VII LEGISLATURA
110^ Seduta
Lunedì 14 febbraio 2005

Deliberazione n. 318 (Estratto del processo verbale) 

OGGETTO: Legge regionale – Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2005 e pluriennale 2005/2007 della Regione Calabria (legge finanziaria).

Presidente: Luigi Fedele
Consigliere Segretario: Francesco Pilieci
Segretario Generale: Giuseppe Cannizzaro

Consiglieri assegnati 43
Consiglieri presenti 31, assenti 12

…omissis…

Il Presidente, quindi, dopo la relazione del Consigliere Talarico, essendo stati approvati separatamente i quattro articoli del progetto di legge in argomento con gli emendamenti introdotti, nessuno avendo chiesto di intervenire per dichiarazione di voto pone in votazione la legge nel suo complesso e, deciso l'esito - presenti e votanti 31, a favore 22, contrari 9 - ne proclama il risultato:

"Il Consiglio approva"
…omissis…

IL PRESIDENTE   f.to: Fedele
IL CONSIGLIERE SEGRETARIO   f.to: Pilieci
IL SEGRETARIO GENERALE   f.to Cannizzaro

E' conforme all'originale.
Reggio Calabria, 28 febbraio 2005

                                                                                             IL DIRIGENTE
                                                                                 DEL SETTORE SEGRETERIA
                                                                                              (G. Multari)

 

Allegato alla deliberazione

n. 318 del 14 febbraio 2005

 

 

VII LEGISLATURA

 

L E G G E   R E G I O N A L E

 

 

DISPOSIZIONI PER LA FORMAZIONE DEL BILANCIO ANNUALE 2005

E PLURIENNALE 2005/2007 DELLA REGIONE CALABRIA

(LEGGE FINANZIARIA)

 

 

 

E’ conforme al testo approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 14 febbraio 2005.

Reggio Calabria, 21 febbraio 2005

                                                                                                    IL  PRESIDENTE
                                                                                                       (Luigi Fedele)     

RELAZIONE

 1. IL QUADRO DI COSTRUZIONE DEL BILANCIO DI PREVISIONE 2005.

Nella redazione del bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2005, occorre prioritariamente osservare come il quadro normativo delineato dai provvedimenti legislativi adottati nel corso del 2004, non abbia apportato sostanziali modifiche al quadro generale della finanza regionale, lasciando ancora in sospeso le problematiche che si ripetono in maniera quasi monotona da ormai quattro anni. Il sistema di finanziamento delle Regioni a statuto ordinario continua ad essere condizionato da forti incertezze sulla funzionalità dei meccanismi di finanziamento e sui tempi di trasformazione in entrate proprie dei trasferimenti ancora previsti nel bilancio dello Stato.
Il dibattito è ancora fortemente incentrato sul modello di federalismo da adottare in quanto, con la riforma del titolo V della Costituzione, si è reso necessario un riesame dell’intero impianto normativo, soprattutto per quello che riguarda il ruolo e le finalità della perequazione e la scelta delle fonti di entrata delle realtà territoriali su cui costruire il nuovo sistema di finanziamento.
Dopo l’emanazione del D.Lgs. 56/2000, che ha rappresentato il primo importante passo verso l’attuazione di una forma di federalismo fiscale - seppur con molte ombre e pochissime luci -, la Finanziaria per l’anno 2003 (L. 289/2002) ha previsto l’istituzione di un’Alta Commissione di studio con il compito di definire i nuovi principi generali del coordinamento delle finanza pubblica e del sistema tributario. Allo stesso tempo, per evitare ogni forma di sperequazione fra i territori in assenza di principi condivisi, la stessa norma ha previsto l’inefficacia dei provvedimenti recanti aumenti delle addizionali all’imposta sul reddito delle persone fisiche e delle maggiorazioni dell’aliquota dell’imposta regionale sulle attività produttive, adottati successivamente al 30 settembre 2002. Purtroppo, la mancata conclusione dei lavori dell’Alta Commissione ha comportato il perdurare del blocco degli aumenti fiscali regionali, per cui quella che doveva rappresentare una situazione provvisoria si protrae ancora ad oggi con il risultato che la finanza regionale non riesce ad affrancarsi da quella statale ed anzi, oltre ad esserne fortemente limitata per effetto del blocco della scarsa autonomia tributaria finora concessa, risulta fortemente penalizzata dai provvedimenti, primo fra tutti il D.Lgs. 56/2000, la cui applicazione si è dimostrata altamente distorsiva rispetto agli effetti previsti.
La situazione in prospettiva non lascia intravedere grandi spiragli se si considera che la Legge 80/2003 di riforma del sistema fiscale, ha disposto la graduale abolizione dell’Irap da compensare con trasferimenti o mediante compartecipazioni, aumentando ancora di più le incertezze sul futuro sistema di finanziamento regionale.
In questo quadro, il meccanismo di finanziamento previsto dal decreto legislativo 56/2000 ha continuato ad essere il punto di riferimento per la definizione del quadro finanziario regionale. Il 2002 è stato il primo anno di attuazione del passaggio al federalismo fiscale approvato con lo stesso decreto legislativo che per quell’anno prevedeva che un primo 5% delle risorse doveva essere ripartito secondo il nuovo meccanismo perequativo. Un passaggio importante su cui si misurava la possibilità di governare questo delicato percorso verso il nuovo sistema di finanziamento.
In sede di Conferenza dei Presidenti delle Regioni non è stata trovata l’intesa sul DPCM previsto per lo stesso anno per cui lo è stato autonomamente adottato dal Governo il 14 maggio 2004 e, stranamente, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 3 agosto 2004 (si noti che la data di adozione è successiva di quasi due anni rispetto a quella prevista dalla norma che la fissa entro 60 giorni dal 30 settembre dello stesso anno). La ripartizione delle risorse previste dal provvedimento è stata oggetto di aspre critiche ed accese polemiche soprattutto da parte delle regioni del Mezzogiorno che ritengono che le somme scaturenti dal riparto non consentano neanche il finanziamento del Fabbisogno Sanitario regionale determinato dalla Delibera Cipe. Ciò lo porrebbe in contrasto sia con le previsioni dell’articolo 7 dello stesso decreto 56, che prevede che le quote del Fondo di solidarietà interregionale devono essere almeno sufficienti a coprire il Fabbisogno sanitario regionale, sia con il sistema di perequazione solidale previsto dal novellato articolo 119 della Costituzione. Per tale motivo, la Regione Calabria, insieme a Puglia e Campania, ha impugnato dinanzi al TAR, chiedendone la sospensiva, il DPCM relativo all’anno 2002, approvato solo nel maggio 2004.
Nel marzo del 2004 è stato presentato uno schema di decreto, trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni per il conseguimento dell’intesa, di applicazione del decreto legislativo 56 al 2003.
Secondo tale schema – come previsto per il secondo anno di applicazione del federalismo fiscale - il 10% dell’IVA, in sostituzione dei trasferimenti aboliti, è ripartita secondo il nuovo sistema ed in base all’operare della perequazione della capacità fiscale e dei fabbisogni sanitari e dimensionali, mentre il restante 90% è ancora distribuito secondo la spesa storica.
Gli effetti redistributivi che ne conseguono sono di un certo rilievo e comportano una perdita secca per tutte le Regioni di quote consistenti di “trasferimenti” e, in particolare, per la Calabria una perdita di un importo tra 40 e 50 Milioni di Euro che non consente neanche la copertura del FSR determinato dalla Delibera Cipe..
Anche stavolta, non c’è stata l’intesa in sede di Conferenza dei Presidenti delle Regioni e, pertanto, il Governo può procedere all’approvazione del provvedimento in sede di Conferenza Unificata. E’ auspicabile che ciò non avvenga in quanto, se da un lato consentirebbe l’erogazione del 95% delle risorse previste dalla Delibera Cipe di riparto del FSN sulla base di quanto previsto dall’articolo 3 della Legge 350/2003, dall’altro consoliderebbe una situazione che vede una forte sperequazione tra il Sud e il Nord che non può che peggiorare con il passare degli anni e che necessita di un autorevole intervento da parte del Governo teso a sospendere gli effetti del D.Lgs. 56/2000 o, quantomeno, a mitigarne gli effetti in attesa di una definitiva decisione da parte dell’Alta Commissione.

2. I PROFILI FINANZIARI E GLI EFFETTI SUL BILANCIO

Dalla breve analisi sopra riportata si evidenzia come a partire dal 2002, notevoli sono stati i fattori che hanno messo in serio pericolo gli equilibri finanziari regionali: l’aumento delle competenze amministrative cui non hanno fatto riscontro adeguati finanziamenti; i ritardi nell’attuazione del federalismo fiscale, coniugatisi con il blocco delle aliquote; il taglio dei trasferimenti, cui si è aggiunta la reiterata prassi di consistenti slittamenti nell’erogazione di risorse destinate a Regioni. Fattori che continuano a produrre effetti negativi anche sulle previsioni per il bilancio 2005 che di seguito si riepilogano brevemente.
Sul versante delle entrate risulta evidente come i notevoli dubbi e le reiterate modifiche al sistema di finanziamento regionale hanno determinato un elevato margine di incertezza nelle previsioni di competenza e di cassa, rendendo difficile e complessa per tutte le Regioni la costruzione dei bilanci e la garanzia degli equilibri.
Le difficoltà incontrate nel definitivo superamento del preesistente modello di finanza derivata, si confermano nel più limitato grado di copertura della spesa con entrate proprie nelle regioni del Sud. La capacità fiscale, in rapporto alla spesa effettiva regionale, esponeva nel 2002 la diversa percentuale di copertura offerta dai tributi propri nelle Regioni del Nord (67,3%) e del Centro (69,8%) rispetto a quella del Sud (49,2%).
Fortunatamente, le previsioni di entrate da indebitamento per la Regione continuano ad essere sempre molto contenute tant’è che la Calabria continua ad essere la regione meno indebitata, in valore percentuale sulla popolazione, e fra le meno indebitate anche in valore assoluto. Anche nel 2005 si conferma tale tendenza anche perché, in sede di predisposizione del bilancio regionale, l’Amministrazione non ha mai fatto ricorso all’indebitamento per raggiungere l’equilibrio finanziario (da ormai molti anni i bilanci regionali presentano elevati avanzi di amministrazione che stanno a dimostrare, purtroppo, una scarsa capacità dei dipartimenti di effettuare la spesa programmata) e la maggior parte degli investimenti sono coperti da Fondi strutturali e da Fondi Aree depresse. E’ possibile che, nel corso del 2005, sia necessario far ricorso all’indebitamento per garantire la copertura del cofinanziamento regionale del POR per gli esercizi 2005 e 2006 anche a seguito della rimodulazione del Programma da approvare nell’ultimo Comitato di sorveglianza previsto per il 2004 fissato per il 6 dicembre.
Sul versante della spesa è da evidenziare come le misure di contenimento sia previste dal legislatore nazionale che autonomamente adottate dall’Amministrazione obblighino ad un costante ed incisivo controllo dell’andamento della spesa corrente che ha dato apprezzabili risultati negli ultimi anni. Resta ancora molto elevata l’incidenza della spesa sanitaria che rappresenta una percentuale intorno al 70% sul totale della spesa corrente.
Un cenno a parte merita l’argomento relativo al costo del lavoro relativo al personale regionale (comprensivo di ulteriori voci oltre la spesa per retribuzione) che, nonostante le previsioni di riduzione della L.R. 31/2002 e le misure di blocco del turnover previste dalla normativa nazionale, continua a crescere, seppur in maniera non eccessivamente preoccupante. Tale crescita è da ricondursi anche al susseguirsi di tornate contrattuali non in linea con puntuali esigenze di copertura, i cui effetti si ripercuotono negativamente sui bilanci regionali. La spesa per il personale da sempre costituisce un punto debole per il bilancio della Regione Calabria: sulla base degli ultimi dati il personale regionale supera le 4000 unità ed ha un’età media che si aggira intorno ai 50-55 anni. Dati che, in termini finanziari, si traducono nel bilancio 2005 in uno stanziamento complessivo di 191,5 milioni di euro, superiore allo stanziamento complessivo assestato degli anni 2002 (181,2 milioni di euro; +5,7%), 2003 (177,6 milioni di euro; +7,8%) e previsionale definitivo 2004 (179,1 milioni di euro; +6,94%). Al fine di cercare di contenere in misura significativa tale voce di spesa, è stata prevista nel Collegato 2005 un’apposita norma di incentivazione all’esodo che, allo stato, potrebbe interessare una platea minima di 1600 unità di personale che hanno già maturato il diritto alla pensione sulla base della normativa vigente. La disciplina è estesa anche al personale che non ha ancora raggiunto l’età necessaria per la pensione, che beneficerebbe di un ulteriore incentivo nel limite massimo previsto dall’articolo 17 del Contratto Collettivo Nazionale dell'Autonoma area della dirigenza del comparto Regioni e Autonomie locali sottoscritto il 23 dicembre 1999.
L’incentivo si sostanzia, per coloro già in età di pensione, nell’erogazione di 8 mensilità lorde (ogni mensilità è pari a quella percepita al momento della richiesta di risoluzione del rapporto) per ogni anno mancante fino al raggiungimento del 65° anno di età fino ad un massimo di 6 annualità. Coloro che invece non hanno raggiunto l’età pensionabile, oltre al beneficio di cui sopra, hanno diritto ad ulteriori quattro mensilità per ogni anno mancante alla maturazione del diritto alla pensione fino ad un massimo di ventiquattro mensilità. La manovra presenta notevoli vantaggi dal punto di vista finanziario in quanto le modalità di erogazione dell’incentivo, in tre o cinque anni a scelta del beneficiario, non solo consentono di non gravare il bilancio di ulteriori costi ma consentiranno un risparmio immediato per la Regione pari agli oneri a proprio carico e, per le erogazioni a 5 anni, un ulteriore risparmio pari alle 4 mensilità in meno erogate su base annua. Quest’ultima decurtazione non sussiste nel caso di esodo di personale che non ha ancora raggiunto l’età pensionabile in quanto la stessa è neutralizzata dall’ulteriore incentivo previsto dall’articolo 17 del CCNL/1999.
Un ulteriore aspetto da esaminare essendo strettamente correlato alle difficoltà sopra descritte in ordine ai meccanismi di finanziamento regionale è relativo alle modifiche degli strumenti di indebitamento ed alle più pressanti esigenze di incrementare flussi di liquidità per far fronte all’espansione di competenze e funzioni delle Regioni e all’evoluzione del relativo quadro normativo. Relativamente a quest’ultimo aspetto, negli ultimi anni le regioni scontano una significativa crisi di liquidità, dovuta principalmente ai ritardi da parte dello Stato nell’erogazione delle spettanze regionali ed al particolare meccanismo di finanziamento del sistema sanitario previsto dall’Accordo dell’8 Agosto 2001.
Sul piano del ricorso all’indebitamento, occorre segnalare l’entrata in vigore, nel febbraio 2004, del regolamento previsto dall’art. 41 della legge n. 448 del 2001 (legge finanziaria per il 2002) che ha disciplinato il ricorso agli strumenti di finanza “innovativa” da parte delle regioni ed Enti locali e prevedendo il coordinamento dell’accesso al mercato dei capitali. Le nuove disposizioni consentono il ricorso ad una pluralità di canali di finanziamento, eliminando l’obbligo della struttura “amortising” ed abolendo il vincolo di emissione alla pari, che rendeva complicato e oneroso il collocamento a condizioni di mercato, ma hanno confermato il principio di evitare gli strumenti che rinviano a esercizi futuri i pagamenti più cospicui. E’ stato previsto, infatti, che in caso di emissione di un titolo bullet, l’ente debba costituire un fondo di ammortamento o concludere uno swap che, agli effetti di bilancio, rendono equivalente il profilo del pagamento rispetto ad entrambe le strutture (amortising o bullet).
Vanno evidenziati, al riguardo, i notevoli passi in avanti che la Regione sta facendo in ordine alla gestione finanziaria. Nel corso del corrente anno sono state definite tutte le procedure per l’assegnazione del rating da parte di due delle tre Agenzie internazionali (Moody’s e Fitch) che dovrebbero portare all’ottenimento di due rating già entro la fine dell’anno. Ciò dà la possibilità di ampliare le possibilità di approvvigionamento del denaro attraverso il ricorso a nuovi strumenti di indebitamento. E’ possibile che già nel 2005 la Regione possa far ricorso ad un emissione obbligazionaria per il finanziamento del programma di investimenti previsto per gli anni futuri e/o per garantire la copertura della quota di cofinanziamento del POR a proprio carico.
Anche sul versante dell’utilizzo dei derivati, il quadro normativo si va chiaramente evolvendo verso linee di maggiore cautela nei confronti del ricorso a strumenti finanziari che, se producono effetti positivi nel breve periodo - specie in chiave di maggiori liquidità - contengono elementi di rischio sul medio-lungo periodo incompatibili con la struttura e le finalità proprie dei bilanci pubblici.
A tal fine è intervenuta anche la legge finanziaria 2004 che all’articolo 3 ha definito puntualmente i concetti di “spesa di investimento” e di “indebitamento”, applicabili sia alle Regioni che agli Enti locali territoriali, indicando le operazioni specifiche che costituiscono indebitamento e investimento.
La finanziaria 2004 (L. 350/2003) per un verso ha inteso delimitare l’ambito della spesa in conto capitale, individuando specifici esempi di investimenti finanziabili in debito, per altro verso ha inteso precisare modi e contenuti del fenomeno dell’indebitamento, dettando criteri e regole di maggiore rigore. E’ prevalsa una definizione in linea con le classificazioni adottate da Eurostat, che privilegiano gli effetti incrementativi del patrimonio dell’ente, con esclusione quindi degli interventi destinati al sostegno produttivo di imprese o al cofinanziamento di gran parte degli interventi che attingono ai fondi strutturali dei programmi comunitari.

2.1 Il comparto Sanità
La gestione del comparto sanità continua a rappresentare uno dei nodi più delicati del bilancio regionale anche in considerazione del fatto che la spesa per tale comparto rappresenta circa il 70% del totale della spesa corrente. Occorre, peraltro, evidenziare che notevoli passi in avanti sono stati fatti dalla Regione sul fronte del contenimento dei deficit sanitari che hanno avuto un trend decrescente a partire dal 2000 (253 milioni di euro) fino al 2003 (16,6 milioni di euro al netto del disavanzo IRCCS di 2 milioni di euro circa).
Questo nonostante l’Accordo dell’8 Agosto 2001 si sia dimostrato scarsamente attendibile nella previsione della evoluzione della spesa sanitaria che non si è rivelata coerente con l’andamento dei costi. Le Regioni, per tale motivo, rivendicano la revisione dell’accordo dell’agosto 2001, a fronte delle nuove emergenze originate dall’invecchiamento della popolazione, dal progresso tecnologico nella diagnostica strumentale, dai maggiori costi per gli immigrati regolarizzati.
Nonostante i lusinghieri risultati ottenuti, resta ancora fuori controllo la spesa farmaceutica il cui livello supera di gran lunga il parametro fissato dall’Accordo dell’8 Agosto 2001 (16,5% contro 13%). E’ vero, peraltro, che i primi mesi del 2004 hanno fatto registrare un balzo in avanti della spesa farmaceutica su tutto il territorio nazionale tant’è che il decreto legge di fine giugno 2004 ha confermato a carico delle industrie farmaceutiche il 60% dello sfondamento del tetto di copertura previsto dalla legge 326/2003 di conversione del d.l. 269/2003 disponendone modalità operative già con riferimento agli esiti dei primi mesi del 2004. Lo stesso decreto ha previsto che il restante 40% dello sfondamento deve essere coperto dalle regioni con proprie risorse, disposizione potrebbe avere ripercussioni sul bilancio già a partire dal 2005.

3. EFFETTI SUI BILANCI REGIONALI DELLA MANOVRA FINANZIARIA PER IL 2005
Nel fornire un quadro complessivo della finanza regionale per il prossimo esercizio non si può ovviamente prescindere dagli effetti della manovra contenuta nella finanziaria dello Stato per l’anno 2005 approvata in via definitiva con la legge 30 dicembre 2004, n. 311. Sono numerose le misure contenute nel testo nella legge che impattano sui bilanci regionali, in misura spesso superiore rispetto agli anni precedenti.
L’obiettivo e la necessità di razionalizzare la spesa per rimanere all’interno dei parametri imposti dall’UE sembra avere come effetto immediato un restringimento dell’autonomia delle Regioni, anche se ciò si pone in contrasto con l’altro obiettivo dichiarato dal Governo di realizzare una forma compiuta di federalismo amministrativo e finanziario.
Occorre prendere atto del fatto che ormai tutti i problemi di cui si è dibattuto negli ultimi anni sono ormai arrivati ad un punto in cui una soluzione definitiva è diventata necessaria. La definizione dello strumento di attuazione del Federalismo fiscale che sostituisca il D.Lgs. 56/2000 – unanimemente considerato inadeguato –, una più corretta e lineare gestione del finanziamento del fabbisogno sanitario delle Regioni, una minore conflittualità in ordine alle problematiche di natura costituzionale fra Stato e Regioni e - occorre ribadirlo - una minore invadenza dello Stato nell’ambito dell’autonomia finanziaria delle Regioni rappresentano le sfide principali la cui soluzione è diventata ormai imprescindibile per la realizzazione di un sistema che garantisca una tranquilla sopravvivenza a tutti i soggetti che, a vario titolo, amministrano la cosa pubblica nel Paese.
Per semplicità di esposizione, sempre con riferimento alle Regioni, è opportuno passare all’esame delle specifiche norme contenute nella Finanziaria 2005 dello Stato, dividendole in tre gruppi:
a. quelle che riguardano la Sanità;
b. quelle che impattano sulla gestione ordinaria in quanto relative a stringenti misure di contenimento della spesa;
c. quelle che impattano sulla gestione finanziaria

3.1 La Sanità
Come sempre, la maggiore attenzione è concentrata sulle tematiche relative al finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale anche in considerazione dell’impatto che lo stesso ha sul totale della spesa corrente.
Negli esercizi passati si è assistito ad episodi di evidente sottostima dei fabbisogni, poi coperta con discutibili provvedimenti a piè di lista. Con l’Accordo dell’agosto 2000 e, ancor più, con quello dell’agosto 2001 si è cercato di dare un taglio netto a queste pratiche e di introdurre sistemi premianti che tengano sconto dell’attuazione di efficaci strumenti di controllo della spesa; tali sistemi non si sono purtroppo rivelati risolutivi, anche a causa di una riconosciuta sottostima del finanziamento del SSN anche per gli anni più recenti. Un dato, peraltro condivisibile, appare ormai evidente: per il Governo rimane imprescindibile la regola, concordata con le Regioni in sede di Accordo nel 2001, del “chi rompe paga”, per cui a fronte di un incremento del livello di finanziamento si assiste ad un inasprimento delle misure di controllo e contenimento della spesa.
Il finanziamento 2004 fissato a 81 miliardi di euro, si collocava ormai ad un livello non realistico rispetto alle esigenze di sistema. Lo sforzo compiuto dal Governo nella manovra finanziaria 2005, pur rappresentando un significativo passo in avanti, potrebbe non essere ancora sufficiente a colmare completamente le lacune. Il nuovo tetto al finanziamento, pari a 88,195 miliardi rappresenta una correzione sul tendenziale stimato del Governo di oltre 4 miliardi euro (a tal proposito si rimanda alla relazione tecnica alla prima versione del d.d.l. finanziaria 2005 che colloca l’andamento tendenziale oltre la soglia dei 92 miliardi di euro). Bisogna comunque prendere atto dello sforzo compiuto dal Governo che, oltre all’incremento citato, mette a disposizione ulteriori 2 miliardi per la copertura di pregresse posizione debitorie. Inoltre, viene fissato il livello di finanziamento del SSN anche per il 2006 e il 2007 in misura pari a quello del 2005 rivalutato del 2% su base annua.
L’esatta quantificazione delle risorse necessarie a garantire un adeguato livello dei LEA deve però essere condotta sino in fondo onde evitare che, oltre alla carenza di risorse per il finanziamento, vengano scaricati sulle Regioni tutti gli oneri per il rispetto del tetto di spesa, compresa la mole di adempimenti che annualmente viene aggravata.
Relativamente a quest’ultimo punto, con la Finanziaria 2005 si presentava la necessità di realizzare una novellata formulazione dell’Accordo del 2001 che aveva valenza triennale. I commi dal 173 al 176 della Legge 311/2004 prevedono, perciò, le nuove regole che consentono alle Regioni l’accesso al finanziamento integrativo a carico dello Stato che, di fatto, consistono, in una totale conferma degli adempimenti già esistenti e nell’introduzione di nuove regole molto più severe in caso di superamento del livello di finanziamento assegnato.
La regola che forse desta maggiore preoccupazione è quella contenuta nella lettera f) del comma 173 che introduce una verifica trimestrale dell’equilibrio economico finanziario, con l’obbligo a carico delle Regioni di adozione dei necessari provvedimenti per ricondurre in equilibrio la gestione in caso di sforamento nonché di previsione delle ipotesi di decadenza dei Direttori Generali delle ASL. In caso di mancata adozione dei provvedimenti necessari a ristabilire l’equilibrio finanziario scaturente dal Monitoraggio relativo al quarto trimestre, viene prevista la diffida da parte del Presidente del Consiglio dei ministri a provvedervi entro il 30 aprile successivo e, in caso di ulteriore inadempienza nei successivi trenta giorni, la nomina, in qualità di commissario ad acta, del Presidente della Regione che deve approvare il bilancio consolidato del SSR ed adottare i necessari provvedimenti di ripianamento. Esclusivamente per la suddetta finalità, è prevista la possibilità di azionare anche la leva fiscale nella misura prevista dalla normativa statale vigente. Anche per il 2004 viene ridata alle Regioni, seppur solo nei casi dettagliatamente specificati, la possibilità di deliberare incrementi dell’IRAP e dell’addizionale Regionale IRPEF, le cui aliquote sono ferme al livello del 2002 per effetto del blocco introdotto dalla Legge 289/2002. L’incremento può essere operato anche deliberando l’inizio o la ripresa degli effetti dell’aumento contenuto nei provvedimenti adottati dopo il 30 settembre 2002, la cui efficacia era stata sospesa dalla legge 289 citata.
Il mancato rispetto dei suddetti obblighi comporta la perdita del diritto all’accesso al finanziamento integrativo e il conseguente immediato recupero delle somme eventualmente erogate a titolo di acconto.
Inoltre, l’erogazione di una quota del FSR calcolata in percentuale pari alla quota di accesso su un ammontare di risorse del FSN – stabilito per il 2005 in 1000 milioni di euro - è subordinata al rispetto del tetto della spesa farmaceutica (13%) e all’obbligo in capo alle Regioni di farsi carico dello sforamento del suddetto limite nella misura del 40%, ribaltando l’ulteriore 60% sulle aziende produttrici.
Anche in termini di cassa per il 2005 si profilano le sofferenze già sopportate negli ultimi anni. Le anticipazioni che dovrebbero essere ordinariamente commisurate al 95% del finanziamento complessivo, in realtà sono subordinate ad una serie di “pre–condizioni” che rendono di fatto inapplicabile tale disposizione e quindi, per gran parte dell’anno, l’erogazione mensile delle risorse per la sanità sarà molto più bassa rispetto a tale limite.
Per ottenere il citato 95% occorrono, infatti:
1. la delibera CIPE di riparto del finanziamento del SSN, che generalmente viene approvata intorno a luglio (quella per il 2004 a settembre);
2. la proposta di DPCM di cui l’art. 2, comma 4 del D. Lgs. 56/2000 di determinazione del riparto del fondo perequativo alimentato della compartecipazione IVA, la cui emanazione è, salvo altre e più gravi problematiche, successiva alla delibera CIPE e soggetta all’iter dell’intesa (o per meglio dire della mancata intesa) previsto dalla disciplina della Conferenza Stato–Regioni;
3. la stipula di un’intesa fra Stato e Regioni sulle modalità di contenimento della spesa sanitaria, i cui tempi di realizzazione al momento sono del tutto indeterminati.
Da tale articolato sistema di garanzie, consegue che l’erogazione di cassa del FSR per il 2005 sarà pari al livello del 2004, stabilito dalla delibera CIPE relativa al medesimo anno, rivalutato del 2% su base annua e quindi ancora insufficiente a finanziare le necessità del sistema. Tale insufficienza costringerà ancora una volta le Regioni a far ricorso ad onerose anticipazioni di cassa o a complesse operazioni finanziarie che, oltre ad incrementare il livello della spesa corrente, non garantiscono un efficiente funzionamento del sistema.

3.2 Le misure di contenimento della e le nuove regole del Patto di Stabilità.
Una seconda non marginale preoccupazione riguarda il nuovo limite di incremento della spesa complessiva delle amministrazioni pubbliche fissato in misura pari 2% rispetto alle corrispondenti previsioni aggiornate del precedente anno.
Questo si traduce in un inasprimento delle regole previste in tema di patto di stabilità interno: i commi da 23 a 41 introducono nuove regole, che sostituiscono le norme precedentemente in vigore, per la realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica per il triennio 2005-2007.
Sotto il profilo soggettivo, le norme si applicano alle regioni, alle province autonome, alle province, ai comuni con popolazione superiore ai 3.000 abitanti, nonché a comunità montane o isolane ed unioni di comuni con popolazione superiore a 10.000 abitanti.
La regola generale introdotta per le Regioni prevede che nel 2005 il complesso delle spese correnti ed in conto capitale, al netto delle spese di personale, per la sanità, per l’acquisizione di partecipazioni azionare, per i trasferimenti destinati alle Amministrazioni pubbliche soggette al medesimo Patto ed alle spese per calamità naturali non può essere superiore del 4,8% rispetto al corrispondente ammontare di spese dell’anno 2003. Solo per l’anno 2005, sono escluse dal calcolo anche le spese in conto capitale derivanti da interventi cofinanziati dall’Unione europea.
Inoltre, particolarmente rilevanti risultano le seguenti previsioni:
(i) quelle che richiedono di considerare, nel calcolo dei parametri per la valutazione del rispetto del patto di stabilità interno, non solo le spese correnti, ma anche quelle per investimento (ad esclusione, per il solo 2005, delle spese in conto capitale derivanti da interventi cofinanziati dall’Unione Europea);
(ii) quelle relative alle complesse modalità di calcolo dei parametri individuati dalla norma per la valutazione del rispetto del patto di stabilità interno, che sono differenziati per i comuni e province, le regioni a statuto ordinario e le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e Bolzano;
(iii) quelle relative agli obblighi di monitoraggio degli adempimenti del patto di stabilità e di trasmissione di informazioni sulla gestione di competenza e cassa e delle previsioni di cassa, nonché di verifica del rispetto degli obiettivi del patto.
E’ consentito eccedere i limiti del patto di stabilità interno a condizione che le spese sostenute siano relative ad investimenti nei limiti dei proventi derivanti da alienazioni di beni e/o liberalità ricevute.
A decorrere dal 2006 viene esteso anche alle Regioni un divieto sinora previsto solo per gli enti locali. La finanziaria 2005 prevede, infatti, che, a decorrere da tale data, i mutui ed i prestiti obbligazionari delle regioni devono essere corredati da apposita attestazione da cui risulti il conseguimento degli obiettivi del patto di stabilità interno per l’anno precedente. In mancanza non è possibile, per l’istituto finanziario o l’intermediario finanziario, rispettivamente procedere al finanziamento o al collocamento del prestito.
La modifica delle modalità di applicazione del Patto, oltre ad apparire criticabile sotto vari profili, costringe le autonomie locali ad una continua “rincorsa” delle norme in evoluzione non permettendo loro una programmazione strategica pluriennale.
In particolare, l’inclusione delle spese di conto capitale manifesta tutto il suo impatto restrittivo nel combinato disposto con l’art. 3 commi 16 – 21 della legge 350/2003 (finanziaria per l’anno 2004) che mette a rischio, tra l’altro, una buona parte di cofinanziamenti provenienti dall’Unione Europea, con riflessi negativi sul territorio particolarmente amplificati nelle aree depresse del Paese. Viene meno in questo modo la possibilità di operare un rilancio del territorio con spesa pubblica di qualità (investimenti) tanto più necessaria in un momento di perduranti incertezze nei tassi di crescita e di sviluppo, particolarmente presenti nel nostro Paese.
Anche per il 2005, la Finanziaria prevede che il Patto di stabilità possa essere esteso da parte delle regioni agli enti strumentali ed alle società partecipate a prevalente capitale pubblico.
In tema di controllo puntuale della spesa corrente, viene previsto un taglio ancora più drastico per le spese relative a incarichi di studio e consulenze e per quelle relative all’esercizio delle autovetture.
Relativamente alle prime si prevede che le stesse, per gli anni 2005, 2006 e 2007, non possano essere superiori all’ammontare sostenuto nel 2004 e che l’eventuale sfondamento costituisca illecito disciplinare e determini responsabilità erariale.
Per le autovetture, sempre per i medesimi esercizi, viene stabilito che l’ammontare della spesa non possa superare rispettivamente il 90, 80 e 70 per cento della corrispondente spesa sostenuta nell’anno 2004.

3.3. Le norme che impattano sulla gestione finanziaria
Anche nella Finanziaria 2005, è da sottolineare l’impegno continuato da parte del Governo a adottare misure di controllo sull’indebitamento delle Amministrazioni pubbliche prevedendo da un lato, azioni mirate al controllo e alla riduzione della spesa per interessi e dall’altro nuove modalità di contabilizzazione del debito al fine di evitare duplicazioni meramente numeriche.
Il comma 71 prevede un obbligo (e non una facoltà) per lo Stato, le regioni, le province autonome e gli enti locali di “convertire” i mutui con oneri di ammortamento, totalmente o anche parzialmente a carico dello Stato, in titoli obbligazionari o in mutui, anche con istituti diversi da quelli con i quali erano stati originariamente contratti, in presenza di condizioni di rifinanziamento che consentano una riduzione rilevante del valore finanziario delle “passività totali”.
Occorre precisare che:
(i) nel valutare la “convenienza” dell’operazione di rifinanziamento si dovrà tenere conto anche delle commissioni;
(ii) in caso di mutuo a tasso fisso, la riduzione è rilevante quando l’IRS con scadenza pari alla vita media residua del mutuo sia inferiore al tasso del mutuo di almeno un punto percentuale;
(iii) gli stanziamenti di bilancio previsti per il pagamento dei mutui con oneri integralmente o parzialmente a carico dello Stato sono proporzionalmente adeguati ai nuovi piani di ammortamento;
(iv) in caso di emissione di prestiti obbligazionari con rimborso alla scadenza in un’unica soluzione resta fermo l’obbligo di costituzione di un fondo di ammortamento o di uno swap di ammortamento.
La norma stabilisce anche un onere di comunicazione delle operazioni a carico del bilancio dello Stato (entro trenta giorni dal perfezionamento delle operazioni) da parte dell’ente della relativa documentazione contrattuale (compresi i piani di ammortamento o di rimborso).
Pur condividendo spirito e finalità della norma, che peraltro ripropone sostanzialmente il disposto dell’art. 41 della L. 448/2001 con alcune varianti, è da sottolineare come la stessa non chiarisca alcuni aspetti che la rendono di fatto di incerta applicazione.
Le problematiche più importanti alle quali sarebbe opportuno che venissero al più presto fornite delle adeguate risposte sono le seguenti:
(i) resta un margine di dubbio relativamente all’ambito oggettivo di applicazione della norma, ossia sulla definizione di “mutui con oneri a carico dello Stato”, con particolare riguardo ai mutui stipulati a fronte di limiti di impegno (i riflessi di questa qualificazione sono rilevanti anche ai fini del decreto 389/2003 in tema di accesso ai mercati di capitali, in relazione alle modalità di determinazione del tasso applicabile ed in tema di determinazione del fattore di ponderazione che gli investitori dovranno applicare nella valutazione di tali attivi nei propri bilanci);
(ii) la norma prevede l’adeguamento proporzionale degli stanziamenti del bilancio dello Stato ai nuovi piani di ammortamento, non specificando se negli stessi debbano essere ricompresi le eventuali penali, le commissioni e gli ulteriori costi che altrimenti dovrebbero gravare sull’ente locale o territoriale;
(iii) non viene specificato, per i mutui a tasso fisso, se qualora l’IRS con scadenza pari alla vita media residua del mutuo non sia inferiore al tasso del mutuo di almeno un punto percentuale, l’ente sia tenuto a rinegoziare il mutuo;
(iv) tenuto conto che in caso di emissione di prestiti obbligazionari con rimborso alla scadenza in un’unica soluzione l’operazione verrebbe conclusa in vigenza dei commi da 75 a 77 della stessa legge, non è chiaro se l’obbligo di costituzione di un fondo di ammortamento o di uno swap di ammortamento ed i relativi oneri debbano gravare sull’ente locale o territoriale o sullo Stato.
Relativamente al secondo aspetto (modalità di contabilizzazione) la legge 311/2004prevede che, con riferimento alle nuove operazioni di mutuo, le rate di ammortamento dei mutui a carico del bilancio dello Stato attivati dalle regioni, dalle province autonome e dagli enti locali siano pagate agli istituti finanziatori direttamente dallo Stato ed il relativo debito è iscritto nel bilancio dell’amministrazione pubblica che assume l’obbligo di corrispondere le rate di ammortamento agli istituti finanziatori, ancorché il ricavato del prestito sia destinato ad un’amministrazione pubblica diversa; quest’ultima iscrive il ricavato di tale mutuo nelle entrate per trasferimenti in conto capitale con vincolo di destinazione agli investimenti.
La norma, inoltre, sostanzialmente ribadendo quanto già previsto dall’art. 3, comma 15 della legge finanziaria 2004, prevede che l’istituto finanziatore, contestualmente alla stipula dell’operazione di finanziamento, ne dia notizia all’amministrazione pubblica tenuta al pagamento delle rate di ammortamento, che provvederà a contabilizzare il ricavato dell’operazione tra le accensioni di prestiti ed all’iscrizione del corrispondente importo tra i trasferimenti in conto capitale al fine di consentire la regolazione contabile dell’operazione.

3.4. Attuazione del Federalismo fiscale
Un capitolo a parte merita l’attuazione del federalismo fiscale il cui meccanismo di finanziamento presenta notevoli difficoltà anche a causa dei ricorsi al Tar e alla Corte Costituzionale presentati dalle regioni Calabria, Campania e Puglia. L’unico sbocco di questa situazione sembrerebbe essere una rapida, ma ponderata, applicazione dell’articolo 119 della Costituzione, ma anche in questo ambito, nonostante le iniziative assunte a partire dal giugno 2003 da Regioni ed enti locali, il Governo appare molto “prudente”. Di fatto l’Alta Commissione, prevista dalla legge 289/2002, prorogata per l’ennesima volta, non ha titolo ad operare in quanto manca l’Accordo in Conferenza Unificata sui meccanismi strutturali del Federalismo fiscale, che rappresenta il documento politico su cui la Commissione dovrebbe orientare i propri lavori.
Una bozza predisposta da Regioni ed Enti locali è stata redatta ed è già stata analizzata e valutata positivamente dal Presidente dell’Alta Commissione, ma ancora non ha avuto l’approvazione prevista da parte del Governo.
E’ da evidenziare che qualche passo in aventi è stato compiuto a fine anno da parte del Governo almeno in ordine alla presa di coscienza dell’inadeguatezza del D.lgs 56/2000 a garantire il regolare e corretto finanziamento delle Regioni. Il D.l. 314/2004, all’articolo 4, ha previsto infatti la sospensione dell’efficacia sia del D.Lgs. 56 che del relativo DPCM di riparto relativo all’anno 2002 in attesa che il Governo, entro il 28 febbraio 2005, provveda ad elaborare una nuova norma che li sostituisca.

4. LA PROPOSTA DI BILANCIO PER L’ANNO 2005

4.1 Generalità
Il bilancio per l'esercizio 2005 deve quindi tenere necessariamente conto dello scenario di finanza pubblica nazionale e regionale sopra delineato e risente, pertanto, della necessità di operare le riduzioni sugli stanziamenti relativi alle spese correnti, nonché ridurre o eliminare una buona parte di spese finanziate negli anni precedenti con l’avanzo di amministrazione. Diventa quindi necessario rinviare in sede di assestamento di bilancio ogni possibilità di un’ulteriore manovra di finanza regionale che rimane, pertanto, subordinata all’attivazione, da parte dei Dipartimenti competenti, di un’azione seria di riaccertamento dei residui passivi, anche ai sensi di quanto previsto dall’art. 52 della Legge 4 febbraio 2002, n. 8.
In particolare la proposta di bilancio per il 2005 prevede:
· il finanziamento di quasi tutte le leggi regionali di spesa attualmente in vigore, con sostanziale riduzione degli stanziamenti rispetto alle previsioni 2004;
· l’eliminazione o la riduzione di tutte le spese non sorrette da specifiche leggi regionali, ad eccezione di quelle sorrette da specifiche convenzioni o che sono ritenute non comprimibili o comunque difficilmente eliminabili;
· la previsione della copertura finanziaria delle rate di ammortamento inerenti ai mutui contratti sia per la copertura dei disavanzi della maggiore spesa sanitaria che quelli relativi alle altre estinzioni di passività, per un totale complessivo di 162,6 milioni di euro. Per tale specifica destinazione la somma attualmente a carico del bilancio regionale ammonta a complessivi 102,3 milioni di euro, di cui oltre la metà (58,2 milioni di euro) riguardano i debiti della Sanità, mentre 42,2 milioni di euro afferiscono a contributi in annualità successive azionati da limiti di impegno autorizzati con legge. Il rimborso di capitale ed interessi relativo ai mutui contratti con la CC.DD.PP per far fronte ai danni derivanti dalle calamità naturali – pari ad un importo di 24,6 milioni di euro - pur se giuridicamente a carico del bilancio regionale è coperto quasi interamente da contributo statale. E’ opportuno precisare che il debito diminuisce rispetto all’anno precedente (-12%) poiché sono venuti a scadere alcuni mutui decennali contratti per il ripiano dei disavanzi sanitari. Tale beneficio sarà però assorbito a partire dal 2006 dalle rate che dovranno essere pagate in relazione al piano delle opere pubbliche approvato nel 2004, che presenta un limite di impegno di ben 7 milioni di euro.
· la previsione di 77,5 milioni di euro per il comparto di spesa inerente ai disavanzi d’esercizio delle aziende che esercitano pubblici servizi di trasporto locale;
· la previsione di 77 milioni di euro, quale quota a carico del bilancio regionale, per il comparto di spesa inerente alle attività di forestazione, cui si è aggiunto, con l’approvazione della legge finanziaria dello Stato, solo per l’annualità 2005, il rifinanziamento della Legge 236/93 (circa 160 milioni di euro) con il quale viene coperta la quota a carico dello Stato per la stabilizzazione degli operai forestali della Regione.
· il finanziamento del servizio sanitario regionale, per 2.511 milioni di euro, secondo quanto previsto dall’accordo del 8 agosto 2001 e tenendo conto di quanto stabilito dal decreto legislativo n. 56/2000 in materia di federalismo fiscale;
· i fondi di dotazione dell’ARSSA (34 milioni di euro), di cui una parte vincolata per far fronte ad obbligazioni pregresse (vedi art.2, comma 5, del collegato), e dell’A.R.DI.S (7,6 milioni di euro);
· il finanziamento del fondo di dotazione dell’ARPACAL, determinato in 12 milioni di euro - posti a carico del fondo sanitario regionale così come previsto dalla legge regionale n.20/99 - per far fronte al fabbisogno derivante dal trasferimento di 142 unità di personale dipendente degli ex Presidi Multizonali di prevenzione e dei Servizi delle ASL adibiti alle attività e ai compiti assegnati all’ARPACAL medesima;
· il finanziamento della spesa 2005 relativa ai servizi sociopsicopedagogici della Calabria (15 milioni di euro);
· la quota relativa all’anno 2005 inerente agli investimenti derivanti dalla programmazione dei fondi strutturali comunitari per il periodo 2000-2006 (437,7 milioni di euro);
· il finanziamento di 35 milioni di euro complessivi per far fronte ai gravi problemi occupazionali che affliggono la Regione (14,75 milioni di euro per gli Lpu, 10 milioni di euro per il fondo sollievo, 10 milioni di euro per i lavoratori interinali).

4.2 LE ENTRATE

4.2.1. Il quadro complessivo delle risorse
Come già specificato nelle relazioni relative agli anni precedenti, la situazione finanziaria della Regione risente fortemente degli indicati condizionamenti di carattere generale che si riflettono in una diversità di andamento dei fenomeni di entrata.
La tabella A contiene il riepilogo delle entrate distinte per provenienza.
Come si può facilmente notare le entrate complessive, al netto delle partite di giro, ammontano a 7.420 milioni di euro, costituiti sostanzialmente
· dall'avanzo di amministrazione, determinato in 2.982,7 milioni di euro circa (40,2%);
· dalla quota destinata al finanziamento del servizio sanitario regionale, pari a 2.511 milioni di euro (33,8%), finanziata sotto forma di tributi erariali o quote di essi devoluti alla Regione, nonché dal fondo di solidarietà interregionale finanziato con le eccedenze delle Regioni più ricche;
· dall'ex fondo perequativo di cui all’art.3 del decreto legislativo n.549/95, ora sostituito dalla quota di Irap non destinata al finanziamento del Servizio Sanitario regionale, pari a 446 milioni di euro (6,0%);
· dai contributi provenienti dallo Stato e dalla UE destinati all’attuazione del POR Calabria relativamente all’annualità 2005, pari a 438 milioni di euro (5,9%);
· da ulteriori assegnazioni statali, pari a 721 milioni di euro (9,7%), riguardanti essenzialmente le rate di ammortamento dei mutui della sanità (25,8 milioni di euro) e per le calamità naturali (24,3 milioni di euro) a carico dello Stato, le quote relative alle funzioni trasferite in materia di trasporti (107,7 milioni di euro) e le quote annuali relative alla programmazione negoziata e agli Accordi di programma quadro (132,2 milioni di euro), 285 milioni di euro quale saldo delle disponibilità di risorse depositate presso la CCDDPP per le funzioni trasferite in materia di edilizia sovvenzionata;
· dalle entrate cosiddette autonome, per un importo non superiore ai 147 milioni di euro circa.

Quadro delle entrate previste nel bilancio di previsione 2005 raffrontate con quelle del bilancio 2004

Tab e lla A

DESCRIZIONE

2005

_

2004

Differenza

 

 

 

ASSOLUTA (05-04)

%

AVANZO DI AMMINISTRAZIONE

2.982.695.296,99

  2.976.594.378,42

6.100.918,54

0,20%

ENTRATE TRIBUTARIE

847.197.226,33

801.506.639,04

45.690.587,29

5,70%

Imposta concessioni beni demanio

290.000,00

215.000,00

      75.000,00

34,88%

Tassa sulle concessioni regionali

1.400.000,00

1.400.000,00

0,00

 0,00%

Tassa regionale di circolazione

121.000.000,00

114.500.000,00

6.500.000,00

5,88%

Tassa regionale di circolazione (riscossione coattiva)

0,00

0,00

0,00

100,00%

Tassa regionale abilitazione esercizio venatorio

2.200.000,00

2.260.000,00

-60.000,00

-2,65%

    Addizionale regionale imposta consumo metano

8.000.000,00

6.000,000,00

2.000.000,00

33,33%

Tributo speciale deposito discarica rifiuti

4.500.000,00

4.700.000,00

-200.000,00

-4,28%

Tassa diritto studio universitario

0,00

1.320.000,00

-1.320.000,00

-100,00%

IRAP - Quota libera

446.000.000,00

429.692.140,04

16.307.859,96

3,80%

Quota dell'IRAP destinata al finanziamento del S.S.R.

128.950.000,00

104.840.750,52

24.109.249,48

23,00%

IRPEF - Quota libera

9.289.511,00

9.289.510,24

0,76

0,00%

   Quota addizionale IRPEF destinata al finanziamento del S.S.R.

77.475.248,00

77.475.248.80

0,80

0,00%

   Quota addizionale IRPEF destinata ai ripiano dei disavanzi

46.481.121,00

48.202.643,91

-1.721.522,91

100,00%

Proventi da demanio idrico

1.611.345,53

1.611.345,53

0,00

0,00%

Compensazione perdita di entrata tassa auto

0,00

0,00

0,00

0,00%

Entrate interamente destinate al finanziamento del servizio sanitario regionale

2.304.864.733,00

2.271.157.488,79

33.707.244,21

1,48%

Compartecipazione regionale all'IVA

873.328.616,36

873.328.616,36

0,00

0,00%

Fondo perequativo di solidarietà interregionale

1.431.536.116,64

1.397.828.872,43

33.707.244,21

2,41%

Entrate per quote regionali di tributi statali

68.846.379,43

82.276.748,59

-13.430.369,16

-16,32%

- Quota accisa benzina (art. 3, commi 4 e 12, L. 549/95 e art. 17, comma 22, L. 449/97)

68.846.379,43

82.276.748.59

-13.430.369,16

-16,32%

Entrate extra-tributane

8.354.800,00

75.617.800,00

-67.263.000,00

-88,95%

Entrate extra-tributarie (vincolate)

0,00

63.858.000,00

-63.858.000,00

-100,00%

Entrate extra-tributarie (libere)

8.354.800,00

11.759.800,00

-3.405.000,00

-28,95%

Altri trasferimenti vincolati

1.158.455.100,06

1.219.313.712,85

-60.858.612,79

-4,99%

Quota del Por Calabria 2000-2006

437.796.000,00

433.299.000,00

4.497.000,00

1,04%

  Altre entrate da trasferimenti di parte corrente   e in conto capitale dallo Stato, UE e altri soggetti

720.659.100,06

786.014.712,85

-65.355.612,79

-8,31%

Entrate derivanti da mutui, prestiti ed altre operazioni creditizie

50.185.565,24

147.932.275,38

-97.746.710,14

-66,08%

Mutui sanità (rate ammortamento)

25.876.968,99

45.962.756,15

-20.085.787,16

-43,70%

Mutui sanità (netto ricavo)

0,00

0,00

0,00

100,00%

Mutui ccddpp calamità naturali (rate ammortam.)

24.308.596,25

24.308.596,25

0,00

0,00%

Mutui ccddpp calamità naturali (netto ricavo)

0,00

0,00

0,00

0,00%

Mutui vari

0,00

77.660.922,98

77.660.922,98

100,00%

Totale Entrate

7.420.599.100,25

7.574.399.043,07

-153.799.942,82

-2,03%

 4.2.2 L'avanzo di amministrazione.

Una componente significativa dell'entrata di competenza 2005 è rappresentata dall'avanzo di amministrazione applicato al bilancio annuale a norma dell'art. 13, comma 2, della legge regionale di contabilità n.8/2002. Detto avanzo è la risultante della somma algebrica dei seguenti elementi, di segno diverso:
a. la cassa regionale che presenta al 31.12.2004 un saldo di euro 484.859.880,38;
b. i residui attivi presunti ammontanti ad euro 4.407.690.899,39;
c. i residui passivi presunti ammontanti ad euro 1.909.855.482,78;
La somma algebrica degli elementi di cui alle precedenti lettere a), b) e c), è pari ad euro 2.982.695.296,99, che costituisce l'avanzo di amministrazione applicato al bilancio 2005 ed utilizzato secondo l'elenco di cui all'allegato n. 1, approvato con l'art.10 del disegno di legge di bilancio.
Come sopra esposto, tale avanzo è dato, sotto il profilo tecnico-contabile, dalla somma algebrica tra fondo cassa, residui attivi e residui passivi; la sua consistenza non deve però trarre in inganno in quanto detto risultato è lungi dal rappresentare un’effettiva eccedenza di somme disponibili per la Regione.
In particolare, l'avanzo presunto di amministrazione 2005 è costituito:
• per 2.590,10 milioni di euro, e cioè per quasi l’86,9%, da economie presunte meramente contabili derivanti da spese non impegnate nel corso dell'esercizio 2004, ma finanziate con assegnazioni statali a destinazione vincolata, accertate o riscosse nel corso dell'esercizio o in esercizi precedenti (parte A dell'allegato 1). Tali spese vanno pertanto obbligatoriamente riscritte nel bilancio di competenza e finanziate con la quota suddetta di avanzo;
• per 271,26 milioni di euro, corrispondenti al 9,1%, da residui passivi perenti agli effetti amministrativi (parte B dell'allegato 1);
• per 121,33 milioni di euro, corrispondenti al 4,0% della quota libera per nuove destinazioni di spesa (parte C dell'allegato 1), da cui vanno depurati 21,55 milioni di euro poiché relativi a residui passivi eliminati da capitoli vincolati e quindi da riprodurre nel bilancio 2005 nella competenza dei capitoli originari o a limiti di impegno ancora non utilizzati.
Pertanto, l'effettivo avanzo libero da riutilizzare per spese "una tantum", ammonta a 99,8 milioni di euro circa.
L’esposizione chiara di tali partite aiuta a comprendere meglio taluni fenomeni di carattere finanziario ma evidenzia anche alcune situazioni di vischiosità di cui occorre prendere atto per tentare di eliminare gradualmente le cause sostanziali di rallentamento della capacità di spesa della regione di cui i residui passivi e le spese di investimento non utilizzate e riscritte in bilancio costituiscono la mera espressione contabile.

4.2.3. Le entrate tributarie
I tributi propri della regione, comprese l’imposta regionale sulle attività produttive e l’addizionale regionale Irpef, ed escluse le entrate direttamente destinate al finanziamento del servizio sanitario regionale, ammontano complessivamente a 847,2 milioni di euro circa (vedi tabella A). Una quota dell’Irap, pari ad euro 128.950.000, ed una quota dell’Irpef (0,5%), pari a 46.481.121 euro, sono però destinate anch’esse al finanziamento del servizio sanitario regionale, mentre la parte restante dell’Irap, pari a 446.000.000 euro, sostituisce le entrate derivanti dall’ex fondo perequativo di cui all’art.3 del decreto legislativo n.549/95. Un’altra parte dell’addizionale Irpef (0,4%), pari a 40.283.638 euro, è quasi tutta destinata al finanziamento del Servizio sanitario regionale, in quanto soltanto 9.289.511 euro vanno a finanziare la restante spesa storica soppressa ai sensi dell’art.1 del decreto legislativo n.56/2000. La parte restante dell’IRPEF (0,5%), quantificata in 46.481.121 euro e derivante dai provvedimenti fiscali in materia di addizionale IRPEF assunti con la legge regionale 7 agosto 2002, n.30, è destinata alla copertura dei disavanzi di gestione in materia di spesa sanitaria per l’esercizio 2001.
Pertanto le entrate tributarie proprie “strettamente regionali”, pari a 139 milioni di euro circa (1,9,% delle entrate complessive al netto delle contabilità speciali), continuano a rappresentare una componente molto limitata nell'acquisizione di mezzi finanziari aggiuntivi per provvedere ai bisogni della Regione.

4.2.3. Il meccanismo di finanziamento della sanità.
Come già illustrato nelle relazioni relative agli anni precedenti, il decreto legislativo 18 febbraio 2000, n.56 in materia di federalismo fiscale ha modificato la struttura delle entrate regionali, riformando radicalmente il meccanismo di finanziamento della spesa sanitaria, e ponendo, soprattutto per quanto riguarda gli anni a venire, dei seri problemi alle Regioni, come la Calabria, che presentano una capacità fiscale nettamente insufficiente per garantire con risorse proprie un’adeguata erogazione del servizio sanitario, quantomeno ai livelli minimi essenziali.
Com’è noto il decreto legislativo prevede, già a partire dal 1 gennaio 2001, la soppressione del fondo sanitario nazionale, sia di parte corrente sia in conto capitale, nonché altri trasferimenti erariali quali la compensazione della perdita di entrata conseguente alla soppressione dell’ARIET, gli indennizzi di usura derivanti dall’uso dei mezzi d’opera, la compensazione del minor gettito derivante dalla riduzione della sovrattassa diesel (vedi tavola 1.1).

Tavola 1.1 - Spesa storica soppressa (art. 1, comma 1, decreto legislativo n. 56/2000)

Descrizione

Importo

ARIET (art. l, lett. A) decreto lgs 56/2000)

5.243.587

Indennizzi usura uso mezzi d'opera (art.1, lett.b) decreto lgs 56/2000

687.921

Riduzione sovrattassa diesel (art. 1, lett. c) decreto lgs 56/2000)

1.808.632

Fsn di parte corrente (art.12, comma 1, d.lg.vo 56/2000)

2.335.858.860

Fsn di parte in conto capitale (art.12, comma 1, d lgs 56/2000)

4.131.655

Totale 

2.347.730.655

I trasferimenti soppressi dovrebbero essere compensati con la compartecipazione regionale all’IVA, fissata inizialmente al 35,90% del gettito IVA complessivo (calcolato secondo quanto stabilito dall’art.2 del decreto legislativo n.56/2000), con un aumento dello 0,4% delle aliquote dell’addizionale regionale all’IRPEF e con un aumento dell’aliquota di compartecipazione regionale all’accisa sulle benzine da lire 242 a lire 250 per ciascun litro di benzina venduta (vedi tavola 1.2).

 Tavola 1.2 - Finanziamento spesa storica soppressa

Regione

Trasferimenti
Soppressi

Incremento
Addiz.le
Irpef (0,4%)

Incremento
Compartecip.
Accisa
benzina

Compartecip.
Iva al 35.90%

Quota fondo Perequativo perequativo Nazionale

Calabria

2.347.730.655

40.283.638

2.582.284

873.328.616

1.431.536.117

Secondo quanto stabilito dal decreto legislativo n.56/2000, il finanziamento della spesa storica soppressa dovrebbe però ridursi per gli anni 2002 e 2003 del 5% annuo e, a decorrere dall’anno 2004, di un ulteriore 9% ogni anno sino a scomparire del tutto entro il 2013. La perdita di risorse per la regione Calabria, secondo questo meccanismo, sulla base del DPCM 2002 già approvato e del DPCM 2003 in via di approvazione, sarebbe stata già di 30 e 41 milioni di euro rispettivamente per gli anni 2002 e 2003 e, si prevede, di oltre 70 milioni di euro per l’anno 2005.
In attesa delle determinazioni definitive trattate sopra in merito alle determinazioni che il Governo vorrà assumere sulle problematiche relative al D.Lgs. 56/2000, il meccanismo di finanziamento del servizio sanitario nazionale per il 2005, si articola, pertanto, nel modo seguente (vedi tavola n.1.3):
1. quantificazione del fabbisogno finanziario regionale di prestazioni sanitarie in euro 2.511.289.981 milioni di euro (UPB spesa 6.1.01.01 - capitolo 4211103 per euro 2.288 milioni di euro circa inerente alla quota Fsn 2001 + l’incremento del 2,9% da cui vanno detratti i 12 milioni per Arpacal – capitolo 61010161 per 223,2 milioni di euro quale quota integrativa soggetta a verifica);
2. finanziamento di tale fabbisogno, come previsto dal decreto legislativo n.56/2000 secondo i seguenti canali:
· quota parte del gettito IRAP, corrispondente a 128.950.000 euro (UPB 1.1.04 dell’entrata - capitolo 1101111);
· intero gettito dell’addizionale IRPEF (0,5%), stimato in 46.481.121 euro e iscritto al capitolo 1101112 (UPB 1.1.05 dell'entrata);
· fondo sanitario di parte corrente, definito in 2.335.858.860 euro, da coprire, nella logica del decreto legislativo n.56/2000, attraverso quota parte dei canali di finanziamento indicati alla tavola 1.3.

Tavola 1.3 - Finanziamento spesa sanitaria regionale di parte corrente

Valori in euro

Descrizione

Somma

Quota addizionale IRPEF (0,5%)

46.481.121

Quota gettito IRAP (art.13, comma 2, decreto lgs.56/2000)*

128.950.000

Fondo sanitario reg.le di parte corrente finanziato come da D lgs. N 56/2000

2.335.858.860

Totale

2.511.289.981

*Nota. L'intero gettito Irap, al netto della spesa ex-art.26, comma 1, decreto lgs 446/97 è determinato in 574.950.000,00. Tale importo è decurtato di 446.000.000,00 euro, a titolo di fondo perequativo 2001 di cui all'art.3 d.lgs 549/95. La differenza di 128.950.000 euro è destinata al finanziamento della spesa sanitaria di parte corrente.

La quota complessiva di 2.511 milioni di euro non è comunque pienamente disponibile, in quanto una parte di essa, pari a 223,2 milioni di euro circa (vedi capitolo di nuova istituzione 61010161), potrà essere erogata solo se saranno rispettati – come specificato in precedenza – gli obblighi previsti dal patto di stabilità di cui all’Accordo dell’8 Agosto 2001, nonché alle disposizioni contenute nella legge finanziaria dello Stato per il 2005.
Relativamente ai dati sopra esposti, si evidenzia, ancora una volta, che l’importo totale del fabbisogno si riferisce al dato relativo all’anno 2004 così come determinato nell’Accordo di Roma, mentre la quota non soggetta a verifica è calcolata sulla base di quanto previsto nell’Accordo dell’8 Agosto 2001 (fabbisogno 2000+incremento Giarda del 3,45 e 3,5 per il 2002 e 2003 aumentato del 2,9 per il 2004).
 

4.2.4. Le entrate derivanti da contributi per l’attuazione del POR Calabria
Le entrate inerenti all’attuazione del POR della Calabria per l’anno 2005 ammontano complessivamente a 437,8 milioni di euro circa, di cui 173,4 milioni di euro riguardano i fondi assegnati dallo Stato a carico del fondo di rotazione (UPB 4.4.22) e complessivi 264,4 milioni euro sono relativi ai fondi assegnati dall’UE per contributi a carico del FSE (57,4 Meuro – UPB 2.3.01), del FESR (146,1 Meuro – UPB 4.6.01- capitolo 2329201), del FEAOG (58,3 Meuro – UPB 4.6.01 – capitolo 2329202), dello SFOP (2,6 Meuro – UPB 4.6.01 – capitolo 2329203).

4.2.5. I contributi e le entrate derivanti da assegnazioni statali.
La Giunta ha inteso proporre con il bilancio 2005 a legislazione vigente l'impiego delle sole risorse che si ritengono attendibilmente acquisibili e certe, anche per evitare le difficoltà di cassa già registrate nel corso del 2004 per i ritardati accreditamenti ed erogazioni da parte del governo centrale.
Pertanto, si evidenziano le voci più significative dello stato di previsione dell'entrata, ad esclusione del fondo sanitario nazionale e delle assegnazioni relative all’attuazione del POR 2000-2006 della Calabria, già trattate nei precedenti paragrafi:
· lavori forestali. Sono previste in bilancio le risorse a carico dello Stato (160,1 milioni di euro circa), garantite con l’art.1, comma 163 della legge 30 dicembre 2004, n.311 (legge finanziaria dello Stato) solo fino al 31.12.2005; appare opportuno precisare che tali risorse non possono in alcun modo essere poste a carico del bilancio regionale per gli esercizi futuri; per cui occorre attivare tutte le procedure necessarie, sia di natura tecnica che politica, per l’ulteriore finanziamento della legge n.236/93, anche alla luce della contestuale nomina di un Commissario straordinario del Governo con funzioni di vigilanza sulle modalità di attuazione della spesa;
· sanità. La previsione di entrata per il 2005, relativamente al ripiano della maggiore spesa sanitaria inerente ad anni pregressi con oneri di ammortamento a carico del bilancio dello stato, è di 25,8 milioni di euro (UPB 2.1.07);
· calamità naturali. Le assegnazioni dello Stato a titolo di contributo per la copertura degli oneri di ammortamento relativi ai mutui contratti con la Cassa DDPP per far fronte alle calamità naturali dell’ottobre 1996 che hanno colpito la città di Crotone, per l’evento sismico dell’ottobre 1998 che ha interessato alcuni comuni della Provincia di Cosenza e per i danni conseguenti agli eventi alluvionali del 9 e 10 settembre 2000 che hanno colpito il versante ionico delle province di Catanzaro, Crotone, Reggio e Cosenza (UPB 4.4.07) ammontano a 24,30 milioni di euro circa;
· trasporti. Per le funzioni trasferite in materia di trasporto pubblico locale, è riportata in bilancio la somma complessiva di 107,7 milioni di euro circa, da destinare a FS Spa e Ferrovie della Calabria, ai sensi del decreto legislativo n.422/97 e successive modifiche ed integrazioni. Inoltre sono riportate in bilancio le annualità a carico dello Stato relative alla copertura dei disavanzi di esercizio delle aziende di trasporto pubbliche e private relativi ad anni precedenti (12,1 milioni di euro – UPB 2.1.01) ed i contributi in annualità, sempre a carico del bilancio statale, da destinare alla sostituzione di autobus in esercizio da oltre 15 anni ai sensi della legge n.194/98 (9,2 milioni di euro – UPB 4.4.01);
· APQ ”Infrastrutturazione per lo sviluppo locale. Per l’attuazione di tale APQ, siglato in data 3.7.2002, e per il quale comunque già nei bilanci precedenti erano state iscritte delle somme (12,9 milioni di euro nel 2002, 30,2 milioni di euro nel 2003, 21,3 milioni di euro nel 2004) – viene stanziata nel bilancio 2005 l’ultima quota, pari a 6,8 milioni di euro (vedi nota capitolo dell’entrata 2203204 – UPB 4.4.12);
· APQ ”Sistema delle infrastrutture di trasporto” Per l’attuazione di tale APQ - siglato in data 29.7.2002, sono iscritti i fondi assegnati con le deliberazioni Cipe nn. 138 del 21.12.2000 e 36 del 3.5.2002, per un importo complessivo di 267,68 milioni di euro, di cui 28,31 milioni di euro nel bilancio 2003, 88 milioni di euro nel 2004, 94,6 milioni di euro nel 2005 e la parte restante nel bilancio pluriennale 2005-2007 (vedi note capitoli dell’entrata 44120011 e 44120012 – UPB 4.4.12);
· APQ ”Sviluppo locale” Per l’attuazione di tale APQ - siglato in data 22.12.2003, sono iscritti i fondi assegnati con le deliberazioni Cipe n. 138 del 21.12.2000, per un importo complessivo di 86,1 milioni di euro nel periodo 2002-2007. Per gli anni 2002-2004 sono stati già iscritti nel bilancio 2004 38, 4 milioni di euro, mentre la quota 2005 è pari a 23,7 milioni di euro. La parte restante è iscritta nel bilancio pluriennale 2005-2007 (vedi note capitoli dell’entrata 44120017 – UPB 4.4.12);
· APQ ”Beni ed attività culturali” Per l’attuazione di tale APQ – siglato in data 22.12.2003, sono iscritti i fondi assegnati con le deliberazioni Cipe n. 84 del 4.8.2000, per un importo complessivo di 60 milioni di euro nel periodo 2003-2007. Per gli anni 2003-2004 sono stati già iscritti nel bilancio 2004 39,2 milioni di euro, mentre la quota 2005 è pari a 7 milioni di euro. La parte restante è iscritta nel bilancio pluriennale 2005-2007 (vedi note capitoli dell’entrata 44120017 – UPB 4.4.12);
· per quanto riguarda tutti gli altri stanziamenti inerenti all’intesa istituzionale di programma, ed in particolare quelli relativi alle opere infrastrutturali da realizzare nelle aree depresse e all’Apq “Idrico” (e per il quale sono stati comunque già iscritte nei bilanci precedenti nella parte spesa risorse per complessivi 61,9 milioni di euro) si rinvia alle determinazioni da assumere di concerto con i ministeri competenti in sede di ridefinizione degli accordi medesimi e comunque alla immediata iscrizione in bilancio, tramite apposite variazioni con deliberazioni della Giunta, non appena saranno definiti in via ultimativa tutti gli elementi necessari, non da ultimo il collegamento tra l’impiego di tali risorse con il meccanismo di finanziamento ed utilizzazione delle risorse del POR 2000-2006;
· in modo analogo si attendono i relativi decreti di assegnazione per quanto riguarda alcuni dei trasferimenti in materia di funzioni trasferite alla Regione ai sensi dei decreti legislativi nn.143/97 (agricoltura e pesca) e n.112/98 (Sviluppo economico e attività produttive, territorio, ambiente e infrastrutture, servizi alla persona e alla comunità, polizia amministrativa e regime autorizzatorio), in parte non ancora inseriti nella previsione del bilancio 2005 in quanto non è ancora ben definita la cadenza annuale in termini di effettiva erogazione delle risorse da parte dello Stato.

4.2.6. Le entrate extratributarie
Le entrate extratributarie ammontano complessivamente a 8,3 milioni di euro (0,01% delle entrate complessive escluse le contabilità speciali) e registrano un netto calo rispetto agli anni precedenti per la mancata iscrizione delle entrate rinvenienti dai comuni calabresi per la gestione degli acquedotti regionali, che nel 2004 era di 63 milioni di euro circa, a causa del passaggio della stessa gestione alla Sorical.

4.2.7. Le entrate libere da vincoli
Appare, tuttavia più interessante andare a verificare l’esatto ammontare delle entrate libere da vincoli sulle quali la Giunta ed il Consiglio, possono teoricamente operare delle scelte di natura discrezionale (vedi tavola 1.4).
L'ammontare complessivo delle risorse disponibili libere da ogni vincolo è pari solo al 10,3% delle risorse complessive ed è definito in 766,2 Meuro, di cui ben 446 milioni di euro (58,2% del totale delle risorse libere) corrispondono esattamente all’ex fondo perequativo istituito con l’art.3, commi 2 e 4, della legge n.549/95 successivamente soppresso, ed ora sostituito con la corrispondente quota IRAP, ai sensi dell’art.13 del decreto legislativo n.56/2000. Ciò significa che da un lato le risorse manovrabili sono estremamente limitate, e dall’altro che questa pur minima manovrabilità è dovuta essenzialmente a meccanismi di perequazione nazionale. I tributi propri in libera disponibilità ammontano, infatti, a soli 133,9 milioni di euro (18,4% delle entrate libere) mentre le altre entrate in libera disponibilità sono relative all’accisa sulla benzina (68,8 milioni di euro, pari al 9,2%), alla quota libera dell’IRPEF (9,2 Meuro, 1,2%) e ad entrate diverse (6,3 Meuro, pari al 0,8% di tutte le entrate in libera disponibilità).

Tavola 1.4 - Entrate 2005 in libera disponibilità distinte per voce di provenienza in confronto con gli anni 2004 e 2003       

Entrate (valori in miliardi)

 
Previsione

2005

 
Previsione
2004

 
Previsione
2003

Differenza 2005-04

Differenza 2005-03   %

Avanzo libero da vincoli

99.779.974

131.485.860

151.763.990

-24,1

+34,2

Tributi propri

133.946.000

125.499.000

120.550.000

+6,8

+12,0

IRAP (quota libera)

446.000.000

429.692.140

429.692.140

+3,8

+3,8

IRPEF (quota libera)

9.289.511

9.289.510

9.289.510

0,0

0,0

Accisa sulla benzina

68.846.379

82.276.749

82.276.749

-16,4

-16,4

Entrate varie

8.354.800

11.759.800

37.565.928

-28,9

-77,7

 Totale

766.216.664

790.003.059

831.140.320

-2,8%

-7,8%

L'avanzo libero presunto ammonta a 99,8 milioni di euro circa, inferiore del 24,1% rispetto al 2004 e del 34,2% a quello esposto nel 2003. Ciò è dovuto in gran parte alla manovra sulla Sanità di fine anno 2004 che ha drenato dalle possibili economie di spesa una somma di oltre 20 milioni di euro.
Da segnalare come rilevante, infine, la secca diminuzione delle entrate relative all’accisa sulla benzina (-16,4%) rispetto agli anni precedenti.
Complessivamente, pertanto, il totale delle entrate libere decresce negli ultimi due anni - pur presentando un andamento divergente fra le varie voci che lo compongono – del 2,8% rispetto al 2004 e del 7,8% rispetto al 2003. Tale fatto pone seri ostacoli alla capacità di operare scelte di tipo discrezionale sia alla Giunta che al Consiglio. E’ facile notare come le possibilità di realizzare una pur minima manovra finanziaria è legata, cosi come si è verificato negli ultimi anni, al volume di “economie” da realizzare in sede di riaccertamento dei residui passivi e perenti da attuare prima della chiusura definitiva d’esercizio.

4.3 LE SPESE
Le spese, com’è noto, sono classificate nel bilancio secondo la loro natura in sette tipologie differenti: spese correnti di funzionamento, spese correnti operative, spese in conto capitale, contributi in annualità (limite di impegno), contributi in annualità successive, spese correnti servizio prestiti, spese rimborso prestiti.
Se si osserva la tavola 1.5 si può notare che, a livello di dati previsionali:
· le spese correnti, grazie al peso considerevole del Fondo Sanitario regionale di parte corrente sulla spesa complessiva (33,8% del totale delle risorse), incidano per il 57,7% contro il 42,3% della spesa per investimenti, comprendendo nelle prime i tipi spesa 1,2 e 6 e nelle seconde i tipi spesa 3,4,5 e 7;
· il peso percentuale delle spese correnti supera quello delle spese per investimenti anche se si prendono in considerazione solo le risorse autonome; anche in tal caso, infatti, le spese per investimenti continuano a rappresentare una componente limitata della spesa complessiva regionale (33%);
· rispetto al 2004 le spese correnti finanziate con risorse autonome diminuiscono sia in valore assoluto (-14 milioni di euro) che in termini percentuali sulle risorse complessive (da 1,03% a 1,05%).

Tavola 1.5. Spese della Regione nell'anno 2005 distinte per tipologia

Tipo

spesa

Descrizione spesa

 

Risorse
autonome 2005

 


%

Risorse
autonome 2004

 


%

Diff.za     2005-2004

 

Totale risorse     2005

 


%

Totale risorse     2004

 


%

Diff.za     2005-2004

 


1

Correnti  F.to

279.196 


36,5

247.405


31,3

+12,8

279.631

 
3,7
 

247.405


5,3

+13,0


2

 
Correnti Op
 

215.136


28,1
 

222.613


28,2
 

-3,3 

3.965.511

 
53,4
 

3.877.931


68,2

+2,2


3


In capitale

 

169.575


22,2
 

185.695


23,6 

-8,7 

2.888.115


38,9
 

3.079.093


21,6

-9,0


4


Contr. ann.*
 

0,0


0,0
 

2.431


0,1

-100

34.001

 
 0,5

26.417


0,05

+28,7


5


Annual. succ 

42.224

 
5,6

43.879


5,6

-3,7

135.782

 
1,8

147.031


1,4

-7,6


6


Interessi
 

20.912

 
2,4

36.937


4,7

-43,3

38.613

 
0,6

50.312


1,3
 

-23,3


7


Rimb. Prest.
 

39.173

 
5,2

51.549


6,5

-24,0

78.946

 
1,1

96.888


2,15

-18,9

 


Totale

766.216 


100
 

790.509 


100

-3,0

7.420.599 


100
 

7.525.077 


100
 

-1,3

* i contributi in annualità risultano finanziati con l’avanzo d’amministrazione vincolato

 · il peso delle spese correnti di funzionamento sulle risorse libere cresce di 5,2 punti percentuali, passando dal 31,3% al 36,5% rispetto al 2004 e di oltre 32 milioni di euro in termini assoluti. Ciò è dovuto soprattutto all’aumento del costo del personale che ha registrato un aumento del 8,5% rispetto alle previsioni definitive 2004 (vedi Tabella B);
· le spese correnti operative da finanziare con risorse autonome sono ridotte in sede di previsione del 3,3% proprio per bilanciare l’aumento di cui sopra; ciò significa che in sede di assestamento di bilancio l’eventuale disponibilità di risorse libere, alla luce della normativa attualmente vigente, dovrà essere utilizzata per spese di investimento una tantum, se non si vuole correre il serio rischio di incorrere nelle ulteriori sanzioni previste per le Regioni che non rispettano il patto di stabilità;
· diminuisce rispetto al 2004 la pressione dell’indebitamento sulle risorse autonome (-43,3% la spesa prevista per interessi, -24,0% quella per rimborso prestiti, -3,7% quella relativa ai contributi per annualità successive azionate da limiti di impegno autorizzati con legge).

4.3.1. La composizione della spesa
La spesa complessiva regionale, distinta per area di intervento, al netto delle partite di giro, ammonta a 7.420 Meuro. Nella tavola 1.6 è descritta la ripartizione della spesa complessiva fra le diverse aree; come si può notare oltre il 45,6% della spesa (3.396 milioni di euro circa) continua ad essere comunque finalizzata alla tutela della salute e per garantire i servizi socioassistenziali, mentre il 20,7% per l’uso e la salvaguardia del territorio e il 18,9% lo sviluppo economico (industria, agricoltura, trasporti, ecc). Gli altri settori di spesa, invece, anche per i motivi evidenziati nei precedenti paragrafi, continuano a rivestire, in termini percentuali, un peso nettamente inferiore o addirittura del tutto marginale.

Tavola 1.6. - Spese della Regione distinte per area

Descrizione area intervento

 
Valori assoluti 2005

 

Valori %

 
Valori assoluti 2004

 

Valori %

Servizi generali

326.187

4,3

305,407

4,1

Sviluppo economico

1.404.108

18,7

1.277.165

16,9

Salvaguardia del territorio

1.541.612

20,7

1.878.485

24,8

Istruzione, formazione e Lavoro

382.198

5,2

375.889

5,0

Cultura, sport e culto

69.725

0,9

72.410

0,9

Servizi alla persona

3.381.371

45,6

3.238.220

42,8

Difesa civile e sicurezza

4.434

0,1

12.868

0,1

Oneri non ripartibili

310.964

4,3

413.955

5,4

Totale

7.420.599

100,0

7.574.399

100,0

Se si va ad analizzare, invece, la distribuzione analitica dell'intera quota libera di 766 milioni di euro circa (tavola 1.7) che, come già ricordato in precedenza, è la sola soggetta alle scelte discrezionali da parte del Consiglio e della Giunta, in termini di distribuzione tra le diverse aree istituzionali si può notare che la spesa finanziata con mezzi propri è destinata ai servizi generali per 310 milioni circa di euro (40,4% del totale, in crescita rispetto agli anni precedenti); allo sviluppo economico (turismo, industria, pmi, artigianato, commercio, agricoltura, trasporti) per 155,7 milioni di euro circa (20,5%); al territorio per 117,5 milioni di euro circa (15,3%); all'istruzione, formazione professionale e lavoro per 55,4 milioni di euro circa (7,2%); alle attività culturali, sportive, ricreative e del culto per 10,8 milioni di euro (1,4%); ai servizi alla persona per 95,3 milioni di euro (12,4%); alla difesa civile e sicurezza per 1,8 milioni di euro (0,3%); agli oneri non ripartibili per 19,4 milioni di euro (2,5%). Se si confrontano i valori 2005 con gli anni precedenti ci si accorge facilmente che:
• le risorse in libera disponibilità sono inferiori ai valori previsionali definitivi 2003 e 2004;
• l’unica area che registra un incremento di spesa è quella dei servizi generali;
• in una situazione di scarsità di risorse finanziarie, diminuiscono di conseguenza gli impieghi nelle altre aree di intervento.
La quota libera in argomento rappresenterebbe, comunque, l’ammontare delle risorse su cui teoricamente sarebbe possibile operare, da parte della Giunta e del Consiglio, delle scelte di natura discrezionale. In realtà, così come si può notare nell’analisi più dettagliata della spesa riproposta nella Tabella B, se si considera che nei 766 milioni di euro rientrano le spese per il personale e per garantire il funzionamento del Consiglio e della Giunta, i forestali, i trasporti, i servizi socio-assistenziali, il diritto allo studio, le estinzioni di passività, nonché il finanziamento delle leggi regionali in vigore, va da sé che le disponibilità finanziarie per operare delle scelte strategiche, almeno in questa fase, sono comunque abbastanza limitate.

Tavola 1.7. – Utilizzazione della quota libera 2005 per area e confronto con il 2004 e il 2003

Descrizione area di intervento

 
Valori assoluti 2005

%

 
Valori assoluti 2004

 
Valori assoluti 2003
 

Servizi generali

310.202

40,4

287.437

296.920

Sviluppo economico

155.754

20,2

162.349

183.531

Salvaguardia del territorio

117.529

15,3

125.075

118.363

Istruzione, formazione e Lavoro

55.390

7,2

58.956

77.694

Cultura, sport e culto

10.798

1,4

10.888

19.810

Servizi alla persona

95.335

12,4

117.712

109.729

Difesa civile e sicurezza

1.858

0,3

2.000

2.725

Oneri non ripartibili

19.350

2,5

25.586

22.368

Totale

766.216

100

790.003

831.140

4.3.2. Le spese di amministrazione generale.

All'interno di questo comparto assumono un peso rilevante le spese per il personale della Giunta (UPB 1.2.01.01), previste complessivamente in 194,2 milioni di euro, superiore allo stanziamento complessivo assestato degli anni 2002 (181,2 milioni di euro; +7,2%), 2003 (177,6 milioni di euro; +9,3%) e previsionale definitivo 2004 (179,1 milioni di euro; +8,5%).
L'espansione eccessiva della spesa per il personale, che nel 2004 ha subito un’accelerazione anche a causa dei rinnovi contrattuali, unita al “peso” della macchina amministrativa regionale che allo stato conta più di 4000 unità di personale in servizio, ha reso improcrastinabile la messa a punto della normativa sopra descritta che, attraverso forme di incentivazione all’esodo, dovrebbe consentire una consistente riduzione degli organici della Regione e degli enti strumentali per adeguare l’organico ai livelli compatibili con la situazione della finanza regionale.
Aumentano sensibilmente (5,1%) rispetto all’assestato 2004, le spese per il funzionamento del Consiglio Regionale (UPB 1.1.01.01), cui sono destinati 65 milioni di euro contro i 61,8 milioni dell’anno precedente. Inoltre si è reso necessario finanziare le spese previste per il rinnovo del Consiglio Regionale, in vista delle elezioni di aprile 2005 (6 milioni di euro che gravano sulla spese della Giunta), nonché le spese per i lavoratori interinali (10 milioni di euro).
Per compensare tali maggiori spese sono stati effettuati tagli per le spese della Giunta e per le consulenze, nonché per le spese di funzionamento. L'ammontare complessivo delle spese per Amministrazione generale finanziate con risorse autonome è pari complessivamente a 310 milioni di euro circa (+7,9% rispetto al 2004 assestato) ed assorbe il 40,4% dei fondi regionali liberi da vincoli di destinazione.

4.3.3 Le spese per favorire lo sviluppo economico.
Le risorse più consistenti volte a favorire lo sviluppo economico della regione sono quelle riguardanti il programma Operativo regionale (POR) della Calabria che ammontano a complessivi 523,8 milioni di euro di cui 220,4 inerenti all’annualità 2005 (Programma 2.1). Più in dettaglio, per quanto riguarda i sistemi locali di sviluppo le risorse disponibili (compresi i fondi non impegnati negli esercizi precedenti) sono circa 350,5 milioni di euro (di cui 70,6 milioni di euro per lo sviluppo dell’imprenditoria locale, 38,2 milioni di euro per lo sviluppo dei sistemi locali di offerta turistica, 231,2 milioni di euro per quanto riguarda l’agricoltura e 10,4 milioni di euro per l’acquicoltura e pesca) mentre quelle destinate all’Asse 6 “Reti e nodi di Servizio” ammontano a 173,3 milioni di euro, di cui 150,4 milioni di euro per la valorizzazione del settore dei “Trasporti” e 22,9 milioni di euro per il settore delle “Telecomunicazioni”.
Per quanto riguarda invece gli ulteriori programmi regionali a favore dei sistemi locali di sviluppo (Programma 2.2), le risorse complessive di 275,1 milioni di euro sono così suddivise fra i diversi settori di intervento:
· 6,7 milioni di euro circa per interventi nel settore del turismo (funzione obiettivo 2.2.01), di cui 4,7 milioni di euro per la promozione turistica (UPB 2.2.01.04);
· 59,0 milioni di euro per interventi nel settore dell’industria, dell’artigianato e delle PMI (funzione obiettivo 2.2.02);
· 10,4 milioni di euro per interventi nel settore del commercio e delle manifestazioni fieristiche (funzione obiettivo 2.2.03);
· 191,0 milioni di euro per il settore primario (funzione obiettivo 2.2.04), utilizzati per la ricerca, sperimentazione e divulgazione (4,0 milioni euro – UPB 2.2.04.01); per le organizzazioni professionali agricole e le associazioni dei produttori (1,0 milioni di euro – UPB 2.2.04.02); per il finanziamento delle agenzie preposte allo sviluppo del settore agricolo, fra cui l’ARSSA (42,1 milioni di euro – UPB 2.2.04.03); per il miglioramento del patrimonio zootecnico (2,6 milioni di euro – UPB 2.2.04.04); per il sostegno alla cooperazione (0,3 milioni di euro – UPB 2.2.04.05); per le passività onerose in agricoltura (4,5 milioni di euro – UPB 2.2.04.06); per il ripristino del potenziale produttivo agricolo danneggiato da calamità naturali (78,0 milioni di euro – UPB 2.2.04.07); per interventi strutturali nelle imprese (52,1 milioni di euro – UPB 2.2.04.08); per l’impiego delle risorse idriche a fini irrigui e di bonifica (5,1 milioni di euro – UPB 2.2.04.09); per l’attuazione dei Programmi triennali di sviluppo del Mezzogiorno nel settore agricolo (1,1 milioni di euro – UPB 2.2.04.11);
· 4,5 milioni di euro per interventi a favore della caccia e pesca (funzione obiettivo 2.2.06);
Per lo sviluppo del sistema dei trasporti regionali (Programma 2.3) sono previste risorse per complessivi 330,7 milioni di euro. In particolare 32,6 milioni di euro per interventi sulla viabilità regionale e locale (UPB 2.3.01.01); 182,8 milioni di euro per la gestione delle aziende che eserciscono il servizio di trasporto pubblico locale (UPB 2.3.01.02); 2,7 milioni di euro circa per la mobilità ciclistica (UPB 2.3.01.03); 109,9 milioni di euro per interventi per la gestione delle Ferrovie della Calabria (funzione obiettivo 2.3.03); 0,5 milioni di euro per interventi destinati allo sviluppo del sistema aeroportuale (UPB 2.3.04.01);
Per interventi di cui alla programmazione negoziata (Programma 2.4), sono previste risorse per un ammontare complessivo di 266 milioni di euro, destinate in particolare all’Accordo di Programma quadro “Infrastrutturazione per lo sviluppo locale” per 6,8 milioni di euro (UPB 2.4.01.01), all’APQ “Sistema delle infrastrutture di trasporto” per 197,0 milioni di euro (UPB 2.4.01.03); all’Apq “Sviluppo locale” per 62,2 milioni di euro (UPB 2.4.01.04);
Per i programmi di iniziativa comunitaria (Programma 2.6), sono previste complessivamente risorse per 8,1 milioni di euro, quasi tutte destinate al programma Leader+;
Complessivamente, quindi, le risorse destinate all’Area 2 ammontano a 1.404,1 milioni di euro, di cui 155,7 a carico del bilancio regionale (-4% rispetto al 2004 assestato).

4.3.4 Le spese per l’uso, la salvaguardia del territorio e l'ambiente.
I finanziamenti di maggior rilevanza, a parte le somme stanziate per gli interventi afferenti al POR Calabria, attengono in particolare:
· agli interventi per la protezione ambientale (funzione obiettivo 3.2.01) per 32 milioni di euro, di cui 23,4 milioni di euro per attività di educazione ambientale e per la tutela e valorizzazione dell’ambiente (UPB 3.2.01.01), 1,3 milioni di euro per il trattamento dei rifiuti (UPB 3.2.01.02), 6,9 milioni di euro per interventi di risanamento ambientale a seguito di concessioni per la coltivazione di idrocarburi (UPB 3.2.01.05)§
· ad interventi di politica per la casa (funzione obiettivo 3.2.02) per 501,1 milioni di euro;
· alla realizzazione di opere di interesse pubblico di competenza degli enti locali (UPB 3.2.03.01) per 43,7 milioni di euro, ivi comprese le estinzioni di passività inerenti alle leggi regionali n. 11/74 e n.24/86;
· ad interventi straordinari per il ripristino dello stato dei luoghi a seguito di calamità naturali (UPB 3.2.04.02) per 199,2 milioni di euro;
· ad interventi per la difesa del suolo e la prevenzione del rischio idraulico e idrogeologico (UPB 3.2.04.03) per 61,8 milioni di euro;
· alla tutela del patrimonio forestale (UPB 3.2.04.05), per 247,4 milioni di euro), compresi i 10 milioni di euro per i progetti relativi al sollievo della disoccupazione nei comuni di S.Giovanni in Fiore, Acri, Nardodipace, Comunità Montana di Verbicaro, Fabrizia, Casabona, S.Demetrio Corone (capitolo 32040511), la cui gestione è affidata all’Afor in base ad una specifica norma approvata nel collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2005;
· alla valorizzazione e salvaguardia della montagna (UPB 3.2.04.04) per 2,5 milioni di euro;
· alla gestione di risorse idriche (funzione obiettivo 3.2.05) per 35,5 milioni di euro;
· per interventi residuali inerenti all’APQ Forestazione (funzione obiettivo 3.3.01) per 9,8 milioni di euro.
Per quanto riguarda la politica degli investimenti delineata nel POR 2000-2006 della Calabria, la somma complessiva stanziata per l’Asse 1 “Risorse naturali” ammonta a complessivi 239 milioni di euro di cui 79,7 milioni di euro inerenti alla quota 2005. Per quanto riguarda la distribuzione delle risorse fra i diversi sottoassi, comprese le economie relative ad esercizi precedenti, 96,5 milioni di euro sono destinati al Settore “Acqua e Suolo” (UPB 3.1.01.01), 126,2 milioni di euro al settore “Ambiente” (UPB 3.1.01.02) e 16,3 milioni di euro nel settore “Energia” (UPB 3.1.01.03). La somma disponibile per gli investimenti inerenti all’Asse 5 ”Città” ammonta a 55,6 milioni di euro, di cui 34,3 milioni di euro quale quota 2005.

4.3.5. Le spese per la scuola, la formazione professionale, la ricerca e l’innovazione, il lavoro.
Il POR della Calabria prevede nell’ambito dell’Asse 3 “Risorse umane” una somma complessiva di 275,9 milioni di euro, di cui 88,6 relativi all’annualità 2005. Le predette risorse sono destinate per 202,7 milioni di euro alle politiche del lavoro e della formazione professionale (UPB 4.1.01.01); per 46,8 milioni di euro al sistema scolastico (UPB 4.1.01.02); per 26,4 milioni di euro alla ricerca e l’innovazione (UPB 4.1.01.03). In tale contesto sono previsti interventi volti alla risoluzione del problema della disoccupazione, alla qualificazione ed aggiornamento del personale destinato ai servizi per l’impiego, alla realizzazione di un’efficace politica regionale della formazione professionale, alla prevenzione della dispersione scolastica e formativa, alla flessibilità del mercato del lavoro, all’emersione del lavoro irregolare, alla creazione di nuova imprenditorialità, all’adeguamento, qualificazione e potenziamento delle infrastrutture e tecnologie del sistema scolastico, alla ricerca ed innovazione.
Per quanto riguarda gli altri interventi in favore dell’istruzione gli stanziamenti più rilevanti riguardano l’edilizia scolastica, per 4,4 milioni di euro (UPB 4.2.01.01); il diritto allo studio (UPB 4.2.02.01 e UPB 4.2.02.02), per complessivi 36,4 milioni di euro; lo sviluppo del sistema universitario (UPB 4.2.02.03) per 1,3 milioni di euro circa mentre alle attività di orientamento professionale sono destinate risorse per 10,8 milioni di euro circa (UPB 4.3.01.01).
Agli interventi in favore di politiche attive per il lavoro (funzione obiettivo 4.3.02) la disponibilità complessiva di risorse ammonta a 24,9 milioni di euro, di cui 14,75 milioni di euro per il fondo regionale inerente alla stabilizzazione degli LSU e LPU; 0,4 milioni di euro per gli interventi in materia di politiche del lavoro e di servizi per l’impiego in attuazione del decreto legislativo n.469/97 (UPB 4.3.02.03 – capitolo 2233222); 0,24 milioni di euro per favorire l’emersione del lavoro irregolare (UPB 4.3.02.05); 0,6 milioni di euro per il diritto al lavoro dei disabili (UPB 4.3.02.06); 3,6 milioni di euro per gli oneri contributivi degli apprendisti artigiani (UPB 4.3.02.08).
Agli interventi per le pari opportunità (funzione obiettivo 4.3.03) sono destinati 19,1 milioni di euro, di cui 18,8 milioni di euro per l’avvio di attività aziendali di imprenditoria femminile (UPB 4.3.03.01), 0,28 milioni di euro per l’attuazione del “Progetto donna” e per le pari opportunità di cui alla legge regionale n.4/87, da trasferire al Consiglio Regionale (UPB 4.3.03.02 – capitoli 3132108 e 43030201).
E’ previsto infine per il Programma di iniziativa comunitaria EQUAL (Programma 4.5) un investimento complessivo di 8,5 milioni di euro.

4.3.6 Le spese per le attività culturali, sportive, ricreative e del culto
Il POR della Calabria prevede per il 2005 nell’ambito dell’Asse 2 “Risorse culturali” un intervento pari a 47,6 milioni di euro di cui 16,5 quale annualità 2005. Tale somma è destinata alla valorizzazione del patrimonio culturale, archeologico, architettonico e paesaggistico della regione.
Per quanto riguarda gli altri interventi relativi all’area in questione finanziati in buona parte con la quota in libera disponibilità, gli stanziamenti più rilevanti riguardano la tutela e valorizzazione dei beni culturali (UPB 5.2.01.01 – 1,4 milioni di euro), la diffusione della cultura (UPB 5.2.01.02 – 9,0 milioni di euro circa), la promozione dello sport e del tempo libero (UPB 5.2.02.01 – 0,7 milioni di euro), l’impiantistica sportiva (UPB 5.2.02.02 – 1,0 milioni di euro), i centri polivalenti per i giovani (UPB 5.2.02.03 – 0,3 milioni di euro), gli interventi a favore delle opere di culto e di ministero pastorale (UPB 5.2.03.01- 2,3 milioni di euro).

4.3.7 Le spese per garantire i servizi alla persona.
Come già specificato nei paragrafi precedenti, le spese dell’area di cui trattasi ammontano a circa 3.397 milioni di euro circa, di cui 2.511 riguardano la quota 2005 del fondo sanitario nazionale di parte corrente, compresa la quota integrativa di 223 milioni di euro circa, la cui erogazione è subordinata al rispetto del già menzionato patto di stabilità (UPB 6.1.01.01 capitoli 4211103 e 61010161). Tale quota, pur rappresentando una percentuale rilevante sull’intera spesa prevista dal bilancio regionale, appare in ogni caso insufficiente rispetto alle reali necessità e richiede, quindi, ancora di più la necessità di una gestione ottimale della spesa sanitaria, onde evitare l’ulteriore crescita dei disavanzi a carico del bilancio regionale, la proliferazione degli atti giudiziali di pignoramento, nonché i provvedimenti restrittivi previsti nel caso del non rispetto del patto di stabilità, già richiamato nei capitoli precedenti, e del non rispetto degli altri vincoli disposti con l’ultima finanziaria dello Stato L'azione della Regione Calabria in tale campo, pertanto, deve assicurare, anche una più adeguata "performance" delle strutture sanitarie nel territorio, tale da garantire migliori servizi accompagnati da riduzione dei costi.
Per quanto riguarda gli altri interventi relativi all’area in questione gli stanziamenti più rilevanti riguardano:
· per 20,8 milioni di euro la quota interessi per ammortamento mutui relativi al ripiano dei disavanzi del servizio sanitario regionale (UPB 6.1.01.02), di cui 18,6 a carico del bilancio regionale;
· per 62,7 milioni di euro la quota capitale dei suddetti mutui (UPB 6.1.01.03), di cui 39,1 a carico del bilancio regionale;
· per 1,2 milioni di euro il finanziamento di associazioni, enti ed organismi che operano nel campo sanitario (UPB 6.1.01.04);
· per 5,0 milioni di euro i fondi destinati alla lotta alle principali patologie (funzione obiettivo 6.1.02);
· per 16,1 milioni di euro gli interventi per la tutela dei soggetti deboli (funzione obiettivo 6.1.03);
· per 1,7 milioni di euro la sanità pubblica veterinaria (UPB 6.1.04.01);
· per 4,3 milioni di euro l’informazione e l’educazione sanitaria (UPB 6.1.04.02);
· per 14,3 milioni di euro la creazione di un nuovo modello organizzativo del servizio sanitario (funzione obiettivo 6.1.05);
· per 111,7 milioni di euro l’ammodernamento e la riqualificazione del patrimonio sanitario e realizzazione di nuove strutture (UPB 6.1.06.01);
· per 3,7 milioni di euro l’indennizzo in favore di soggetti danneggiati da trasfusioni ed emoderivati (UPB 6.1.08.01);
· per 62,7 milioni di euro gli interventi di solidarietà sociale (funzione obiettivo 6.2.01), di cui 46,0 milioni di euro per la gestione dei servizi socio-assistenziali (UPB 6.2.01.02), 1,4 milioni per il sostegno economico in favore di soggetti affetti da gravi patologie (UPB 6.2.01.04), 1,1 milioni di euro per le iniziative a favore dell’emigrazione e dell’immigrazione (UPB 6.2.01.06), 0,6 milioni di euro per collaborazione con associazioni ed organismi vari che operano nel campo socio assistenziale e del volontariato (UPB 6.2.01.07), 10,6 milioni di euro per interventi di finanza etica e di sostegno alle famiglie (UPB 6.2.01.05)

4.3.8 Le spese per la difesa civile e la sicurezza
L’intervento previsto per l’intera area ammonta a complessivi 4,4 milioni di euro, di cui 3,0 milioni di euro per la protezione civile e gli interventi di emergenza (funzione obiettivo 7.1.01); 0,4 milioni di euro per la sicurezza dei cittadini ed in particolare per l’ordinamento della polizia municipale (funzione obiettivo 7.2.01).e 1 milione di euro per l’APQ legalità e sicurezza per lo sviluppo della Regione Calabria (funzione obiettivo 7.2.03).

5. I RESIDUI

5.1 I residui attivi
Dopo aver effettuato la chiusura dei conti relativi alla gestione dell'esercizio finanziario 2004, nel bilancio di previsione 2005 sono esposti residui attivi per circa 4.407,7 milioni di euro e residui passivi per circa 1,909,7 milioni di euro circa.
I residui attivi - depurati di 235,4 milioni di euro quale fondo cassa presso la Tesoreria centrale - ammontano a complessivi euro 4.172 milioni di euro circa, con un aumento di soli 74 milioni di euro rispetto alla consistenza netta di 4.098 milioni di euro risultante alla fine dell'esercizio 2003.
La struttura dei residui attivi evidenzia, comunque, che una parte consistente di essi (3.975 milioni di euro) proviene dagli stanziamenti di un numero limitato di UPB e capitoli dell’entrata, il cui peso è pari al 90% del totale dei residui. In particolare:
199 milioni di euro (536,8 milioni nel 2004) riguardano l’IRAP (UPB 1.1.04 - capitolo 1101111);
31 milioni di euro (91,4 milioni nel 2004) sono relative alla mancata erogazione della compartecipazione regionale IVA (UPB 1.2.02 – capitolo 1202108);
316 milioni di euro (107,6 milioni nel 2004) riguardano la quota del fondo perequativo nazionale per la realizzazione degli obiettivi di solidarietà interregionale (UPB 1.2.03 – capitolo 2101101);
319 milioni di euro (184,8 milioni nel 2004) riguardano l’addizionale IRPEF (UPB 1.1.05 - capitolo 1101112);
33 milioni di euro (42,1 milioni nel 2004) relativi all’accisa sulla benzina (UPB 1.2.01 – capitolo 1201102);
29 milioni di euro (124 milioni nel 2004) riguardano la copertura dei disavanzi del comparto sanitario relativi ad anni pregressi (UPB 2.1.08 – capitoli 21080053 e capitoli 21080054);
1.482 milioni di euro (1.377,8 milioni nel 2004) riguardano i contributi a carico dello Stato e dell’UE per l’attuazione del POR 2000-2006 (UPB 2.3.01 – UPB 4.4.22 – UPB 4.6.01);
293,3 milioni di euro (121,9 milioni nel 2004) riguardano le assegnazioni inerenti la programmazione negoziata e le intese istituzionali di programma (Upb 4.4.12);
61,3 milioni di euro (100,7 milioni nel 2004) sono relativi a residui da fondi per i programmi regionali di sviluppo (UPB 4.4.32 – capitolo 2102205);
123,3 milioni di euro (149,4 milioni nel 2004) sono relativi ai fondi per i piani triennali di sviluppo per il Mezzogiorno (UPB 4.4.33);
57,9 milioni di euro (80,9 milioni nel 2004) riguardano assegnazioni inerenti al fondo di solidarietà nazionale in agricoltura a seguito di calamità naturali (UPB 4.5.03);
449,4 milioni di euro (387,1 milioni nel 2004) riguardano i contributi versati ai comuni dall’utenza per l’approvvigionamento idrico e che i comuni non versano alla Regione (UPB 3.4.03 - capitolo 3601105);
277,5 milioni di euro (248 milioni nel 2004) che riguardano entrate per l’assunzione di mutui (categoria 5.1);
281,2 milioni di euro (251,7 milioni nel 2004) sono relativi alle contabilità speciali;
30,4 milioni di euro (28,4 milioni nel 2004) quale rimborso da parte dell’Afor per gli stipendi, retribuzioni ed assegni fissi del personale regionale addetto ai servizi dell’azienda (capitolo 3601102);
Le difficoltà di cassa - correlate in buona misura anche all'andamento dei residui attivi - compromettono il corretto svolgimento dei compiti istituzionali dell'Ente Regione, a causa della ricordata politica della spesa, in termini restrittivi, imposta dal Governo centrale come manovra di politica economico-finanziaria. Tale difficoltà, negli ultimi anni, è stata aggravata, anche dalle anticipazioni che la Regione ha operato per le spese inerenti al servizio acquedotti, nonché per tutta una serie di spese per investimenti con finanziamento a carico dello Stato, per le quali i competenti settori non hanno attivato le procedure amministrative atte a consentire il trasferimento delle risorse relative da parte dei Ministeri interessati. Ciò impone l'adozione di provvedimenti correttivi e l’individuazione delle responsabilità dei dirigenti inadempienti, anche in relazione a quanto previsto dall’art.43, comma 9, lett. g), della legge regionale 4.2.2002, n.8.

5.2 I residui passivi
Crescono anche i residui passivi propri, che passano dai 586,5 milioni del 2001 (al netto delle contabilità speciali) ai 1.015 milioni di euro del 2002, ai 1.513 del 2003, ai 1.909 del 2004, facendo registrare un incremento complessivo medio annuo di 450 milioni di euro circa all’anno. Tale fatto è comunque dovuto alla nuova legge di contabilità (art.52, commi 2 e 4) che ha modificato i termini di conservazione nel conto dei residui propri delle somme impegnate e non liquidate entro la fine dell’esercizio, spostandolo da uno a due anni se trattasi di spesa di natura corrente e da due a sette anni se trattasi di spesa in conto capitale.
Prosegue, invece, il trend discendente dei residui passivi perenti, che passano dai 701,8 milioni di euro del 2001 ai 374 milioni di euro del 2002 (grazie al grosso lavoro di “pulizia” effettuato ad inizio 2003) ai 384 milioni del 2003, ai 271 del 2004, con un decremento, nell’ultimo anno, di 113 milioni di euro circa in valore assoluto e del 29,4 in termini percentuali. In particolare i fondi perenti di parte corrente passano dai 176 milioni di euro del 2003 ai 108 attuali mentre i fondi perenti di parte in conto capitale scendono da 207 milioni del 2003 ai 162 del 2004.

5.3 Le somme complessive non spese alla fine dell'esercizio 2004.
Nell'esame delle risultanze della gestione finanziaria inerente all'esercizio 2004, si ha la possibilità di verificare come i residui attivi e passivi che sono contabilizzati alla fine dell'esercizio, sono il risultato di due distinte componenti: la prima è indubbiamente rappresentata dalle somme dei residui rimaste da incassare e da pagare, che costituiscono una specie di cartina di tornasole della "capacità di smaltimento" della Regione; la seconda è, al contrario, rappresentata dai mancati incassi e pagamenti della gestione di competenza, che si riversano in quella dei residui e che danno invece un’indicazione sulla "capacità di realizzazione" della Regione stessa.
In particolare, se si sommano le componenti finanziarie negative e cioè i residui passivi propri (al netto delle contabilità speciali), pari a 1.909 milioni di euro circa, i residui perenti agli effetti amministrativi, pari a 271 milioni di euro, i residui di stanziamento (che in quanto economie, in gran parte con vincolo di destinazione, sono riprodotte attraverso l'avanzo di amministrazione applicato al bilancio 2003), pari a 2.590 milioni di euro, si ottiene la somma complessiva comunque non spesa alla fine dell'esercizio 2004 ammontante a 4.770 milioni di euro (4.358 milioni di euro nel 2003, 3.762 milioni di euro nel 2002, 3.490 milioni di euro nel 2001), prescindendo dalla provenienza. Questi ultimi dati espongono, sia pure in modo grossolano, il grado di "efficienza" dell'amministrazione regionale, e quindi un parametro di giudizio "politico" per gli inevitabili corollari che ne discendono. E' innegabile, infatti, un’eccessiva lentezza dei processi di spesa regionali, che va sempre peggiorando, il cui aspetto contabile è quello più vistoso ma che è originata da problematiche ben più complesse. Ciò richiede, infatti, urgenti interventi in materia di personale per elevare il livello della qualità della dirigenza, per una diversa organizzazione e distribuzione territoriale delle risorse umane, oltre alla ormai improcrastinabile implementazione di un sistema di controllo di gestione adeguato alle caratteristiche e alle esigenze di cambiamento della regione.

6. IL COLLEGATO ALLA LEGGE FINANZIARIA REGIONALE 2005

Come è noto l'art.3, comma 4, della legge regionale n.8/2002 prevede la possibilità per la Giunta regionale di adottare disegni di legge collegati alla legge finanziaria regionale, recanti modifiche ed integrazioni di tipo ordinamentale e procedurale, che non comportino variazioni di entrata e di spesa alla normativa vigente e contenenti disposizioni non prevedibili nella legge finanziaria stessa.
In tale ottica la Giunta regionale ha presentato al Consiglio regionale un disegno di legge relativo a "Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale-finanziario" che provvede ad introdurre la base giuridica per dare contenuto sostanziale ad alcuni stanziamenti di spesa di carattere obbligatorio previsti nel bilancio 2005.
Nel disegno di legge sono inoltre contenute alcune norme fra le quali si evidenziano:
1. la previsione dell’incentivazione all’esodo per il personale regionale, di cui si è dato ampio cenno nel corso della relazione, che mira principalmente a ridurre l’organico che è ormai diventato estremamente costoso rispetto ai livelli di spesa entro cui la Regione deve attestarsi;
2. la regolamentazione delle procedure che gli Enti strumentali della regione devono rispettare ai fini del controllo e della verifica del Patto di Stabilità, nonché altre norme di contenimento della spesa corrente. Tale provvedimento è in linea con gli obblighi che il Governo centrale pone a carico delle Regioni e che necessariamente vanno estesa a tutti gli Enti la cui spesa influenza il bilancio regionale. La norma riprende l’articolo 2-ter della L.r. 8/2003 che aveva già esteso il patto di stabilità agli Enti strumentali senza tuttavia dare indicazioni circa le modalità di attuazione e prevede l’obbligo di comunicazione trimestrale a carico degli Enti strumentali nonché il divieto di procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato in caso di mancato rispetto;
3. l’autorizzazione a ricorrere all’accensione di un mutuo per la copertura della quota di cofinanziamento a carico della Regione relativa al POR Calabria 2000-2006.


Art. 1
Fondi Speciali

          1. Gli importi da iscrivere nei fondi speciali di cui all'art. 17 e 21 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 per il finanziamento dei provvedimenti legislativi che si prevede possano essere approvati nell'esercizio 2005, restano determinati nella misura indicate nelle tabelle A e B, allegate alla presente legge, rispettivamente per il Fondo speciale destinato alle spese correnti, di cui alla UPB 8.1.01.01, e per il Fondo speciale destinato alle spese in conto capitale, di cui alla UPB 8.1.01.02.

Art. 2
Rifinanziamento leggi regionali

          1. Ai sensi dell'art. 3, comma 2, lett. c), della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 il rifinanziamento o la riduzione degli stanziamenti previsti dalle leggi regionali di spesa, per ciascuno degli anni considerati nel bilancio pluriennale 2005-2007, restano determinati nella misura indicata nella tabella C allegata alla presente legge.

Art. 3
Norma finanziaria

          1. Alla copertura degli oneri derivanti dalla presente legge - ammontanti a complessivi EURO 333.392.150,44 nel triennio 2005-2007, di cui EURO 333.392.150,44 a carico del bilancio per l'esercizio 2005 - si fa fronte, ai sensi dell'art. 4 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8, con le risorse evidenziate nella parte entrata del bilancio pluriennale 2005-2007, nel rispetto delle determinazioni indicative definite nella parte spesa del medesimo bilancio pluriennale, in termini finanziari, e nei documenti programmatici e nelle leggi regionali di spesa, in termini economico­giuridici.
          2. Le tabelle A, B e C, allegate alla presente legge, danno la dimostrazione analitica della nuova spesa autorizzata con riferimento alle leggi organiche, alle UPB e ai capitoli della spesa.

 Art. 4
Pubblicazione

        1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.