26 luglio 2010    

Censore (Pd): “Tradurre in fatti le intenzioni”.


“Sarebbe auspicabile, dopo quattro mesi dal voto, che la  consapevolezza dei punti di crisi della sanità si traducesse, finalmente, in atti amministrativi e vere decisioni. Tutte cose che finora sono mancate”. E’ quanto asserisce il consigliere regionale del Pd Bruno Censore (vicepresidente della Commissione regionale antimafia), che aggiunge: “Si procede senza idee forti e senza la benché minima strategia. In attesa di un commissariamento che non potrà sostituirsi ai compiti propri della politica, soprattutto per la parte che concerne l’organizzazione dei servizi sul territorio, né agli operatori sanitari, pubblici e privati, per ciò che concerne Il Consigliere del Pd Bruno Censore l’organizzazione della qualità delle prestazioni e degli standard di sicurezza a cui i calabresi hanno diritto. D’altronde - precisa Censore - la stessa fiducia dei calabresi  nella sanità può migliorare soltanto se il sistema riprende a funzionare. Ma non sarà con gli slogan o con gli annunci a raffica che cesseranno le emigrazioni sanitarie in cui la Calabria primeggia”. Spiega così il suo punto di vista l’esponente del Pd: “E’ tempo di scelte e di decisioni, non più di parole in libertà. La nostra è una sanità malata, come dimostrano documenti ufficiali e come ben sanno i calabresi. Insistere, però, ancora con la denuncia astratta, da parte di chi ha l’onere di spiegare cosa intenda fare, qui ed ora,  per risolvere i problemi, è profondamente sbagliato.” Ad avviso di Censore: “E’ altrettanto  singolare l’eco, a volte scomposta, che molti componenti della maggioranza di centrodestra  fanno alle dichiarazioni del presidente Scopelliti. Così com’è sorprendente    l’anomalo tour per la Calabria organizzato  della terza  Commissione consiliare,  Presidente in testa. I calabresi attendono risposte concrete, non accuse generiche da parte di chi, dopo il voto, ha la responsabilità di governare i processi in corso. Tutti noi sappiamo bene che la sanità non gira per il verso giusto. Adesso, però,  si vuole capire se il Governo della Regione ha un’idea sulla sanità e se sì, quali riforme intenda realizzare. Invece – ad avviso di Censore -  la Commissione sanità del Consiglio regionale sforna  dichiarazioni intrise di superficialità, su quali ospedali debbano continuare a svolgere le loro funzioni di assistenza agli acuti, quali  quelli da convertire, quali quelli da chiudere, quali sale operatorie siano a norma e quali no e via discorrendo. Io mi chiedo, in breve, cosi facendo che tipo di segnali  stiamo lanciando ai cittadini. La risposta è che non si dirada in questo modo la confusione, in questo modo si amplia la sfiducia. Scimmiottare le dichiarazione del presidente Scopelliti  sulla sanità, a me non pare che sia la funzione che debba svolgere una Commissione consiliare. La quale, tra l’altro, ha compiti di programmazione e di controllo, appunto  perché parte integrante dell’Assemblea legislativa e non di cassa di risonanza dell’Esecutivo! Altrettanta chiarezza – puntualizza l’esponente del Pd -  è necessaria sul  debito ballerino.  Deve cessare la barzelletta  delle Aziende che non conoscono i loro conti.  Io sono convinto che se alle Aziende ed al Dipartimento tutela della salute si danno regole chiare e precise cui debbono attenersi,  il problema può e deve essere superato. Siamo, ad esempio, certi che le Aziende ed il Dipartimento parlino la stessa  lingua? E che lo faccia il Dipartimento tutela della salute e quello del bilancio? O non è forse vero che i sistemi contabili utilizzati siano diversi ed incompatibili? Le Aziende sono obbligate alla tenuta della contabilità cosiddetta economica, mentre il Dipartimento bilancio e quello della salute della Regione quale utilizzano? Perché se ancora oggi usano il sistema finanziario, tra di essi il dialogo è impossibile”.  Un’attenzione specifica il consigliere regionale del Pd riserva al debito. Sostiene: “Molti dubbi suscita l’annunciata decurtazione del debito, passato dai 2 miliardi agli approssimativi 800 milioni. Perché è diminuito così repentinamente? L’impressione - chiarisce Censore - è che si tratti esclusivamente di artifici contabili. In realtà il debito non è diminuito, è stato solo posticipato negli anni. Non è neppure convincente l’accusa che il presidente Scopelliti muove circa le tremila assunzioni che sarebbero state effettuate prima delle elezioni nella sanità. Se così fosse, anziché ricorrere sempre alla demagogia,  occorrerebbe procedere ad una verifica attenta per ogni singola  assunzione ed assumere i provvedimenti necessari a tutela degli interessi generali”. Conclude Censore: “Mentre la Calabria resta in attesa di capire cosa debba contenere questo famigerato Piano di rientro, che succederà alle strutture private, a quelle pubbliche ed  alla sanità territoriale, convinti tutti come siamo che il settore non possa rimanere più in balia della  cattiva politica, delle clientele e del malaffare, l’auspicio è che si apra una stagione di dialogo ma anche di decisioni. Una stagione  di confronto pure  acceso,  ma che implichi l’ assunzione di responsabilità da parte di chi critica ogni scelta compiuta nella scorsa legislatura, ma ancora non ci dice come, nei fatti, intenda superarla”.
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