3 maggio 2006    

Con la Calabria nel cuore (di Luisa Lombardo)



Il Dc 9 dell’Alitalia, “Città di Novara” con a bordo Joe Manchin, Governatore del West Virginia, atterra puntuale sulla pista dell’Aeroporto dello Stretto.
Ha scelto un aereo di linea e nessun formalismo, il Capo di questo Stato situato nel versante Nordorientale degli “States”. I giornalisti aspettavano di vedere sorvolare la città un aereo “presidenziale”, ma la sorpresa è stata soprattutto per i passeggeri del volo da Roma, ignari di viaggiare insieme ad un Governatore americano. L'arrivo a Reggio di Joe Manchin III
Ad accogliere Joe Manchin, la moglie Gayle Conelly e la delegazione al seguito, è stato il presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Bova e l’Assessore regionale all’Emigrazione, Beniamino Donnici.
Dopo le strette di mano e la foto ricordo con sullo sfondo il gonfalone della Regione Calabria, l’auto del Governatore sfreccia veloce alla volta dell’Excelsior dove si terrà l’incontro con i giornalisti.
Visitare la Calabria era un desiderio che il Governatore coltivava da lungo tempo. E’ un legame antico quello che lega Manchin alla Calabria; un legame che risale al secolo scorso quando i nonni del Governatore partirono da San Giovanni in Fiore per cercar fortuna nel West Virginia. Dei suoi avi, Joe Manchin III (nome americanizzato ad Ellis Island), ricorda tutto: sacrifici, fatiche e speranze, e i loro racconti nostalgici; la Calabria, terra cara, lontana sì dagli occhi, ma mai dal cuore.
E questo desiderio si era fatto promessa in occasione della visita della delegazione calabrese in America guidata dal vicepresidente del Consiglio regionale Franco Fortugno per il Columbus Day.
“In Aprile sarò in Calabria perché io questa terra la porto nel cuore” – disse allora il Governatore del West Virginia. E così è stato. Ma all’appuntamento mancava il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno, proprio lui che aveva caldeggiato il progetto di un patto d’amicizia. Il ricordo di Fortugno è riecheggiato nelle parole del presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Bova, nel corso della conferenza stampa all’Excelsior. “Questo momento – ha detto Bova con un pizzico di commozione – avrei voluto condividerlo con Franco, ma purtroppo non è così”.
Il presidente del Consiglio regionale ha poi voluto ricordare l’emigrazione calabrese, un fenomeno che, nel secolo scorso, ha assunto le dimensioni di una diaspora. Giuseppe Bova sottolinea che oggi questa visita assume nuovi e più pregnanti significati. E’ anche questo infatti un modo per onorare la memoria di quanti, e sono tantissimi, hanno contribuito, al prezzo del duro lavoro e dei sacrifici, al progresso civile e materiale di altre nazioni.
Anni dolorosi quelli dell’emigrazione transoceanica che riversò soprattutto negli Stati Uniti un fiume di uomini che inseguivano il “sogno americano”. Strappati alle loro radici, lontano dagli affetti, i nostri corregionali hanno vissuto il dramma della separazione dall’Italia, dal paese natio, dal borgo che ancora ne custodisce i ricordi. Ma hanno saputo sempre portare alto il nome della Calabria, raggiungendo, a volte, traguardi ambiti e cariche di prestigio.
“Noi ricordiamo i nostri emigrati con commozione. E soprattutto – ha detto il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Giuseppe Bova – quando siamo chiamati ad accogliere uomini e donne di altre nazionalità”. Il Presidente Bova saluta la moglie di Joe Manchin, Sig.ra Gayle Conelly
Il ricordo di quella Calabria in fuga deve indurci ad una accoglienza generosa capace di favorire una migliore inclusione. “Si tratta al contempo – ha soggiunto il presidente - di una “sfida e di un monito perché non si ripetano più, a carico dei più deboli, cose avvenute in altre parti del mondo”.
L’Assessore regionale all’Emigrazione, Donnici, ha parlato di necessità di “tenere in rete la Calabria: quella che è qui sulle sponde del Mediterraneo  e quella della diaspora”. L’Assessore ha ribadito l’augurio che questo patto d’amicizia possa tradursi in fattivi rapporti di cooperazione.
Parla il Governatore del West Virginia. I suoi sono concetti chiari ed incisivi. Dopo i ringraziamenti, Manchin affronta subito il tema della cooperazione: “Chiunque nutre interesse ad abbracciare affari negli Stati Uniti sa che noi siamo disponibili ad assistere e a portare opportunità in Italia”. Poi aggiunge: “Attendo con ansia incontri che possano andare al di là della semplice amicizia”.  Il Governatore si lascia quindi andare ai ricordi: “Mia nonna è arrivata in West Virginia all’età di sette anni. Conservo ancora immagini molto vivide della Calabria legate alla gioventù di mia nonna”. 
“Vorrei invitarvi tutti in West Virginia – dice l’illustre ospite -  così da poter ricambiare la vostra gradita ospitalità ed amicizia”. Manchin è il primo Governatore di origini italiane. Anche il suo capo di gabinetto ha un nome italiano, così anche il suo direttore legale. “In West Virginia – ha assicurato Manchin - sono moltissime le ‘radici italiane’. Sono sicuro che vi sentireste a casa”. Poi ha concluso: “Grazie per quello che siete: Una testimonianza delle mie radici”.
Di rapporti di cooperazione ha parlato anche Francois Nicoletti dell’Associazione di calabresi, “Eritage” che ha creato il contatto con il Governatore del West Virginia. “Incoraggerei qualsiasi giovane a guardare a questa amicizia, a vedere quali opportunità sono disponibili. In occasione della firma del patto dovremo guardare tutta l’America per vedere le opportunità offerte, illimitate e per dare vita ad un rapporto che sia produttivo per entrambe le parti”.

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