione, fissando in particolare il
termine per la votazione finale del disegno di legge da parte del Consiglio.
2. Entro quindici giorni
dall'assegnazione, ciascuna Commissione competente per materia esamina le parti
del disegno di legge di propria competenza, nominando un relatore che possa
partecipare alle sedute della Commissione competente in materia di affari
dell'Unione europea per riferire sull'esito dell'esame. Le singole commissioni
possono, inoltre, proporre emendamenti alle parti di rispettiva competenza.
3. Nei successivi quindici giorni, anche
qualora le altre commissioni non abbiano concluso il loro esame, la Commissione
competente procede all'esame generale del disegno di legge e presenta al
Consiglio una relazione, accompagnata dagli eventuali emendamenti pervenuti.
Per l'esame e l'approvazione del disegno di legge regionale europea è sempre
adottata la procedura ordinaria, salvi i casi di particolare urgenza indicati
dalla legge.
4. Scaduto inutilmente il termine di cui
al comma 3, il disegno di legge regionale europea è iscritto all'ordine del
giorno della prima seduta del Consiglio regionale e discusso nel testo
presentato dalla Giunta. In tal caso, relatore e correlatore sono nominati dal
Presidente del Consiglio, sentita la Conferenza dei presidenti dei gruppi
consiliari.
5. Al disegno di legge regionale europea
non possono essere presentati emendamenti concernenti materie estranee
all'oggetto. Non possono presentarsi, inoltre, emendamenti volti a recepire
atti europei diversi da quelli originariamente previsti nel disegno di legge
regionale europea, salvo nei casi in cui vi sia il rischio di incorrere
nell'avvio di procedure di infrazione o in sentenze di condanna.
Art. 111 quinquies
(Rinvio)
1. Per quanto non espressamente previsto
dal presente Capo con riguardo alla disciplina dei lavori in Commissione, si
applicano, in quanto compatibili, le disposizioni contenute nel Capo
XII.".
Art. 2
(Modifiche all'articolo 84)
1. All'ultimo periodo del comma 1
dell'articolo 84 dopo le parole "dello Statuto" sono inserite le
seguenti: "e per l'esame del disegno di legge regionale europea,".
Il
Consiglio regionale,
vista
la delibera di Giunta regionale n. 71 del 6 marzo 2017, recante:
"Rendiconti
esercizi 2013, 2014, 2015 - Istituto Regionale Superiore di Studi Elleno
Calabri per la Comunità Greca di Calabria";
vista
la determina del Commissario liquidatore n. 5 del 15/12/2016 recante:
"Rettifica
determina n. 4 del 20/10/2016. Riapprovazione Rendiconti generali 2013 - 2014 -
Riaccertamento straordinario residui attivi e passivi - Approvazione rendiconto
2015";
premesso
che:
- la legge regionale 4 febbraio 2002,
n. 8 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
Calabria", all'articolo 57, comma 7, dispone che i rendiconti degli Enti,
delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 31 marzo di
ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per
materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano
entro il successivo 15 aprile al Dipartimento "Bilancio e Patrimonio"
per la definitiva istruttoria di propria competenza;
- la Giunta regionale entro il 15
maggio trasmette i rendiconti al Consiglio regionale per la successiva
approvazione entro il 30 giugno, a norma dell'articolo 54, comma 5, lettera b)
dello Statuto;
visti:
- la legge regionale 30 ottobre 2003,
n. 15 recante "Norme per la tutela e la valorizzazione della lingua e del
patrimonio culturale delle minoranze linguistiche e storiche di Calabria";
- la legge regionale n. 8/2002 recante
"Ordinamento del bilancio e della contabilità della regione
Calabria";
- l'articolo 54, comma 5, lettera b),
dello Statuto della regione Calabria;
considerato
che:
- l'articolo 24 della legge regionale
15/2008 ha autorizzato la Giunta regionale a procedere alla trasformazione
dell'Istituto in Fondazione, con il compito di promuovere la tutela delle
tradizioni linguistiche e culturali delle popolazioni calabresi, e alla nomina del
Commissario ad acta con il compito di provvedere a curare la predisposizione
degli adempimenti necessari alla trasformazione;
- il Commissario liquidatore, con
determina n. 5 del 15/12/2016, ha provveduto a rettificare la determina di
approvazione dei rendiconti regionali per gli esercizi finanziari 2013, 2014 e
2015 a seguito di alcuni disallineamenti contabili rilevati dal dipartimento
vigilante e dal dipartimento Bilancio, e ad approvare il riaccertamento
straordinario dei residui attivi e passivi al 31.12.2014;
- l'Istituto ha eseguito l'operazione
di riaccertamento straordinario dei residui, finalizzata alla verifica della
reale consistenza delle obbligazioni giuridicamente vincolanti e dei diritti di
credito, e funzionale all'approvazione del rendiconto dell'esercizio 2015;
visti:
- il parere favorevole del collegio dei
revisori dei conti all'approvazione dei rendiconti generali anni 2013, 2014 e
2015 e al riaccertamento straordinario dei residui al 31/12/2014;
- il parere favorevole del dipartimento
Turismo, Beni culturali, Cultura, Istruzione all'approvazione dei rendiconti
generali anni 2013, 2014 e 2015 e al riaccertamento straordinario dei residui
al 31/12/2014.
considerato
che il dipartimento Bilancio, nell'istruttoria di competenza, limitatamente
agli aspetti contabili ha rilevato che:
- i rendiconti degli anni 2013 e 2014
registrano un avanzo di amministrazione pari a zero;
- il rendiconto dell'arino 2015 chiude
con un avanzo di amministrazione pari ad €2,35;
- sussiste la piena corrispondenza tra
il saldo di cassa, di cui al conto del bilancio e il conto del tesoriere;
- sussiste continuità trai residui
finali, rispetto a quelli iniziali dei singoli esercizi iscritti nelle
scritture contabili;
- sussiste la quadratura delle poste contabili
iscritte nelle cosiddette "partite di giro";
- il fondo di dotazione del nuovo Ente,
derivante dalla trasformazione dell'Istituto, è dato dal totale dei residui
attivi dell'Ente soggetto a trasformazione e che lo stock finale dei residui
rappresenta una grandezza patrimoniale per l'Ente di nuova istituzione,
rappresentativo del conferimento di capitale iniziale;
- il riaccertamento straordinario dei
residui attivi e passivi è da intendersi come revisione straordinaria dei
residui, tenuto conto della procedura di trasformazione e liquidazione in
corso;
il
dipartimento Turismo, che esercita la vigilanza sulle attività dell'Istituto,
non ha effettuato la verifica in ordine al contenimento della spesa, ai sensi
della normativa vigente di riferimento; ha ritenuto:
- che la Giunta regionale possa
prendere atto dell'operazione di riaccertamento straordinario dei residui;
- possibile procedere alla trasmissione
da parte della Giunta regionale dei rendiconti dell'Istituto regionale per la
Comunità Greca di Calabria per gli esercizi 2013, 2014 e 2015 al Consiglio
regionale, per gli adempimenti di competenza;
preso
atto che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 21 marzo 2017, ha
approvato i rendiconti esercizi 2013, 2014, 2015 - Istituto Regionale Superiore
di Studi Elleno Calabri per la Comunità Greca di Calabria e i documenti ad essi
allegati, facendo proprie le osservazioni espresse dal Collegio dei Revisori
dei Conti, dai dipartimenti regionali competenti che ne hanno curato
l'istruttoria e dalla Giunta regionale;
delibera
di
approvare, ai sensi dell'articolo 57 della l.r. n. 8/2002 i rendiconti esercizi
2013, 2014, 2015 - Istituto Regionale Superiore di Studi Elleno Calabri per la
Comunità Greca di Calabria e i documenti ad essi allegati che costituiscono
parte integrante e sostanziale della presente deliberazione, facendo proprie le
osservazioni espresse dal Collegio dei Revisori dei Conti, dai dipartimenti
regionali competenti che ne hanno curato l'istruttoria e dalla Giunta
regionale.
Il
Consiglio regionale,
vista
la delibera di Giunta regionale n. 73 del 6 marzo 2017, recante:
"Rendiconti
esercizi 2013, 2014, 2015 - Istituto Regionale per la Comunità Arbereshe di
Calabria ";
vista
la determina del Commissario liquidatore n. 4 del 15/12/2016 recante:
"Rettifica
determina n. 3 del 20/10/2016. Riapprovazione Rendiconti generali 2013 - 2014 -
Riaccertamento straordinario residui attivi e passivi - Approvazione rendiconto
2015";
premesso
che:
- la legge regionale 4 febbraio 2002,
n. 8 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
Calabria", all'articolo 57, comma 7, dispone che i rendiconti degli Enti,
delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 31 marzo di
ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per
materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano
entro il successivo 15 aprile al Dipartimento "Bilancio e Patrimonio"
per la definitiva istruttoria di propria competenza;
- la Giunta regionale entro il 15
maggio trasmette i rendiconti al Consiglio regionale per la successiva
approvazione entro il 30 giugno, a norma dell'articolo 54, comma 5, lettera b)
dello Statuto;
visti:
- la legge regionale 30 ottobre 2003,
n. 15 recante "Norme per la tutela e la valorizzazione della lingua e del
patrimonio culturale delle minoranze linguistiche e storiche di Calabria";
- la legge regionale n. 8/2002 recante
"Ordinamento del bilancio e della contabilità della regione
Calabria";
- l'articolo 54, comma 5, lettera b),
dello Statuto della regione Calabria;
considerato
che:
- l'articolo 24 della legge regionale
15/2008 ha autorizzato la Giunta regionale a procedere alla trasformazione
dell'Istituto in Fondazione, con il compito di promuovere la tutela delle
tradizioni linguistiche e culturali delle popolazioni calabresi, e alla nomina
del Commissario ad acta con il compito di provvedere a curare la
predisposizione degli adempimenti necessari alla trasformazione;
- il Commissario liquidatore, con
determina n. 4 del 15/12/2016, ha provveduto a rettificare la determina di
approvazione dei rendiconti regionali per gli esercizi finanziari 2013, 2014 e
2015 a seguito di alcuni disallineamenti contabili rilevati dal dipartimento
vigilante e dal dipartimento Bilancio, e ad approvare il riaccertamento
straordinario dei residui attivi e passivi al 31.12.2014;
- l'Istituto ha eseguito l'operazione
di riaccertamento straordinario dei residui, finalizzata alla verifica della
reale consistenza delle obbligazioni giuridicamente vincolanti e dei diritti di
credito e funzionale all'approvazione del rendiconto dell'esercizio 2015;
visti:
- il parere favorevole del collegio dei
revisori dei conti all'approvazione dei rendiconti generali anni 2013, 2014 e
2015 e al riaccertamento straordinario dei residui al 31/12/2014;
- il parere favorevole del dipartimento
Turismo, Beni culturali, Cultura, Istruzione all'approvazione dei rendiconti
generali anni 2013, 2014 e 2015 e al riaccertamento straordinario dei residui
al 31/12/2014;
considerato
che il dipartimento Bilancio, nell'istruttoria di competenza, limitatamente
agli aspetti contabili ha rilevato che:
- i rendiconti degli anni 2013, 2014 e
2015 registrano un avanzo di amministrazione pari a zero;
- sussiste la piena corrispondenza tra
il saldo di cassa, di cui al conto del bilancio e il conto del tesoriere;
- sussiste continuità tra i residui
finali, rispetto a quelli iniziali dei singoli esercizi iscritti nelle
scritture contabili;
- sussiste la quadratura delle poste
contabili iscritte nelle cosiddette "partite di giro";
- il fondo di dotazione del nuovo ente,
derivante dalla trasformazione dell'Istituto è dato dal totale dei residui
attivi dell'Ente soggetto a trasformazione e che lo stock finale dei residui
rappresenta una grandezza patrimoniale per l'Ente di nuova istituzione, rappresentativo
del conferimento di capitale iniziale;
- il riaccertamento straordinario dei
residui attivi e passivi è da intendersi come revisione straordinaria dei
residui, tenuto conto della procedura di trasformazione e liquidazione in
corso;
- il dipartimento Turismo, che esercita
la vigilanza sulle attività dell'Istituto, non ha effettuato la verifica in
ordine al contenimento della spese, ai sensi della normativa vigente di
riferimento;
ha
ritenuto:
- che la Giunta regionale possa
prendere atto dell'operazione di riaccertamento straordinario dei residui;
- possibile procedere alla trasmissione
da parte della Giunta regionale dei rendiconti dell'Istituto regionale per la
Comunità Arbereshe di Calabria per gli esercizi 2013, 2014 e 2015 al Consiglio
regionale, per gli adempimenti di competenza;
preso
atto che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 21 marzo 2017, ha
approvato i rendiconti esercizi 2013, 2014, 2015 - Istituto Regionale per la
Comunità Arbereshe di Calabria e i documenti ad essi allegati, facendo proprie
le osservazioni espresse dal Collegio dei Revisori dei Conti, dai dipartimenti
regionali competenti che ne hanno curato l'istruttoria e dalla Giunta
regionale;
delibera
di
approvare, ai sensi dell'articolo 57 della l.r. n. 8/2002 i rendiconti esercizi
2013, 2014, 2015 - Istituto Regionale per la Comunità Arbereshe di Calabria e i
documenti ad essi allegati che costituiscono parte integrante e sostanziale
della presente deliberazione, facendo proprie le osservazioni espresse dal Collegio
dei Revisori dei Conti, dai dipartimenti regionali competenti che ne hanno
curato l'istruttoria e dalla Giunta regionale.
Il
Consiglio regionale
vista
la delibera di Giunta regionale n. 74 del 6 marzo 2017, recante:
"Rendiconti
esercizi 2013, 2014, 2015 - Istituto Regionale per la Comunità Occitana di
Calabria";
VISTA
la determina del Commissario liquidatore n. 5 del 15/12/2016 recante:
"Rettifica
determina n. 4 del 20/10/2016. Riapprovazione Rendiconti generali 2013 - 2014 -
Riaccertamento straordinario residui attivi e passivi - Approvazione rendiconto
2015";
premesso
che:
- la legge regionale 4 febbraio 2002,
n. 8 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
Calabria", all'articolo 57, comma 7, dispone che i rendiconti degli Enti,
delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 31 marzo di
ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per
materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano
entro il successivo 15 aprile al Dipartimento "Bilancio e Patrimonio"
per la definitiva istruttoria di propria competenza;
- la Giunta regionale entro il 15
maggio trasmette i rendiconti al Consiglio regionale per la successiva
approvazione entro il 30 giugno, a norma dell'articolo 54, comma 5, lettera b)
dello Statuto;
visti:
- la legge regionale 30 ottobre 2003,
n. 15 recante "Norme per la tutela e la valorizzazione della lingua e del
patrimonio culturale delle minoranze linguistiche e storiche di Calabria";
- la legge regionale n. 8/2002 recante
"Ordinamento del bilancio e della contabilità della regione
Calabria";
- l'articolo 54, comma 5, lettera b),
dello Statuto della regione Calabria;
considerato
che:
- l'articolo 24 della legge regionale
15/2008 ha autorizzato la Giunta regionale a procedere alla trasformazione
dell'Istituto in Fondazione, con il compito di promuovere la tutela delle
tradizioni linguistiche e culturali delle popolazioni calabresi, e alla nomina
del Commissario ad acta con il compito di provvedere a curare la
predisposizione degli adempimenti necessari alla trasformazione;
- il Commissario liquidatore, con
determina n. 5 del 15/12/2016, ha provveduto a rettificare la determina di
approvazione dei rendiconti regionali per gli esercizi finanziari 2013, 2014 e
2015 a seguito di alcuni disallineamenti contabili rilevati dal dipartimento
vigilante e dal dipartimento Bilancio, e ad approvare il riaccertamento
straordinario dei residui attivi e passivi al 31.12.2014;
- l'Istituto ha eseguito l'operazione
di riaccertamento straordinario dei residui, finalizzata alla verifica della
reale consistenza delle obbligazioni giuridicamente vincolanti e dei diritti di
credito e funzionale all'approvazione del rendiconto dell'esercizio 2015;
visti:
- il parere favorevole del collegio dei
revisori dei conti all'approvazione dei rendiconti generali anni 2013, 2014 e
2015 e al riaccertamento straordinario dei residui al 31/12/2014;
- il parere favorevole del dipartimento
Turismo, Beni culturali, Cultura, Istruzione all'approvazione dei rendiconti
generali anni 2013, 2014 e 2015 e al riaccertamento straordinario dei residui
al 31/12/2014;
considerato
che il dipartimento Bilancio, nell'istruttoria di competenza, limitatamente
agli aspetti contabili ha rilevato che:
- i rendiconti degli anni 2013 e 2014
registrano un avanzo dì amministrazione pari a zero;
- il rendiconto dell'anno 2015 chiude
con un avanzo di amministrazione pari ad € 374,36;
- sussiste la piena corrispondenza tra
il saldo di cassa, di cui al conto del bilancio e i I conto del tesoriere;
- sussiste continuità tra i residui
finali, rispetto a quelli iniziali dei singoli esercizi iscritti nelle
scritture contabili;
- sussiste la quadratura delle poste
contabili iscritte nelle cosiddette "partite di giro";
- il fondo di dotazione del nuovo Ente,
derivante dalla trasformazione dell'Istituto è dato dal totale dei residui
attivi dell'Ente soggetto a trasformazione e che lo stock finale dei residui
rappresenta una grandezza patrimoniale per l'Ente di nuova istituzione,
rappresentativo del conferimento di capitale iniziale;
- il riaccertamento straordinario dei
residui attivi e passivi è da intendersi come revisione straordinaria dei
residui, tenuto conto della procedura di trasformazione e liquidazione in
corso;
- il dipartimento Turismo, che esercita
la vigilanza sulle attività dell'Istituto, non ha effettuato la verifica in
ordine al contenimento della spese, ai sensi della normativa vigente di
riferimento;
ha
ritenuto:
- che la Giunta regionale possa
prendere atto dell'operazione di riaccertamento straordinario dei residui;
- possibile procedere alla trasmissione
da parte della Giunta regionale dei rendiconti dell'Istituto regionale per la
Comunità Occitana di Calabria per gli esercizi 2013, 2014 e 2015 al Consiglio
regionale, per gli adempimenti di competenza;
preso
atto che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 21 marzo 2017, ha
approvato i rendiconti esercizi 2013, 2014, 2015 - Istituto Regionale per la
Comunità Occitana di Calabria e i documenti ad essi allegati, facendo proprie
le osservazioni espresse dal Collegio dei Revisori dei Conti, dai dipartimenti
regionali competenti che ne hanno curato l'istruttoria e dalla Giunta
regionale;
delibera
di
approvare, ai sensi dell'articolo 57 della l.r. n. 8/2002 i rendiconti esercizi
2013, 2014, 2015 - Istituto Regionale per la Comunità Occitana di Calabria e i
documenti ad essi allegati che costituiscono parte integrante e sostanziale
della presente deliberazione, facendo proprie le osservazioni espresse dal
Collegio dei Revisori dei Conti, dai dipartimenti regionali competenti che ne
hanno curato l'istruttoria e dalla Giunta regionale.
Il
Consiglio regionale,
vista
la delibera di Giunta regionale n. 51 del 17 febbraio 2017 recante
"Programma Regionale per le attività di sviluppo nel settore della
Forestazione e per la gestione delle Foreste regionali anno 2017";
vista
la legge regionale n. 20 del 19 ottobre 1992 recante: "Forestazione,
difesa del suolo e foreste regionali in Calabria", ed in particolare
l'art. 5 che prevede al comma 1 l'elaborazione da parte della Regione Calabria
di un programma regionale per l'attività di forestazione e la gestione delle
foreste regionali, al comma 3 l'approvazione dello stesso da parte del
Consiglio regionale e al comma 4 dispone che il programma ha durata non
superiore a cinque anni, si aggiorna per scorrimento e si attua con piani
annuali, attraverso progetti esecutivi;
viste:
- la legge regionale 12 ottobre 2012,
n. 45 recante "Gestione, tutela e valorizzazione del patrimonio forestale
regionale";
- la legge regionale 16 maggio 2013, n.
25 recante: "Istituzione dell'Azienda regionale per la forestazione e le
politiche per la montagna - Azienda Calabria Verde - e disposizioni in materia
di forestazione e di politiche della montagna";
considerato
che il programma regionale per le attività di sviluppo nel settore della
Forestazione e per la gestione delle Foreste regionali consente di garantire la
programmazione degli interventi relativi al settore Foreste e Forestazione e si
attua attraverso i piani annuali di forestazione;
preso
atto che le azioni contenute nel presente Programma si esplicano, in accordo a
quanto contenuto nel vigente Piano stralcio per l'Assetto Geologico (PAI) con
la gestione e manutenzione del territorio, la prevenzione dei rischi
idrogeologici, ambientali e degli incendi boschivi, la manutenzione delle
infrastrutture nelle aree forestali e la loro eventuale implementazione;
preso
atto che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 21 marzo 2017, ha
approvato il provvedimento in oggetto;
delibera
di
approvare il Programma Regionale per le attività di sviluppo nel settore della
Forestazione e per la gestione delle Foreste regionali anno 2017, che si allega
alla presente deliberazione per farne parte integrante e sostanziale.
Art. 1
(Riconoscimento dei debiti fuori bilancio derivanti
dall’acquisizione
di beni e servizi in assenza del preventivo impegno di
spesa)
1. Ai
sensi e per gli effetti dell’articolo 73, comma 1, lett. e) del decreto
legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione
dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti
locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio
2009, n. 42), e successive modifiche ed integrazioni, è riconosciuta la
legittimità dei debiti fuori bilancio del Consiglio regionale della Calabria
derivanti da acquisizioni di beni e servizi in assenza del preventivo impegno
di spesa per la somma complessiva di euro 85.879,43, come da tabella allegata
che fa parte integrante della presente legge.
Art. 2
(Copertura finanziaria)
1.
Alla copertura finanziaria degli oneri derivanti dal riconoscimento della
legittimità dei debiti fuori bilancio di cui all’articolo 1 si provvede con le
risorse disponibili nel bilancio 2017-2019 del Consiglio regionale della
Calabria, esercizio 2017, allocate al Programma U.20.03 Capitolo 82512 Articolo
512, recante “Fondo per rischi di soccombenza spese legali, transazioni e
debiti fuori bilancio”.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Mantenimento annuale degli stabilimenti balneari.
Modifiche all’articolo 9 della l.r. 17/2005)
1. Il
comma 5 dell’articolo 9 della l.r. 17/2005 è sostituito dai seguenti:
“5. Le
strutture amovibili degli stabilimenti balneari in concessione a carattere
stagionale, ove le condizioni territoriali lo consentano e su richiesta
dell’interessato, possono, anche in assenza di Piano comunale di spiaggia,
essere mantenute per l’intero anno mediante il rilascio di concessione
demaniale marittima suppletiva da parte dell’amministrazione concedente.
5 bis.
Il rilascio delle concessioni demaniali marittime annuali di cui al comma 5 è
ammissibile a condizione che il concessionario si impegni a svolgere attività
economica per l’intero anno, sia in regola con il pagamento dei canoni e
dell’addizionale regionale, non permangano occupazioni o innovazioni abusive
sul demanio marittimo e purché vengano acquisiti tutti i pareri, i nulla osta,
le autorizzazioni, gli atti di assenso comunque denominati prescritti dalle
vigenti normative di settore in relazione ai vincoli insistenti sulle aree
demaniali marittime.
5 ter.
Il mantenimento per l’intero anno delle strutture amovibili degli stabilimenti
balneari in concessione a carattere stagionale è subordinato all’acquisizione
del parere vincolante del dipartimento regionale competente in materia di
demanio marittimo, previa verifica della rispondenza con la normativa regionale
e con gli obiettivi e gli indirizzi del PIR.
5
quater. Le concessioni demaniali marittime annuali di cui al comma 5 possono
essere revocate dai comuni, senza diritto ad alcun indennizzo a favore dei
concessionari, dopo l’approvazione del Piano comunale spiaggia, nel caso in cui
risultino in contrasto con le previsioni urbanistiche del Piano spiaggia
medesimo.”.
Art. 2
(Clausola di invarianza finanziaria)
1.
Dalla attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri
finanziari a carico del bilancio regionale.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria
(BURC).
Art. 1
(Liquidazione della Fondazione F.I.E.L.D.)
1. La
Regione Calabria pone in liquidazione la Fondazione F.I.E.L.D., secondo le
norme del suo Statuto e delle leggi vigenti in materia.
Art. 2
(Trasferimento delle funzioni)
1. A
partire dalla data di liquidazione della Fondazione tutte le funzioni di sua
competenza sono trasferite ad Azienda Calabria Lavoro, ivi comprese quelle
trasferite in forza dell'articolo 8 della legge regionale 16 maggio 2013, n. 24
(Riordino di Enti, Aziende Regionali, Fondazioni, Agenzie Regionali, Società e
Consorzi comunque denominati con esclusione del settore sanità), per come
modificato dalle presenti disposizioni.
Art. 3
(Commissario liquidatore)
1. Per
lo svolgimento delle funzioni connesse alla liquidazione della Fondazione, il
Presidente della Giunta regionale, su proposta dell’assessore competente in
materia di lavoro, nomina con decreto un commissario liquidatore.
2. La
nomina del Commissario liquidatore è effettuata facendo ricorso al personale
dirigente della Regione Calabria.
3. La
funzione del Commissario liquidatore è a titolo gratuito, senza nuovi o
maggiori oneri a carico del bilancio della Regione Calabria.
4. Ai
fini di quanto previsto dall'articolo 1, entro centottanta giorni decorrenti
dall'entrata in vigore della presente legge, il Commissario liquidatore
provvede:
a)
all'inventario dei beni mobili ed immobili di proprietà della Fondazione, che,
dal momento della liquidazione, sono trasferiti al dipartimento regionale competente
in materia di lavoro;
b)
alla ricognizione dei rapporti giuridici attivi e passivi e dei procedimenti di
contenzioso pendenti;
c)
alla formazione del conto consuntivo e del piano di liquidazione;
d)
allo svolgimento di ogni altra attività necessaria per l'adempimento dei
compiti connessi alla liquidazione per come previsto dalla l.r. 24/2013.
5. Il
Commissario liquidatore sottopone all'approvazione della Giunta regionale
l'elenco delle eventuali situazioni giuridico-patrimoniali da liquidare e
l'inventario dei beni.
Art. 4
(Disposizioni finanziarie)
1.
Dall'attuazione della presente legge regionale non derivano nuovi o maggiori
oneri finanziari a carico del bilancio regionale.
Art. 5
(Modifiche e abrogazioni)
1.
L'articolo 8 della l.r. 24/2013 è così modificato:
a) il
comma 1 è abrogato;
b) al
comma 3 sono soppresse le parole da «per la realizzazione» e fino a «della
presente legge»;
c) al
comma 4 sono soppresse le parole «a seguito dell'incorporazione».
Art. 6
(Entrata in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Modifiche all'articolo 11 della legge regionale 3 agosto
1999, n. 20)
1. Nel
comma 1 dell’articolo 11 della legge regionale 3 agosto 1999, n. 20
(Istituzione dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della
Calabria — ARPACAL), il secondo periodo è sostituito dal seguente: “E' scelto
tra soggetti in possesso dei requisiti previsti all'articolo 8, comma 1, della legge
28 giugno 2016, n. 132 (Istituzione del Sistema nazionale a rete per la
protezione dell'ambiente e disciplina dell’Istituto superiore per la protezione
e la ricerca ambientale)”.
Art. 2
(Clausola di invarianza finanziaria)
1.
Dall'attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a
carico del bilancio regionale.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Modifica all'articolo 41 della l.r. 13/1983)
1. Al
comma 1 dell'articolo 41 della legge regionale 5 aprile 1983, n. 13 (Norme di
attuazione dello statuto per l'iniziativa legislativa popolare e per i
referendum) sono apportate le seguenti modifiche:
a) le
parole "entro 10 giorni" sono sostituite dalle seguenti: "entro
novanta giorni";
b) le
parole "domenica compresa tra il 60 e il 90 giorno successivo" sono
sostituite dalle seguenti: "domenica compresa tra il secondo e il sesto
mese successivo".
Art. 2
(Clausola di invarianza finanziaria)
1.
Dall'attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a
carico del bilancio regionale.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Il
Consiglio regionale,
premesso
che:
-
Poste Italiane rappresenta un asset infrastrutturale strategico per la crescita
e lo sviluppo del Paese essendo - la più grande azienda nazionale per numero di
dipendenti (140 mila circa); - la sesta per numero di fatturato, - la prima
compagnia assicurativa nel ramo vita (circa 8 miliardi di ricavi con una
crescita del 20%) nonostante la crisi incombente;
- Poste
Italiane è, grazie alla sua intercanalità e capillarità, soprattutto nel
Mezzogiorno l'unica struttura produttrice di servizi essenziali indispensabili
per larghi strati della popolazione, soprattutto per le comunità delle aree
interne e montane, sempre più a rischio spopolamento e desertificazione,
proprio in virtù della progressiva costante scomparsa dei pubblici presidi
quali banche, scuole, forze dell'ordine, poste sanità, etc...;
rilevato:
il GAP
infrastrutturale presente in Calabria e la mancanza di un progetto complessivo
di sviluppo; un costo del denaro proibitivo;
le
inefficienze dei settori strategici (quali TLC, trasporti, energia, pubblica
amministrazione) che non favoriscono certamente la ripresa e non determinano
incentivi per le imprese e gli investimenti in generale in realtà come quelle
del Mezzogiorno in cui bisogna affrontare problemi di carattere ambientale, di
funzionalità, efficienza e competitività;
rilevato,
altresì:
la
consolidata abitudine nella cittadinanza a preferire l'utilizzo del canale postale
quale riferimento privilegiato ed assolutamente fiduciario per la raccolta del
risparmio (dati statistici informano che il canale principale di raccolta del
risparmio in Calabria avviene attraverso gli sportelli postali, 40% circa);
l'ideale
collocazione geografica della Calabria utile per una strategia di rilancio e
sviluppo della logistica, atteso che con il porto di Gioia Tauro, i tre
aeroporti, l'autostrada e l'Area metropolitana dello Stretto, potrebbe
diventare la piattaforma ideale per valorizzare e promuovere gli scambi
industriali e commerciali verso i mercati della zona euro-mediterranea;
ribadito
che:
nell'intero
Paese e specialmente nel nostro contesto socio-economico, intere comunità di
diversi milioni di cittadini usufruiscono, attraverso la rete capillare di
poste italiane sul territorio, di un servizio universale irrinunciabile e con
una forte connotazione sociale al punto che una ulteriore razionalizzazione o
diminuzione del presidio postale farebbe pagare un prezzo eccessivo in termini
di civiltà e democrazia, soprattutto nel contesto storico calabrese attuale;
l'annunciata
operazione di privatizzazione, che porterebbe alla svendita per pochi denari di
uno dei principali asset strategici del paese, rappresenterebbe un grave danno
per i cittadini e per i contribuenti oltre che una ulteriore mortificazione per
tutti i lavoratori che, in questi ultimi 15 anni di continue riorganizzazioni e
mutamenti che ne hanno profondamente modificato la Mission aziendale, si sono
sacrificati ed impegnati per favorire un cambiamento epocale, rendendo
l'azienda più moderna, competitiva, economicamente solida, capace di offrire un
servizio altamente qualificato con una tenuta occupazionale che ha garantito
una decisiva integrazione di servizi tradizionali (Bancoposta, conti correnti,
pagamenti, logistica, pacchi e recapiti) con i servizi innovativi ad alto
valore aggiunto (finanziari - assicurativi - carte prepagate - sim - CSA -
contact center - cyber security, etc..);
considerata
l'opportunità:
di
prendere posizione contraria unanime nei confronti di quella parte del Governo
(Ministro dell'Economia) che già da qualche mese continua ad insistere sulla
necessità di procedere verso la privatizzazione di Poste Italiane con la
quotazione di un ulteriore pacchetto azionario in Borsa; di scongiurare
l'ipotesi della privatizzazione che rappresenterebbe una vera e propria
svendita dell'azienda considerato quanto già avvenuto per tutte le ex aziende
di Stato (IRI - Eni - Telecom - Enel - FFSS - Anas - Alitalia);
tenuto
conto, inoltre che:
Poste
Italiane presenta una situazione economica solida e stabile. Tra l'altro, tale
operazione sembrerebbe informata a meri calcoli ragionieristici e dettata dalla
necessità di fare cassa per recuperare appena qualche miliardo utile a
rientrare nei parametri imposti dal patto di stabilità e crescita dell'Unione
europea, senza incidere in maniera decisiva sulla riduzione del debito
pubblico.
Tutto
ciò premesso e considerato
Impegna
il Presidente della Giunta regionale:
a) a ribadire l'inopportunità di
smantellare Poste Italiane, un importante servizio pubblico a fortissimo
radicamento sociale, che potrebbe mettere in discussione il futuro di oltre 140
mila famiglie e rischierebbe di frantumare l'unicità aziendale che ha resistito
ai forti venti nordici delle liberazioni e della globalizzazione;
b) a sensibilizzare, con una azione
solidale e sussidiaria a supporto di importanti posizioni politiche già
ufficializzate ed espresse, il Governo a desistere dal proseguire nel disegno
di privatizzazione della più grande azienda di servizi, che dovrebbe restare
pubblica nell'interesse generale del Paese.
Il
Consiglio regionale della Calabria,
premesso
che:
- il 13 dicembre 2006 l'Assemblea
Generale delle Nazioni Unite ha approvato la prima Convenzione sui diritti
delle persone con disabilità;
- il Governo Italiano ha approvato la
Legge n. 18 del 3 marzo 2009 "Ratifica ed esecuzione della Convenzione
delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità";
- la Convenzione delle Nazioni Unite
sui diritti delle persone con disabilità (CRDP) è entrata in vigore nell'UE il
21 gennaio 2011 in conformità con la decisione 2010/48/CE del Consiglio, del 26
novembre 2009, relativa alla conclusione, da parte della Comunità Europea,
della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità;
- il Parlamento Europeo ha approvato
nella seduta del 7 luglio 2016 la Risoluzione sull'attuazione della Convenzione
delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità con particolare
riferimento alle osservazioni conclusive del comitato CRDP delle Nazioni Unite;
- che la Risoluzione del 7 luglio 2016
raccomanda che l'UE assume un ruolo guida nell'attuazione inclusiva della
disabilità dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e stabilisca un piano
di lavoro e una revisione intermedia dello stesso al fine di garantire un
meccanismo di monitoraggio e di valutazione e di assicurare la responsabilità
dell'Unione europea;
considerato
che:
- la Convenzione rappresenta uno
strumento condiviso dalla comunità internazionale che segna valori ed obiettivi
per ampliare il grado di inclusione sociale delle persone con disabilità e contrastare
stigmi e stereotipi;
impegna
il Presidente della Regione e la Giunta:
1) ad aderire ai principi e alle
indicazioni della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità per
la programmazione e il miglioramento dell'inclusione sociale;
2) a verificare che si attuino i principi
sanciti nella Convenzione ONU dei diritti delle persone con disabilità sul
territorio regionale;
3) a sostenere a livello nazionale la
ratifica della Convenzione;
4) a promuovere attività di informazione,
sensibilizzazione e formazione al fine di favorire una cultura sulla disabilità
basata sull'eguaglianza e sui diritti umani;
5) a monitorare con continuità
l'applicazione della Convenzione, costruendo percorsi di studio e di ricerca
perché ci sia la completa attuazione della Convenzione nella legislazione, nei
regolamenti, negli atti amministrativi regionali;
6) a coinvolgere attivamente le persone
con disabilità e le loro organizzazioni più rappresentative in ogni processo
connesso all'attuazione della Convenzione.
Il
Consiglio regionale,
premesso
che:
la
Legge 124/2015 (Madia) ha dato il via alle Riforme nella Pubblica
Amministrazione, delegando il Governo, tra le altre, ad apportare modifiche al
testo del D.Lgs n. 139 del 2006, in relazione ai compiti, efficacia e funzioni
del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, sia per il personale permanente e sia
per il personale discontinuo (precari VV.F.);
considerato
che:
nella
parte relativa ai precari VV.F. è stato deciso ed approvato dalla I Commissione
Affari Costituzionali, di impegnare il Governo ad apportare le necessarie
modifiche finalizzate ad avviare un percorso progressivo che possa, da un lato,
stabilizzare il maggior numero possibile di discontinui e dall'altro,
individuare percorsi di valorizzazione delle esperienze acquisite
(Reinternalizzazione dei Servizi), per tutti coloro che non possono partecipare
alle prove concorsuali;
impegna
il
Presidente della Giunta regionale a sollecitare il Governo a perseguire gli
obiettivi deliberati dalla I Commissione Affari Costituzionali della
Risoluzione Fiano, relativamente al personale precario dei Vigili del Fuoco,
evidenziando il particolare impegno istituzionale affidato all'intero Corpo
Nazionale in termini di salvaguardia, soccorso, prevenzione e sicurezza rivolto
ai cittadini; obiettivi per i quali necessita un intervento di
standardizzazione/adeguamento in attuazione alle raccomandazioni Europee per
una garanzia degli interventi di soccorso in linea con il progetto "Italia
in 20 minuti" e una copertura sul territorio di un Vigile del Fuoco ogni
1.000 abitanti (Standard UE).